Cari amici, è con orgoglio e gratitudine che condividiamo con voi la lettere di una lettrice. Sebbene l’autrice sia favorevole alla pubblicazione, per rispetto della sua privacy, abbiamo cambiato alcuni dettagli e omesso dalla storia dei particolari. Il tema è oggi più che mai molto sentito. È quello della manipolazione affettiva ma è trattato da un punto di vista diverso, quello dei familiari della vittima. I familiari, gli amici e gli affetti più cari di chi vive una relazione pericolosa, sono i primi ad andare in allarme e, per questo, i primi a essere tragicamente allontanati. Quando si parla di relazioni d’abuso o addirittura violente, ci si sofferma giustamente sulla vittima diretta dimenticandosi del trauma vicario.
La traumatizzazione vicaria è una forma di stress psicologico che si manifesta quando una persona sviluppa sintomi simili a quelli di un trauma (impotenza, rabbia, sensi di colpa, rassegnazione…) pur non essendo stata direttamente esposta all’evento traumatico. Si tratta di vissuti drammatici che, in parte, emergono da quanto ci ha scritto la nostra lettrice.
Ecco chi ti ama cosa vorrebbe dirti
La lettera che segue, tra le righe, ti urla: «se stai vivendo una relazione d’abuso, abbi il coraggio di aprire gli occhi perché accanto intorno a te c’è sempre qualcuno che ti vuole bene, anche se hai smesso di crederci, anche se hai smesso di aspettartele certe cose, la considerazione ce l’hai. L’amore e l’affetto ci sono, apri gli occhi e vieni a prenderteli. Ti voglio bene. Io sono qui. Ti prego, guardarmi. Ascoltami. Elabora. Provaci con ogni mezzo, non sei sola».
La lettera alla redazione di Psicoadvisor
Care Anna e Ana Maria,
vi scrivo perché ci tengo troppo a ringraziarvi: mi avete restituito mia sorella. Racconto la mia storia con la speranza che possa raggiungere quante più persone perché se non ci foste state voi, avrei sofferto sepolta dall’impotenza e dai sensi di colpa. Allora penso a quanti familiari, amici, genitori, soffrano nel vedere una persona amata rovinarsi la vita con un partner prepotente, manipolatore e pericoloso. Avere l’abuso avanti agli occhi. Vedere ingiustizie eclatanti che la persona amata sembra non scorgere (come se fosse sotto un brutto incantesimo) è la cosa più dolorosa che mi sia capitata. Mia sorella è stata sempre fragile. Siamo cresciute stando sempre insieme, sostenendoci e dandoci forza. Con quelle che voi definireste “figure di riferimento ingombranti”. I nostri genitori non ci hanno fatto mancare nulla in termini pratici ma emotivamente abbiamo entrambe patito molte mancanze e pressioni, lei forse più di me. È stata sempre più schiacciata e introversa. Io ribelle e appena ho potuto, sono andata via di casa.
Prima che l’inferno accadesse, eravamo molto unite: condividevamo l’attività di famiglia e tutto andava bene, senza particolari conflitti. Poi tutto è cambiato di colpo: circa tre anni fa, quando si è fidanzata con uno che chiamarlo uomo è un’offesa per il genere maschile.
A me il suo compagno non è piaciuto, fin da subito: a pelle! Ma gli ho dato tante opportunità. Ho fatto di tutto per andarci d’accordo ma poi ho capito che non ero io: era lui che faceva di tutto per farci litigare. Poco a poco, si è intromesso nel lavoro e mia sorella si è allontanata facendo il minimo indispensabile e avanzando pretese irragionevoli, non da lei! In quel primo anno avevo cercato di farle aprire gli occhi, di farle notare come la stava trattando, avevo insistito affinché andasse in terapia ma niente. Lui la controllava, le gestiva il telefono, aveva le password dei suoi account social quindi anche quando ci parlavamo, lui leggeva tutto e interferiva.
