Se soddisfi solo questo UNICO bisogno, sarai felice

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor
viviamo rincorrendo espedienti che, giorno dopo giorno, ci allontanano sempre di più dalla felicità.

Nella vita, ognuno di noi crede di sapere cosa vuole. E anche tu. Pensi che se avessi questo o quello, se raggiungessi il tal dei tali degli obiettivi, allora… forse, potresti essere soddisfatto, felice. In realtà, ciò che vuoi è un espediente per raggiungere ciò di cui hai bisogno, ciò di cui tutti gli esseri umani hanno bisogno. Cosa? Considerazione. Come tutti, vuoi solo essere considerato, compreso nella tua complessità di individuo unico. Credi che sia una sciocchezza? Sappi che il mondo ruota intorno a questo unico bisogno.

Marche di vestiti, aziende basate sull’apparire, smartphone nuovi che hanno la stessa funzione di quelli vecchi, solo con un nome diverso. Like sui social. Foto messe in bella mostra. Brand automobilistici iconici (ma per chi e per cosa?)…. Tutto questo, per appartenere, per affermare: io esisto. Io ho questo e quello. Tutto ciò non appartiene al mondo degli adulti. No. Inizia tutto molto tempo prima. Voti scolastici, l’essere accettati nel gruppo dei pari e, ancora prima, l’essere accolti e considerati in famiglia, da quelle persone che per tutti gli anni della nostra infanzia hanno rappresentato il nostro mondo. Per quanto bella o brutta sia oggi l’opinione che abbiamo di loro, un tempo, quel “loro”, sono stati “tutto” per noi. Non ne potevamo fare a meno.

Veniamo al mondo con il bisogno di essere considerati e, se prima o poi non riusciamo a soddisfarlo, diventiamo schiavi di qualcosa, vittime di qualche assurda forma di dipendenza: perfezionismo, diete, chirurgia, shopping, conoscenza, vita di coppia, l’ex, il partner che non ci vuole, l’amore non corrisposto, la solitudine… Troviamo un tormento. Ci sottoponiamo a esso e fingiamo che sia quella la causa dei nostri mali. Ma non è così.

Ce la raccontiamo perché non sappiamo guardarci dentro. Non sappiamo guardarci alle spalle. Non riusciamo a scendere a patti con tutto ciò che non abbiamo avuto: quelle attenzioni mancate, quell’aspettativa disattesa. Gli altri ci deludono e, senza saperlo, ci convinciamo di essere noi la nostra peggiore delusione. Allora ricorriamo qualcosa, che sia un nuovo partner o il lavoro.

L’intera industria mondiale pone le sue basi su questo nostro bisogno: essere considerati. Quale persona sarebbe disposta a spendere 1.000 euro per avere un nuovo smartphone che fa esattamente le stesse cose del precedente? Soltanto chi, mediante quell’acquisto, vuole dire «hei, io esisto! Appartengo alla cricca». E questo vale esattamente per tutto ciò che ricorriamo.

La stessa necessità di eccellere, di perfezione, quella corsa al volersi sentire “abbastanza”, nasce da questo: bisogno di essere considerati. Allora ci ritagliamo un’immagine ideale e speriamo di raggiungerla. Ci affanniamo perché crediamo che, raggiungendola, saremo finalmente amabili, considerati. Degni del nostro spazio.

Nella stessa misura rincorriamo gli altri. Amiamo chi non ci ama. Rimaniamo con chi ci fa soffrire e non ci soddisfa. Lo facciamo perché inconsapevolmente pensiamo: «wow, se lui/lei che non mi considera riuscirà ad amarmi, allora io sarò amabile. Finalmente degno!»Insomma, ci nutriamo di illusioni.

Ti prometto la felicità

Conquistare la forma fisica perfetta, l’amore ideale, la lode a ogni esame, non ti renderà più amabile. Lasciare la tua città d’origine neanche lo farà. Ti sembrerà assurdo ma da un punto di vista statistico, un magazziniere ha le stesse probabilità di essere felice di un avvocato in carriera o di un affermato speaker radiofonico. La differenza la faranno i traguardi prefissati. Nella vita, bisogna voler tagliare i traguardi giusti. Se rincorri una meta con la speranza di superare qualcosa di irrisolto, allora sprecherai la tua vita a correre, quando dovresti solo rallentare e capire cosa sta succedendo. Cosa sta succedendo alla tua vita?

La verità è che siamo organismi complessi ma con bisogni semplici. Le cose “semplici” però, sono anche quelle che richiedono più cure e attenzioni, perché, in effetti, nonostante la nostra propensione a darle per scontate, non sono affatto banali. Oggi parlare è semplice, ma ti è costato almeno tre anni di fatica, i primi due ti sono serviti solo a capire come articolare suoni usando la muscolatura della lingua.

Oggi è semplicissimo camminare, ma nel farlo, utilizzi muscoli che hai impiegato anni per allenare. Le cose semplici richiedono tempo, fiducia e costanza. E sono questi tre ingredienti che possono prometterti la felicità. Fiducia da dedicare a te stesso, uno spazio e un tempo in cui imparare ad affermarti e la costanza di non arrenderti. Le opinioni degli altri, i rifiuti, le critiche, le delusioni, i torti subiti… pesano tanto, a volte più del dovuto, perché a monte violano il nostro bisogno di «essere considerati».

Ti prego. Non aspettare che siano gli altri a farlo. Non aspettarti considerazione dall’esterno. Hai presente quando vedi un bambino andare per la prima volta in bicicletta sotto gli occhi ammirati dei genitori? Il bambino dice «guardami, mamma, guarda quanto sono bravo». Molti adulti vivono bloccati in questa modalità. «vi prego, mondo! Nota quanto sono bravo». Questo arresto è legato a carenze nel passato. Nessuno può tornare indietro e darti la considerazione e la comprensione che non hai mai avuto quando più ne avevi bisogno. Quel bisogno, però, ora è rimasto intatto e ciò che posso fare è darti i mezzi per soddisfarlo da solo. Perché tu puoi farlo.

Puoi guardare a te stesso come farebbe un genitore fiero e orgoglioso di ciò che sta diventando il suo bambino. Puoi e anzi, meriti di essere considerato, stimato e amato. L’unico inconveniente è che gli altri inizieranno a notarti solo quanto tu noterai te stesso. Gli altri, inizieranno ad amarti davvero solo quando tu inizierai ad amarti.

Ma come si fa ad amarsi? Ecco un’altra cosa semplice, proprio come camminare e parlare. Ti spiego come compiere questa grande impresa nel mio libro «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce». Ti prometto che, quando avrai letto l’ultima pagina, avrai la considerazione di cui hai bisogno. Mollerai la presa e smetterai di affannarti dietro a persone o cose che ti tormentano. Puoi trovare il pluripremiato manuale in qualsiasi libreria d’Italia o su Amazon, a questo indirizzo.

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
Autore del bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» (tradotto in 5 lingue) e del nuovo «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce».
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