Se non vuoi rovinare la tua relazione evita di fare questi errori

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Partendo dalla massima di Nietzsche secondo cui “ogni rapporto che non eleva abbassa”, non occorre riportare dati statistici per rendersi conto che oggi è sempre più difficile che le coppie resistano al tempo: stare bene in coppia sembra essere complicato! L’amore non basta se non è accompagnato da un serio intento di prestare cura ed attenzione alla relazione; non basta se non è farcito da una massiccia dose di rispetto, comprensione e flessibilità. Ci sono sbadataggini lievi sulle quali siamo disposti a passar sopra e ci sono mancanze più gravi che invece rischiano di compromettere la serenità del nostro legame.

Il bisogno più grande ed imprescindibile in ogni coppia è il bisogno di sicurezza

Vogliamo sentirci sicuri nella relazione con l’altra persona, sicuri di poter essere noi stessi, sicuri di essere compresi fino in fondo nella nostra originalità e nei nostri limiti e fragilità. Stare insieme è un desiderio assolutamente naturale e psicologicamente sano, ma contemporaneamente molto complicato, proprio perché vengono uniti due mondi che hanno spesso bisogni e desideri diversi e legittimi che ciascun partner cerca nell’altro per soddisfarli.

7 errori da non commettere nei rapporti interpersonali

Allo stesso modo in cui una casa può essere distrutta se edificata su un terreno instabile, i rapporti che costruirai nella vita saranno fragili e precari se il tuo suolo sarà pieno di buche e crepe. Le buche spesso corrispondono a comportamenti disfunzionali che ti portano a chiudere ogni tipo di rapporto. Tutti ci sentiamo unici e di solito, almeno all’inizio, anche le nostre storie d’amore ci sembrano sempre uniche. Eppure, soprattutto col tempo, ci sono errori che tutti finiamo col commettere. Per avere sempre relazioni sane con chi ci circonda, nel lavoro in famiglia nel sociale è bene fare attenzione a non commettere i seguenti 7 errori

1. Cerchi di cambiarlo/a, a tutti i costi

All’inizio della relazione, tendiamo a idealizzare l’altro: dolce, premuroso, attento. Sembra il principe azzurro delle favole (o la principessa, dipende dai casi). Insomma, viviamo in una sorta di bolla che ci impedisce di vedere i suoi difetti. Poi, però, scoppia il conflitto. Ha inizio quella che gli esperti chiamano “fase delle lotte di potere”. Cominciano a crearsi delle crepe nell’immagine di perfezione che ci eravamo creati dell’altro. Proviamo un senso di profonda delusione perché lui o lei non è come ci aspettavamo. E allora cosa facciamo?

Beh, tentiamo in tutti i modi di cambiarlo, imponendo il nostro punto di vista. È qualcosa che ci viene naturale perché vorremmo che l’altro corrispondesse perfettamente alle nostre aspettative. Ma non è davvero possibile forzare l’altro a cambiare, spingerlo a modificare il proprio atteggiamento nei nostri confronti. Soprattutto se gli urliamo addosso e continuiamo a rinfacciargli quello che ha fatto o non ha fatto per noi.

Instillare il senso di colpa nel nostro partner non può certo creare un clima sereno intorno alla coppia. Anzi, comportandoci in questo modo non facciamo altro che farlo sentire inadeguato e non accettato per quel che è. Quando sentiamo il bisogno di cambiare qualcuno, dovremmo fermarci un momento a riflettere. Forse siamo noi ad avere un problema? Magari abbiamo riversato sull’altro delle aspettative troppo grandi e irrealizzabili.

2. Dare il partner per scontato

Più passa il tempo e più ci dimentichiamo delle accortezze che un tempo riservavamo alla nostra dolce metà. Non solo, talvolta ci diamo per scontati e questa cattiva abitudine non fa altro che deteriorare nel tempo un rapporto fino a minarne la stabilità. Meglio allora prendersi ogni tanto un po’ di tempo per stare da soli con il proprio partner.

3.  Non capire l’altro e soprattutto non comprendere i suoi valori, i suoi standard e le sue aspettative

Attenzione, come sappiamo, noi non possiamo fare felice nessuno. Il compito di trovare serenità ed equilibrio nella vita spetta a ciascuno per sé e non può essere delegato agli altri. La vita di coppia, basandosi su progetti comuni, si regge solo se i progetti sono condivisi e se da parte di ciascuno dei due partner c’è comprensione piena e viene offerto appoggio ai progetti dell’altro e anche alle sue aspettative sulla vita di coppia. Fa parte del patto e dell’impegno.

4. Lamentarsi

Ci sono coppie che dopo un po’ di tempo sembrano pentoloni che borbottano tutto il giorno. L’obiettivo è quello di mettere in evidenza quello che non va, cosa non funziona, cosa non è stato fatto/detto/provato. Se ci si parla è solo per parlare di mancanze, errori fatti e se si tace è un tacere giudicante, pesantissimo. Viene a mancare la voglia di ridere, scherzare, ci si prende troppo sul serio.

Quanto è deleterio sul lungo termine un atteggiamento del genere? Moltissimo. Si finisce per stancarsi di essere sempre sotto tiro, stare insieme diventa un lavoro e non un piacere. Cosa succederebbe se invece che lamentarsi, buttarsi addosso lo stress accumulato in una giornata di lavoro dove magari le cose non sono proprio andate al meglio, la coppia scegliesse argomenti piacevoli di cui conversare? Magari all’inizio sembrerà tutto innaturale, ci si guarderebbe un po’ strani perché non fa parte delle nostre abitudini ma con il passare del tempo diventerebbe la normalità e si finirebbe per sentirsi meglio.

