Se sei stanco di tanta sofferenza emotiva, leggi

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Il mondo spezza tutti quanti e poi molti sono forti nei punti spezzati” disse Ernest Hemingway. Ci sono momenti in cui l’unica vera essenza di ciò che proviamo sembra racchiudersi nel dolore. Sono momenti in cui, oltre alla totale assenza di una possibile via d’uscita, percepiamo di non essere più quelli di prima: abbiamo difficoltà di concentrazione, ci sentiamo stanchi, senza interessi, irritabili.

Ti sei mai trovato in una situazione come questa? Ti sei mai sentito così?

A molte persone capita di reagire al dolore psicologico in questo modo. Ed è una reazione normale a eventi di vita avversi, a lutti, fallimenti, perdite importanti. E’ il modo con cui viviamo la tristezza, il dolore, la perdita. Per non lasciare alle nostre emozioni il potere di decidere della nostra vita possiamo imparare nuovi modi di viverle. Gestire il dolore psicologico diventa quindi un lasciare che “il dolore sia semplicemente quello è”. Senza cercare di anestetizzarlo a forza. Aggraveremmo solo la nostra sofferenza, rendendo ancora più difficile e doloroso il momento che stiamo attraversando.

Forse a qualcuno capita di passare molto tempo nel passato, vivendo di rimpianti, magari ricordando periodi felici di una vita passata che non tornerà più. Oppure capita di confrontarsi con gli altri. Gli altri sembrano vivere così felici e soddisfatti mentre noi? Siamo fermi e bloccati dal nostro dolore. Ad alcuni capita infine di chiedersi il perché di tanto dolore, di pensare che la vita sia ingiusta, o pensare di essere sfortunati.

La Rimuginazione

Di fronte all’esperienza del dolore psicologico la mente ci porta a vagare tra i pensieri, alla ricerca di una soluzione. Talvolta, però, questo atteggiamento risulta inutile, anzi, rischiamo di peggiorare il nostro stato d’animo. Spesso infatti la nostra mente adotta uno stile di pensiero detto “circolare”. I pensieri si rincorrono gli uni e gli altri senza portarci a nessuna soluzione concreta.

Consideriamo innanzitutto che vagare tra i nostri pensieri alla ricerca di soluzioni è normale ma ricordiamoci che le vere soluzioni producono sempre e repentinamente delle azioni. La domanda chiave per noi è: “questa soluzione ci è utile per risolvere le cose o ci tiene dentro al flusso di pensieri bloccando le nostre azioni?” E allo stesso modo, chiediamoci quanto sia utile ragionare sulla giustizia della nostra sofferenza, considerando il fatto che qualsiasi conclusione in merito non ci fornisce alcuno strumento per mandarla via!

Il passato possiede le sue lezioni dalle quali hai appreso, ma ormai è andato, lascialo dunque alle spalle

L’unico momento che conta realmente è adesso. Dopo tutto, è l’unico momento che esiste davvero. Anche se l’idea può destabilizzarci, è necessario acquisire la consapevolezza che è arrivato il momento di ripartire da zero, lasciar andare il passato e guardare avanti. Lo dobbiamo a noi stessi! E ripartire da zero non significa rinnegare il passato ma semplicemente prendersi cura di se  mettendoci in cima alla lista delle priorità.

Hai tutto il tempo per guarire e ricominciare di nuovo

Come ho già accennato, non è semplice lasciare andare il passato. Proiettarsi al cambiamento può spaventarci a livello emotivo. Questo succede perché percepiamo il cambiamento come un baratro davanti a noi, una scommessa incerta, un salto nel vuoto senza paracadute. Non necessariamente devi rivoluzionare la tua vita dall’oggi al domani. Spesso siamo tentati di bruciare i tempi. A volte, quando ci sentiamo male e soffriamo, tutto quello che vogliamo è solo allontanare da noi il dolore. Ci disperiamo e ci precipitiamo a guardare avanti. È comprensibile, ma non è positivo.

Prima devi accettare che hai ferite da guarire. Se vuoi stare bene con te stesso, devi andare alla radice del tuo malessere. Per esempio, se ti capita di invaghirti di persone che non ti apprezzano, non sprecare il tuo tempo prezioso a deprimerti! Piuttosto, vai alla radice del problema: perché permetto a qualcuno che mi maltratti?

Per guardare di nuovo al futuro con fiducia, è fondamentale avere pazienza e aspettare che guariscano le ferite emotive

Se vuoi dare valore alla tua vita devi  avanzare a piccoli passi, analizzando il tuo vissuto infantile. Una mancata attenzione, dimenticanze, superficialità, ingiustizie subite….ecco, il primo piccolo passo consiste nell’accettare che da piccolo hai subito una forte trascuratezza emotiva.

Se i tuoi genitori non ti davano le giuste attenzioni, ogni volta che oggi, nella tua vita da adulto qualcuno non ti tratta come pensi di meritare, tu ci soffri più del dovuto perché inconsciamente si apre quella vecchia ferita. Se i tuoi ti trascuravano, oggi, quando qualcuno dimentica di chiamarti o di darti l’attenzione che reputi meritare… tu soffri molto.

