A volte le storie d’amore finiscono, ma nessuno dei due ha il coraggio o la voglia di ammetterlo. Di conseguenza consentiamo che nella relazione si verifichino episodi spiacevoli, penosi e persino intollerabili, senza sapere se sono prove che dobbiamo sopportare e superare o sintomi di una relazione che sarebbe meglio finisse.
Una delle ragioni per cui non riusciamo ad accettare la verità è che porre fine a una relazione è terribilmente doloroso: si preferisce di gran lunga seppellire la testa sotto la sabbia e cercare il più possibile di non far caso a quei problemi che potrebbero, a lungo andare, degenerare pur di evitare la sofferenza che sappiamo per certo ci sta aspettando. Ovviamente le relazioni non sono mai semplici e non bisogna mollare tutto al primo colpo di tosse, ma ci sono sintomi, spaccature e crepe insanabili che dovrebbero farci capire se è il momento di abbandonare la barca per non affondare entrambi.
..E’ finita davvero?
In una coppia che funziona, c’è complicità, dialogo, divertimento, l’altro funge da continuo stimolo per la crescita e la realizzazione, anche a livello personale. Nei primi tempi, vivere una relazione d’amore sembra quasi un sogno a occhi aperti. La fase dell’innamoramento è contraddistinta da emozioni forti e positive, dove le qualità del partner vengono esaltate e tutto ci sembra essere perfetto. Dopo questo primo periodo idilliaco, però, possono nascere i primi contrasti, discussioni o anche scoprire diversi aspetti del compagno che non ci piacciono.
Lì si entra nella fase dell’amore vero: superare queste difficoltà è una delle prove per capire se la nostra storia può davvero funzionare o meno. Tuttavia, l’amore può finire. Quando succede, non avviene all’improvviso, ma ci dà diversi segnali e sta a noi saperli cogliere.
Nella maggior parte dei casi, i problemi di coppia possono essere risolti con l’impegno da parte di entrambi, ma quando uno dei due non è disposto a cedere né a fare la sua parte significa che la relazione è sbilanciata e non si è più capaci di impegnarsi per raggiungere un compromesso: probabilmente è giunto il momento di porre la parola fine.
Perché un amore finisce?
Non esiste un solo e unico motivo per cui un amore finisce. Dipende dalle dinamiche di ogni coppia, dagli anni di durata della relazione e molti altri fattori. Sicuramente ha una forte incidenza il tempo. Infatti, con l’instaurarsi delle abitudini e della quotidianità, viene a meno quella continua “sorpresa” che caratterizza la fase dell’innamoramento.
Se a ciò si aggiungono la mancanza di dialogo, le aspettative venire disattese e la scoperta di essere incompatibili, le complicazioni all’interno del rapporto si moltiplicano, rendendolo sempre più difficile.
Per capire se si è arrivati al capolinea di una storia la cosa migliore da fare è quella di cercare di analizzare la situazione, cercare di capire a che punto si è, fare un piccolo bilancio di quello che non sta oggettivamente più funzionando. Cercare di capire se il giocattolo si è rotto sul serio, o se è ancora riparabile.
Come capire se la relazione è finita, le domande da porsi
Ogni situazione è diversa! Di certo uno sterile elenco di 20 domande non può dare una sentenza alla propria relazione. Certo è che almeno un campanello di allarme dovrà suonare, e qualcosa dovremo cercare di fare se vogliamo bene anche a noi stessi, e non solo all’idea sbiadita di una coppia che non c’è più. E che forse non c’è nemmeno mai stata. La situazione non è delle più rosee (usiamo un eufemismo) se ci sono più sì che no alle seguenti domande
1. Lui/lei non ti capisce?
2. Ti senti abusato/a, se non fisicamente, dal punto di vista psicologico?
3. L’idea di stare assieme a lui/lei ti deprime, mentre l’idea di trascorrere del tempo da solo/a ti solleva il morale?
4. Ti sei ritrovato/a a cambiare, profondamente, nel corso degli anni per adattarti alle sue idee, ma nonostante questo ti rendi conto che tu sei un’altra persona?
5. Ti senti freddo/a e distante dal partner, agisci in maniera meccanica e puntuale per evitare altri problemi, ma la tua testa, e il tuo cuore sono costantemente da un’altra parte?
