Quante volte ci capita di dare il peggio con le persone che amiamo? Basta una piccola disattenzione, un indelicatezza da parte di un caro amico, di un figlio, di un genitore o del nostro compagno/a per scatenare in noi una reazione di rabbia furiosa, assolutamente sproporzionata, rispetto alle circostanze che l’hanno innescata.
Certo, vi sono circostanze in cui la rabbia può essere giustificata. In effetti, ci sono numerosi motivi per cui è possibile perdere la calma ma quello a cui mi riferisco è una modalità primitiva di espressione della collera che consiste nel “riversare” addosso all’altro il proprio malessere, incolpandolo dei problemi della relazione, umiliandolo e offendendolo.
Caratteristica di una crisi di rabbia
La caratteristica di questi episodi di rabbia consiste nella reazione eccessiva e inappropriata rispetto all’ episodio (solitamente banale) che l’ha scatenata. La rabbia viene espressa in modo esplosivo, non mediato dalla ragione e non di rado seguono comportamenti che mirano a offendere pesantemente il mal capitato dicendo frasi tremende come (“se avessi saputo che cosa significava avere dei figli, non ti avrei mai messo al mondo”, “maledetto il giorno in cui ti ho incontrato!” ). A volte si può diventare fisicamente aggressivi (magari rompendo oggetti) o mettendo in atto dei comportamenti di ritorsione (per esempio tradire per ripicca o rivelare confidenze personali) che segnano la rottura della relazione
Gli effetti distruttivi di esprimere la rabbia senza filtri
Spesso chi si arrabbia così non è consapevole di quanto questa modalità di espressione possa essere distruttiva per la relazione e possa danneggiare gravemente l’autostima di chi subisce queste sfuriate (soprattutto se il bersaglio della rabbia è un figlio). Anzi! Il collerico dopo gli scatti di ira non tiene conto delle conseguenze: si aspetta che la persona ferita non dia peso alle sfuriate.
Esprimere la propria collera in modo esplosivo e senza filtri può danneggiare (a volte anche in modo irreversibile) la fiducia che è alla base di una buona relazione… e più stretto è il rapporto, più grave è il danno. Infatti, chi subisce queste scenate finisce per sentirsi offeso e umiliato proprio dalla persona che avrebbe più dovuto amarlo e accettarlo. Il collerico viene percepito come un qualcuno di cui non ci si può fidare pienamente perché se “gli gira storto” può fare del male, colpendo proprio nei punto debole! Magari servendosi delle confidenze che gli/le sono state fatte in precedenza o umiliandolo/a davanti ad altre persone.
Persino quando la rabbia è giustificata, queste modalità di espressione della stessa sono controproducenti e fanno si che l’altro/a ascolti ancora di meno, concentrandosi più sui modi violenti e offensivi della comunicazione che sui contenuti validi.
La sofferenza nascosta dietro la rabbia
Malgrado le apparenze, le esplosioni di rabbia ripetute esteriorizzano una profonda sofferenza interiore. In molti casi, i ripetuti scatti di ira sono il segnale di un difficile vissuto infantile caratterizzato da esperienze di rifiuto e abbandono. Per questa ragione ogni minimo segnale di rifiuto o di disinteresse da parte di una persona significativa può innescare una sensazione di disperazione che si traduce con rabbia e accuse.
A causa dunque di un vissuto difficile, tendiamo a leggere il comportamento delle persone care in modo negativo ed esagerato, giungendo a delle conclusioni infondate che confermano i nostri peggiori timori. Per esempio, se il partner non risponde a un sms, penseremo cose altamente ansiogene del tipo: ” Fa cosi perché non gliene importa nulla di me”, ” Non può rispondermi perché è con un altro/a” oppure ” Lo sapevo: ha intenzione di lasciarmi”.
