“Sono infelice” è una frase che capita a tutti di pensare, o di dire. Il problema, però, non è tanto dirlo o pensarlo, ma crederci. Perché più si crede nell’infelicità più la si rende padrona della nostra vita. È così nei casi estremi il “sono infelice” più che un incidente di percorso diventa la strada principale da percorrere. Alcune persone riescono a trovare il positivo anche in situazioni che potrebbero sfidare la persona più ottimista. Altri sono infelici nonostante abbiano tutto. Per alcuni, la felicità dipende dalla situazione attuale in cui si trovano, mentre altri sembrano essere generalmente felici o generalmente infelici qualunque cosa accada nella loro vita.
Partiamo da un concetto chiave più volte ripetuto in questo blog: essere tristi o frustrati per un particolare evento è umano, ma diventare infelici e vivere tutti i giorni con questo sentimento sulle spalle è tutta un’altra storia. In altre parole, sono infelice può facilmente, e involontariamente, trasformarsi in una scelta. Sì, hai capito bene, perché c’è differenza tra il sentirsi abbattuti per un accadimento e vivere di infelicità. Possiamo rispondere con ottimismo o essere pessimisti cronici. Tutto sta negli occhi con cui decidiamo di osservare il mondo.
Errori comuni di chi pensa spesso di essere infelice
Roosevelt disse “Niente e nessuno può renderti infelice, a meno che tu non glielo permetta”: una frase molto potente, che dimostra come l’infelicità sia una nostra scelta. Siamo noi a scegliere, in modo più o meno cosciente, la felicità o l’infelicità. Ma quali sono gli errori da non commettere per non sentirsi infelici, frustrati, delusi o insoddisfatti?
1. Avere troppe aspettative
Io sono infelice quando una cosa che speravo succedesse non si avvera. La frustrazione che ne deriva mi farà sentire inappropriato e piccolo piccolo. Ne deriva che più alte sono le mie speranze più probabilità ci sono che non si avvereranno. Come avevamo già detto in un altro articolo, le aspettative sono il nemico principale della felicità, perché impongono sulla realtà una visione che può essere miope o persino distorta.
2. Lamentarsi sempre
Se tendi a lamentarti in ogni occasione, ovviamente, vedrai tutto nero. Avrai forse una rabbia latente che ti accompagna, facendoti risultare una persona burbera, poco affabile o persino ostile. Ai tuoi occhi la tua negatività sarà anche giustificata, ma la gente non ha sempre la pazienza o capacità di essere comprensiva. Potrà dunque capitare che più ti lamenti e più le persone si allontaneranno da te, dandoti ulteriori motivi per alimentare la tua infelicità.
3. Ho poca autostima
Non si può essere felici se non abbiamo stima di noi stessi. La domanda che devi farti è “sarei felice di vivere con una persona che non mi stima?” La risposta deve essere sempre no, sia nel caso in cui la persona che non ti stima è un partner in un rapporto poco equilibrato, sia che si tratti di te stesso.
4. Rimando sempre le cose
Lo stile di vita di un procrastinatore incallito è avvilente e demotivante. Io sono spesso infelice se non ho obiettivi a cui ambire, che siano piccoli o grandi, o se non sono capace di programmare i miei progetti e lavorare oggi per migliorare la mia situazione. La procrastinazione dunque, se diventa un modo di vivere, può farci arrivare sul baratro della depressione. Cominci a capire cosa intendevo che essere infelici è una scelta?
5. Mi rifiuto di accettare ciò che mi accade
È vero… più volte ci siamo detti che siamo noi a scegliere la vita che vogliamo vivere, ma non fraintendere, gli imprevisti accadono a tutti. Ci sono cose che non possiamo evitare. Se la persona che amiamo perdutamente ci lascia dobbiamo avere la forza di andare avanti. Possiamo piangerci addosso sentendoci vuoti e soli, o possiamo essere felici di aver vissuto un pezzo della nostra vita con una persona straordinaria. È solo questione di scelta.
