Segnali che stai permettendo al tuo passato di dominare il tuo presente

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Anche senza accorgercene molti di noi vivono costantemente con una sorta di “peso emotivo”; una tassa aggiuntiva sul prezzo dei propri giorni sbagliati. Una tassa quasi sempre troppo salata che racchiude l’intera collezione di occasioni mancate. Siamo abituati a lamentarci più che a gioire. Spesso il cambiamento spaventa più delle situazione che appare insopportabile , e più o meno consapevolmente,  preferiamo restare dove siamo, per quanto non ci si stia bene. Ci si affeziona talmente tanto che piuttosto che liberarsene e provare l’ebbrezza di camminare più spedito, si cerca magari qualcuno con cui condividerne il peso. Facciamo fatica a concederci leggerezza, perché spesso la viviamo come senso di colpa, forse temiamo che, se siamo leggeri, non troppo affaticati e angosciati, la vita ci riserverà qualche brutta sorpresa: allora la pesantezza serve come talismano

Che cos’è un peso emotivo o zavorra emotiva?

Una zavorra emotiva altro non è che un peso che ci trasciniamo inconsapevolmente, un carico che ci accompagna dal mattino fin alla sera; un carico che ci indebolisce e che ci limita nelle nostre esperienze. Non lo vediamo ma c’è: è come se portassimo sempre con noi un carico di 100 chili.

Quando decidiamo di portarci dietro la nostra zavorra emotiva?

Più di un secolo fa, quando Sigmund Freud iniziò a parlare di “inconscio”, ebbe inizio un percorso di ricerca su quest’ombra che tutti portiamo dentro di noi, misteriosa e invisibile. Non si può vedere né toccare, ma puoi trovarlo nelle ragioni delle tue azioni. E’ un po’ come per i sapori, se prima di mangiare una certa cosa ne mangi una che ha un gusto contrastante ciò che sentirai al secondo assaggio sarà influenzato dal primo. E’ talmente banale che non ci rendiamo conto di quanto questa legge valga per ogni nostra esperienza.

Come già accennato, tutti noi, in qualche modo, abbiamo qualche vecchia questione irrisolta, intrappolata nelle profondità del nostro cervello. E’ purtroppo nostra cattiva abitudine non voler affrontare determinate dinamiche, e questo ci porta inevitabilmente a “sotterrare” fatti traumatici o scomodi nei meandri della nostra mente. E’ difficile da accettare che gli stimoli esterni (e anche interni come i nostri pensieri) possano avere un’influenza così marcata e allo stesso tempo nascosta. Che sia così semplice dirottare le nostre percezioni sulla base di ciò che ci capita prima.

Per poter andare avanti, dobbiamo imparare a risolvere le questioni in sospeso

Quando aggrapparsi al passato diventa un’abitudine, rischiamo di portare con noi nel presente e nel futuro, cose che non ci servono più e che appartengono a un altro tempo. Allora, rimorso, nostalgia, rabbia, tristezza, rassegnazione, delusione e disperazione, sembrano accompagnarci costantemente, provocando una grande sofferenza che non sappiamo come gestire. Ciò che stiamo facendo, è permettere che il passato ci definisca, condizionando quello che possiamo o non possiamo fare. Gli eventi accaduti, dicono delle cose di noi che, erroneamente, crediamo rappresentino ciò che siamo stati e che siamo tuttora.

Quindi, ci diamo delle etichette, che stabiliscono la nostra identità e i nostri comportamenti. Erroneamente acquisiamo delle certezze che non fanno altro che condizionare tutta la nostra vita! Per esempio, dal passato potresti aver acquisito come certezza che:

  • “Sono una vittima della sfortuna, sulla quale non ho alcun controllo. Non posso impedirlo, è inutile.”
  • “Non ho amici perché sono troppo timido. Sono fatto così e chi nasce tondo non muore quadrato.”
  • “Nella vita non ho mai scelto, sono una persona indecisa e così mi sono rovinato la vita.”»

Il condizionamento del passato è forte e ci impedisce di migliorarci perché mantiene il nostro sguardo rivolto nella direzione sbagliata, aggrappato a vecchie situazioni, persone ed emozioni. Può sembrare difficile lasciare andare, come se si subisse una perdita, ma il passato non è mai del tutto perduto, perché ogni esperienza può insegnarci e offrirci cose che scopriremo proprio se sapremo guardare avanti; dobbiamo accettare ciò che è stato, nel bene e nel male, per poter accogliere ciò che la vita ci offre.

Solo in questo modo potremo investire tutto il nostro interesse e tutto il nostro entusiasmo nel presente e nel futuro, senza zavorre. L’arte di lasciar andare può essere considerata una vera e propria filosofia di vita attraverso la quale è possibile sentirsi meglio, riuscire ad affrontare tutto (lavoro, relazioni, passioni) con maggior serenità. Eliminare le “zavorre ” interiori non è sempre semplice ma in questo articolo cercherò di darti consigli utili a riguardo.

Come vivere meglio liberandosi delle zavorre emotive

Per prima cosa, devi sapere che tutte le questioni in sospeso si risolvono nel luogo più importante: dentro di te. Trovare l’equilibrio emotivo è il primo passo per disattivare il peso delle questioni in sospeso.