Ci troviamo imbrigliati nei soliti meccanismi di pensiero e comportamento, senza riuscire a capirne il motivo, ci trasformiamo in “martiri” arrivando a credere che tutto il mondo ci odi, che la vita sia ingiusta e che nessuno là fuori riconosca il nostro valore. Per questo motivo, dietro la rabbia potrebbero nascondersi:
- depressione reattiva, spesso derivante dalla percezione di un fallimento irrimediabile in un proprio obiettivo, che non permette di organizzare nuove soluzioni;
- senso di colpa, provato quando si ha percezione di aver causato danno contro qualcuno o di aver violato norme morali;
- vergogna, cioè la percezione di minaccia o danno per la propria immagine pubblica (perdere la faccia, brutta figura).
Ti sei mai chiesto perché sei così rabbioso/a con le persone a te care?
Se ci pensi bene, quello che ti infastidisce veramente non è il comportamento dell’ altro ma la tua interpretazione negativa del suo comportamento. Ad esempio, se una mancata risposta su whatsapp ti manda in escandescenza magari è perché la vivi come una mancanza di rispetto o addirittura come un affronto personale! Forse hai un grandissimo bisogno di conferme e ogni piccola indelicatezza ti fa ricordare tutte, le tante (troppe) volte in cui non ti sei sentito/a amato/a e considerato/a. Pretendi dai tuoi cari costante devozione e conferme e guai se non le ricevi! Forse dovresti chiederti: con chi sono veramente arrabbiato/a?
Uno studio ha scoperto perché feriamo le persone a noi care
Uno studio condotto da Jame Coan, (insieme ad altri ricercatori dell’Università della Virginia negli Stati Uniti) ha cercato di capire perché speso capita che feriamo le persone che amiamo. Secondo quanto ipotizzato dai ricercatori, nei momenti di pericolo, le nostre menti non distinguono tra la nostra sicurezza e quella delle persone a cui teniamo.
Gli esseri umani si sono evoluti in un’identità personale in cui i cari fanno parte della rete neurale. Ecco perché le persone hanno bisogno di avere amici e alleati. I ricercatori hanno scoperto che le aree del cervello responsabili della risposta alla minaccia di pericolo entrano in gioco quando un amico è in pericolo, fondamentalmente identico all’attività innescata quando il pericolo è unico per sé.
Tuttavia, quando la minaccia riguarda uno sconosciuto, queste aree del cervello mostrano poca attività. Secondo Coan, la scoperta mostra la capacità del cervello di integrarsi, così che i cari diventino parte di noi stessi. Ferire chi si ama, dunque, in quest’ottica non è altro che un modo di proteggere se stessi.
Come puoi cambiare il tuo atteggiamento rabbioso?
Non è sufficiente limitarsi ad ammettere il male che hai fatto a coloro che hai ferito, esternando un sincero pentimento e chiedendo perdono; tieni a mente che non si può forzare qualcuno a perdonarci. Lei/lui avrà bisogno del suo tempo per elaborare le offese. Le scuse non cancellano le offese fatte nel momento di rabbia: le cicatrici rimangono. Una volta presa coscienza della distruttività del proprio comportamento, cerca di capire quali pensieri ed emozioni possono innescare la crisi di rabbia.
Una soluzione per interrompere questo modello di comportamento è rafforzare l’autostima e riconoscere che i comportamenti negativi verso i propri cari, quando li consideriamo odiosi, sono una manifestazione del fastidio che si sta provando verso se stessi. Infatti, moltissimi di coloro che si mostrano “rabbiosi verso i propri cari”, lo fanno proprio per contrastare la loro cattiva autostima.
È fondamentale, poi, incrementare la propria empatia. Anche se si è convinti di avere ragione si deve fare un piccolo sforzo cercando, come si suol dire, di mettersi nei panni degli altri. Comprendere punti di vista differenti e accettarli significa ampliare la propria visione e, perché no, imparare a fare un po’ di sana autocritica.
