Se non hai fiducia nelle relazioni e hai paura di costruire legami profondi, leggi

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

L’intimità. Quella particolare vicinanza emotiva che ci pone in relazione in modo autentico con gli altri, facendo circolare emozioni e sentimenti profondi. Che ci fa condividere ciò che siamo, ci fa “sentire a casa” stando insieme. Si può essere intimi con più persone, anche se è soprattutto la coppia a definirsi nell’intimità. Si può condividere il sesso con un’altra persona e non essere intimi. Si può avere tanti scambi sociali ma non riuscire ad entrare in contatto vero con nessuno. L’intimità vuole profondità, mette in gioco le nostre parti più intense e nascoste. Ci scopre e ci espone, ci rende fragili e vulnerabili. Per questo ne abbiamo paura.

Potrebbe essere sorprendente apprendere che la vera resistenza all’intimità spesso non proviene dai comportamenti dei nostri partner, ma da un nemico in agguato dentro di noi. Il problema è che il modo in cui un amante ci vede, spesso è in conflitto con i modi negativi in ​​cui ci vediamo. Purtroppo, manteniamo la visione negativa di noi e resistiamo ad essere visti in modo diverso. Poiché è difficile per noi permettere alla realtà di essere amati di modificare l’immagine che abbiamo di noi stessi.

Che segnali indicano che si ha paura dell’intimità?

La paura dell’intimità spesso porta a nascondersi dietro muri emotivi. Le coppie che si trovano a dover  affrontare  questo problema  devono, prima di  tutto, sviluppare  la fiducia reciproca  e contemplare il rischio di poter essere vulnerabili nella relazione con il partner. Ecco alcuni spunti di riflessione

  • Rifiuto intenzionale di condividere informazioni personali con l’altro;
  • Chiusura totale quando gli altri parlano dei propri pensieri e sentimenti;
  • Sentimenti di rabbia o di sconforto quando gli altri esprimono i propri pensieri e le proprie opinioni;
  • Difficoltà a lasciarsi andare a manifestazioni  di affetto con i propri cari.

PS: Non bisogna però dimenticare che alcune persone tendono ad esprimere i loro sentimenti in un modo più riservato e ciò non indica necessariamente una paura dell’intimità.

Da dove provengono questi atteggiamenti negativi?

Le relazioni che abbiamo avuto durante le nostre vite danno forma al modo in cui oggi vediamo l’amore e le relazioni. Creando i timori profondi come la paura di avere una relazione.  Queste convinzioni negative si basano su sentimenti profondi (che abbiamo sviluppato nella prima infanzia) di essere essenzialmente cattivi, non amabili o carenti in qualcosa d’importante. Se da piccoli siamo stati emotivamente attaccati a uno dei genitori e questo ci ha trasmesso amore e sicurezza, allora siamo in grado di costruire una storia serena. Se invece abbiamo percepito insicurezza, o peggio ancora abusi, è molto probabile che nelle relazioni ci sentiremo sempre inadeguati. In questo caso allontaniamo per non creare “disturbo” al partner.

Questi atteggiamenti possono essere dolorosi o spiacevoli, ma allo stesso tempo sono familiari. Da adulti, assumiamo erroneamente che queste credenze siano fondamentali e quindi impossibili da correggere.

La paura dell’intimità fa parte di tutti. È un tratto universale

È l’angoscia di darsi, aprire porte, scoprire aspetti delicati di noi, “mettersi a nudo” e che l’altro possa approfittarsene, rifiutarci, abbandonarci, ferirci. Ci rende sospettosi, possessivi. A volte ci annulla nell’altro. Ma un altro lato di questo timore è anche quello di sentirsi invasi, travolti, inghiottiti dall’altro, perdere se stessi. Non avere più la propria individualità.

