Se vuoi smettere di stare male non permettere queste 8 cose

| |

Author Details
Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor
“Le nostre ferite sono spesso le aperture nella parte migliore e più bella di noi”

A volte è più facile prendersi cura di figli, parenti, amici e animali senza considerare che in realtà solo quando ci prendiamo veramente cura di noi stessi aiutiamo meglio anche chi ci sta accanto. Diceva Einstein: “Non aspettarti risultati diversi facendo le solite cose”.

In effetti, se realmente teniamo al nostro benessere e vogliamo iniziare ad assaporare la pace dentro noi stessi, il primo step da fare è quello di ripulirci da tutta la spazzatura mentale che ci ha condotto a soffrire. Se prima non svuotiamo i nostri carichi emotivi, come possiamo pensare di far entrare qualcosa di nuovo che possa permetterci di cambiare binario e creare una vita piena di gioia?

Cosa puoi fare per smettere di stare male

Ci vogliono duro lavoro e alcune regole importanti per smettere di stare male con se stessi. Se vuoi stare bene con te stessa, inizia cambiando i pensieri, le emozioni e i comportamenti che potrebbero impedirti questo processo, poi potrai lavorare sulla creazione di uno stile di vita che ti faccia sentire appagata/o, amata/o e soddisfatta/o.

1. Non devi umiliare gli altri

In maniera consapevole o senza fare attenzione ti capita di parlare male degli altri o di umiliare qualcuno direttamente, anche per scherzo. Nell’immediato la cosa può potenziare leggermente la tua autostima e magari riscuotere consensi sociali sotto forma di risatine idiote.

Alla lunga però, questo modo di fare ti renderà antipatica/o, sia a chi subisce l’umiliazione ma anche alle persone presenti che magari hanno precedentemente riso alle battute denigratorie. Non puoi migliorare la qualità della tua vita puntando l’indice verso una presunta inferiorità di qualcun altro. Non è meglio accettare e potenziare invece le tue reali qualità? Senza cadere nella presunzione ovviamente.

2. Non devi pensare di essere speciale

Anche questo è autolesionistico, l’atteggiamento mentale, conscio o inconscio di pensare di essere speciali. La tua insicurezza può portarti alla conclusione che se non si è qualcuno allora non si è nessuno. Nessuno è speciale, puoi essere una persona UNICA, e questo vale per tutti, ma non speciale. Sposta le tue energie e la tua attenzione verso qualcosa di più costruttivo, che ti renda meno speciale, ma sicuramente una persona più autentica.

3.  Non devi per forza piacere a tutti

Piacere a tutti non significa solo avere un atteggiamento accomodante e compiacente, significa anche fare delle cose o sviluppare interessi o anche studi e scelte di vita, in funzione degli altri. Stai solo gonfiando d’aria il tuo sé.  Chi è se stesso piace sempre, sembra incredibile ma è così! Mostrare disaccordo, esprimere le proprie opinioni, i proprio gusti, la propria personalità, anche con energia a seconda delle situazioni, ingenera rispetto e approvazione negli altri.

4.  Non devi sentirti esente da critiche

Ti infastidisce essere contraddetta/o e messa in discussione? Questo succede perché hai paura di rivelare una tua presunta debolezza, inferiorità, inutilità. Non puoi reagire a una critica, anche costruttiva o scherzosa, con stizza, rabbia, negandola, rifiutandola.

Questo tuo atteggiamento determina ovviamente che le altre persone non si sentano rilassate quando stanno con te, non si sentano libere di potersi esprimere. Alla lunga, le persone che frequenti perderanno spontaneità, staranno attente a cose dire, non scherzeranno più.  Paradossalmente, il tentativo di salvaguardare la tua immagine sociale, la peggiora!

Le persone ti accettano con maggiore facilità se ti comporti come una persona imperfetta e soggetta a errori.  Essere se stessi vince sempre, nel bene e nel male. Perfezione è sinonimo di fallimento, perché nessuno lo è e nessuno potrà mai esserlo.

Piuttosto, impiega più tempo innanzitutto ad accettarti, e magari a cercare di capire il perché di una critica, quando ti arriva, senza considerare ovviamente quelle gratuite o provenienti da persone maldicenti o invidiose

5. Non devi temere di metterti in gioco

E’ inutile che ci provo tanto andrà male” “Fatica sprecata, non ci riuscirò”. Chi di noi non ha mai pronunciato frasi simili trovando delle patetiche giustificazioni? Evitare situazioni o persone che potrebbero, secondo una tua errata convinzione, senza nessuna prova reale, danneggiarti è come gonfiare uno pneumatico forato, il problema si ripresenterà a breve. Certe idee di fallimento che si insinuano nella mente è bene esorcizzarle!

Se non lo si fa, il senso di insicurezza non cessa mica ma viene solo rimandato, anzi peggiora perché col tempo si cronicizza e sarà sempre più difficile, specialmente quando prima o poi ti troverai giocoforza, in simili circostanze. Cerca di capire allora da cosa derivano questi timori, analizza le tue reali qualità, ed esercitati ad affrontare gradualmente le situazioni o persone che di solito hai evitato, rimanendo te stessa/o.