Le reazioni emotive che sperimenti tutti i giorni derivano da risposte automatiche che rimarcano retaggi del passato. In questo contesto si perde il controllo delle emozioni o addirittura del comportamento. Questa dinamica, in base ai casi, può portare conseguenze diverse. Le più comuni sono senso di solitudine, sensi di colpa, senso di inadeguatezza, bassa autostima, diffidenza, esplosioni di rabbia….

La trascuratezza emotiva può diventare la tua peggiore nemica in età adulta.  Una nemica che solo tu puoi sconfiggere! Come? Investendo sulla consapevolezza che tu vali e che meriti il meglio. E ora ti chiedo: quanto realmente ti sta a cuore la tua serenità? Se investi denaro per comprarti un bel paio di scarpe, un’abito nuovo….. per apparire più “figo” perché non investi emotivamente per essere più felice?

Il tempo è tuo alleato per imparare dai tuoi errori

“Il tempo permette di prendere la necessaria distanza emotiva dal trauma, in modo tale che possiamo giudicare il nostro comportamento e le decisioni da una prospettiva più obiettiva e da una posizione distaccata. Di conseguenza, saremo in grado di assumere la nostra parte di responsabilità e crescere”

Se vuoi investire sulla tua felicità dovrai imparare dagli errori che hai commesso e il “tempo” sarà tuo alleato. Se esci da un rapporto di coppia traumatico e ti butti immediatamente tra le braccia di un’altra persona, non avrai avuto abbastanza tempo per capire dove hai sbagliato. In realtà, è proprio questo uno dei motivi per cui le persone si trovano spesso coinvolte in relazioni che non vanno mai a buon fine. Non si sono concessi il tempo necessario per crescere.

Come so che sono pronto per ricominciare di nuovo?

Ognuno è diverso, e anche i traumi e le lesioni lo sono. Essere pronti a proseguire richiede tempo e non c’è una regola precisa, devi imparare a connetterti con ciò che hai dentro e ascoltare i segnali che ti invia il tuo “io”. Ma in generale, una persona è pronta a proseguire quando esistono almeno due delle seguenti condizioni:

1. Il dolore è diminuito

Guardandoti alle spalle ti rendi conto che, anche se la ferita è lì, non fa più male. Infatti, probabilmente cominci a ricordare più spesso gli aspetti positivi che quelli che ti causavano danni.

2. Ho imparato

Quando analizzi ciò che è accaduto, riesci a dargli un senso e capisci dove hai sbagliato. Quando assumi l’esperienza e questa ti arricchisce come persona.

3. Posso ridere e scherzare di ciò che è successo

Quando sei in grado di ridere di quanto è successo, significa che hai superato il trauma, che hai spogliato la situazione della sua drammaticità iniziale. In ogni caso, non avere paura di fare un passo indietro se ti rendi conto di essere andato avanti troppo in fretta. A volte possiamo pensare di essere pronti ad andare avanti, ma non lo siamo. Allora è meglio fermarsi per raccogliere le forze e guarire completamente.

RICORDA

Gestire il dolore psicologico non significa reprimerlo, quanto piuttosto accettarlo e accoglierlo come parte dell’esperienza umana. Significa quindi lasciare che “il dolore sia semplicemente quello è”. Senza cercare di anestetizzarlo a forza. Aggraveresti solo la tua sofferenza, rendendo ancora più difficile e doloroso il momento che stai attraversando.

…..E quando meno te lo aspetti, dentro di te ci sarà una nuova energia… il bambino interiore diventa un tuo alleato per creare i risultati che desideri nella tua vita. Devi solo crederci. “Chiunque può arrendersi, è la cosa più semplice del mondo. Ma resistere quando tutti gli altri si aspettano di vederti cadere a pezzi, questa è la vera forza“.

Sperimenta nuovi modi di essere

Imparare a conoscersi significa sperimentare se stessi, cimentarsi in piccole e grandi imprese. Il modo migliore per farlo è iniziare un percorso psicoterapeutico. Se ti va di fare un vero viaggio introspettivo alla scoperta di chi sei, se ti va di analizzare te stesso, i tuoi vissuti emotivi e le tue storie relazionali, dall’infanzia all’età adulta, posso consigliarti la lettura del mio libro (già bestseller!) «Riscrivi le Pagine della Tua Vita» edito da Rizzoli.

Intendiamoci, un libro non può cambiarti la vita ma può aiutarti a costruire relazioni migliori, con te stesso e con gli altri. Il cambiamento, poi, sarà inevitabile, sarà la naturale conseguenza di un’autentica scoperta di sé. Curare i nostri legami, le nostre ferite, i nostri conflitti… curare il nostro benessere, è un dovere imprescindibile che abbiamo verso noi stessi. Nel libro, troverai molti esercizi psicologici pratici che potranno aiutarti in mondo tangibile fin da subito.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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