La scorsa primavera ho rilasciato un’intervista per il settimanale Donna Moderna (editore Mondadori) in cui la giornalista mi interrogava su quelli che sono i tic e le manie più diffusi. L’intervista è stata pubblicata in versione ridotta sul numero 25 di Donna Moderna, in edicola lo scorso Giungo 2015, per voi lettori di Psicoadvisor proporrò la versione integrale dell’intervista.
Intervista ad Ana Maria Sepe, dottoressa in psicoanalisi
Mangiarsi le unghie, toccarsi i capelli, mordersi il labbro, strizzare gli occhi: sono piccole manie che diventano sempre più frequenti. Come nascono e da che cosa sono provocate? Possono essere paragonati ai tic?
Innanzitutto è bene fare una distinzione tra tic e manie, entrambi estrinsecano uno stato emotivo ma sono due manifestazioni ben diverse. Mordersi le labbra, toccarsi i capelli e magiare le unghie, non sono tic. I tic sono movimenti più o meno incontrollabili che denotano una situazione emotiva ormai conclamata mentre le manie si attuano in risposta a una situazione ben precisa.
Per fare un esempio pratico, durante un colloquio di lavoro, chi ha difficoltà a gestire le tensioni potrebbe essere portato a toccarsi i capelli, cosa che difficilmente farebbe in una situazione di tranquillità; al contrario, chi ha un tic, tende a estrinsecarlo incondizionatamente, a prescindere dalla situazione in cui si trova.
Nella psicoanalisi, i tic sono impulsi automatici e inconsapevoli dettati da una sofferenza psicologica mentre le manie sono una risposta comportamentale, sempre disfunzionale, ma legata a pressioni esterne.
– Ci si nasce o escono fuori nel corso della vita per cause specifiche?
Anche la genesi è differente, mentre la maggior parte dei tic sono riconducibili alla fanciullezza, le mania si acquisiscono in età adolescenziale, in entrambi i casi si denota una cattiva gestione degli stati emotivi.
L’età adolescenziale corrisponde al periodo in cui l’individuo inizia a farsi carico delle prime responsabilità: la mania è vissuta inconsciamente come uno strumento supplementare per far fronte alle pressioni esterne.
I tic estrinsecati in età adulta di solito sono fortemente correlati allo stress ma, come premesso, le situazioni più comuni vedono quasi una predisposizione acquisita nei primi anni di vita e causta da un errato stile di attaccamento o da dipendenze affettive.
– Che cosa dicono di noi? Che tipo di personalità possono identificare?
I tic sono meno identificabili rispetto a alle manie. Le manie possono svelarci molto di una persona, basterà pensare agli studi sulla comunicazione non verbale che decodificano il linguaggio del corpo portando a galla ciò che dice l’inconscio.
Mangiarsi le unghie può essere letto come un’interiorizzazione della frustrazione, masticare un chewingum può essere visto come il desiderio inconscio di procrastinare una situazione: si mastica e si rimastica pur di non agire!
Toccarsi i capelli, in genere, implica il bisogno di dominare la situazione. Mordersi il labbro può essere correlato a sensi di colpa o a momenti di piacere ma per questa mania non si può proprio generalizzare! La bocca rappresenta lo strumento attraverso il quale il neonato ha ricavato i primi piaceri della vita, basta pensare alla suzione al seno materno, pertanto ci sono diverse chiavi di lettura.
– Che immagine di noi danno agli altri?
Dipende dal nostro interlocutore. Se abbiamo a che fare con un esperto, di certo costui saprà cogliere ogni sfumatura. Al contrario, se ci riferiamo a un pubblico più esteso, le manie possono innescare chiavi di letture eterogenee e completamente errate. Molti pensano che chi si tocca spesso i capelli è semplicemente vanitoso o chi mangia le unghie è solo stressato.
– Sono automatismi che è possibile controllare? Come?
In mancanza di una matrice psicopatologica, come può esserlo un disturbo ossessivo, è possibile controllare tic e manie. Tic e manie sono sintomi di un malessere, piuttosto che agire sul sintomo bisognerebbe lavorare sulla causa. Lo strumento vincente per fronteggiare tic e manie è l’autoconsapevolezza.
Diciamo che l’iter per eliminare il tic o la mania non può essere iniziato in un periodo di tensione, per iniziare un processo di cambiamento bisogna innanzitutto essere consapevoli degli impulsi emotivi che innescano specifiche attività, ciò presuppone un profondo lavoro su se stessi. L’autoconsapevolezza ci mette in condizione di poter vedere gli eventi per quello che sono e di vivere le emozioni come complici e non come vittime.
– Possono crearci problemi in alcuni situazione specifiche (come un colloquio di lavoro o un primo appuntamento), lanciando messaggi sbagliati di noi?
Molto dipende dalla situazione, in ogni caso tic e manie possono essere condizioni invalidanti, soprattutto in un contesto lavorativo come un colloquio di lavoro. Al giorno d’oggi, sono sempre più numerose le aziende che si affidano agli psicoanalisti per la gestione delle risorse umane e in alcuni casi, un tic o una mania può essere discriminante.
Durante un appuntamento galante, tutto dipende dalla chiave di lettura dell’interlocutore, come premesso, troppo spesso si rischia di cadere in stereotipi trascurando che i nostri atteggiamenti sono il riflesso del nostro bagaglio emozionale e non solo dello stato d’animo del momento.
– Quali possiamo tenerci senza problemi e quali invece è meglio imparare
a “curare” o controllare?
Possiamo tenerli tutti, a patto che questi impulsi siano compatibili con la nostra professione, che non coinvolgano altre persone e che non ledano alla propria salute. Avete mai visto una Hostess toccarsi sempre il naso? Oppure un cuoco toccare freneticamente il sopracciglio? Nella società ci sono delle etichette e dei ruoli da rispettare.
C’è chi ha la mania di toccare il prossimo e questo atteggiamento è mal tollerato soprattutto quando l’interlocutore è uno sconosciuto; in ogni caso molto dipende dalla frequenza del tic o della mania.
Da un punto di vista estetico, le manie che creano meno imbarazzo sono anche le più diffuse come toccarsi i capelli, mordersi le labbra e nei limiti del decoro, anche mangiarsi le unghie. Tra le manie meno tollerate figurano quelle di mettersi le dita nel naso, muovere di continuo gli oggetti o essere irrequieto con gli arti. Tra i tic non è ben visto chi tende a strizzare l’occhio, al contrario una breve contrazione muscolare (altro tic molto diffuso) non crea alcun disagio se l’impulso non è persistente o troppo ricorrente.
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