1. Assumere nuove prospettive

Per disfarti di questo carico che ti trascini dovrai assumere nuove prospettive:

  • Io non sono la persona che mi ha ferito, sono molto più delle mie ferite e delle mie delusioni.
  • Il passato non deve rendermi prigioniero/a del mio presente.
  • Se in passato ho commesso degli errori, non significa che io sia una persona sbagliata
  • Posso aver sprecato delle occasioni  ma ciò non deve pregiudicare le scelte del presente

2. Controllare le emozioni negative

Le emozioni negative devono essere gestite, trasformate in maniera tale da farle diventare uno stimolo positivo. Se per esempio litighi con il tuo partner, cogli l’occasione per riflettere, per capire cos’ha fatto scatenare lo scontro. In questo modo individuerai il problema e capirai come affrontarlo.

3. Individuare i propri veri bisogni

Partendo dal presupposto che tutto ciò di cui hai davvero bisogno sei solo tu e nessun altro, devi domandarti: quali sono i miei bisogni, le mie necessità? Cerca di capire di cosa hai realmente bisogno, cosa ti occorre per star bene. A volte possono essere solo passioni, hobbies (dipingere, sport etc) talvolta potresti scoprire che il lavoro che svolgi non ti gratifica e che è giunto il momento di cambiar vita. Se non riesci a conoscerti, ad individuare le tue reali esigenze continuerai a vivere con questo peso enorme sullo spirito (senza sapere il perché).

4. Valorizzare le mete raggiunte

Quando vi sono periodi particolarmente negativi, di crisi, cala vertiginosamente anche la fiducia in se stessi. L’autostima è il pilastro fondamentale della tua vita e va salvaguardata a tutti i costi. Impara a valorizzare i traguardi raggiunti! Prova a scriverli su un foglio di carta. “Vedere” nero su bianco ciò che in passato sei riuscito/a a realizzare ti aiuterà a credere nuovamente nella tua persona.

5. Il diario delle emozioni

Più volte ho consigliato di scrivere un “diario delle emozioni” per riuscire a conoscere meglio se stessi e a gestire le situazioni negative. Anche per imparare l’arte di lasciar andare può essere utile un diario del genere aggiungendo una sezione dedicata alla gratitudine. Spesso il ricordo delle esperienze positive ha vita breve, cade velocemente nell’oblio. Descrivendolo su un diario lo ricorderai con maggior lucidità, con più dettagli, l’esperienza apparirà più viva ai tuoi occhi. Attraverso la scrittura la mente si “focalizza” permettendoti di rielaborare ciò che ti è accaduto, traendone il meglio.

6. Autoironia

Le persone auto-ironiche sono quelle che vivono meglio. Se ti alleni a ridere delle tue disavventure riuscirai a superare i problemi con meno sforzi e più leggerezza. Cerca di cogliere il lato comico delle situazioni, evita solo di lamentartene, aggiungi sapore alla vita e sarà più semplice lasciar andare le situazioni negative!

7. Libera le tue emozioni

Oggigiorno uno dei problemi principali delle persone è quello di trattenere le emozioni. Trattenersi in questo modo può creare seri problemi, vere e propri esploit emotivi che hanno un effetto devastante sulla tua stabilità (altro che lasciar andare la negatività!)

Sei triste e con le lacrime agli occhi? Piangi! Ti hanno fatto arrabbiare? Arrabbiati con il responsabile. Esponi i tuoi stati d’animo, non reprimerti! Adesso il tuo futuro deve essere il riflesso di una bella parola: speranza. Lascia andare quello che non ha rimedio, quello che ormai è andato perduto, quello che è scaduto e investi tutte le tue energie e la tua fiducia nel presente.

Lascia andare ciò che non ti occorre e riprendi a vivere

Lasciare andare richiede coraggio, qualche volta anche una piccola dose di incoscienza, ma consente di fare spazio a ciò che davvero merita di abitarci dentro. Ci insegna a trattenere ciò che merita di restare. Senza scuse, alibi e contrattempi. Per riscoprirsi fieri di se stessi. Per ritrovare quella leggerezza che non é superficialità, ma capacità di superare i propri confini.

Inizia a conoscerti davvero

Lavora sulla tua identità centrale: impara a ridefinirti, passo dopo passo. Cambia la percezione che hai di te stesso. In che modo? Imparando a conoscerti meglio. Metti nero su bianco i tuoi successi (anche piccoli!).

Prova a scrivere su un foglio, tutte le volte che sei riuscito a centrare un obiettivo. Focalizza ciò che hai fatto e inizia a definirti con queste nuove informazioni. Nella vita avrai raccolto indubbiamente delle soddisfazioni, solo che queste non vengono fissate facilmente nell’inconscio che preferisce mantenere una “costanza”. L’inconscio è come un database atemporale che ripropone solo vecchi feedback. In pratica il tuo inconscio si forma precocemente, durante l’infanzia e poi con quel che ha appreso in quel periodo, influenza tutta la tua vita (con i meccanismi inconsapevoli).

Fai sapere a te stesso che ce l’hai già fatta. Sei già riuscito -in passato- a superare diverse forme di autosabotaggio e quindi puoi ancora farcela. Coltiva la fiducia in te stesso. Anche in questo contesto, un percorso psicologico potrebbe fare la differenza.

Per sentirti sempre a tuo agio nella vita, hai bisogno di attribuirti il giusto valore

Per aiutarti in questa grande impresa, ho scritto un nuovo libro, s’intitola «d’Amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce». È la carenza d’amore che ha ridotto a brandelli la stima che avevi di te… ma è l’amore che oggi scegli di dedicarti che può guarirti…perché come ho scritto nell’introduzione al mio libro: “Non è mai l’amore di un altro che ti guarisce ma l’amore che decidi di dare a te stesso”. Il libro puoi acquistarlo in libreria o a questa pagina Amazon.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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