Era il 26 aprile quando Jennifer Wilbanks, come tutte le sere, uscì a correre. Quella sera, però, non tornò mai a casa. Ad aspettarla c’era il suo compagno John Manson che allertò subito le autorità. Scattarono le indagini della polizia prima e dell’FBI poi. John Mason, il compagno, fu sospettato di rapimento e omicidio. La CNN, Fox News e tutte le TV americane accesero i riflettori sul caso che fu seguito con attenzione da milioni di telespettatori.
Il sindaco di Duluth (Georgia) avviò una ricerca a tappeto mobilitando 250 persone e investendo all’incirca 50.000 dollari. I genitori di Jennifer promisero una ricompensa di 100.000 dollari per riavere la figlia. Passarono i giorni ma di lei neanche l’ombra. Da lì a quattro giorni, la giovane, avrebbe dovuto sposare John.
Era il 29 aprile. Jennifer telefonò i servizi sanitari, dichiarando con voce tremante di essere stata rapida e aggredita da un uomo ispanico. La telefonata arrivò da Albuquerque e dopo i primi accertamenti, la donna risultava completamente illesa, idratata e in salute. L’FBI e la polizia raccolsero la denuncia e le dichiarazioni. Dopo accurate indagini, riuscirono a ricostruire i suoi movimenti. Non c’era stato alcun rapimento. La donna era… scappata!
Il 25 maggio dello stesso anno Jennifer ha “confessato” la sua fuga ed è stata condannata per falsa testimonianza, depistaggio e un bel po’ di altri crimini che le costarono due anni di domiciliari e 15.000 dollari tra sanzioni e risarcimenti.
Jennifer, nel 2006, ha venduto i diritti della sua storia e ci ha ricavato 500.000 dollari! Il comune di Duluth chiese alla giovane di rimborsare le spese sostenute per la sua ricerca ma si rifiutò.
Le è stata dedicata una tshirt, un action figure (una bambola con indosso una tuta da jogging e lo slogan “Runaway Bride”, sposa in fuga). Una salsa piccante (in tutto il New Mexico si è diffusa la “Jennifer’s High Talin” l’hot sauce per uomini coraggiosi! Un’asta su ebay con una statuina di Jennifer si è conclusa con un’offerta di 15.400 dollari. La polizia di Albuquerque ha avviato una profittevole campagna di reclutamento di nuove forze sfruttando il caso. Non solo, il 13 marzo del 2008 al Red Clay Theatre di Duluth, Giorgia, è andato in scena uno spettacolo teatrale dedicato alla vicenda!
Gli impegni ti fanno sentire in trappola?
La paura della stabilità e dell’impegno possono essere molto subdole e manifestarsi in modi occulti. La sindrome della sposa in fuga riguarda tutte quelle persone che non si sentono all’altezza di qualsiasi impresa seria. Non riescono a impegnarsi e ancora di più, temono la stabilità e fanno di tutto per agitare le acque.
Parliamo di persone che amano le forti emozioni, perché sono quelle capaci di scuotere. Allora, qualsiasi relazione d’amore -passate le farfalle allo stomaco dei primi periodi- raggiungono presto o tardi una data di scadenza, un periodo di intollerabile piatta.
Chi soffre della «sindrome della sposa in fuga» ha una vita piena di relazioni interrotte e non riesce mai a sperimentare una duratura intimità. È portato a vivere quelli che Bauman definisce Amori Liquidi. Cioè relazioni nate per soddisfare i bisogni legati agli aspetti più superficiali dell’amore. Svaniti i brividi lungo la schiena e i batticuori, la relazione smette di appagare e può:
- trasformarsi in una trappola (quando per un meccanismo di incastro non si riesce a chiudere)
- finire e lasciare spazio a un nuovo e provvisorio amore
Man mano che le relazioni raggiungono nuovi gradi di intimità, l’appagamento reciproco dovrebbe aumentare. Certo, insieme aumentano anche l’impegno e la responsabilità che generalmente portano i partner alla convivenza e a un ulteriore livello di condivisione e unione.