Allora si resiste, ci si ritira, si disinveste. Si ha paura di amare e di farsi amare. Si mettono in atto meccanismi difensivi autoprotettivi complessi, dando vita in molti casi a dinamiche complementari con il partner. Che non permettono un vero incontro oppure portano a rotture irrimediabili. Probabilmente tutti abbiamo lacune significative nella nostra capacità di amare. Nella possibilità di fare spazio ad un altro dentro di noi. Nella modalità in cui lo desideriamo, trattenendolo o soffocandolo a volte, facendoci invadere troppo oppure relegandolo in ambiti ristretti, tenendolo al confine, non permettendogli di conoscerci veramente.

Per poter avere una vera connessione emotiva in una qualsiasi relazione, è molto importante imparare a riconoscere le proprie emozioni. Spesso pensiamo di conoscerci bene, ma in realtà non approfondiamo quello che c’è dietro le nostre reazioni o imputiamo agli altri la colpa dei nostri momenti negativi.

L’esperienza della nudità emotiva con qualcuno è qualcosa che eleva di livello noi e la relazione

La consapevolezza di cosa ci fa male, cosa ci fa stare bene, perché reagiamo in un modo piuttosto che in un altro, ci aiuterà a capire cosa succede nella nostra vita senza riversare sugli altri le nostre reazioni emotive e fare in modo che queste rovinino rapporti potenzialmente positivi per noi. Quindi ecco alcuni punti che ritengo importanti per vivere questa profonda esperienza di nudo emotivo:

  • impariamo ad ascoltarci davvero, l’ascoltarci permette di riconoscere le proprie emozioni e imparare a vederle anche negli altri, per saper dare un nome a ciò che sta succedendo
  • riconosciamo i muri che noi costruiamo per proteggerci ci permette di vedere con chiarezza anche quelli altrui, consentendoci di leggere e interpretare i nostri tentativi di apertura emotiva e quelli dell’altro
  • accettiamo le nostre emozioni, anche quelle considerate comunemente “negative”, come la rabbia, l’aggressività, la frustrazione, la tristezza… hanno comunque sempre qualcosa da dirci
  • riconosciamo che molte delle reazioni emotive di oggi dipendono da esperienze del passato, spesso vissute nell’infanzia, in questo caso sarebbe utile farci aiutare da un professionista per capire meglio
  • comunichiamo, comunichiamo e comunichiamo sempre all’altro quello che sta succedendo in noi per permettergli di comprendere anche ciò che non traspare e non è evidente; chiediamo ciò che non capiamo e diciamo ciò che ci ferisce o ci fa star bene (certo, non solo le cose negative!)
  • partiamo da noi stessi, non aspettiamo che sia sempre l’altro ad aprirsi alle emozioni, quando e se riteniamo di avere a che fare con una persona per cui valga la pena e sentiamo di poterci fidare, mettiamoci a nudo senza paura, corriamo il rischio perché ciò che possiamo raggiungere (la condivisione di emozioni) è un obiettivo di valore che vale il metterci in gioco
  • diamoci del tempo, cerchiamo di essere pazienti…ci saranno momenti in cui si faranno dei passi avanti, altri in cui si tornerà indietro, specie all’inizio…

L’esperienza della nudità emotiva con qualcuno è qualcosa che eleva di livello noi e la relazione, ci fa sentire davvero accolti ed accettati, è spesso un momento a cui non possiamo più rinunciare quando lo abbiamo sperimentato.

La paura dell’intimità può tracciare disegni complessi

Ma per alcuni può essere più debilitante. Facendo rifuggire dalle relazioni, tenendo l’amore a distanza, oppure intrattenendo solo relazioni superficiali, attraverso le quali non rischiare niente. Desiderio e paura, se sono forti allo stesso modo, anestetizzano i sentimenti. Fanno alzare muri emotivi dietro i quali ci trinceriamo e sfuggiamo le occasioni più grandi di ampliare la nostra esperienza. Alcuni studi mostrano che gli uomini, più delle donne, si allontanano dai rapporti profondi per paura di perdere il controllo. Ma non è importante connotare le paure in base al genere.

