Test psicologico dell’intelligenza emotiva

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Ci sono numerosi test di intelligenza emotiva a disposizione online e offline, ognuno con un diverso approccio e modello teorico. Un comune denominatore tra loro è il fatto di essere basati sulla valutazione di competenze che non rientrano negli scopi dei test di intelligenza tradizionali, ovvero quelli mirati a valutare il quoziente intellettivo (QI).

Negli ultimi decenni del secolo scorso, infatti, scienziati e ricercatori hanno capito che il QI non basta a fare un quadro completo delle competenze di una persona e, cosa più importante, che non basta a evitare i fallimenti nella vita.

Così già partire dagli anni 80 si è iniziato a parlare di altre forme di intelligenza, tra le quali una particolare attenzione fu posta sull’intelligenza emotiva e il rispettivo quoziente emotivo (QE).

Intelligenza emotiva test: 2 modelli

Seppur l’intelligenza emotiva venga generalmente vista come la capacità di gestire e comprendere le emozioni, gli aspetti specifici e dunque i loro criteri di misurazione cambiano da modello a modello.

I due modelli principali che vengono utilizzati da molti test di intelligenza emotiva sono quello di Mayer-Salovey e quello di Goleman.

1. Modello Mayer-Salovey

Gli psicologi statunitensi Peter Salovey e John D. Mayer sono stati tra i primi a offrire, negli anni 90, una definizione precisa di intelligenza emotiva, intesa come “la capacità di ragionare sulle emozioni e delle emozioni, e di facilitare il pensiero”. 

Il loro test d’intelligenza emotiva, l’Emotional Intelligence Test (2.0) è composto da 141 domande mirate a testare 4 tipologie principali di abilità personali:

  1. la percezione delle emozioni, cioè la capacità di decifrare le emozioni proprie e altrui;
  2. l’uso delle emozioni per facilitare il pensiero e affrontare diverse situazioni;
  3. la comprensione delle emozioni, cioè capire da dove vengono e come/quando si manifestano;
  4. la gestione delle emozioni, che vuol dire sapersi controllare quando sorgono le emozioni.

2. Modello Goleman

Come già accennato nella guida completa per comprendere l’intelligenza emotiva, Daniel Goleman è stato lo scrittore che più di tutti ha popolarizzato il QE in occidente, tanto che adesso viene persino considerato un requisito fondamentale per raggiungere l’eccellenza personale e lavorativa.

L’intelligenza emotiva per Goleman comprende 5 aspetti fondamentali: 

  1. Consapevolezza di sé, intesa come la conoscenza delle proprie debolezze e punti di forza nonché delle proprie emozioni e reazioni;
  2. Autoregolazione, ovvero una forma di autocontrollo che ha a che fare con la gestione degli stati emotivi;
  3. Abilità sociale, cioè la capacità di gestire al meglio le relazioni interpersonali;
  4. Motivazione, che consiste nella capacità di trovare in sé stessi la spinta a raggiungere obiettivi auto-determinati;
  5. Empatia, che è semplicemente l’abilità di percepire e comprendere gli stati d’animo degli altrui, inclusa la sofferenza.

Per testare l’intelligenza emotiva sulla base del modello Mayer-Salovey si utilizza il Mayer-Salovey-Caruso Emotional Intelligence Test (MSCEIT) che è basato su una serie di problemi emotivi e situazioni che mettono alla prova le 4 tipologie di abilità previste dal modello stesso.

Gli strumenti principali per misurare l’intelligenza emotiva sulla base del modello Goleman sono invece l’Emotional Competency Inventory (ECI) o l’Emotional and Social Competency Inventory (ESCI) e l’Emotional Intelligence Appraisal. 

Perché e come fare il test dell’intelligenza emotiva

Come già le altre forme di intelligenza quella emotiva non è una caratteristica innata ma qualcosa che si può allenare. 

Visto che i test di solito danno dei risultati specifici per le varie competenze (oltre che un risultato generale), facendo il test di intelligenza si può acquistare consapevolezza delle aree che necessitano attenzione per poi lavorarci sopra.

I test offrono l’opportunità di conoscere i propri punti deboli ma anche i propri punti di forza.

Per questo è essenziale rispondere alle domande nel modo più onesto possibile, per far sì che si possa ottenere un quadro accurato delle nostre abilità di comprensione e gestione delle emozioni.

Nota: nelle premesse dei test viene spesso raccomandato di riflettere su esperienze passate o chiedere aiuto a qualcuno nei casi in cui non si riesce a trovare la risposta più onesta a determinate domande.

Chiedere aiuto a chi ci conosce bene è particolarmente utile quando la persona non condivide i nostri pregiudizi e le nostre emozioni, e può essere anche un modo di scoprire utili verità su noi stessi.

Le domande del test di intelligenza emotiva

Le affermazioni presentate nei test di intelligenza emotiva hanno lo scopo di metterci davanti a scenari di vita comune in cui è necessario conoscersi o controllarsi.

Tali situazioni possono mostrarci come affrontiamo:

  • lo stress o la frustrazione;
  • il fallimento o lo sconforto;
  • la gestione di gruppi;
  • la gestione di conflitti e le emozioni (nostre e degli altri);
  • la valutazione dei tratti caratteriali altrui.

Seppur ci siano dubbi sull’accuratezza di un test fondato sull’auto-valutazione, è stata riscontrata un’associazione rilevante tra le risposte date dai partecipanti e le effettive abilità emotive degli stessi.

Note su questo particolare test di intelligenza emotiva

Una valutazione obiettiva e completa dell’intelligenza emotiva richiede l’intervento di professionisti del settore. È possibile anche trovare diversi test online ma il problema con questi è che o sono gratuiti e troppo corti (tipo una decina di domande); o sono molto lunghi e complessi (o solo in inglese) e prevedono una forma di pagamento per avere il report finale completo.

Il test che state per fare è una mediazione tra i due estremi in quanto comprende domande prese da 4 diversi test e questionari di intelligenza emotiva (per arrivare a un totale di 60):

  1. Emotional Intelligenze Quiz ideato dall’Istituto per la Salute e il Potenziale Umano (Institute for Health and Human Potential)
  2. Emotional Intelligence Questionnaire ideato da Mindtools;
  3. Schutte Self-Report Emotional Intelligence Test (SSEIT) ideato da Schutte e colleghi nel 1998 e basato sul modello Mayer-Salovey.
  4. Emotional Intelligence Test (2019) da Psychology Today.

Fonte: Vincenzo Marranca – dentrolatanadelconiglio.com