La minaccia della stabilità, come si esprime?
Le persone che si sentono minacciati dalla stabilità possono impegnarsi in litigi continui. Diventano altamente richiedenti e… continuamente, insoddisfatte. Nelle mente emerge un pensiero: stando con il partner, impegnandomi, sto rinunciando ad altre opportunità romantiche. Sto rinunciando ad altre forti emozioni, giochi di attrazione e scoperta… Tutto questo, si verifica in chi non ha raggiunto una buona stabilità emotiva. Pertanto, è portato a credere che l’amore si caratterizzi solo per le sue manifestazioni iniziali.
Non solo relazioni, l’irrequietezza può emergere anche dopo l’inizio di qualsiasi attività. Anzi, gli inizi sono sempre fantastici, caratterizzati da emozioni nuove e inediti… chi soffre della sindrome della sposa in fuga, vorrebbe vivere di nuovi inizi! L’entusiasmo è alle stelle e con esso anche l’umore. Al contrario, quando qualsiasi attività si fa serie, fa retromarcia… Ecco allora che la persona ha provato mille sport senza diventare eccellente in nessuno. Ha provato mille cose senza mai essere capace di assaporare il gusto della familiarità.
Come si origina tutto?
Il modo di percepire, modulare e vivere le emozioni, lo abbiamo appreso durante l’infanzia. Non parliamo di una situazione prettamente emotiva: il sistema nervoso impara a emozionarsi con ciò che vive.
Nelle persone che tendono ad annoiarsi rapidamente, il sistema nervoso ha imparato a emozionarsi solo con l’adrenalina iniziale e non ha appreso la capacità di trarre piacere e giovamento dalla cosiddetta normalità, serenità, tranquillità.
In genere, “questa taratura” può essere figlia di diverse situazioni. Per citare le più comuni:
- la persona durante l’infanzia è stata abituata ad avere tutto e subito, senza imparare a vivere l’esperienza dell’attesa, del desiderio, della conquista e del godersi la conquista con gioia.
- la persona, durante l’infanzia, è stata iperstimolata da emozioni forti. Traumi, abbandoni, ma anche traslochi, spostamenti continui, genitori dal lavoro instabile e iper-richiedenti… Condizioni per le quali, il bambino non riesce ad apprendere che la tranquillità e la serenità possono essere motivo di gioia.
Ecco che l’adulto diventerà facile alla noia e normalizzerà questo aspetto accumulando esperienze di vario genere, anche estreme!
Uno spirito libero facile alla noia
Chi soffre della «sindrome della sposa in fuga» si definisce spesso uno spirito libero, normalizzando la sua irrequietezza. In realtà, se sapesse davvero che c’è un modo per sentirsi appagati nella calma, se avesse mai sperimentato quella forte soddisfazione che può mantenersi stabile nel tempo, smetterebbe all’istante di considerarsi «uno spirito libero».
Andare a caccia di emozioni forti non è un buon metodo per ricercare benessere nella vita. In realtà, il benessere non si cerca ma si costruisce con… l’impegno. Ma c’è una bella notizia che potrà restituirti il buon umore, c’è un tipo di impegno che non ti peserà affatto. Puoi impegnarti con te stesso! Puoi farlo per concederti la pienezza di quei periodi di tranquillo appagamento.
Per iniziare a impegnarti con te stesso, ti suggerisco la lettura del mio libro «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», presta particolare attenzione alla storia di Rosaria a pagina 116, riguarda proprio te e il modo in cui riesci a trasformare esperienze potenzialmente belle in un’imposizione! Il libro lo trovi a questo indirizzo amazon e in tutte le librerie.
Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
Se ti è piaciuto questo articolo puoi seguirmi su Instagram: @annadesimonepsi
Seguire le pagine ufficiali di Psicoadvisor su Facebook: sulla fb.com/Psicoadvisor e su Instagram @Psicoadvisor