Tra le strategie possibili per chiudere una relazione, il ghosting è la peggiore

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Recentemente nei media e su internet si è diffuso l’utilizzo del termine ghosting per riferirsi al modo in cui alcune relazioni sentimentali finiscono. Il termine ghosting descrive un fenomeno per il quale una persona che decide di terminare una relazione interrompe totalmente e in modo improvviso le comunicazioni con il partner. Alcuni esempi possono essere non rispondere ai messaggi e alle chiamate oppure togliere l’amicizia o smettere di “seguire” il partner sui social media (es. Tinder, Facebook, Instagram, Snapchat).

Rispetto ad altre modalità di interruzione di una relazione, ciò che caratterizza il ghosting è la mancanza di una spiegazione esplicita riguardo al fatto che la persona abbia la volontà di terminarla e per quale motivo. Pertanto, la persona che subisce il ghosting non è immediatamente consapevole di ciò che sta accadendo ed è lasciata a se stessa nell’interpretare il significato dell’assenza di comunicazioni (Freedman et al., 2018). Secondo un rapporto del governo americano condotto nel 2014 su mille persone (Moore, 2014), il 13% dei rispondenti aveva subito ghosting da un ex-partner, mentre l’11% ha dichiarato di aver utilizzato questa strategia per interrompere una relazione.

Come finiscono le relazioni?

La maggioranza degli individui sperimenta la fine di una relazione nel corso della vita e molti rapporti sentimentali possono intercorrere prima che la persona trovi una relazione sentimentale stabile e duratura (Buss, 2003; Morris & Reiber, 2011). Nonostante la fine di una relazione sia un fatto comune, spesso evoca forti reazioni emotive come tristezza, ansia e rabbia, accompagnate a sensazioni fisiche come perdita di appetito, irrequietezza e problemi di sonno (Morris & Reiber, 2011).

La ricerca indica che le differenti modalità utilizzate per interrompere una relazione possono influenzare le reazioni emotive del partner lasciato. La letteratura sull’argomento indica che esistono molte strategie che gli esseri umani possono utilizzare per interrompere una relazione. Collins e Gillath (2012) hanno individuato ben 43 tattiche per terminare una relazione raggruppabili in 7 insiemi:

  1. Evitamento/Ritiro: aumentare la distanza diminuendo i segnali di intimità.
  2. Confronto aperto: comunicare in modo diretto e aperto la volontà di interrompere la relazione.
  3. Manipolazione: facilitare la fine della relazione manipolando conoscenti e amici.
  4. Positività/auto-critica: esprimere preoccupazione e dispiacere per il partner e tendenza ad assumere la responsabilità per il desiderio di terminare la relazione.
  5. Aumento dei costi: rendere sempre più difficile la vita di coppia aumentando i conflitti e il disaccordo.
  6. Disingaggio: allontanarsi gradualmente dal partner, invece di terminare la relazione immediatamente.
  7. Distanziamento/Mediazione delle comunicazioni: utilizzare mezzi tecnologici per comunicare la fine della relazione (es. messaggi, cambiare lo stato della relazione su Facebook)

Sprecher e colleghi (2010) hanno rilevato che le tattiche che maggiormente portano sofferenza nel partner sono la manipolazione, il distanziamento e l’evitamento. In particolare, le strategie di separazione che fanno meno soffrire il partner, prevedono il comunicare apertamente la volontà di interrompere la relazione e contemporaneamente, sforzarsi per proteggere l’autostima del partner che si sta lasciando. All’opposto, ciò che genera maggiore sofferenza nel partner lasciato prevede l’assenza di una comunicazione diretta, cioè terminare la relazione senza comunicarlo direttamente al partner lasciato e concentrandosi esclusivamente sui propri bisogni.

Le strategie possibili per chiudere una relazione

Secondo Baxter (1985) le strategie per interrompere una relazione sono raggruppabili in quattro quadranti dove l’asse orizzontale è rappresentato dall’orientamento verso sé o l’altro in termini di protezione, mentre l’asse verticale riguarda quanto la comunicazione sia diretta o indiretta.

