Soffrire per amore: cosa si nasconde davvero dietro la tua sofferenza

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Quanto tempo ci vuole per dimenticare un amore? Quanto tempo ci vuole per superare la fine di una storia? Ecco le domande poste più di frequente da chi si ritrova a soffrire per una delusione d’amore. E insomma, non si può certo essere stupiti che a fronte del dolore o della tristezza provocata da una relazione finita male ci si domandi quanto tempo ci vuole per dimenticare un grande amore. La fine di una relazione lascia dietro di sé una scia di dolore. Infatti, alcuni rapporti restano relegati nel nostro passato remoto, vanno ad occupare un posto in uno dei cassetti del nostro armadio mentale.

Ci sono delle relazioni il cui ricordo è molto resistente e ritorna in qualsiasi momento, anche se sono passati molti anni; si tratta dei grandi amori

Chiunque abbia vissuto un grande amore sa quanto sia difficile dimenticare quel rapporto. Puoi proportelo consapevolmente, puoi vivere nuove esperienze e incontrare altri, ma il ricordo di quel rapporto è ancora presente, come se lo avessi vissuto ieri. Come mai? È impossibile dimenticare un grande amore?

Affrontare la fine di un amore con consapevolezza non significa non soffrire, perché la fine di una relazione porta con se sogni, progetti, momenti di vita vissuti davvero intensi. Poco importa che il proprio ex stia vivendo una nuova relazione. Si continua a rimanere aggrappati a qualcosa che non c’è più, nella speranza di un ritorno e questo tipo di dolore può durare anche anni. Ciò che alimenta la sofferenza, il suo carburante, sono i pensieri, montagna di pensieri su ciò che si è vissuto. Non si riesce a pensare ad altro, non si vive nel presente ma in un passato remoto che non può tornare.

Ma è sempre l’ex la causa del proprio malessere?

In realtà molto frequentemente queste situazioni rivelano le nostre paure più inconsce, il nostro senso di inadeguatezza, le nostre limitazioni mentali. Tra queste:
  • credere di valere poco e di non essere interessanti per nessuno:
  • credere di non meritare di essere felici:
  • credere che nessun altro potrà mai essere comprensivo come l’ex
  • credere di essere dei falliti

Hai perso la fonte della tua felicità (difficile dimenticare un ex senza capirlo)

Questa è probabilmente la motivazione più forte, ma di cui siamo meno consapevoli. Il primo motivo per cui stai soffrendo è la convinzione di aver perso chi ti poteva dare tutto questo. Soffrire per amore significa soffrire per aver perso chi ci avrebbe dovuto rendere felici. E da qui nasce la seconda ragione della tua sofferenza. Prima di continuare penso però che sia indispensabile capire meglio le tue emozioni. Non solo sai di aver perso chi ti dava felicità, ma quasi sicuramente pensi che non troverai mai più qualcuno capace di renderti felice. E quindi qual è il tuo vero  problema? Come detto tu vuoi essere felice. Tu vuoi, più di qualsiasi altra cosa, non perdere la tua fonte di felicità!

Il vero problema è che tu vuoi essere felice. Questa persona era capace di farti provare questa emozione e temi di non trovare nulla che possa farti vivere in futuro questa gioia. Questi sono i primi due veri problemi, le reali cause della tua sofferenza. Non stai soffrendo perché ti ha lasciato. Soffri perché hai perso, forse per sempre, la tua felicità. Te lo dico chiaramente: soffrire per amore è impossibile. Nessuno di noi ha mai sofferto perché ama. Tu soffri solo se pensi di non poter essere felice. Solo se non vedi più un senso alla tua vita. Non soffri perché l’amore è finito, ma perché senza questa persona non sei, e non sarai, mai più felice. Che senso ha vivere se non puoi esserlo? Nessuno.

Capire questo è davvero fondamentale. Ricorda che tutti noi vogliamo essere felici.  Se la tua felicità dipende da qualcuno, soffrirai sempre se questa persona prende strade diverse. Ovviamente non puoi imporre agli altri di amarti. Ma puoi imparare a essere felice.

Esistono istruzioni precise su dove cercare la felicità? Mi sembra ovvio di no! Siamo portati a credere che la felicità vada cercata nello stesso luogo in cui l’abbiamo persa, come se si trattasse del nostro maglione preferito. Quel maglione che ti rendeva così felice quando lo indossavi, magari ora può essersi bucato, infeltrito, ristretto…Certo, ora tu sei concentrato su quel maglione, ti avvolgeva così bene, ti piaceva e tu credi che sia quello il custode della tua felicità. Niente di più sbagliato: le persone cambiano, maturano, si evolvono, e così cambia, di volta in volta, anche il “luogo in cui cercare la felicità”. La felicità non è più custodita in quel maglione, è tempo di metterlo da parte insieme a tutti gli altri preconcetti, è tempo di guardare altrove e costruire una nuova prospettiva di felicità.

Il centro della tua vita sei tu e il tuo presente e su entrambi puoi agire sempre e comunque. Citando Marco Aurelio: “Basta poco per rendere felice una vita; è tutto dentro di te, nel tuo modo di pensare”. Le circostanze esterne possono certamente rendere la tua vita complicata ma un ruolo estremamente importante  nel costante tentativo di essere felice è svolto dal tuo pensiero, dai tuoi comportamenti, dalle tue abitudini.

La vita ideale si realizza nel quotidiano. E’ un viaggio, non solo una destinazione

Vedo molte donne e uomini soffrire per un amore perduto, vedo queste persone sprecare tempo ed energie nella speranza di riconquistare quell’amore che ormai non c’è più. Ecco, questo vuol dire essere infelici in modo ingiustificato; non ci è ancora chiaro che la felicità dipende soprattutto dalla nostra scelta di essere felici. Quando un rapporto di coppia si è deteriorato al punto che non ti rende più felice, quando un lavoro ti riempie di disgusto o quando un luogo non è più fonte d’ispirazione e scoperta, ha il dovere verso te stessa di voltare pagina, e metterti in viaggio alla ricerca di qualcosa di nuovo. Se non vuoi far parte di questa schiera di persone inizia a rinegoziare i tuoi bisogni…

Una preziosa guida per conoscerti

Nessuno ha mai tentato di impartirci un’educazione emotiva. Ci insegnano a dire «grazie» e «per favore» ma non ci insegnano ad ascoltare e rispettare i nostri bisogni. Ecco perché ho sentito il bisogno di scrivere un libro. S’intitola «Riscrivi le Pagine della Tua Vita» e t’insegna come imparare a conoscerti, come ascoltare le tue voci e come, finalmente, appagarle. C’è una persona che non dovrebbe deluderti mai: quella persona sei tu! Ricorda: anche tu meriti la tua fetta di felicità in questa vita, abbi il coraggio di allungare la mano per prenderla! È tua, ti spetta di diritto. Puoi trovare il libro in tutte le librerie e su Amazon, a questa pagina. Sarà il regalo più bello che tu possa farti.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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