Secondo la teoria dell’attaccamento di Bowlby, possiamo ipotizzare che l’amore e l’affinità di coppia nell’età adulta siano riconducibili a livello inconscio al sentimento provato da bambino per la madre. In effetti, è necessario affermare che le relazioni di attaccamento nascono da un bisogno geneticamente programmato e selezionato da un punto di vista evoluzionistico (Teoria Etologica di K. Lorenz, 1935), è su questa base che, negli anni ’50, lo psicoanalista J. Bowlby struttura la sua teoria dell’attaccamento, ampliata poi da osservazioni sul campo eseguite da M. Salter, meglio conosciuto con il suo cognome da coniugata, Ainsworth.
Ispirandoci a questa teoria, proviamo ad individuare il vostro stile di attaccamento e la vostra predisposizione alla relazione di coppia con questo test psicologico Le dinamiche psicologiche coinvolte nella scelta del partner ideale sono diverse e secondo la psicoanalisi occorre considerare la relazione per l’appunto con i nostri genitori.
Durante la fase edipica (intorno ai 5-6 anni) i bambini scelgono il genitore del sesso opposto come oggetto d’amore. Questa relazione farà da base per tutte le relazioni successive: se questo rapporto è stato positivo e soddisfacente, da adulti si cercherà qualcuno con caratteristiche simili. Se il rapporto non è stato dei migliori ci sono due possibilità: c’è chi tende a ricreare la stessa relazione difficile in risposta al bisogno inconscio di superare le difficoltà incontrate nel passato, magari cercando di cambiare alcuni aspetti del proprio partner; dall’altra parte c’è chi cerca qualcuno che sia fondamentalmente diverso o addirittura caratterialmente opposto.
Guardate la foto in alto e scegliete l’immagine che per prima attira la vostra attenzione: non rifletteteci tanto ma scegliete d’impulso, permettete alla vostra parte inconscia di proiettare una scelta primordiale.
RISULTATI TEST PSICOLOGICO
Attenzione: I test psicologici di Psicoadvisor sono realizzati sfruttando il simbolismo e disparate teorie psicoanalitiche, tuttavia è bene chiarire che hanno solo scopo ludico e non possono sostituirsi a qualsivoglia analisi psicologica del soggetto. Queste valutazioni, anche se elaborate secondo criteri statistici e rimarcando teorie psicoanalitiche, hanno solo carattere di curiosità e intrattenimento.
Figura 1|Rapporto distaccato
Date scarsa importanza alle relazioni intime, preferite i rapporti senza troppo coinvolgimento sentimentale. Amate ed esaltate la vostra indipendenza, il vostro vissuto difficile vi vieta di poter dipendere da qualcuno emotivamente: siete voi a condurre il gioco nella coppia. Avete una valutazione positiva di voi, ma una negativa disposizione nei confronti dell’altro sul quale non riuscite a fare affidamento.
Non vi piace esprimere la vostra affettività e i vostri sentimenti, non riuscite a confidarvi e sentire l’altro come un sostegno. Sotto sotto però non fate altro che proteggervi dalle delusioni evitando un coinvolgimento emotivo intenso e mantenendo un senso di indipendenza e invulnerabilità.
Figura 2|Rapporto sicuro
Date molta importanza ai rapporti intimi e non temete di mettervi in gioco sentimentalmente. Siete sicuri e a vostro agio con l’intimità inoltre avete la capacità di mantenere legami molto stretti con il partner senza rinunciare alla vostra autonomia. Siete amabili, meritevolmente circondati, in genere, da persone disponibili e sensibili. La vostra capacità di esercitare un controllo equilibrato sulle relazioni e sul livello di coinvolgimento emozionale danno stabilità al vostro rapporto di coppia.
Figura 3|Rapporto timoroso
Evitate fortemente le relazioni intime per paura di essere delusi: manca la sicurezza in voi stessi e la fiducia verso gli altri; il timore dell’intimità rischia di portarvi all’isolamento sociale.