6. Faccio il meno possibile
Qui ci cadiamo in molti, anche io ovviamente. Quando sono infelice tutto mi sembra più complicato e macchinoso. Anche il più piccolo degli sforzi è un ostacolo insormontabile. E qual è la reazione più naturale che purtroppo abbiamo? Fare ancora meno. Non vediamo una soluzione, siamo troppo impegnati a piangerci addosso piuttosto che muoverci per essere felici.
7. Sono felice solo quando va tutto bene
Rimani spesso in attesa del momento buono per essere felice? Se pensi spesso al proverbio giapponese “Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico” occhio! Perché in questo caso il nemico sei tu. La felicità non è una mosca da acchiappare, e di certo non è una cosa, ma un modo di essere che prescinde il cattivo tempo.
8. Penso alle occasioni perse, a cosa avrei potuto fare
Crogiolarsi nei propri rimorsi e rimpianti è un’attitudine assolutamente funzionale per togliere energia al tuo presente e permetterti di vivere in eterno ripensamento di ciò che avresti potuto fare, dire, pensare, ecc.. L’esperienza è una maestra molto severa, perché prima ti fa l’esame e solo poi ti spiega la lezione.
Inevitabile dunque riconsiderare ogni frangente vissuto elaborando la convinzione che avresti potuto fare meglio e di più (del resto, si può sempre migliorare!) e scoprirti sempre a dire “sono infelice” oppure ” le cose non cambiano mai”. Non altrettanto inevitabile tuttavia trattenerti nel rammarico dei tuoi errori, costringendoti a vivere sospeso sul momento presente perché completamente assorbito dal film a tinte scure del tuo passato.
Magari te la prendi con te stesso, ti vergogni ancora per quello che hai detto o fatto ad una persona a te cara; oppure, stai continuando a rimuginare su quella decisione importante che avrebbe certamente cambiato in meglio la tua vita, ma che non hai avuto il coraggio di sostenere. In aggiunta, ti capita anche di puntare il dito verso i tuoi genitori (rei di non essere mai stati comprensivi come avresti desiderato), la mala sorte (per nulla indulgente considerato la vita che hai avuto), o magari gli amici (una banda di approfittatori che ti hanno solo fatto del male).
La vita scorre velocemente senza che tu te ne renda nemmeno conto, ed è estremamente stressante considerare quanti anni siano già passati da eventi e situazioni che ti ostini a trattenere dentro di te.
Ecco, sono infelice. E adesso?
Adesso passiamo ai rimedi. Non dico che saranno strategie magiche, ma ti posso promettere che se provi un attimo a metterle in pratica avrai molte più probabilità di costruire la tua felicità rispetto a chi le ignora.
1. Rivedi le tue aspettative
Il problema delle aspettative è che spesso non sono in linea con la realtà. Ecco un esempio. Quando Paolo frequentava l’Accademia di Belle Arti il disegno è stato per molto tempo fonte di piacere. Si è spesso trovato però ad essere deluso dal risultato finale. Perché? Semplice: perché nella sua mente vedeva già un’opera “alla Michelangelo”, quando poi la realizzazione non era per niente paragonabile. Questo senso di frustrazione lo ha abbandonato quando ha scelto di abbassare le sue aspettative e ha cominciato a lavorare sul migliorare il suo stile. Da allora per Paolo disegnare è solo un piacere.
2. Smetti di lamentarti
Quando ragiono sulla mia vita mi trovo spesso a evocare frasi o immagini che mi aiutano a focalizzare un concetto lungo in poche parole. Per smetterla di lamentarmi quando sono infelice ho trovato una frase che spero aiuti anche te: “Se hai tempo di lamentarti, hai tempo di cambiare ciò di cui ti lamenti”
Comincia a ringraziare per ciò che hai. Spesso hai molto di più di ciò che altri possano mai sognare di avere: una casa che ti accoglie, un lavoro che ti piace (e di questi tempi anche che non ti piace), una donna da amare o anche un cane che scodinzola quando torni a casa. Avrai sempre un motivo per lamentarti, come avrai sempre motivi per essere soddisfatto. “Quello che guarderai è ciò che vedrai”
3. Nutri la tua autostima
Credere in sé stessi è fondamentale per essere felici. Il pensare bene di sé ci fa sentire appagati di trascorrere il nostro tempo con una persona che ci arricchisce ogni giorno. Altro esempio. Maria era molto agitata all’idea di fare il suo primo esame all’università. Era in macchina e alla prima rotonda è letteralmente tornata indietro. Era già madre di famiglia quando ha deciso di ricominciare gli studi ma la paura dell’esame l’ha fatta tornare indietro di 10 anni.