6. Non devi darti importanza

Anche questo è un meccanismo automatico molto diffuso, spesso agito senza accorgersene. Quante volte ti sarà capitato di voler dare dei consigli non richiesti, di voler convincere gli altri, di affermare la tua ragione e il torto altrui?

La classica forma “Fatti dire una cosa” o il tanto fastidioso “Stammi a sentire” usato spesso automaticamente anche con amici o per telefono. E’ una forma di controllo sugli altri attuata per dimostrare continuamente che hai ragione, che conti qualcosa…)e ne abbiamo bisogno per non sentirci insignificanti), ma sappi che è il tuo ego malsano che la mette in atto. Non devi dimostrare nulla alle altre persone, essi ti accetteranno pure se avrai idee in contrasto con le tue, prova anzi a rapportarti ad essi senza voler per forza tentare di influenzarli.

7. Non devi reprimere le emozioni

Questo è forse il punto più delicato, esprimere liberamente le proprie emozioni per molti è difficilissimo. Piangere in pubblico, arrabbiarsi, per alcuni anche ridere è segno di debolezza. Avere una vasta gamma di emozioni da esprimere è invece qualcosa che ti rende una persona molto umana.

Quando c’è da piangere, da arrabbiarsi, da ridere, da commuoversi, da intristirsi, da impaurirsi devi farlo, anche in pubblico, anche in situazioni socialmente imbarazzanti. Non temere che le persone ti giudichino, anzi la tua sensibilità sarà molto più apprezzata. Questo è sinonimo di coraggio non di debolezza…significa stare bene con se stessi.

8.  Non devi dare la colpa al fato o agli altri per i tuoi problemi

Caso tipico, i nostri problemi non dipendono da noi ma dalla famiglia (“Sono stata/o educata così non posso cambiare”), dalla genetica (“Sono fatto così non ci posso fare niente”), dagli ormoni (“Non è colpa mia se mi arrabbio sono i miei ormoni”), dalla scuola (“Non ho le basi i miei professori non erano bravi”), dall’Università (“Quel professore boccia tutti e ha chiesto cose che non erano nel programma”), dal lavoro (“Non potevo lavorare 6 ore al giorno senza aria condizionata e a quelle condizioni, merito di più”)……..

Sono le solite auto giustificazioni messe in atto per avere la sensazione che i nostri fallimenti o insuccessi non dipendano da noi ma da fattori esterni. Certo, a volte ciò può essere del vero, la maggior parte delle volte non lo è.

Serve anche questo a proteggere la nostra autostima, si dà sempre la colpa agli altri, questo modo di pensare è negativo perché non produce nessun reale potenziale di cambiamento in noi stessi, ci adagiamo, ci deresponsabilizziamo.

Spesso questo tipo di convinzioni provengono dall’infanzia, genitori, parenti o amici possono averci continuamente ripetuto che dovevamo essere i migliori, di non sbagliare, che la nostra famiglia è migliore delle altre, che i veri uomini non piangono, perle di saggezza false e inutili che se da bambini possono essere a volte utili, da adulti devono essere reinterpretate e messe in discussione.

Cosa ti fa pensare che non potrai meritare il meglio dalla vita?

Un errore che fanno in tantissimi, é quello di credere di non essere abbastanza e di non meritare tutto ciò che c’è di positivo nella vita.  Niente di più sbagliato! Vivere una vita felice e piena di abbondanza é una condizione di vita che nasce da una propria condizione mentale. QUESTA E’ LA VERITA’! Vivere una vita triste e piena di insoddisfazioni é una condizione di vita che nasce da una propria condizione mentale. QUESTA E’ UN’ALTRA VERITA’!

Vedi, la verità è che non esiste una realtà oggettiva, o detta diversamente, un mondo “reale”. Non esistono concetti assoluti. Il tuo peggior nemico potrebbe essere il mio amico più caro. Un fatto che a qualcuno appare tragico ad altri potrebbe dischiudere infinite opportunità.

Quel che davvero differenzia le persone generalmente positive e ottimiste da quelle sempre tristi è il modo di interpretare ed elaborare le circostanze della vita. Il giusto approccio mentale è il segreto della vita.  Per prima cosa quindi, smetti di puntare il dito verso l’esterno e inizia a puntarlo verso te stessa/o. Poni attenzione alla tua interiorità perché è proprio lì che sono nascoste le chiavi per aprire il lo scrigno emotivo della pace interiore.

Se vuoi riflettere sul tuo mondo interiore, imparare tanto sulla psiche, sappi che ho scritto un piccolo manuale di psicologia. S’intitola «Riscrivi le Pagine della Tua Vita». In ogni pagina ti spiego come analizzare il tuo passato per scrivere al meglio il tuo presente, svincolandoti dai copioni che gli altri hanno scritto per te! Lo trovi su Amazon e nella tua libreria di fiducia, è già annoverato tra i libri più venduti del 2022! Per tutte le info, ti rimando alla pagina Amazon.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
Se ti piace quello che scrivo, seguimi sul mio profilo Instagram: @anamaria.sepe.
Se ti piacciono i nostri contenuti, seguici sull’account ufficiale IG: @Psicoadvisor
Puoi leggere altri miei articoli cliccando su *questa pagina*