Tutte le coppie litigano ed è normale che, prima o poi, i due partner si feriscano a vicenda. Risulta importante, come ha evidenziato il lavoro dello psicologo John Gottman, considerare che la discriminante non è tanto nella discussione o
La rabbia si configura come un motore, una miccia che spinge ad agire e che motiva al cambiamento. Se all’interno nel conflitto della coppia è maggiormente presente tale emozione invece del disprezzo, allora la coppia durerà più a lungo, in quanto permane la volontà e la motivazione a modificare gli aspetti problematici. Quando subentra quindi il disprezzo inizia la fine della relazione.
Per approfondimento ti consigliamo la lettura dell’articolo “Come comportarsi con una persona arrabbiata“
Espressioni della rabbia
Le sensazioni della rabbia includono pressione, tensione e calore: la frequenza cardiaca, respirazione e pressione sanguigna aumentano e il volto può arrossire. Se non si sta parlando vi è la tendenza di serrare la mandibola e protendere il mento, e si può anche sentire l’impulso di avanzare verso il bersaglio – il partner. Nello specifico, si manifesta con le seguenti espressioni appartenenti alla rabbia:
1) Sopracciglia abbassate e convergenti: le estremità interne puntano verso il naso (tecnicamente, contrazione dei m. corrugatore, procero, depressore del sopracciglio)
2) Le palpebre superiori spingono verso le sopracciglia, mentre vi è un tensione di quelle inferiori che spingono verso il naso (m. elevatore palpebrale superiore e orbicolare dell’occhio nella parte interna)
3) Le labbra si assottigliano e possono assumere due posizioni:
- Se chiuse la mandibola è serrata, come anche le labbra ma non sono arricciate (m. orbicolare della bocca)
- Se aperte assumono una forma squadrata o rettangolare, lasciando scoperti i denti (m. depressore del labro e orbicolare della bocca)
4) La mandibola è protesa all’infuori.
L’emozione subdola
“Sebbene il disprezzo per l’altro ci faccia sentire superiori ad un’altra persona, anche chi è in una posizione socialmente subordinata può provarlo per i suoi superiori… Chi è in basso sa di trovarsi in basso agli occhi degli altri, in un certo senso sa di essere oggetto di sprezzo per gli altri”– William I. Miller
Molto spesso nell’analisi della gamma emozionale, l’emozione del disprezzo viene sottovaluta e non riconosciuta. Gli studi evidenziano come gli effetti del disprezzo sugli altri siano tutt’altro che gradevoli.
Gli studi elaborati da Gottman e colleghi hanno dimostrato come questa emozione, in ambito sentimentale, rappresenti l’inizio della fine. Infatti, il disprezzo rappresenta l’indice predittivo più potente della rottura della coppia.
Se in ambito sentimentale uno dei partner
- Non reagisce agli errori dell’altro sebbene disapprovi il comportamento dell’altro;
- Si sorprende ad osservare l’altro con ostilità;
- Arriccia il naso quando l’altro fa delle osservazioni;
- Sorride spesso ma in maniera accondiscendente;
Dal punto di vista della comunicazione verbale, il disprezzo può manifestarsi attraverso gli insulti, il sarcasmo, l’umorismo ostile, lo scherno beffardo e con l’ignorare l’altro. L’intento di chi lo attua è quello di annientare la capacità di rispondere dell’altro.
Le espressioni del volto del disprezzo:
- Angolo della bocca tirato orizzontalmente (m.bucinatore)
- Presenza di fossette agli angoli della bocca (m.bucinatore)
- Innalzamento del mento (m.mentale)
- Sollevamento unilaterale del labbro (m.elevatore labiale superiore)
- Le palpebre appaiono più rilassate che tese (m.elevatore palpebrale superiore)
- Innalzamento di un solo angolo della bocca (m.zigomatico maggiore)
- Stiramento dell’angolo della bocca (m.bucinatore)
Come gestiamo questi comportamenti emotivi?
Indipendentemente dal contesto in cui il disprezzo e la rabbia si manifestano il primo passo da compiere è quello di prenderne atto dall’osservazione e successivamente utilizzare adeguate strategie comunicative.
- Nelle situazioni di rabbia, la strategia comunicativa è quella di mostrarsi aperto e disponibile al fine di aiutare l’interlocutore a raggiungere i suoi obiettivi “Cosa fare?”
- Nel disprezzo invece bisogna capire con precisione l’origine del disprezzo. Non insistere, soprattutto verbalemente, ma compiere comportamenti nella direzione opposta dell’origine del disprezzo.
In tal modo si diminuiscono le probabilità che l’altra persona manifesti l’emozione. L’emozione genera azione.
A cura di Silvia Suppa – NeuroComScience
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