Diceva Carl Gustav Jung “Non rimpiango le persone che ho perso col tempo, ma rimpiango il tempo che ho perso con certe persone, perché le persone non mi appartenevano, gli anni sì” E allora eccoci con il nostro tempo fra le mani, osserviamoci, e rendiamoci conto di come lo impieghiamo e a chi stiamo “regalando” questo bene così prezioso. Allontanare le persone sgradite è come abbandonare a poco a poco una zavorra che ci portiamo dietro solo per la paura di rimanere da soli. Probabilmente in questo momento della nostra vita frequentiamo una persona tossica e magari non ne siamo consapevoli.
“I legami occupano un ruolo importante nell’esistenza di ognuno di noi, vale la pena porre cure e attenzioni sia nella costruzione di essi sia nel momento del più doloroso distacco. Non dispiacerti per coloro che si allontanano da te, lasciali pure andare. Parenti, amici, ex, colleghi, vicini e lontani, chiunque! Lasciali andare. Libera e rivendica il tuo spazio interiore. Lascia che si crei una nuova dimensione, solo per te. Non si vive per compiacere il prossimo. Non si vive per accontentarsi. Non si vive per sentirsi approvati. Al diavolo gli errori, le paranoie, le paure. Si vive per stare bene. Con se stessi e, poi, con gli altri. La solitudine e il dolore ti tengono in ginocchio? Allora tu alzati, allontanati, cammina, corri, vai dove vuoi e non dove ti impongono di andare. Ti sembrerà di perdere una parte di te, ma in realtà starai solo guarendo. Ti sembrerà di sprofondare, ma in realtà starai solo evolvendo. E quando tutto questo succederà, ti sentirai come un’araba fenice, pronta a iniziare un nuovo volo. E noi saremo lì, a gioire per la tua rinascita” (pag 21) Queste righe sono tratte dal mio libro “D’Amore ci si ammala, d’Amore si guarisce”
“Quanto tempo della mia vita ho sprecato”?
A questo punto è legittimo chiederselo! Perché di tempo ne sprechiamo…. e tanto! Il tempo scorre inesorabile ma spesso non siamo pienamente consapevoli della sua importanza: diventiamo carnefici del nostro stesso tempo e tendiamo a svalutare anche il tempo altrui. Anche in questo momento, mentre leggi il mio articolo, le lancette scorrono quasi a dirti con quel loro linguaggio “tic tac”: “stai facendo qualcosa di utile per consumare il tuo tempo?” Beh, io ti direi di sì, ma non perché sono di parte, perché ogni volta, con ogni mio articolo, spero di arricchirti in qualcosa così da contribuire, in misura diversa, alla tua crescita emotiva.
“Chi ha tempo non aspetti tempo”
Da questo vecchio proverbio nasce una riflessione che troppo spesso è sottovalutata: quante sono le cose finiscono per farti “sprecare il tuo tempo”? Quante volte ti sarai prodigato a donare il tuo tempo per qualcuno che alla fine non lo meritava? Intanto tutto il “tempo speso male” non lo recupererai più! Ecco perché è importante imparare a capire come investire il proprio tempo.
Immagina che una banca accrediti ogni giorno sul tuo conto la somma di 86.400 euro. Tuttavia, questo saldo non resta invariato; ogni sera la banca ti toglie l’importo che non hai utilizzato durante la giornata. Che cosa faresti? Certamente, ritireresti tutta la somma! Tutti noi abbiamo questa banca. Si chiama TEMPO. Ogni mattina questa banca ci accredita 86.400 secondi, e ogni sera ci sottrae l’importo che non abbiamo investito in un buon proposito. Questa banca non mantiene un saldo, tantomeno permette reintegri. Ogni giorno ci apre un conto nuovo. Ogni notte elimina il saldo del giorno. Ecco, se non utilizzi i soldi depositati la perdita è tua. Non puoi tornare indietro. Non puoi spostare dei soldi sul conto di domani, devi vivere nel presente con i depositi di oggi.
Il tempo che dedichiamo a qualcuno o a noi stessi, deve essere vissuto al pari di un investimento economico
Il tempo non può essere convertito in nessuna valuta perché è un bene inestimabile che non si può comprare. Il tempo che ci dedica un’amica, per esempio, non ha valore. Così come dovremmo essere grati per il tempo che un collega di lavoro investe per aiutarci in qualche mansione. Analogamente, anche tu dovrai fare attenzione a come investi il tuo tempo e a regalarlo solo alle persone che sanno davvero apprezzarlo e possono mettere in atto momenti di appagamento condiviso, crescita o stima reciproca.