Non vi sentite degni di attenzioni e vedete gli altri come mal disposti inaffidabili rifiutanti. Vi proteggete dal rifiuto evitando un forte coinvolgimento emotivo con il vostro partner e tendete ad assumere un ruolo subordinato nelle relazioni affettive. Vi manca un controllo equilibrato della relazione e la fiducia che potrebbe sostenervi e rassicurarvi.
Figura 4|Rapporto equilibrato
L’uno non esclude l’altro, anzi, aiuta a darvi stabilità personale e pazienza per una convivenza equilibrata. Tra le doti migliori: valorizzare l’individualità di ogni persona senza imporre la propria e senza nemmeno sottometterla. Siete generosi nel condividere le vostre cose e riuscite a trovare il giusto equilibrio in qualsiasi situazione o malinteso. Siete voi che con molta calma e pazienza, riuscite a mitigare eventuali litigi. Avete la capacità di sorprendere positivamente il vostro partner….insomma con voi non ci si annoia. Altra nota importante…..siete molto bravi a letto, il che non guasta.
Figura 5|Rapporto complice
Siete felici di essere in coppia e la cosa funziona piuttosto bene: ma non per questo vi tagliate fuori dal resto del mondo! Per voi uscire, vedere degli amici e mantenere i propri spazi di libertà è fondamentale.
Per voi insomma amare non significa emarginarsi, ma crescere insieme e migliorarsi ma soprattutto interagire con gli altri e confrontarsi. Non temete di essere lasciati, il vostro è un rapporto che si basa molto sul dialogo.
Figura 6|Rapporto preoccupato
Vi lasciate coinvolgere a dismisura nelle relazioni intime: esprimete, comunicate le vostre emozioni, avete fiducia nell’altro, vi prendete cura del partner lo utilizzate come base sicura. Il vostro benessere personale dipende dall”essere valorizzati dal partner che spesso viene idealizzato. Non vi sentite degni di attenzioni e vi sforzate di accettarvi attraverso l’approvazione delle persone che stimate.
Avete una valutazione positiva degli altri ma non di voi stessi. Sebbene voi dipendiate fortemente dal partner per cercare di mantenere una immagine positiva di voi, rischiate di adottare a volte uno stile troppo controllante.
Per fortuna, nella vita non si smette mai di imparare
Ciò significa che, con le esperienze giuste, possiamo apprendere un nuovo stile di attaccamento, più sicuro. Per compiere questo apprendimento, abbiamo bisogno di lavorare sul nostro senso dell’identità personale e su come “leggiamo” gli altri e le loro azioni. Quindi, come avrai intuito, lo stile di attaccamento non è solo una questione relazionale, è un qualcosa di più intimo che riguarda il modo in cui la persona ha imparato a percepire se stessa. Nel mio libro «D’Amore ci si ammala, d’Amore si guarisce» (disponibile su Amazon e in tutte le librerie), approfondisco il tema dell’imprinting relazionale e ti fornisco diversi strumenti psicologici per lavorare su te stesso.
Ognuno di noi dovrebbe avere una “cassetta degli strumenti psicologici“. Se ci pensi, in casa, hai sicuramente una cassetta del pronto soccorso oppure un cassetto dei farmaci, hai di certo una cassetta degli attrezzi, per riparare le cose in casa. Ma quando a guastarsi sono i nostri vissuti emotivi, ci ritroviamo con un pugno di mosche. Non sappiamo come agire se non auto-condannandoci e farne una mera questione di forza di volontà. In realtà la “forza di volontà” non c’entra nulla. Puoi avere tutta la volontà del mondo, ma se nessuno ti ha insegnato l’equilibrio, non la puoi pedalare una bicicletta! Ecco, allora impariamo l’equilibrio per regolare le nostre emozioni e soprattutto “far funzionare” al meglio il rapporto che abbiamo con la nostra identità e con gli altri. Il mio libro lo trovi a questo indirizzo amazon o in qualsiasi libreria.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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