5. Trattenere troppo dentro

Quante volte abbiamo sentito parlare della goccia che ha fatto traboccare il vaso? Sembrava la coppia ideale e poi improvvisamente la coppia scoppia. Perché? Le persone tendono a tenersi tutto dentro, non parlano, per paura di non essere capite o per paura di dire cose che non saranno accettate dal partner.

E si incomincia ad accumulare, sovrapponendo una sull’altra emozioni non manifestate, silenzi mal gestiti, torti subiti e non denunciati all’altro, incomprensioni che allontanano. Invece se ci pensi, a chi condividere quello che vivi, quello che provi, quello che ti piace e quello che non ti piace, se non al partner? Il consiglio è quello di parlare, sempre! Anche a costo di litigare !! Quando in una coppia manca il dialogo, quando non c’è apertura, non c’è accettazione dell’altro così com’è e non come vorremmo che fosse, la coppia è destinata a scoppiare nel migliore dei casi oppure vivere una pessima vita insieme.

6. Voler tenere la relazione sotto il proprio controllo

Inutile, che ci piaccia o no, l’altro è un’altra persona. Che ha diritto alla sua libertà d’azione e di pensiero. Non è il nostro clone, non è la nostra appendice, non è fatto a nostra immagine e somiglianza. Ha le sue idee, i suoi comportamenti, le sue convinzioni ed i suoi valori. Ed è padrone della sua vita. Invece spesso vogliamo controllare il partner, mettere sempre il becco in quello che fa, che dice, che vuole. Tenere tutto sotto controllo ci fa sentire sicuri, sembra ci metta al riparo dalle sorprese spiacevoli ed allora tendiamo a voler risultare indispensabili…

“Se non ci fossi io…” E se non ci fossi io l’altro se la caverebbe egregiamente ugualmente ma questo fa paura pensarlo. E allora mi occupo anche di quello che compete te, per non perdere niente di vista. Ma alla lunga questo atteggiamento finisce per stancare entrambi: il controllato ed il controllore. Lascia che il partner abbia suoi spazi d’azione, non è sempre compito tuo, non sei una crocerossina, non sei la mamma che gli deve togliere le patate bollenti dal fuoco, non sei il padre che si deve occupare della figlia minorenne. Lascia che faccia i suoi errori, se serve.

7. Colpevolizzare o colpevolizzarsi

Forse il più comune degli errori, con due varianti: è colpa di altri se le cose non funzionano (lui, il lavoro, i genitori, gli amici, …) o è colpa nostra (rovino sempre tutto, non sono capace, …)
Non ti pare lo stesso atteggiamento infantile che hanno i bambini? “Non è colpa mia” o “è colpa mia” alla fine riduce comune la questione a fare la vittima e da questa posizione non si cambiano le cose.

Proviamo a fare questo esercizio: teniamo per una settimana un diario in cui scriviamo ogni volta che tendiamo a incolpare l’altro o noi stessi. Ci stupiremo di quanto spesso lo facciamo. La soluzione? Prendere consapevolezza che abbiamo dei limiti. Tutti. E che possiamo solo aiutarci reciprocamente a capirlo per non ferirci.

Impara dalla vita ogni giorno

Stare in coppia significa anche apprendere l’arte della mediazione, della rinuncia, del compromesso e persino del sacrificio per investire in qualcosa di più che si chiama “noi”. Darsi al 100% significa ricevere il 200% anche quando le storie finiscono. Tutte le coppie hanno vissuto, vivono o vivranno momenti di difficoltà. È intrinseco all’esistenza. Se questi periodi non ci fossero, non ci sarebbe evoluzione e tutto resterebbe piatto e immutato. Impara ad ascoltare il tuo cuore. Al suo interno c’è la chiave per comprendere cosa fare. Impara a guardarti dentro senza cercare conferme lì fuori, dove tra l’altro non esistono.

Come vivere bene le relazioni

Ci aspettiamo che il partner supporti le nostre aspirazioni, la nostra affermazione personale e che soddisfi i nostri bisogni… tuttavia, ci dimentichiamo che in primis dovremmo essere noi a farlo. Ignoriamo che questa è l’unica via per il benessere relazionale. Nella vita, non dovresti mai nasconderti, minimizzare o sacrificare alcuna parte di te… perché chi ti ama davvero, non ti vuole diverso, non ti ferisce, né cerca di cambiarti. Quando incontri qualcuno che ti fa battere il cuore, piuttosto che chiederti «gli piaccio?», domandati, «mi farà stare bene?». L’amore e le relazioni interpersonali sono un argomento complesso che non è possibile sintetizzare in solo articolo. E a tal proposito ci ho scritto un libro! Il titolo? “D’Amore ci si ammala, d’Amore si guarisce”. Il libro è già bestseller e il più venduto in Italia. Se dunque desideri esplorare tutte le dimensioni dell’affettività umana e iniziare davvero ad appartenere a te stesso (come nessuno mai ti ha insegnato a fare), ti consiglio la lettura del mio libro. Lo puoi trovare in tutte le libreria o su Amazon, a questo indirizzo.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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