Alcune persone sembrano dotate della capacità di risultare gradevoli agli altri: iniziano conversazioni, tutti li ascoltano, fanno amicizia, e magari seducono senza apparente sforzo. In realtà pochissimi sono naturalmente dotati di questo charme, ma non è solo questione di doti innate: diversi fattori che determinano il nostro successo sociale sono stati analizzati dalla scienza, e possono essere coltivati.
L’impressione iniziale
Le ricerche hanno mostrato che le persone spesso si fanno un’opinione iniziale di qualcuno semplicemente basandosi sul suo aspetto. Alexander Todorov, professore di psicologia a Princeton, ha dimostrato che le persone sviluppano giudizi sulla simpatia, l’affidabilità e la competenza di qualcuno dopo aver visto il loro volto per un decimo di secondo.
Imparare a sorridere
E’ vero che alcune reazioni sono collegate a caratteristiche fisiche che non possiamo modificare, ma altre (come il fidarsi e persino l’attrazione) dipendono in buona parte dalle espressioni facciali. Quindi, anche se non possiamo alterare i nostri connotati, possiamo però modificare la nostra espressione e sorridere. Le ricerche di Todorov mostrano come un volto felice e sorridente viene percepito come degno di fiducia, caloroso e socievole. Questo effetto funziona anche successivamente, permettendoci di recuperare una prima impressione negativa: l’importante è saper trasmettere un’impressione emotivamente positiva.
Tre modi di apparire amichevole
Il nostro cervello scandaglia costantemente l’ambiente circostante, per cogliere segnali di eventuali minacce od opportunità (è una funzione che ci ha permesso di sopravvivere per milioni di anni in ambienti ostili, ed è attiva tuttora). Quando ci approcciamo a qualcuno, ci sono tre modi primari che segnalano a quella persona che non siamo ostili:
- Un rapido inarcamento delle sopracciglia (si alzano e si abbassano in una frazione di secondo)
- Una leggera inclinazione della testa
- Un sorriso
Se queste modalità non ti vengono spontaneamente, puoi imparare praticandole. Ovviamente bisogna evitare di esagerare, altrimenti si risulterà artificiosi o persino inquietanti: la parola chiave dovrebbe essere “naturalezza”.
Trucchi per piacere di più
Una volta entrati in contatto con una persona, ci sono una serie di comportamenti che ci possono rendere più piacevoli ed interessanti ai suoi occhi. La prima regola è quella di porre l’altro al centro della situazione, piuttosto che se stessi: dedicati all’altro e a quello che può farlo sentire bene, invece di restare concentrato su quello che vorresti ottenere tu.
1. Fai parlare l’altro
Quando iniziamo una conversazione, vuoi per nervosismo o per cercare di impressionare l’altro, spesso tendiamo a parlare molto di noi. Questo è un grave errore, perché ogni persona è interessata prima di tutto a se stessa: perciò il modo migliore di farla sentire bene è quello di farla parlare di sé (questo può non valere per persone particolarmente riservate, almeno fino a che non si sentono a loro agio). Quindi poni delle domande, e ascolta con interesse le risposte. Se hai difficoltà a trovare spunti, puoi basarti su:
- Dettagli dell’altra persona (aspetto, abbigliamento, voce…)
- Ambiente circostante (persone, oggetti, località…)
- Condividere brevemente una tua opinione, e chiedere cosa pensa l’altro in proposito
All’inizio è opportuno non fare domande eccessivamente personali; ma quelle sono comunque meglio di restare sul vago e sul banale, direzione che porta facilmente la conversazione a spegnersi. Meglio rischiare un po’ (magari scherzando sulla propria curiosità), piuttosto di apparire insignificanti.
2. Mostra interesse per l’altro
Mentre l’altra persona parla, osservala dedicandogli la tua totale attenzione. Ricevere l’attenzione incondizionata di qualcuno ci fa sentire importanti e apprezzati, una sensazione molto piacevole che di solito non lascia indifferenti.
Fai caso al tono della voce, all’intensità dello sguardo, alle emozioni espresse, alla gestualità. Quando viene espresso qualcosa che colpisce la tua attenzione, annuisci, inarca le sopracciglia o emetti un lieve suono di sorpresa o approvazione: mostra di stare seguendo ciò che viene detto.
Se fai fatica a concentrarti sull’altro, un trucco è quello di focalizzare l’attenzione sui diversi colori delle sue iridi: in questo modo il tuo sguardo mostrerà interesse.
3. Fai sentire bene l’altro
Un sistema efficace per risultare gradevole, è quello di far sentire bene l’altra persona a proposito di se stessa. Puoi farle dei complimenti sull’aspetto, oppure sulle sue capacità o sui risultati ottenuti (se li conosci; se invece non li conosci, informati facendo domande, e mostrando apprezzamento su quello che viene detto). Quando fai complimenti, cerca di essere sincero e di non esagerare; in generale tutti gradiamo sentirci apprezzati, ma se l’apprezzamento suona insincero o eccessivo, diventiamo diffidenti o increduli.
Un modo indiretto di far sentire bene l’altro, è farlo parlare delle cose che ama o di cui va fiero. Quando intuisci che un certo argomento è caro al tuo interlocutore, mostra interesse e chiedi di raccontarti quello che sa o che ha fatto in proposito. Se non sai nulla di quella persona, puoi chiedere ad amici comuni di riferirti qualcosa di significativo che la riguarda.
4. Trova qualcosa in comune
Anche se siamo tutti diversi, in quanto esseri umani abbiamo sempre qualcosa in comune con le altre persone: interessi, gusti, opinioni, esperienze. Quando l’altro scopre che abbiamo qualcosa in comune con lui, ci sente più affini e più vicini. Quindi trova elementi condivisi, falli notare e fanne argomento di conversazione.