Ha riparcheggiato la macchina sotto casa e la prima cosa che ha sentito è stata la tristezza di aver fallito senza nemmeno provarci. Non poteva andare così. Ha riacceso la macchina, ha discusso e superato il primo esame e via via gli altri, fino a completare gli studi mentre lavorava. Questo è stato uno di quei traguardi che ha rafforzato tantissimo il suo senso di auto-efficacia, ed è stata una grossa spinta verso la felicità di Maria.
4. Agisci
Un giorno accendo la luce in bagno e su tre lampadine ne vanno solo due. Beh, che male c’è ci vedo lo stesso. Ogni volta che accendevo quella luce però c’era qualcosa che mi diceva che sarebbe stato il caso di cambiare quella fulminata. “Oggi non ho avuto tempo, magari domani”. Un giorno anche un’altra si fulmina e sono costretto a cambiarle. Salgo sulla scala e già che ci sono non vuoi spolverare tutto il lampadario? Cambio le lampadine e mi accorgo che c’era un po’ di polvere anche sui mobili.
Perché non fare un bel lavoro a questo punto? Non sto qui a dilungarmi troppo sulle mie doti da casalinga, sta di fatto che a fine pomeriggio avevo cambiato le lampadine e pulito tutto il bagno. A risultato finito come pensi mi sia sentita? Alla grande! E’ un esempio banale ma che rende bene il concetto! E sta qui una verità da considerare…Non far nulla ti rilassa solo nel momento ma ti crea problemi a lungo andare. Agire è più difficile nel momento ma ti regala tante soddisfazioni nel tempo.
5. Accetta
Accettare ciò che ci succede non vuol dire arrendersi, ma essere consapevoli che non possiamo avere il controllo su tutto. Ci hai mai fatto caso che i media ci bombardano di notizie sulle quali non abbiamo nessun potere? Politica, cronaca, sport, il meteo. Sono tutti argomenti di cui parliamo e su cui spesso litighiamo, ma per cosa? Niente. Comincia ad accettare le cose che non puoi cambiare senza farti turbare. Impara a lasciare andare.
6. Supera i tuoi limiti
Immagina una piccola piantina che nasce in un bosco. Lo stelo si fa strada nella terra tra le radici delle grandi querce. Che possibilità ha la nostra piantina di sopravvivere all’ombra del bosco? Poche giusto? Sbagliato.
In natura anche il più piccolo organismo fa sempre del suo meglio per prosperare. Non gioca al risparmio, ma farà di tutto per ottenere il massimo dalla situazione sfavorevole in cui si trova. Noi spesso ci raccontiamo che “va bene così” e molliamo quando ancora abbiamo possibilità di crescita, nascondendoci dietro la bugia del “chi si accontenta gode”. Vuoi sapere chi gode veramente? Solamente chi ha il coraggio di superare se stesso. E per superare intendo anche una piccola paura come quella di imparare a nuotare o andare in moto. Ci sono persone che hanno tutto e non sono felici perché danno tutto per scontato.
Invece apprezzerai di più le cose che sarai in grado di conquistare malgrado le tue difficoltà interiori. Fai sempre più di quello che pensi sia il tuo limite, perché se oggi ti dici “sono infelice” è forse perché ti sei accontentato di rimanere nella tua confort zone.
7. Comprendi il vero significato della felicità
La felicità non è un punto di arrivo, ma è il come mi sento mentre cerco di arrivarci. Non esiste una “bella vita”, devi lavorare per essere una bella persona e godere di tutto ciò che ti capita. Non ci sarà mai un momento in cui tutto va come vuoi, quindi stai sereno. La felicità è un’attitudine alla vita, impara a viverla con grazia e tutto sarà più leggero.
