Relazioni che logorano, riconoscerle per superarle

| |

Author Details
Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor
“Stiamo effettivamente distruggendo noi stessi per mezzo di una violenza mascherata da amore.”

La vita relazionale è piena di insidie e di automatismi che possono facilitare lo sviluppo di relazioni logore e affaticate dalla presenza di rancori, insicurezze, fraintendimenti, convinzioni limitanti e “dipendenze” più o meno occultate o evidenti. Esistono diversi tipi di relazioni che logorano, ma il loro risvolto è unico: devastano il proprio benessere fisico e mentale.

Tipologie di relazioni che logorano

L’amore bugiardo è presente in molte più relazioni di quanto pensiamo. Forse è il tipo di amore che ci hanno insegnato. Magari l’abbiamo imparato sulla base di paure, illusioni e false credenze. Non sempre si ha la consapevolezza di essere coinvolti in una relazione che può solo farci soffrire. Lo è non voler cambiare la situazione per paura o dipendenza. Ecco allora i segnali che aiutano a identificare una relazione-killer, in modo da dire no immediatamente, prima che la storia vada avanti e ci coinvolga nostro malgrado.

Relazione di controllo

La sua caratteristica principale è la manipolazione. Sia il manipolatore che il manipolato molto spesso ignorano questo tema dominante che condiziona le risposte reciproche. In genere, un rapporto simile genera almeno un minimo di soddisfazione reciproca, ed è incoraggiata dalle strutture della nostra società autoritaria, che ci spinge sempre a dipendere da qualcosa o da qualcuno. La relazione di controllo è difficile da individuare e da terminare, ma è una cosa che si può fare!

Relazione possessiva

E’ così diffusa e universalmente accettata da costituire quasi una norma. La incontriamo soprattutto all’ interno dei rapporti uomo/donna e genitore/figlio. Ci sono mariti che pensano di “possedere” la moglie e si comportano di conseguenza, e viceversa le mogli: “Mia moglie sa che se vuole fare qualcosa di solito mi sta bene, basta che prima me lo chieda”, “mio marito mi ha lasciato fare il viaggio, “Lui mi permette sempre di fare quello che voglio”, “Non sopporto gli uomini che guardano le donne. Mi ci è voluto un po’ per far perdere l’ abitudine a mio marito, ma adesso è tutto mio”. Molti genitori sono convinti di essere proprietari dei figli, e si comportano di conseguenza, ma in genere, le due parti interessate si rendono conto che il rapporto non è troppo salutare.

Il possessore ed il posseduto, per quanto ricavino dal rapporto una certa soddisfazione, spesso intuiscono che nuoce ad entrambi. La relazione possessiva è una relazione logora. liberarsene non solo semplifica l’esistenza, ma aumenta l’autonomia, la fiducia e la stima di se; insomma è il prologo a rapporti proficui.

Relazione devitalizzata

Le relazioni devitalizzate offrono soddisfazioni dubbie. I legami che tengono uniti i due soggetti sono tenui, ed entrambi sanno di avere in comune pochi interessi, se non addirittura nessuno. E’ presente una sensazione di noia o distacco. La relazione si mantiene in vita soprattutto per la forza dell’ abitudine: “Non abbiamo altro da dirci. Non esiste più l’ interesse di un tempo. Abbiamo già detto tutto. La mia impressione è che siamo diventati un peso l’uno per l’altro. Parliamo sempre delle stesse cose“.

Una relazione devitalizzata è sfibrante. Assorbe e consuma energia senza che ci se ne accorga. Dobbiamo ammettere non solo che i rapporti umani hanno alti e bassi, ma anche che ci si può allontanare l’uno dall’ altro, diventare sempre più estranei. La vita cambia, ci fa crescere.

Relazione vampiresca

Nella relazione vampiresca una delle due persone, a volte entrambe, sembra assorbire l’energia dell’ altra. Spesso, dopo essere stati assieme, uno dei due soggetti si sente devitalizzato, scoraggiato, depresso, oppure scopre che l’immagine che ha di sé è diminuita. Viceversa, dopo l’incontro con l’ altra persona si accorge che la propria vitalità è aumentata. Stranamente, coloro che perdono energia talora cercano in ogni modo di tenere in vita la relazione, anche se ne conoscono le conseguenze.

Relazione nevrotica

In una relazione nevrotica spesso si cerca qualcuno per “completare” se stessi, partendo dall’ ipotesi sbagliata che se si trova la “persona giusta” non ci sarà più bisogno di sviluppare in noi certe caratteristiche. Chi si sente debole, inerme, privo di fiducia in se stesso, cercherà persone forti, decise, e poi si affiderà alla loro forza per tirare avanti. Il prezzo che si paga è un’ esistenza sbilanciata, che non permette il pieno sviluppo delle proprie potenzialità.

Le relazioni nevrotiche sono caratterizzate da schemi rigidi che devono essere mantenuti a ogni costo, pena la perdita del loro precario equilibrio. Ovviamente, se una delle due persone cresce o cambia, il rapporto è in pericolo. L’alternativa, come è chiaro, sta nel non crescere, nel non sviluppare o utilizzare il proprio potenziale. Stravolgerci e limitarci per tenere in vita una relazione nevrotica è sfibrante e controproducente.