6. Non hai più piacere a fare l’amore con lui/lei?
7. Quando fate l’amore non vedi l’ora che finisca?
8. Litigate spesso.. anche per motivi banali? Come vengono affrontati tali conflitti. Tendete ad attaccarvi spesso? Portate rancore? Vi aggredite anche davanti agli altri?
9. Inizi a provare delle simpatie verso altre persone?
10. Il suo odore è sgradevole?
11. Avete smesso di avere interessi comuni?
12. Non sopporti più alcuni suoi difetti? Quella battuta che fa non ti diverte più? Insomma non ami più quello che amavi del tuo partner? Tutto questo, oggi, ti irrita?
13. E’ difficile pensare a qualcosa che ti susciti amore nei suoi confronti?
14. Spesso provi rabbia nei suoi confronti?
15. Quando pensi al lui/lei non provi nessuna emozione?
16. Ti senti spesso in ansia o inadeguato/a? Quanto il partner ha “colpa” del tuo sentirti perennemente ansioso/a e inadeguato/a?
17. Hai la necessità di controllare il tuo partner? Senti il bisogno di spiarlo? Insomma, non ti fidi più di quello che ti dice o di quello che fa?
18. Eviti di rispondere alle sue telefonate?
19. Hai paura di inviare un messaggio al partner per paura di come potrebbe reagire?
20. Hai delle grandi notizie, ma non ti viene di dirle per primo al tuo partner?
Senza arrivare a situazioni estreme, l’amore può passare anche così, senza violenze, soprusi, grossi cambiamenti da parte del partner. Può semplicemente svanire, progressivamente, lasciando al suo posto un grande vuoto che si riempie presto di ricordi, malinconia, dolore… rendersene conto può essere importante per prendere una decisione – anche dura- per ritornare a vivere le stesse emozioni, in altro contesto.
La fine di una relazione non è un fallimento personale
Dovremmo ripeterlo quasi come un mantra. Decidere di chiudere una storia, non vuole dire fallire, vuol dire avere il coraggio di compiere una scelta che seppur dolorosa è ormai diventata inevitabile. Impariamo dunque ad avere fiducia nelle nostre scelte, perché come ha asserito Ralph Waldo Emerson: la fiducia in se stessi è il primo segreto del successo.
Trovare il coraggio
La paura di rimanere soli, assumendosi tutto il peso e la responsabilità della propria esistenza, porta a restare aggrappati a una relazione, anche se malsana, pur di non dover guardare dentro di sé e capire come risolvere la propria vita.
Pensi sia giusto aggrapparsi a un amore che non ti fa più sognare? Trova la forza di lasciare chi non ami più, perché portare avanti una relazione che non funziona, ti rende la versione negativa di te ovvero una persona infelice, insicura, arrabbiata, confusa. Danneggia te, il partner, i figli (se ci sono), intossica le tue giornate, ti rende meno disponibile per chi ti vuole bene, ti allontana dai tuoi obiettivi. Ecco la vera domanda che devi avere il coraggio di porti: “se questa persona la incontrassi oggi, sceglierei di passare la vita con lei?”
Puoi continuare a vedere te stesso e il mondo come ti hanno insegnato o cominciare a guardarlo con i tuoi occhi
Comprendersi sembra facile, eppure, alcuni di noi sono estremamente complessi, si portano dentro una moltitudine di sfaccettature non sempre facili da «gestire». Alcuni di noi, poi, si portano dentro dei carichi emotivi enormi, che stanno lì da chissà quanto tempo, troppo ingombranti e troppo pesanti da poter districare. In questi casi potrebbe essere saggio fare un profondo lavoro su se stessi.
Allo scopo di guardarci dentro senza la lente distorsiva delle credenze interiorizzate durante l’infanzia, abbiamo bisogno di individuare quei meccanismi di difesa che, tendendoci trappole e autoinganni, ci portano a vedere noi stessi e il mondo con un occhio esterno, che, proprio come il cammino che ci siamo ritrovati a seguire, non è il nostro!
Come riuscirci? Iniziando a guardare il “mondo con i tuoi occhi“. In realtà, questo è il titolo del mio nuovo libro, un testo che intende offrirti tutti gli strumenti per analizzare te stesso, i tuoi vissuti emotivi e le tue storie relazionali, dall’infanzia all’età adulta.
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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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