Se hai paura di non farcela, leggi

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Ci sono giorni in cui ci sentiamo insicuri e ci sembra di non combinarne una “giusta”. Un errore al lavoro, un commento negativo, un’incomprensione ed ecco che affiora dentro di noi quella sensazione di non essere adeguati e di non essere abbastanza bravi/intelligenti/belli. Insomma di non essere all’altezza. E quando questi pensieri disfunzionali iniziano a mettere radici più profonde al punto di compromettere la qualità della nostra stessa vita, forse è il caso che facciamo qualche passo indietro.

Ognuno è artefice del proprio destino

Faber est suae quisque fortunae”, per dirla nella lingua originale. Ecco il mantra che tutti noi dovremmo abbracciare: il futuro non è scritto, non esiste niente di letteralmente fatale, se non le nostre azioni quotidiane. Se vogliamo avere il controllo della nostra vita, bisogna iniziare dal pensiero, giacché la nostra mente è l’unica cosa su cui abbiamo il dominio completo: il modo come pensiamo, determina le nostre sensazioni, e le nostre sensazioni determinano i nostri comportamenti. E proprio perché ognuno di noi è dotato di una zona di potere, ricordiamoci che siamo sempre noi ad avere il controllo e la scelta sulle nostre emozioni. Non possiamo controllare quello che gli altri ci dicono o pensano, ma possiamo decidere come reagire e rispondere.

6 cose da ricordare quando pensi di non essere all’altezza

La sensazione di non essere all’altezza è una paura molto comune che spesso ci accompagna, e si presenta puntuale soprattutto nelle occasioni per noi importanti. In pratica, quando dobbiamo confrontarci con qualcosa che ancora non conosciamo e con cui non ci siamo mai misurati. E a quel punto cosa fai? Inizi a sabotarti, metti in dubbio che puoi farcela e finisci credendo che no, tanto non puoi! E così entri in un circolo vizioso che ti porta a sentirti non all’altezza, quindi frustrato, deluso, incapace, insicuro e questo ti porta nuovamente a non riuscire a farcela. Invece di continuare a rimanere intrappolato nella corsa del topo, o fare come il criceto che corre corre ma non riesce ad uscire, vediamo cosa è più utile fare.

Di seguito trovi alcuni suggerimenti utili per affrontare quel senso di inadeguatezza che spesso invalida la propria esistenza; ti aiuteranno a ritrovare la fiducia in te stesso. Ecco 6 cose da ricordare quando credi di non essere all’altezza.

1. Non preoccuparti

Pre-occuparsi, significa occuparsi delle cose prima che accadano. Non solo non serve a nulla, ma facilmente contribuirà ad aumentare sgradevoli sensazioni di ansia e agitazione. La maggior parte delle volte, le cose si risolvono da sole senza troppi pensieri o struggimenti. Una volta che hai fatto tutto ciò che era in tuo potere, lascia che le cose accadano da sé!

2. Guardati indietro

Solitamente siamo più proiettati verso il futuro, verso le mete che ci siamo proposti e ci sentiamo scoraggiati nel realizzare che siamo ancora lontani dal raggiungimento dell’obiettivo. In tutto questo, dimentichiamo la strada che abbiamo percorso e che ci ha permesso di essere dove siamo ora. Per una volta, guardati alle spalle e congratulati con te stesso per il cammino già percorso e per tutti gli ostacoli che hai brillantemente superato!

3. Punta al progresso non alla perfezione

La perfezione non è una qualità destinata al genere umano, ma destinata al mondo degli dei. Eppure, esistono persone che credono di poter salire sul famigerato Olimpo. Essere perfezionisti significa vivere con la percezione di scalare una montagna faticosa in cui il più piccolo errore può essere fatale. Il perfezionista è talmente impaurito dal giudizio altrui che attua tutte le strategie possibili per non rischiare la critica. Eppure è proprio lui stesso il critico più severo!

Quando facciamo qualcosa, concentriamoci sul processo e non solo sul risultato. Valutiamo il nostro successo non solo in termini di ciò che abbiamo raggiunto, ma anche in termini di ciò che ci è piaciuto fare. Se ci sentiamo ansiosi, depressi o sopraffatti, utilizziamo queste emozioni per imparare a chiederci: Perché mi sento in questo modo? È perché io ho fissato obiettivi irrealistici, irraggiungibili o eccessivi?