Relazione tossica

Si parla di amore tossico quando una relazione crea un continuo e costante stato di turbamento, infelicità e frustrazione. Questo tipo di amore avvelena la vita di una (sola) persona all’interno della coppia, che ne subisce il controllo, la manipolazione e il giudizio spregiudicato.

L’amore tossico è un male che si insedia viscidamente in una relazione, porta malessere, disfunzionalità e squilibrio cronico. Vivere una storia, appese ad un filo tanto sottile quanto massiccio, ci obbliga a normalizzare i nostri pensieri e credere che quel tipo di controllo-manipolazione sia del tutto normale e faccia parte del percorso amoroso. Nella relazione tossica uno dei soggetti sembra possedere la triste capacità di risvegliare o stimolare processi patogeni, o zone di disfunzione o malfunzione, all’interno della personalità dell’altro.

Come liberarsi da una relazione che logora

Accettare e tollerare la mancanza di rispetto, soprattutto se reiterata, vuol dire concedere all’altro accesso illimitato al nostro spazio vitale e il potere di ferirci, rafforzando così il messaggio che lo stesso permesso potrà essere accordato anche nel futuro. Il rispetto è speculare, perché se è vero che l’altro ci manca di rispetto, è anche vero che noi in parte glielo permettiamo e questa è una responsabilità di cui dobbiamo farci carico

Capire che è una relazione malata

Primo step: ammettete con se  stessi che in quel rapporto si sta male, anche se è dura e difficile da ammettere. Spesso la persona coinvolta in una relazione logorante, attiva dei meccanismi di difesa per soffrire meno, quindi tende a minimizzare o a giustificare le mancanze di rispetto del partner (lui mi tradisce ma in fondo so che mi ama, sparisce per giorni ma so che ritorna, ecc). È importante è iniziare a guardare la situazione in modo obiettivo e in questo può aiutare il confrontarsi con coppie che hanno dei modelli di relazione più appaganti.

Rinunciare all’idea di cambiare l’altro

Secondo step:  rinunciare all’idea di cambiare l’altro. L’illusione di poter cambiare l’altro nasce dalla convinzione inconscia di poter avere un controllo sul comportamento del partner per cui se lui/lei non mi ama è perché riesco a farlo innamorare, se lui mi tradisce è perché non sono abbastanza femminile, e via dicendo. (Ho usato degli esempi al femminile ma lo stesso concetto vale anche per gli uomini).

Pertanto, bisogna prendere consapevolezza che il modo in cui il partner ci tratta non dipende da quello che noi siamo, ma da dipende da quello che lui/lei è. Il problema non è che il partner non ama ma non ama perché non è in grado di amare. Quando si comprende che il comportamento del partner dipende da problematiche sue sulle quali non possiamo avere nessun controllo, diventa più facile disinvestire in una relazione che provoca solo sofferenza.

Ricostruire l’autostima

Terzo step: se vogliamo liberarci da una relazione che logora, bisogna  iniziare a ricostruire la propria autostima, attraverso altre aree di soddisfazione oltre al rapporto. Lavoriamo per ridurre gradualmente la nostra dipendenza dal partner da tutti i punti di vista: economico, materiale, affettivo. Investiamo piuttosto sulla nostra crescita personale coltivando amicizie, interessi, il lavoro e la spiritualità.

Se non riusciamo ad uscire da soli da una relazione logorante possiamo allora farci aiutare. In questi casi può essere indicata una terapia psicologica che aiuti a comprendere quei meccanismi psicologici che ci tengono legati a una situazione distruttiva.

Vivere una relazione che arreca solo sofferenza è come non vivere

Ti mina e ti consuma poco a poco, finché non resta nulla di te. E non c’è nessuna giustificazione, nemmeno quella più grande, che giustifichi la decisione di mettere in stand-by la tua vita.. Il dolore non possiamo escluderlo dalla nostra vita o fare finta che non esista. Dunque accetta il fatto che a volte le relazioni possono non funzionare e questo va bene perché fa parte del tuo percorso di crescita e di maturazione emotiva. Non esiste la formula magica per superare velocemente la sofferenza legata alla rottura di una relazione (tossica o meno che sia), né per far durare le cose per sempre.  La cosa migliore che tu possa fare dunque e accettare il tuo dispiacere e le tue paure e lasciarle andare.. perché credimi, non vale la pena avere al proprio fianco un partner che non ti merita. Non permettere che questo succeda, non sacrificare la tua dignità e la tua felicità solo per tenere qualcuno accanto a te. Tu sei la persona più importante della tua vita!

La fase di ricostruzione può segnare l’origine della tua nuova vita. È l’occasione preziosissima di riscoprire se stessi. A questo proposito ti consiglio caldamente di leggere il mio libro «Riscrivi le Pagine della Tua Vita», un testo estremamente introspettivo, che ti guiderà alla scoperta di te e alla ricostruzione di un legame magico e profondo, quello con te stesso. Lo trovi nella tua libreria di fiducia o su Amazon.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
Se ti piace quello che scrivo, seguimi sul mio profilo Instagram: @anamaria.sepe.
Se ti piacciono i nostri contenuti, seguici sull’account ufficiale IG: @Psicoadvisor
Puoi leggere altri miei articoli cliccando su *questa pagina*