Il ghosting è una strategia in cui la relazione non è terminata in modo esplicito e non tiene in considerazione i sentimenti dell’altra persona. Dal momento che il ghosting può essere considerata una strategia estrema di evitamento, spesso mediata dai mezzi tecnologici, esso si configura come potenzialmente devastante per chi ne è oggetto.

Freedman e colleghi (2018) hanno evidenziato come l’impatto del ghosting sia minore qualora la relazione sia di brevissima durata (non più di due appuntamenti). In questo senso il coinvolgimento relazionale gioca un ruolo importante nel determinare le conseguenze psicologiche del ghosting.

Tuttavia, né la lunghezza della relazione né il grado di coinvolgimento sembrano predire l’utilizzo del ghosting come strategia per terminare un rapporto (Koessler et al., 2019). In altre parole, il ghosting è utilizzato anche quando la relazione dura da più di sei mesi e il coinvolgimento tra i partner è alto.

I fattori che favoriscono il ghosting

Per quanto il ghosting sia una strategia che gli esseri umani hanno sempre usato, ha raggiunto l’interesse della ricerca scientifica solo recentemente. Infatti, sembra che sia stato facilitato dal mutamento dei mezzi attraverso cui gli esseri umani, almeno nei contesti occidentali, sviluppano le relazioni. La possibilità di interagire su internet ha portato ad una modifica dei fattori sociali che limitavano e sanzionavano l’utilizzo di strategie di evitamento per interrompere le relazioni.

Scomparire è divenuto più facile e meno “costoso” sul piano dell’immagine sociale. A questo si aggiunge il cambiamento del significato attribuito al corteggiamento. Grazie alle applicazioni di incontri, cercare un partner è percepito sempre di più come un passatempo o un gioco (Timmermans et al., 2020). Questo non è necessariamente un aspetto negativo, ma è stato rilevato come l’interazione con potenziali partner e mediata dalla tecnologia porti inconsapevolmente a una reificazione dell’altro che viene considerato come una “immagine” più che un individuo. In tal modo vengono meno quelle norme sociali che limiterebbero l’utilizzo del ghosting.

Le tipologie di ghosting

LeFebvre e colleghi (2019) hanno approfondito il fenomeno del ghosting e ne hanno individuato quattro tipologie. Esse variano in base alla durata temporale del ghosting e alla modalità con cui il ghosting è messo in atto.

  1. Improvviso/a breve termine: Scomparsa improvvisa senza comunicazione con possibilità che la relazione riprenda.
  2. Improvviso/a lungo termine: Scomparsa improvvisa senza comunicazione e senza la volontà di riprendere la relazione.
  3. Graduale/a breve termine: Scomparsa graduale nel tempo con possibilità che la relazione riprenda.
  4. Improvviso/a lungo termine: Scomparsa graduale nel tempo e senza la volontà di riprendere la relazione.

Ciascuna tipologia di ghosting può avere effetti diversi in chi lo subisce, inoltre è importante tenere presente che colui che è oggetto di ghosting non conosce le intenzioni del partner, quindi non sa se la scomparsa è definitiva o no.

Perché le persone utilizzano il ghosting?

Un interessante studio di Manning e colleghi (2019), ha esplorato le motivazioni che spingono le persone a utilizzare il ghosting come strategia per interrompere una relazione:

  • La relazione non era una “vera” relazione perché era nata o si è sviluppata attraverso mezzi tecnologici.
  • Aver incontrato un’altra persona.
  • La relazione non era mai diventata “seria” e “non sarebbe potuta durare”.
  • La persona era stata chiara sul non volere una relazione romantica.
  • Non voler ferire l’altro interrompendo la relazione.
  • La relazione non era stimolante.
  • Quando la relazione è iniziata la persona era sotto l’effetto di alcol o droghe pertanto non era una relazione desiderata.
  • Incapacità di comunicare la volontà di interrompere la relazione.
  • L’altra persona era aggressiva o irrispettosa.

Gli effetti del ghosting

Non tutte le persone reagiscono allo stesso modo quando sono oggetto di ghosting, tuttavia per una parte di esse questo evento risulta una esperienza molto difficile da affrontare. Il motivo è da rintracciare nel disagio che l’essere umano percepisce quando sperimenta una condizione di incertezza. Le persone utilizzano la comunicazione come mezzo per acquisire informazioni sul mondo e sulle relazioni al fine di ridurre l’ambiguità.