Il tempo non si pretende, si accetta come dono
“Se qualcuno si prende qualche minuto per confortarci, incoraggiarci o parlare con noi è perché ha scelto di farlo. È il suo modo di dirci che si preoccupa abbastanza per noi da darci un po’ del suo tempo“. Purtroppo, non sempre apprezziamo abbastanza il tempo che qualcuno ci dona per risolvere un nostro problema o magari per migliorare il nostro umore. A volte pecchiamo di superficialità, non ci immedesimiamo nella parta del nostro interlocutore, pensiamo che ci è dovuto essere ascoltati quando in realtà si tratta di una decisione personale.
Ovviamente, non dobbiamo neppure commettere l’errore di costringere gli altri a trascorrere del tempo con noi. Quando incontriamo qualcuno che non vedevamo da parecchio tempo, siamo soliti rimproverarli con frasi del tipo “non mi chiami mai!” o “dove eri sparita?”. Queste frasi sono inopportune; rischiano di compromettere tutta la bellezza dell’incontro. Invece, dovremmo gioire e, se desideriamo veramente una spiegazione, non dovremmo cadere nelle false ipotesi o incolpare l’altro, ma dovremmo limitarci a chiedergli cosa è successo durante tutto questo tempo.
Chi dedica tempo dona un po’ della sua vita
Il tempo non si elemosina, tanto meno si compra o si esige. Chi ci fa un favore, ci ascolta o ci accompagna nei momenti buoni e cattivi, ci sta regalando una parte della sua vita, il nostro compito è quello di essere pienamente presenti per non sprecare questo dono. Detto ciò, è vero anche capire a chi dedichiamo il nostro tempo. Tutte le persone che frequentiamo meritano questo dono?
Ti sei mai chiesto perché sei così disponibile?
Chi è troppo disponibile potrebbe aver appreso questo meccanismo da piccolo: durante l’infanzia probabilmente ha interiorizzato che è importante mettere le altre persone davanti ai propri bisogni, per farle stare bene e per evitare conflitti. Il problema è che così facendo però finisci per conoscere solo una parte di te stesso, mentre sarebbe utile conoscere anche quel lato che parla dei tuoi bisogni e desideri. In caso contrario, infatti, ti sentirai sempre insoddisfatto. Quindi prima di prodigarti verso coloro che chiedono le tue attenzioni chiediti perché lo fai: ti va di farlo oppure temi di non sentirti accettato?
Non condividere la tua vita con chi non apprezza il tuo tempo
Nello stesso modo in cui è giusto valorizzare il tempo che gli altri trascorrono con noi, dobbiamo imparare a essere più gelosi del nostro tempo. Ogni secondo che passa è un secondo che non puoi recuperare, quindi non ha senso regalarlo a chi che non lo sa valorizzare. RICORDA SEMPRE….Ogni mattina il tempo ti accredita di 86.400 secondi: come vuoi spenderli? Intanto non condividere il tuo tempo con chi:
- Non gradisce la tua presenza ma è con te solo per mera formalità. Liberalo da questa “responsabilità”, sarà felice lui o lei e sarai felice anche tu
- Pensa in termini di “ammazzare il tempo” invece di “approfittare del tempo”. Chi pensa in questi termini e senza dubbio una persona negativa e da allontanare perchè non fa nulla di particolarmente prezioso con il suo tempo e di conseguenza vuole che anche tu sprechi il tuo
- Sta con te ore e ore a telefono giusto per sfogarsi e sbraitare contro ogni cosa. Questa persona non ha rispetto del tempo che le stai donando
- È sempre in ritardo e pensa che dovresti sempre essere disponibile perché il tuo tempo non è prezioso quanto il suo
- Non ha mai tempo quando hai bisogno, ma richiede la tua presenza quando è lui/lei ad avere bisogno.
Una relazione di qualsiasi tipo, dovrebbe essere una condivisione di amore, un dare e avere, non un prendere e basta! Non elemosinare con chi non ti merita o non ti apprezza.. Non permettere che questo succeda, non sacrificare la tua dignità e la tua felicità solo per tenere qualcuno o qualcuna accanto a te.
Pensa dunque alle tue relazioni, alle persone con cui vivi gran parte del tuo tempo e con cui senti di investire grosse quantità di energie. Se pensi ci sia qualcuno/a con cui intrattieni un rapporto tossico, poniti le seguenti domande: questa persona…
- Cosa mi porta a pensare?
- Come mi fa sentire?
- Cosa mi spinge a fare?
- Migliora o peggiora la mia autostima?
Sta a te far appello al tuo senso di responsabilità e decidere se continuare a frequentare quella persona è buono per te oppure se non lo è più. Scegli se sei disposto a sostenere ancora quel rapporto oppure se è il caso di interromperlo, di mettere mano alle cesoie per tagliare quel ramo secco che non da più frutto. E ricorda sempre…non c’è nessuna colpa nel pretendere di meritare il meglio per se stessi.