Anche quando siete in disaccordo su qualcosa, cerca di ascoltare la sua opinione in proposito, piuttosto di preparare la tua replica (che è quello che istintivamente tendiamo a fare). Se ascolti con attenzione, è probabile che trovi qualche punto condiviso o comunque apprezzabile.
5. Rispecchia l’altro
Un altro elemento che ci rende gradevoli è quello di “rispecchiare” il linguaggio corporeo dell’altro (“mirroring” nel linguaggio della PNL – Programmazione Neuro Linguistica). “Rispecchiare” qualcuno vuol dire imitare la sua postura e i suoi gesti (ma in modo sottile e non immediato, non deve diventare uno scimmiottamento). Quando due persone parlano e i loro corpi si muovono in sintonia, è segno che quelle persone hanno una buona intesa: quindi emulare i suoi comportamenti fa sentire all’altro che siete in sintonia.
6. Rivelati poco per volta
Come detto prima, parlare molto di se stessi in genere provoca reazioni sgradevoli. Questo però non vuol dire che dobbiamo restare silenziosi o impenetrabili: piuttosto, è bene rivelare informazioni su di sé poco alla volta, in modo da stimolare la curiosità dell’altro. Un po’ come le briciole che Hansel e Gretel lasciavano per segnare il cammino, scoprire una serie di piccoli dettagli funziona come “invito” per l’altro a venire verso di noi per conoscerci meglio.
Rivelare parti di sé, o proprie esperienze, serve anche come stimolo perché l’altro si apra e si confidi. Spesso le persone esitano a mostrarsi, perché temono di essere giudicate o ferite: nel momento in cui sono io che mi scopro, però, l’altro sente di poter fare altrettanto. Uno dei sistemi migliori per indurre una persona a fidarsi di te, e ad aprirsi, è proprio quello di mostrare fiducia e apertura per primo: l’altro si sentirà ispirato a fare lo stesso.
7. Agisci a fin di bene
Anche se queste tecniche sono fondamentalmente semplici e innocenti, possono essere usate sia in modo costruttivo che malevolo. Il mio intento è quello di aiutarti a diventare più socievole e apprezzato, non subdolo e manipolativo: non solo non sarebbe etico, ma finirebbe col danneggiare la tua vita sociale.
Regola fondamentale…Sii sincero
Se assumi questi comportamenti solo per arrivare ad uno scopo, senza curarti dell’altro (per esempio: ti faccio parlare solo perché voglio arrivare a fare ses*o con te), è probabile che risulterai meccanico e innaturale. Cerca piuttosto di concentrarti sul desiderio di creare interazioni umane autentiche, anche se per pochi minuti; interessati davvero all’altro, fallo sentire sinceramente apprezzato.
Puoi cercare di “amplificare” quello che provi, ma se lo simuli completamente gli altri se ne accorgeranno e ti eviteranno. E’ quello che capita a chi segue in modo meccanico le tecniche di comunicazione o di seduzione, e si ritrova il vuoto intorno: “Ho fatto tutto quello che mi hanno consigliato, non capisco perché nessuno mi vuole”. La tecnica da sola non basta, bisogna anche “metterci il cuore”
Non puoi piacere a tutti
Molti si abbattono quando vengono rifiutati, e pensano di essere sbagliati e indesiderabili. Oppure vorrebbero piacere a tutti, senza mai riuscirci. In realtà, nessuno può piacere a tutti: ci sarà sempre qualcuno a cui non puoi piacere, o che non piace a te. Quando veniamo rifiutati, vuol dire semplicemente che non siamo in sintonia con i gusti e i bisogni di quella persona, non che siamo privi di valore. La soluzione non è sforzarsi per piacere di più, ma andare verso persone con cui siamo in sintonia.
Nessun essere umano è un’isola
Infine, qualche parola di incoraggiamento per chi fatica a sviluppare relazioni sociali: non sei sbagliato o incapace, è solo che nessuno te l’ha insegnato, ed è un campo piuttosto complicato. Invece di scoraggiarti, vedilocome un lungo cammino da percorrere a piccoli passi.
Puoi sempre migliorare
Per creare relazioni positive, devi avere la piena consapevolezza di avere qualcosa di valido da offrire. Se pensi di valere poco o nulla, sei come un seme che non è ancora fiorito. Ma non è mai troppo tardi per iniziare a sviluppare le tue capacità: tutti abbiamo talenti nascosti, o potenziali non ancora espressi. Se ritieni di essere poco interessante, di avere ben poco da dire, forse è il caso che ti dedichi a migliorare te stesso e la tua vita. Non si tratta di diventare un altro, ma di diventare una versione più “evoluta” di te stesso.
Sappi che sentirsi solo è normale!
Se ti ritrovi spesso solo, nonostante i tuoi tentativi di socializzare, non abbatterti troppo e, soprattutto, non pensare di essere “anormale” o l’unico: in realtà, sentirsi soli è parte della condizione umana – e capita a chiunque. Lo so! La solitudine interiore provoca disagio e fa paura, ma per vincerla è necessario accoglierla. Anziché cercare di evitarla collezionando relazioni, buttandoti nel lavoro, facendo shopping o lasciandoti andare ai piaceri della tavola (in altre parole, colmando il vuoto con una dipendenza), devi fermarti ad affrontarla. La solitudine interiore è un messaggio di qualcosa che non va e solo mettendoti in ascolto puoi risalire alla sua origine e sconfiggerla. Essa può aprirti nuove strade, perché solo stando davvero bene solo con te stesso, potrai vivere bene con gli altri.
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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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