Questa cosa mi faceva imbestialire ma per mia sorella ero io il problema. Quando lei veniva in azienda la mettevo in guardia, le facevo notare le incongruenze, le limitazioni e i maltrattamenti che stava subendo ma lei non li notava. È arrivata ad affermare che ero gelosa o invidiosa del loro rapporto. Mi ha detto cose bruttissime che mi hanno fatto pensare addirittura: “te lo meriti un uomo così” ma in realtà so che nessuno se lo merita. È trascorso altro tempo ed è stato terribile, un anno di litigi, allontanamenti e scontri. Siamo arrivate a non parlarci più. Poi ho smesso di cercare di farle capire. Mi sono arresa.
Mi sentivo in colpa e impotente. Sapevo cosa stava accadendo e considerato le tante cose brutte che si sentono in tv, devo confessare che avevo un po’ paura. Lui aveva scatti d’ira ed era aggressivo, era mia sorella che nei momenti di fragilità me ne parlava ma poi si pentiva e ritrattava. Alla fine, diceva che ero io quella esagerata. Ero nel caos totale e non sapevo cosa fare. Poi ho letto il vostro libro “d’amore ci si ammala, d’amore si guarisce” e ho capito tante cose.
Ho smesso di insistere e tentare di farle aprire gli occhi e le ho detto: “se ci tieni a me, fammi solo un regalo, leggi questo libro”. Era scettica ma lo ha fatto. Mi raccontava che non riusciva ad andare avanti, che non riusciva a leggerlo… e io le dicevo “se non riesci a leggerlo allora significa che qualcosa non va ma devi farcela, me l’hai promesso”. Ci ha messo molto tempo ma poi l’ha finito.
Proprio quando io avevo smesso di sperarci, mi ha scritto per ringraziarmi della preziosa lettura e questo è un ringraziamento che io voglio girare tutto a voi, con il cuore colmo di gratitudine. Tra le vostre pagine ha trovato il coraggio di lasciarlo e allontanarsi, ha trovato il coraggio di guardare come stavano realmente le cose. Dapprima è sprofondata nel dolore ma oggi sta bene. Insieme abbiamo letto anche “Riscrivi le pagine della tua vita” e nei prossimi giorni leggeremo anche il vostro ultimo.
Sul suo volto è tornato il sorriso e anche sul mio. Per fortuna il mio incubo ha avuto un lieto fine ma non posso fare a meno di pensare all’impotenza, alla rabbia e al senso di colpa che gli affetti più sinceri delle vittime di relazioni tossiche nutrono. Noi che stiamo vicini, siamo i primi a notare che la cosa non va ma farlo presente è come un boomerang che ci ritorna dritto in faccia e costruisce muri lì dove noi tentiamo di allungare una mano per strapparla via dal male. Un male che chi ci è dentro non nota ma che, con le vostre letture, non può più fare a meno di ignorare. Allora ancora un immenso e sentito grazie.
Il dolore degli impotenti
Quando si tiene a qualcuno gli si augura sempre il meglio. Vorremmo vederlo felice. Vorremmo che svolgesse il lavoro dei suoi sogni, magari con accanto un partner premuroso e gentile. All’opposto, vederlo in una relazione pericolosa può spezzarci il cuore o peggio, mandarci in totale allarme. Come racconta la nostra cara lettrice, emergono sentimenti di impotenza e rabbia e, soprattutto, si fa di tutto per tentare di “aprire gli occhi” al nostro caro. Involontariamente, però, si fomenta conflittualità e distanza.
Allora come agire? È doloroso ma tutto ciò che si può fare è tentare di disinnescare i conflitti, proprio come ha tentato di fare la nostra lettrice provando ad andare d’accordo con il cognato. Con molto tatto e delicatezza, possiamo porci con un punto di riferimento perché, la persona da noi amata non deve sentirsi “obbligata” a scorgere qualcosa che non vede ma guidata in questa complessa impresa. È necessario che elabori da sola la sua situazione.
In questi contesti, un percorso di psicoterapia può essere molto utile ma tra reticenze e possibilità che il partner possa interferire anche in quello, una lettura può essere un valido strumento introspettivo. Quando leggiamo, infatti, siamo solo noi, le nostre emozioni e le parole che con sforzo cognitivo riusciamo a farci entrare. Non è come vedere un film, in cui possiamo metterci lì passivamente a guardare. La lettura richiede attenzione e costante elaborazione, quella che a chi vive una relazione invischiante manca.