Non dimenticarlo mai….il tempo è il tuo bene più prezioso, assicurati di trascorrerlo con chi ti apprezza e ti riserva un posto in prima fila nella sua vita. Non disfarti in mille pezzi per lasciare interi gli altri.
“D’amore ci si ammala, d’Amore si guarisce”. Un piccolo estratto del mio libro che può aiutarti a rinascere
“Come rinascere dopo la fine di una relazione
Quando finisce una storia, innanzitutto bisogna contestualizzare ciò che è successo. Il primo errore che commettiamo è cristallizzarci in ciò che ci fa più male, proiettandoci in un incubo che riguarda la nostra intera identità e non solo un aspetto relazionale. Per comprendere meglio questo passaggio, proponiamo alcuni esempi di come eventi interpersonali si trasformano inopportunamente in drammi identitari:
• «Non ho portato avanti i progetti di coppia: sono un fallito.»
• «Mi ha lasciato: sono inaccettabile, un rifiuto, faccio schifo.»
• «La storia è finita: sarò solo per sempre, non sono amabile, nessuno mi amerà più.»
Queste affermazioni non nascono dagli accadimenti del presente, ma emergono dalle nostre memorie emotive, dai vissuti difficili che ci portiamo sulle spalle. Ricordi quanto abbiamo detto nel primo capitolo? Chi ha uno stile di attaccamento libero ha una rappresentazione positiva di sé quindi le dinamiche relazionali, per quanta sofferenza possano arrecare, non minano l’identità. Se vuoi conquistare uno stile autonomo, parti da un’analisi più accurata, un ribaltamento di prospettiva che potrebbe sintetizzarsi così:
• «È finita perché non mi amava davvero.»
• «È finita perché non stavamo bene insieme, eravamo incompatibili.»
• «Ci siamo separati per non continuare a investire energie in una storia morta già da tempo.»
Un cambio di angolatura è indispensabile per elaborare la fine di una storia nel modo giusto. Il dolore del passato ci spinge a nutrire le nostre ferite. Dentro di te, però, c’è anche una parte più saggia e matura che sa benissimo come stanno le cose, sa bene che non sei un fallito, che non sei destinato a rimanere solo e che puoi costruirti una vita meravigliosa. È nutrendo quella parte più saggia che puoi tornare a vivere. Non sarà facile, perché quella piccola parte di te è stata in disparte per troppo tempo, non è stata mai incoraggiata, anzi, è stata schiacciata dai pensieri generati dalle tue paure. In realtà, non c’è niente di meglio della fine di una relazione per dare inizio a una storia d’amore più bella, quella con se stessi. Trasformare il dolore della perdita in crescita è l’impresa più difficile che tu possa compiere, ma anche la più gratificante. Le relazioni disfunzionali si nutrono di ferite interiori: abbi cura di te e il futuro smetterà di riservarti storie d’amore non corrisposto.” (pag. 262-263)
Come ti ho scritto prima, ciò che hai appena letto, è un piccolo estratto del mio libro
Lasciare qualcuno non è mai una cosa facile e forse anche tu ti stai chiedendo come lasciare una persona che pensi ancora di amare anche se ti fa stare male. Potresti volerlo fare per mille motivi, ma i dubbi e le paure possono essere più forti di te. Come si fa? Potresti pensare al suo comportamento, alla tua sofferenza che passa inosservata, potresti pensare che meriti di meglio. So bene che serve tanto coraggio per chiudere quella porta e, forse è una forza che ora non hai. Te lo dico chiaro, tu non soffri perché perderai quella persona, soffri perché pensi che lasciandola non sapresti come riorganizzare la tua vita e magari anche l’idea della solitudine ti spaventa…questo è il punto. Ma sai che ti dico: una soluzione a tutto questo c’è!
Nel mio libro «D’amore ci si ammala, d’Amore si guarisce» ti spiego come prendere in mano le redini della tua vita. La vita è fatta di tante piccole cose a cui dare il giusto peso, è partendo da queste che puoi fare la differenza. Con il libro, potrai ripristinare un equilibrio perduto: ogni pagina ti insegna a rivendicare il tuo valore di persona completa, amabile e degna di stima, ad ascoltare i tuoi bisogni e soprattutto, a farli rispettare. Perché come scrivo nel libro “L’amore che guarisce è prima di tutto il tuo”. Se hai voglia di ricominciare a volerti bene, è il libro giusto per te. Il titolo? “D’amore ci si ammala, d’Amore si guarisce”. Puoi trovarlo in tutte le librerie o su Amazon a questo indirizzo.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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