Ognuno interpreta e risponde al comportamento degli altri, monitora la sequenza di scambi relazionali e compara ciò che accade con le proprie aspettative. Il ghosting, per sua natura, manca totalmente di queste informazioni. La persona che lo subisce non ha informazioni per interpretare l’evento e spesso si chiede: “Cosa ho fatto perché accadesse questo?” “Cosa c’è che non va in me?” e “Come ho fatto a non accorgermi che sarebbe finita così?”. Il ghosting crea incertezza e ambiguità e questo blocca il processo di elaborazione della perdita. Manca la possibilità di attribuire cause e motivazioni all’evento.

Come affrontare il ghosting?

La fine di una relazione sentimentale può evocare una profonda sofferenza sia fisica che mentale, a maggior ragione ciò risulta vero per quelle relazioni che terminano con la chiusura improvvisa di ogni comunicazione. Per affrontare queste situazioni è possibile porre l’attenzione su alcuni aspetti.

Gestire l’incertezza

Essere oggetto di ghosting produce un profondo stato di incertezza riguardo alla propria vita relazionale. La mente umana non si trova bene in questo stato e, pertanto, cerca risposte che, data la natura del ghosting, non può ottenere. Ecco che la persona si trova a pensare e ripensare a quanto accaduto e a interrogarsi su cosa accadrà. Pur essendo un processo automatico, questo pensare ricorsivamente alla relazione favorisce sentimenti di ansia e tristezza. Sono utili in questi casi attività che favoriscono la gestione dei pensieri come la meditazione mindfulness, distrarsi con l’esercizio fisico e la scelta consapevole (anche se non facile) di non pensare a quanto accaduto.

In particolare, è molto utile non cercare ulteriori informazioni sul perché la relazione sia terminata. È una reazione spontanea e comprensibile, ma spesso mantiene la vittima di ghosting nell’incertezza producendo l’effetto indesiderato di mantenere l’attenzione sulla domanda, senza risposta, “perché è scomparsa?”.

Evitare l’auto-critica

Come detto, quando una persona subisce il ghosting cerca una causa e, se non la trova esternamente, è probabile che punti verso se stessa il dito. Il fenomeno dell’autocritica è un aspetto tipico di chi subisce il ghosting, soprattutto in relazioni che durano da alcuni mesi. Questo processo può avere effetti devastanti portando la persona a sviluppare un episodio depressivo. Il punto è rendersi conto che non si hanno prove che la causa sia da attribuire a se stessi. L’altra persona è scomparsa e questo è già abbastanza duro senza aggiungerci ulteriore sofferenza biasimandosi.

Aumentare i contatti sociali

In questi momenti di difficoltà potrebbe emergere il desiderio di ritirarsi dalla socialità, tuttavia la letteratura indica come il supporto sociale sia di grande aiuto nel superare eventi come il ghosting. Cercare la compagnia di persone con cui si ha una relazione stabile e di fiducia così da condividere i propri sentimenti e sperimentare calore e accettazione può essere di grande aiuto.

Cercare un aiuto professionale

Essere oggetto di ghosting evoca sentimenti e sensazioni complesse che, talvolta, raggiungono intensità difficili da gestire in autonomia. Pertanto, non si dovrebbe aver timore di cercare un aiuto professionale. L’esperienza del ghosting può trasformarsi in una occasione per sviluppare nuove prospettive riguardo alle relazioni che possono aiutare la persona a costruirsi una vita relazionale sana e soddisfacente.

Conclusioni sul fenomeno del ghosting

In conclusione, il ghosting è un fenomeno in crescita, favorito dall’uso di nuovi (rispetto alla storia dell’umanità) mezzi di comunicazione. Riguarda l’interruzione unilaterale, improvvisa e non comunicata di una relazione. Spesso nasce dalla volontà di non ferire l’altra persona, ma, in definitiva, genera incertezza e dolore. Superare questo evento è possibile attraverso lo sviluppo di un atteggiamento di accettazione e cura verso se stessi.

Autore: Duccio Baroni, psicologo e psicoterapeuta
 specializzato presso IPSICOIstituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva