4 cose che ti separano da una vita appagante

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Tutti ormai ne siamo consapevoli: l’appagamento non è un dono che cade dal cielo ma va conquistato. Dobbiamo lavorare duramente su noi stessi per gratificarci e sentirci profondamente appagati. Il problema è che molti di noi ci lavorano in modo sbagliato tanto che, invece di accorciare le distanze, rendono la felicità un qualcosa di aleatorio e quasi impossibile da raggiungere.

Se potenzialmente hai tutte le carte in regola per essere felice, perché non lo sei? Probabilmente perché non ti conosci abbastanza.

Felicità è soddisfazione, appagamento, gioia, benessere… cosa ti separa da questi fattori? Te lo dico io, è la tua percezione delle cose, è la tua autocritica, le aspettative irrealistiche e le convinzioni radicate in te fin dall’infanzia (credenze). Ecco cosa si interpone tra te, la felicità e la realizzazione di una vita appagante.

  1. Percezioni
  2. Autocritica
  3. Aspettative
  4. Credenze

Quanto questi fattori si mettono sulla tua strada, non c’è intelletto che tenga… la felicità si allontana ma non in modo irreparabile! Se non cambi modo d’essere, non sperimenterai mai nuovi stati mentali e così qualsiasi cammino potrà condurti solo verso un appagamento fittizio e momentaneo.

Ci torturiamo tutti i giorni con frasi come: dovrei essere migliore, ho poca autostima, il mio problema è l’insicurezza, il mio problema è la rabbia, se solo fossi più bello….

Molte persone credono che una volta intercettato il problema sarà facile uscirne… ma non è affatto così. La verità è che ci sono dei problemi nascosti che vivono sepolti sotto i problemi che tu percepisci e vivi.

Per esempio, se il tuo problema è l’aspetto fisico, è probabile che oltre ad avere una bassa autostima, con il tempo hai imparato a spostare i disagi emotivi sul piano corporeo: a volte risulta molto più facile accettare di avere presunti problemi nella dimensione corporea che dover affrontare questioni irrisolte del passato. In questo contesto il corpo diventa lo strumento privilegiato per controllare le emozioni e per gestire il proprio disagio interiore.

In pratica quando credi di sapere qual’è il tuo problema, non sai neanche di cosa parli 😉 non te lo dico per scoraggiarti ma per farti capire quanto è complessa la tua psiche.

Un’amica, ai tempi dell’università, aveva problemi d’ansia da esame. Viveva bene tutto: era adeguatissima, usciva, si divertiva, riusciva ad avere relazioni stabili… ma quando doveva fare un esame per lei era l’inferno. Dopo qualche seduta psicoanalitica scoprì che il vero problema era sua madre e quanto lei si fosse sentita giudicata durante l’infanzia; al momento dell’esame riviveva quel giudizio perché all’atto dell’esame, dall’altro lato della cattedra, non vedeva un semplice professore ma sua madre pronta a giudicarla. La mia amica era cresciuta con una madre giudicante che la sottoponeva al trattamento del silenzio per ogni minimo errore… è riuscita a venirne fuori solo dopo anni tenendo in standby la questione universitaria e lavorando duramente sull’accettazione del sé.

Perché ti ho raccontato questo? Perché la mia amica ha sprecato anni preziosi perché non riusciva ad accedere al suo dolore ancestrale che si era mascherato e saliva a galla in forma d’ansia. Il dolore riguardava una madre che l’aveva fatta sentire costantemente giudicata.

Ognuno di noi si porta dietro ferite emotive che a loro volta causano blocchi, per la mia amica erano gli esami, per Tizio potrebbe essere la dieta e per caio, invece, l’incapacità di instaurare relazioni intime stabili e profonde.

Quando credi di avere un problema, un blocco emotivo nel presente, prova a porti queste tre semplici domande:

  • In quale situazione si manifesta il tuo disagio?
  • Cosa ti spaventa di più?
  • In quale situazione ti sei già sentito in quel modo?

Quindi torna a quella prima esperienza in cui “ti sei sentito così” e inizia a lavorarci. Ripeti quelle domande fino a quando la tua memoria inconscia non ti darà le risposte di cui hai bisogno. Forse ti ritroverai davanti a un’esperienza non direttamente correlata a ciò che nel presente ti blocca, ma qualsiasi esperienza può essere emblematica… Sappi che ogni volta che ti poni queste domande e vai a ritroso nel tempo, stai iniziando a “sbucciare la tua cipolla emotiva”, sfoglia dopo sfoglia. E’ doloroso, fa piangere ma ti fa arrivare dritto al nucleo centrale del problema. E’ da qui che devi partire.

Un’altra cosa che devi capire per sperimentare il vero appagamento emotivo è che c’è una netta differenza tra bisogni reali e bisogni legati a credenze. In pratica come per i problemi, esistono desideri veri e desideri indotti da bisogni inconsci che per troppo tempo sono stati ignorati. Il discorso è lo stesso: tu pensi di aver bisogno di una determinata cosa per stare bene ma, una volta ottenuta, la tua vita non cambia… la tua era solo una credenza.

Quindi, ora sai che i problemi che vivi e i desideri che hai, forse sono solo il riflesso di qualcosa… sta a te andare in profondità per capire bene cosa ti porti dentro. Ricorda anche un’altra cosa, è ironico ma più ricerchi il controllo e più lo perdi. Più cerchi di controllare, organizzare e ostinarti nell’importi qualcosa (quel “io devo!”) e più invece vai fuori controllo e tutto ti si ritorcerà contro. Le imposizioni e il controllo, con te stesso, servono a ben poco: ciò che ti occorre è una mente auto-compassionevole e una buona dose di auto-accettazione.

Sai cos’è l’empatia?

Bene, prova a empatizzare con te stessoNon puoi semplicemente mettere un cerotto sulle tue ferite ma devi guardarci bene dentro, pulirle, disinfettarle e curarle. Il dolore, per andare via, deve essere prima vissuto.

Il processo di auto-esplorazione è per te come cercare un tesoro nascosto. Potresti trovare intoppi, blocchi stradali e imprevisti… Potresti desiderare di non aver mai intrapreso quel cammino. Essere sani è faticoso, è molto più facile arrendersi e sguazzare nei propri disturbi… ma non ti consentirà di avere una vita davvero felice.

Pensa a un borderline che vuole guarire dal suo disturbo, sai quanta fatica impiega solo per iniziare a capire la differenza tra giusto e sbagliato? Sai quanto soffre “solo” per imparare a controllare i suoi impulsi e assumersi le sue responsabilità?

Oro e diamanti sono difficili da trovare in natura, ecco perché sono così preziosi. La stabilità emotiva, l’appagamento e la felicità, sono indubbiamente difficili da raggiungere ma quando li sperimenterai capirai che puoi vivere molto meglio di come tu abbia mai fatto. Puoi continuare a ripetere gli stessi errori, a vivere in modo facile, senza esplorare te stesso… ma così non crescerai, non troverai mai il tuo oro e i tuoi diamanti.

La scelta è tua. Puoi scegliere di esplorare i tuoi mondi interiori e capire cosa può renderti davvero felice, oppure puoi continuare a vagare, incolpare gli altri e sentirti frustrato.


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