8. Vivi il presente
Vivere nel presente è vivere con quello che c’è nel momento in cui ci siamo; che sia una relazione, che sia una vacanza, che sia semplicemente una giornata al mare, il presente si manifesta attraverso di noi continuamente. Se riusciamo a vivere serenamente quello che siamo, il tempo si ferma. Non c’è più bisogno di tornare a sospenderci in un NON-TEMPO passato ne in un NON-TEMPO futuro, poiché entrambi non esistono realmente e creano solo sospensioni e aspettative. Vivere il presente non significa stare sempre bene; spesso il nostro presente è doloroso, minaccioso, ci mette in discussione. Ma se riusciamo a percepirci presenti a noi stessi, seppur nel momento della difficoltà, saremo sicuramente più preparati e più forti a fronteggiare tutto
L’infelicità è uno stato mentale molto pericoloso che ci può portare alla depressione e alla solitudine
Non aspettiamo che qualcuno o qualcosa ci risolva il problema. Se sono infelice è mia responsabilità scegliere la felicità. “Goditi la vita. Questa non è una prova generale” Frederich Nietzsche Ogni volta che senti che l’infelicità sta per prendere il sopravvento ricorda che puoi avere il controllo delle tue emozioni e reazioni e prendere in mano il timone della tua vita. Ricorda i punti che potrebbero portarti a provare infelicità.
- Le aspettative disallineate dalla realtà
- Il focus sui problemi anziché sulle soluzioni
- Scarsa autostima
- Procrastinazione anziché azione.
Dimenticarsi di sé
Non esistono formule magiche né esortazioni di sorta del tipo “prova a vedere il bicchiere mezzo pieno“. Se nei confronti del passato non puoi fare nulla, è anche vero che il presente, invece, è sotto la tua responsabilità. Hai il potere di fare moltissime cose. Sono poche le cose che non puoi assolutamente fare…e le persone infelici dimenticano questo potenziale. Tendono a sentirsi solo vittime e impotenti. La realtà è un’altra. Sei tu il comandante della tua nave. Certo, puoi incontrare delle tempeste, dei venti contrari e persino dei pirati, ma il modo in cui affronti il mare e superi le difficoltà resta sempre sotto il nostro controllo.
Ogni scelta e comportamento dipende da una miriade di ragionamenti inconsapevoli che si ripetono in un circolo continuo. Occupano tempo e spazio nella nostra mente e mentre ci allontanano sempre di più da noi stessi, accorgercene diventa sempre più difficile. Per ritrovare se stessi è necessario imparare ad esprimersi affrontando il giudizio e la disapprovazione degli altri. Esprimersi significa anche imparare a dire di no e a fare ciò che è giusto. Impossibile ritrovarsi senza tornare padroni della propria mente imparando a gestirla. Impossibile senza ridurre al minimo tutto questo per vedere e sentire “oltre”. Quando sei semplicemente te stesso e quello che sei è quello che offri, sei semplicemente felice…perché hai finalmente abbandonato tutti quei pesi del passato che ti trascini per sentirti accettato.
Pianteresti mai un seme nel catrame?
Probabilmente no. Sceglieresti un terreno che possa accogliere e nutrire quel seme. E allora perché non fai lo stesso per la tua mente, il tuo corpo, le tue relazioni e i tuoi sogni? Nel mio secondo libro «d’Amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce» (edito Rizzoli) ti spiego come prenderti cura di te e disinnescare le dinamiche relazionali più scomode, sia in coppia che in famiglia. È un viaggio introspettivo che ti consentirà di trasformare le tue ferite e la tua attitudine difensiva in un’inattaccabile amor proprio. Già, perché l’armatura che più di tutte può difenderti (dalle umiliazioni, dai torti, dalle delusioni e dalla rabbia…) è proprio l’amor di sé. Perché come ho scritto nell’introduzione al mio libro: “Non è mai l’amore di un altro che ti guarisce ma l’amore che decidi di dare a te stesso”. Se hai voglia di costruire relazioni sane e appaganti, se hai voglia di scoprire le immensità che ti porti dentro e imparare a esprimere pienamente chi sei, senza timori e insicurezze, è il libro giusto per te. Il libro puoi acquistarlo in libreria o a questa pagina Amazon.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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