Affrontiamo le nostre paure chiedendoci: di che cosa ho paura? È così terribile se una cosa del genere accade? Qual’ è la cosa peggiore che può succedere? Quali sono le probabilità che accada il peggio? Consideriamo che molte cose si apprendono solo facendo errori. Quando commettiamo un errore, chiediamoci: che cosa posso imparare da questo? Come posso migliorare la prossima volta e non fare più questo errore?

Evitiamo di usare un pensiero dicotomico e cerchiamo di tener conto delle sfumature. Impareremo così a distinguere i compiti prioritari da quelli che sono meno importanti… e piano piano nelle attività meno importanti, imparare ad essere meno severi con noi stessi.

4. Non fare paragoni

Ogni viaggio è personale e per questo non paragonabile a quello degli altri. Magari conosci persone che ti stimolano e ti sono da esempio ed è grandioso; continua a circondarti di persone così. Ma attenzione a non lasciarti scoraggiare o a non sviluppare sentimenti di invidia. Magari loro sono più “avanti di te” e questo ti fa pensare “non riuscirò mai ad arrivare lì o ad essere come loro”. Non è così. Anche i maggiori esperti di qualsiasi cosa sono stati dei principianti. Solo perché sei in una tappa del cammino diversa, non vuol dire che non potrai arrivare dove vuoi arrivare. Ci riuscirai secondo le modalità e i tempi più giusti per te.

5. Non sei quello che fai

Possiamo sbagliare, ma non per questo siamo un errore. Possiamo comportarci male, ma non per questo siamo persone cattive. Ricordiamoci sempre di distinguere tra quello che facciamo e quello che siamo, tra le nostre azioni e la nostra essenza. Quello che facciamo può essere migliorato con la pratica.

Quando qualcuno ti rivolge un commento negativo, non prenderla come un attacco personale. Non sta dando un giudizio sulla tua persona, ma sul tuo operato. E se sei tu la persona che deve dare un feedback, ricordati di distinguere tra persona e comportamento: fa una grande differenza nel rapporto con gli altri.

6. Presta attenzione al dialogo interiore

Quante volte siamo indulgenti con gli altri e severi con noi stessi? Magari sbagliamo qualcosa, ed ecco che ci puniamo per giorni e giorni con dialoghi poco edificanti. Fare degli errori capita e non piace a nessuno; ma che senso ha prolungare quella situazione di disagio, dandoci degli stupidi, se non peggio? Sii gentile con te stesso, prova comprensione e ammirazione per quello che fai e per quello che sei. Manda amore a te stesso anche quando pensi di non meritartelo: è proprio il momento in cui ne hai più bisogno!

Se sei arrivato fino a qui, molto probabilmente hai una gran voglia di meritare il meglio per te!

E quindi inizia a essere tu per primo il fan di te stesso. Sai una cosa? In tutti noi esiste un po’ di paura di non essere abbastanza,  anche la persona che si teme maggiormente, o la persona più fredda e dura che si conosce, almeno una volta si è sentita inutile, imperfetta, insicura. Anche a me è successo tante volte di sentirmi fuori luogo…quante volte avrei voluto avere una bacchetta magica per sparire. Poi ho imparato ad apprezzare e amare le mie imperfezioni.

Quindi, piuttosto che preoccuparci di sentirci fuori luogo, di dire una battuta fuori luogo, di non riuscire a superare un colloquio, impariamo a occuparci delle cose in modo disincantato…senza colpevolizzarci, senza rimuginare. Non dimenticare mai: ogni giorno siamo chiamati a compiere un viaggio di 1440 minuti esatti, né uno di più, né uno di meno. Non possiamo dunque sottrarci allo scorrere del tempo ma possiamo sottrarci a tutti quei meccanismi disfunzionali che non ci consentono di vivere la vita appagante!

Quindi, “ecchisenefrega” se qualcosa può andare storto! Impara a farti scivolare qualsiasi valutazione negativa, fatti scivolare tutto addosso…..e ti assicuro che ti sentirai più leggero. Non dimenticare mai che anche se certi giudizi arrivano dalle persone a te care, non è detto che siano giusti; loro non sono te.

Divertiti, affronta le cose con un po’ più di leggerezza, ma soprattutto non lasciarti vincere passivamente dalla vita, vivi rimanendo sempre te stesso, ciò che sei. Impara la mattina a guardarti allo specchio, a sorridere e ad amarti un po’ di più ogni giorno, perché la persona che vedi riflessa e che per prima snobbi a volte con disgusto, dopo essere caduta innumerevoli volte si rialzerà e affronterà con coraggio ogni cosa.

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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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