Ognuno di noi ama come sa farlo, come ne è capace, e questo dipende, in gran parte, dal quello che è stato il proprio vissuto emotivo familiare. Questo vale per tutti, compresi i nostri genitori. Il punto è che, per poter crescere ed evolvere, è necessario essere consapevoli dei propri ostacoli interiori e agire per superarli. Per fare questo dobbiamo capire chi siamo e come stiamo funzionando.mA chi stiamo delegando il nostro potere? Come stiamo limitando la nostra vita? Il limite può essere la nostra zona di comfort da cui non siamo pronti a uscire. Magari inconsapevolmente. Questo, però, ci offre la scusa per continuare a fare le vittime e lamentarci di una vita senza stimoli.
A volte ci accontentiamo ma non ce ne rendiamo conto
Il termine accontentarsi può avere una valenza mista in quanto può assumere una connotazione positiva o negativa in base al contesto. Dal dizionario Treccani: accontentarsi = essere o ritenersi contento. Implica un grado di soddisfazione adeguato o accettabile, anche se non ideale. Non vuol dire rassegnarsi o subire, oppure fare finta di essere appagati.
Il vecchio detto “Chi si contenta gode” indica proprio questo: colui che non pretende di andare oltre le sue possibilità, e si gode quel che ha raggiunto. Non esclude nemmeno ambire a qualcosa di meglio: possiamo benissimo goderci questo momento, e al tempo stesso progettare un futuro migliore. Per esempio, potremmo sicuramente accontentarci di trovare inaspettatamente una somma di denaro anche se modesta, tuttavia non ci accontenteremmo di ricevere uno stipendio al di sotto dello standard salariale.
Quando ci accontentiamo senza saperlo
A volte ci si accontenta senza rendersi conto: ci si auto-convince di essere del tutto appagati, o che il partner sia in tutto e per tutto la persona che vogliamo al nostro fianco. La nostra psiche è molto complessa, a volte, pur di evitare frustrazioni, conflitti interni ci convinciamo di volere quello che abbiamo, o di non volere quello che ci manca. Un processo inconscio che nella psicologia è definita dissonanza cognitiva. In pratica facciamo come nella favola de “La volpe e l’uva”. Questo spiega perché certe coppie dichiarino una piena soddisfazione (in buona fede), anche se dall’esterno le mancanze della coppia, o il loro accontentarsi, ci appare evidente.
Segnali che ti stai accontentando in amore
Perché ci accontentiamo di relazioni mediocri, che non ci appagano e che non vogliamo davvero? Come capiamo che ci stiamo accontentando? Charles Bukowski definiva così le persone che restavano insieme pur di non restare sole: “Accontentarsi di chiunque pur di non restare soli. Se dovessi spiegare a parole l’infelicità, lo farei così”… Certo non bisogna nemmeno cadere nella trappola opposta, quella di cercare l’uomo o la donna perfetti. Non accontentarsi in amore non significa cercare la perfezione; ma significa cercare felicità, complicità, emozioni, passione e soprattutto rispetto.
Può sembrare difficile, ma in realtà, l’accontentarsi ha dei segnali molto evidenti nella vita di tutti i giorni. Magari si sta bene in coppia nel momento iniziale, però man a mano che il rapporto va avanti ci si adatta a certe situazioni che prese singolarmente non implicano grandi sacrifici, ma nel lungo periodo, tutte insieme, portano rancore, rabbia, delusione, frustrazione, insoddisfazione.
Perché l’accontentarsi in una relazione sentimentale diventa disfunzionale?
Il fatto è che ci sono una miriadi di casi in cui è meglio chiudere una relazione piuttosto che accontentarsi. Per esempio quando non si è ricambiati, quando ci si trova in una relazione complicata che esaurisce ogni energia o quando si vive una storia abusiva, dove più si è maltrattati, più ci si sente legati e attratti. O quando si capisce che l’innamoramento che si sta sperimentando sta distruggendo la propria vita e la propria personalità.
Quando ci annulliamo per l’altro, quando veniamo meno alle nostre necessità, quando diciamo sempre di sì per paura che un no possa generare un’offesa e quindi un conseguente distacco. Quando facciamo da terzo incomodo! E’ chiaro che accondiscendere alle situazioni appena elencate non solo non fa bene, ma fa proprio tanto male.
Perché è importante non accontentarsi?
Perché può salvarci la vita, darci una nuova prospettiva sull’esistenza. Ci permette di fare un salto di qualità e di innamorarci nel modo più sano, in una relazione sana, con una persona sana. Ci sono amori che sono camere a gas e innamoramenti che sono delle vere e proprie trappole mentali, ecco perché in questi casi è importante allontanarsi, sul serio e per davvero, lasciare andare, liberare mente e cuore. Distaccarsi al 100% senza ripensamenti, rimpianti e rimorsi.