Accetta il fatto che tu, come chiunque altro, non sei perfetto/a
Non vedere gli errori e le critiche in maniera negativa, ma parti proprio da quelli per migliorarti e andare avanti. Ricorda che se hai sbagliato una volta, non significa che lo rifarai. Anche se ti trascini ferite emotive che hanno condizionato il tuo vissuto, ciò non fa di te una persona cattiva o inutile. Fai qualunque cosa ti permetta di tirare fuori i “mostri” che sono comparsi dentro di te
Non distruggere le relazioni inutilmente! Se non riesci a gestire la tua aggressività prova a fare un’attività fisica che ti permetta di sfogare la tua rabbia!
Non basta? Vai in un campo e grida! Sì, sfogati! Grida forte tutto quello che vuoi; fallo fino a quando non ti senti liberato/a; puoi farlo anche tutti i giorni se necessario! Evita di rimuginare da solo nei tuoi pensieri su quello che non va! Condividi i tuoi pensieri e chiedi agli altri cosa ne pensano! Scrivi! Scrivi la tua rabbia sulla carta! Ogni giorno scrivi i tuoi pensieri e permettiti di scrivere qualsiasi cosa ti passi per il cervello! Fallo tutti i giorni! Ti permetterà di eliminare i pensieri negativi che ti portano a demotivarti e arrabbiarti! Ti permetterà di riflettere e trovare soluzioni nuove. Tieni un diario e riflettici sopra! Rileggere i tuoi pensieri ti farà bene! Ti aiuterà a prendere più consapevolezza di te!
Quando ti arrabbi con gli altri stai incolpando te stesso
Ogni volta che ti arrabbi con un tuo caro senza un motivo valido lo stai costringendo ad accettare e subire un tuo malessere che ti trascini dal passato. Se continui a fuggire, a isolarti, a incolpare te stesso o gli altri di queste difficoltà, sarai sempre dentro il problema, senza mai poterne uscire fuori. Allora perché non iniziare ad avere fiducia nel tuo valore? A vederti una persona nuova, serena con gli altri, fiduciosa e capace di gestire tranquillamente le relazioni amichevoli e affettive?
Cosa cambia quando inizi a credere nel tuo valore
- Ti sentirai libero di essere te stesso
- Esprimerai i tuoi bisogni senza ferire l’altro
- Saprai riconoscere e gestire le relazioni che ti portano via energia
- Saprai affrontare gli imprevisti e le difficoltà.
- Se quello che fai non funziona saprai scegliere di fare qualcosa di diverso
Spesso non siamo responsabili per ciò che ci accade, per il male ricevuto, ma sempre siamo responsabili del nostro dolore e della nostra guarigione. Prenditi tutto il tempo che ti occorre per rispondere onestamente a questa domanda: quali sono delle ottime ragioni per continuare a sentirti una persona poco meritevole? Ecco, io direi di iniziare a cercare le giuste motivazioni per volerti bene e meritare la vita che desideri….vedrai che a un certo punto quella rabbia che ti perseguita svanirà pian piano.
Una lettura preziosa che ti cambia la vita
Ormai molti già lo conoscono, si tratta del mio libro bestseller: «Riscrivi le Pagine della Tua Vita». E’ il libro che io stessa avrei voluto leggere tantissimi anni fa, prima ancora di diventare una psicologa. In ogni pagina, ti spiego come ridefinire la tua identità a partire dai tuoi vissuti del passato e dalle emozioni che provi oggi. Potrai finalmente concederti il lusso della politica dei piccoli passi, cioè riuscirai a migliorare la tua vita giorno per giorno, senza pretendere tutto e subito, in ogni capitolo, infatti, ci sono esercizi pratici e nozioni che possono aiutarti fin da subito a migliorare la qualità della tua vita a partire dalla relazione che hai con te stesso e con gli altri. Puoi ripartire ricostruendo quella fiducia perduta. C’è una persona che non dovrebbe deluderti mai: quella persona sei tu! Ricorda: anche tu meriti la tua fetta di felicità in questa vita, abbi il coraggio di allungare la mano per prenderla! È tua, ti spetta di diritto. Il mio libro puoi trovarlo in libreria e a questa pagina Amazon.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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