Piuttosto, le paure possono perdere il loro potere bloccante. Un certo lavoro su di noi è sempre possibile, anche autonomamente. Non è facile, né ci risolve totalmente. Ma riconoscendo quali aspetti dell’amore ci spaventano di più, i modi ricorrenti con i quali ci difendiamo e spingiamo lontano i sentimenti più forti, riusciremo a vederci “da fuori”, forse a “manipolare” certi meccanismi e, chissà, anche a disfarcene.

Probabilmente ognuno di noi sa cosa fa per tenere a bada certe emozioni e tenere a distanza gli altri, se riflette bene su se stesso. Di modi ne escogitiamo davvero tanti, consci o inconsci.

Per esempio continuare relazioni che non possono soddisfare le nostre vere esigenze. Tenere molto ad alcune persone ma, guarda caso, essere sempre troppo occupati per approfondirne il rapporto. Amare i propri figli ma finire per concentrarsi sempre sulle cose che ci infastidiscono di loro, invece di sfruttare appieno il tempo passato insieme. Pensare al proprio compagno ma poi tornare dal lavoro talmente distrutti e non avere tempo da dedicargli. Sfilarsi da rapporti che richiedono coinvolgimento, quando ci richiedono di esprimere i nostri sentimenti. Avere difficoltà a lasciarsi andare, a manifestare cosa si prova…

Facciamoci raccontare dalle persone più vicine come ci vedono

Ci trovano disponibili? Sanno come ci sentiamo? E noi sappiamo come loro stanno veramente? La paura dell’intimità si oltrepassa con l’intimità stessa. Attraverso le relazioni con le persone significative, essendo autentici, possiamo apprendere quelle competenze necessarie per attraversare le nostre difficoltà. Certo, non senza prendersi la responsabilità di definire il proprio valore. Passo fondamentale per non farci invadere, reprimere, dominare e controllare. E reggere un eventuale rifiuto.

Ma per cambiare i nostri modelli disfunzionali dobbiamo “fare palestra” nelle relazioni. Ci sono delle persone chiave nella vita di ognuno di noi. Sfruttiamo questi rapporti, ampliandoli, concedendoci, fidandoci. L’affetto, il sentimento, il bisogno di condividere e stare vicino sono i primi passi per andare oltre la paura. Il metterci a nudo a livello emotivo è un regalo che facciamo a noi stessi e all’altro nel rapporto, qualunque esso sia.

Liberati dal passato per costruirti il presente che meriti

Come premesso, quando cerchiamo di cambiare la nostra vita o anche solo un aspetto del nostro carattere, ci scontriamo contro un muro. Non è la forza di volontà che ci manca, ne’ la paura del cambiamento che ci frega, semplicemente non sappiamo come fare.

Come è possibile concedersi nuove esperienze, nuovi apprendimenti, se non sappiamo da dove iniziare? Allora finiamo per ripetere sempre gli stessi scenari, precludendoci delle opportunità che dovrebbero spettarci di diritto! Lavorare su te stesso è l’unica strategia efficace per trasformare la tua vita nel posto in cui meriti di stare. Nel libro «Riscrivi le Pagine della Tua Vita» trovi tutti gli strumenti essenziali per concederti finalmente le possibilità che fino a oggi ti sono state precluse. Si tratta del libro di Psicologia e crescita personale più letto di tutto il 2022, e il più consigliato dagli psicoterapeuti. Puoi trovare il libro in tutte le librerie e su Amazon, a questa pagina. Sarà il regalo più bello che tu possa farti.  Per ispirarti, ti lascio la recensione che ci ha scritto un lettore su Amazon: “ci sono tanti bei libri di psicologia incentrati sull’autoanalisi e sulla crescita personale, ma soltanto uno è un capolavoro di efficacia: «Riscrivi le pagine della tua vita»”. 

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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