La verità è che dovremmo tutti restare single fino a quando non troviamo qualcuno che è compatibile con il nostro carattere. Quando questo non accade, si finisce per litigare per ogni cosa semplicemente perché non si è sulla stessa lunghezza d’onda.
Star bene senza avere per forza qualcuno nella propria vita, è la più grande battaglia che una persona possa vincere. La solitudine non è una cosa negativa ma è un modo per conoscersi meglio. Stare bene da soli è il primo passo per la felicità. Solo le persone che non si accontentano mai di chiunque sono capaci di andare avanti senza paura e affrontare le avversità. La solitudine va assorbita, capita, percepita affinché la mente si apra e rifletta su cosa fare. Stando soli con noi stessi, nel buio, siamo vicini a quella che Jung definisce “l’Ombra”, ovvero l’aspetto più nascosto e segreto del nostro essere.
Impara ad ascoltarti
Quante volte hai pensato che il tuo amore, il tuo impegno, bastasse per due? Ma le relazioni che funzionano sono quelle nelle quali entrambi decidono di mettersi in gioco sul serio… Impara ad avvertire ciò che senti veramente, a decifrare i messaggi preziosi che arrivano da dentro. Forse non ne sei consapevole ma stai deviando esclusivamente i tuoi bisogni emotivi sulla relazione. Prendi confidenza con quello che la vita ti sta dicendo e indicando. Un amore mediocre diventa pericoloso se diventa il mezzo esclusivo per la tua realizzazione.
Quando ci si accontenta si tende a colmare quel vuoto con dei sostituti. Il classico esempio è dato dal rifugiarsi nel cibo in modo ricorrente, le maratone di serie tv divengono una fondamentale consolazione così anche come lo shopping, il gioco d’azzardo e l’alcol.In alcuni casi creiamo con loro un rapporto morboso, assoluto, distruttivo e dimentichiamo che loro non sono il nostro vero amore, quello che in realtà stiamo cercando. Sono dei rimpiazzi con cui fingiamo di appagarci, che crediamo indispensabili per calmarci, per sentirci completi.
Non pensi di dover meritare il meglio dalla vita?
Purtroppo trovare il vero amore non è facile, ciascuno di noi porta nelle storie d’amore il proprio modo di essere, la propria capacità di vedere il mondo, le proprie fragilità, la propria storia. ciò che non dobbiamo smettere di fare è augurare il meglio a noi stessi, ecco perché non dovremmo mai accontentarci!
Partiamo dal presupposto che l’amore fa stare bene, in caso contrario si tratta di un sentimento ben diverso, un qualcosa di differente che ci tiene intrappolati in una sorta di prigione e non ci permette di vedere la porta spalancata davanti a noi. Essere rifiutati non piace a nessuno ma restare aggrappati a un amore a senso unico ci impedisce di andare avanti. È la nostra ostinazione a tenerlo in vita.
Quindi, per superare un amore non ricambiato e smettere di soffrire è essenziale abbandonare la partita, lasciare andare le illusioni, arrendersi (non si può obbligare qualcuno a provare qualcosa che non sente), accogliere il dolore del rifiuto e tornare a investire su se stessi. Perché non è che la tua vita si risolve così per magia. La magia ce la devi mettere tu. Sei tu la tua bacchetta magica. Solo tu hai il potere di brillare. E io cara lettrice o lettore, mi auguro che tu possa dire a te stesso: io non “VOGLIO” accontentarmi di un amore sbagliato!
Allora cosa fare? Impara a osservare le relazioni che stringi e soprattutto, impara a sintonizzarti con il tuo mondo interiore, su quelli che sono i tuoi bisogni inconsci che cerchi di appagare mediante gli altri ma che potresti benissimo soddisfare da te! Semplicemente, nessuno ti ha mostrato ancora come si fa. Quando veniamo al mondo, ci insegnano a leggere e a scrivere, ci insegnano la matematica, la storia, tutti apprendimenti importanti, per carità… ma si dimenticano di fornirci una buona educazione psicoaffettiva, che è il presupposto necessario per crearsi una vita felice. Se ti va di fare un “corso di recupero accelerato”, ti consiglio la lettura del libro «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce» (disponibile in tutte le librerie e su amazon, a questo indirizzo), troverai un bel po’ di risposte su come funziona il tuo mondo interiore e finalmente riuscirai a perseguire i due scopi fondamentali della vita: coltivare intimità e vicinanza e, al contempo, affermare la tua identità e autonomia.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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