Ce lo raccontate tutti, mentre leggete i nostri libri, sentite il bisogno di rallentare, interrompere e poi riprendere la lettura! Lo fate per avere il tempo di elaborare. Tutti noi ci portiamo ferite invisibili agli occhi ma che si fanno sentire ogni giorno e non sempre siamo pronti a guardare in faccia quel dolore. Però, una volta che iniziamo a farlo, ci sentiamo come alleggeriti. Svuotati di un peso che a guardarlo bene non è neanche nostro. Ci è stato imposto da altri, un’eredità scomoda assorbita nello stesso sistema familiare che oggi, sempre a modo suo, cerca di proteggerci. Una fitta rete di nessi causa-effetto che una volta districata, ci renderà liberi come è successo a tanti lettori.
I nostri libri ormai li conoscete tutti, sono disponibili in tutte le librerie e qui su amazon. Ma ci stiamo organizzando per renderli ancora più accessibili.
- Riscrivi le pagine della tua vita
- D’Amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce
- Il Mondo con I Tuoi Occhi
Il libro sarà presto disponibile (gratuitamente) in molte biblioteche d’Italia
A seguito di questa e altre testimonianze, Psicoadvisor ha deciso di donare una copia di «d’Amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce» a quante più biblioteche possibile. Dalle segnalazioni, sappiamo che alcune biblioteche lo hanno già adottato autonomamente. Nelle prossime settimane inizieremo l’opera di distribuzione così da poter raggiungere sempre più persone. Il saggio, come anche il nostro primo libro «Riscrivi le Pagine della Tua Vita», è stato un caso editoriale, best e long seller, stazionando nella “classifica dei più venduti” di varia per molto tempo e tra i pochi saggi italiani tradotti anche all’estero. Tutto questo successo ci gratifica molto e innesca in noi una maggiore “responsabilità” e anche il “dovere” di restituire tutto l’affetto e il supporto che ci state mostrando.
Ecco perché, a prescindere dalla tenerissima testimonianza, avevamo già deciso di donare i nostri saggi alle biblioteche d’Italia. Avevamo pensato di farlo con «il Mondo con i Tuoi Occhi», il nostro “ultimo nato” che affronta in modo aperto e a testa alta, la spinosa questione dei ruoli di genere.
Lo scopo di questo ultimo nostro libro è quello di spezzare le spirali del silenzio e ridurre le pressioni sociali che subiamo fin da bambini. Tuttavia, ci rendiamo conto che non tutti sono pronti ad andare “a monte” del problema. Non tutti sono pronti a vedere gli abusi relazionali, la violenza di genere, l’oggettivazione femminile e maschile o la dipendenza affettiva come effetti collaterali di qualcosa che è stato trasmesso in modo distorto entro le nostre famiglie. Per questo motivo e spinti dalla toccante lettera, abbiamo deciso di distribuire «d’Amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce» che tiene il focus diretto sulle relazioni affettive senza entrare in merito delle questioni di genere.
Come anticipato, nelle prossime settimane inizieremo a distribuire le copie rendendole disponibili alla lettura, gratuitamente, in diverse biblioteche d’Italia. Facendo un’accurata ricerca, inoltre, annunciamo che siamo i primi a cimentarci in un’impresa del genere! Sulle nostre pagine social documenteremo tutti i progressi, sperando che i nostri libri possano raggiungere quante più persone possibile! Le relazioni disfunzionali, di qualsiasi entità esse siano, ci logorano, ci sfiniscono e ahinoi… come tristemente sappiamo, talvolta ammazzano. L’educazione alla sana affettività è un’emergenza e, come ormai avrete capito, è la nostra priorità!
Grazie
Un sentito grazie agli Psicologi, Psicoterapeuti e Psichiatri che, all’interno dello loro stanze, non smettono mai di consigliare i nostri libri. Un grazie ancora più grande va a voi che, con il vostro passaparola, avete portato i nostri saggi oltre confine. Proprio «d’Amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce», sarà lanciato anche in Cina! Siete meravigliosi. Grazie a ognuno di voi, stiamo costruendo una splendida comunità consapevole. Vi siamo grati.
Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
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Titolo originale: la lettera che chiunque stia vivendo una relazione d’abuso dovrebbe leggere – troppo lungo per google che ce l’ha tagliato, allora lo abbiamo accorciato.