Superare ghosting e orbiting

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Autore
Psicologa, psicoterapeuta specializzata in psicoterapia cognitiva ad indirizzo costruttivista ed evolutivo. Perfezionata in psicologia giuridica e criminologica e in psicodiagnostica dell’adulto.
Illustrazione: kalypsoillustrations

Superare il ghosting e l’orbiting è possibile con l’allenamento alla consapevolezza.

Questo articolo è dedicato a chi incappa spesso in relazioni “sbagliate”, spende molto tempo a cercare di capire un partner assente, incostante ed incoerente che non definisce né interrompe la relazione senza consentire all’altro di proseguire per la sua strada.

A chi si trova a constatare che il tempo non guarisce alcuna ferita, né apporta nessun cambiamento, anzi intensifica il dolore, la rassegnazione, in un inesorabile peggioramento che porta dritti di fronte ad un muro freddo di silenzi, conflitti e ritorni inconcludenti.

Perché ti capita una persona che fa ghosting e orbiting

Chi malauguratamente colleziona storie d’amore “tossiche” come il ghosting e l’orbiting, non è semplicemente sfortunato, ma non riesce a cogliere gli aspetti profondi di sé maturati e rafforzati nel tempo attraverso le esperienze dolorose che hanno aggrovigliato importanti nodi emotivi.

Questi “nodi” includono pensieri, emozioni, rappresentazioni di sé inconsapevoli che influenzano i comportamenti e conducono, pertanto, a sperimentare un’attrazione per un certo tipo di partner, nonché ad insistere con lui/lei, sperando e impegnandosi anziché andarsene.

Di conseguenza si tende ad interpretare segnali poco rilevanti (come like, visualizzazioni, qualche messaggio o telefonata, una bella serata, una presenza intermittente) come dimostrazioni di affetto concrete, minimizzando le assenze, la confusione dilagante che questi fenomeni, attuati per trattenere una parvenza di rapporto, innescano.

Perdersi nelle fantasie d’amore, in tali casi, è spesso una strategia di protezione dal dolore che, se sentito, mostra i difetti dell’altro, i quali generano dolore e sofferenza e quindi la consapevolezza che tale legame non diventerà mai una vera fonte di benessere.

Non è semplice smettere di idealizzare la persona di cui si è innamorati, anzi, si continua fin quando la situazione degenera e allontanarsi da sole, senza un aiuto specialistico, diventa un’impresa ardua vista l’importanza che il legame assume.

Questa è una pillola piuttosto amara da digerire, ma necessaria per andare avanti: quando non si finisce di sperare, di attendere i messaggi, gli inviti, le chiamate che non arrivano, quando la rabbia e la tristezza non si esauriscono, non resta che ammettere che quella persona è diventata importante, che sia soltanto una presenza virtuale o una storia faccia a faccia, senza ostinarsi ad illudersi di avere la situazione sotto controllo.

La consapevolezza viene prima dell’allontanamento

Quando si tratta di ghosting e orbiting fuori e dentro i social networks, allontanarsi non è necessariamente il primo passo da attuare, bensì iniziare a lavorare sulle proprie emozioni in riferimento alla storia sentimentale, cogliendo i pensieri e le sensazioni corporee che pervadono gli attimi in cui si ravvisa un rifiuto e l’incoerenza.

Partendo dall’inizio la storia va analizzata nei dettagli più salienti; è infatti comune perdersi per strada alcuni pezzi importanti che aiutano a visualizzare, fin dalle prime battute, le sue intenzioni, i desideri e le aspettative, pezzi che, una volta scoperti, ostacolano l’insorgenza di altri legami simili.

Il rischio di bloccare i contatti e allontanarsi improvvisamente senza aver compiuto un attento lavoro personale è di sentire la sua mancanza e quindi tornare da lui/lei, il che potrebbe amplificare i conflitti e i rifiuti, con conseguenze pericolose per il benessere psicofisico.

Chiudere è quindi una decisione da prendere dopo aver fatto chiarezza dei propri bisogni e del periodo che si sta attraversando.

C’è da aggiungere, inoltre, che innamorarsi di una persona che alterna sparizioni e ritorni non succede per caso, ma spesso in relazione ad avvenimenti particolarmente delicati (una delusione sentimentale precedente, la perdita di una persona cara, la fine di un lavoro, un trasferimento, l’uscita di un membro della famiglia) che spingono ad avvicinarsi ad una figura inaffidabile e scostante che tiene “impegnati/e” per non sentire la solitudine, ad esempio, o affrontare ciò che ferisce di più.

Esercizio 1

Accertatevi di essere sole e di non essere interrotte, dunque sedetevi. Prendetevi un po’ di tempo per voi. Individuate un momento significativo (es: un litigio particolarmente importante, quando è sparito).

  • Quale scena vi colpisce principalmente e perché?
  • Quali dettagli di lui/lei vi colpiscono?
  • Cosa sentite mentre osservate questi dettagli?
  • Qual è il momento peggiore di questo episodio?
  • Cosa provate? Cosa vi passa per la testa?

Esercizio 2

Tornate indietro al momento in cui l’avete conosciuto. Provate a rispondere a queste domande:

  • Quando vi siete accorte che era importante per voi?
  • Che periodo era della vostra vita?
  • Ci sono stati importanti cambiamenti?
  • Se lui/lei sparisse per sempre, come vi immaginereste la vostra vita da sole/i? Che effetto vi farebbe stare senza di lui?

Se non siete riusciti/e ad eseguire gli esercizi, non preoccupatevi.

Individuare i periodi di vita, le emozioni e i pensieri potrebbe non essere semplice all’inizio, ma un percorso psicoterapeutico aiuta ad allenarsi a vedere questi elementi con gradualità e con i dovuti tempi.

Autore: Nicole Valery Tornato, psicologa-psicoterapeuta
specializzata in psicoterapia cognitiva 
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Bibliografia
Norwood R. (2013) Donne che amano troppo. Feltrinelli
LeFebvre et al. (2019). Ghosting in emerging adults’ romantic relationship: the digital dissolution disappearance strategy. Imagination, cognition and personality.