Negli anni passati a studiare biologia ho fortemente familiarizzato con la Legge della conservazione della massa di Lavoisier, negli anni successivi, quando ho concluso gli studi in scienze e tecniche psicologiche, mi sono resa conto che lo stesso postulato può sposarsi perfettamente con la psicologia evolutiva. Il principio di Lavoisier è conosciuto a tutti con la frase: «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma».
La psicologia evolutiva (oggi meglio definita come psicologia dello sviluppo) è quella branca della psicologia che si occupa di comprendere l’evoluzione di ogni individuo fin dalla nascita. La psicologia evolutiva cerca di rispondere al quesito: perché siamo ciò che siamo? Perché ognuno di noi ha il suo carattere, la sua personalità, i suoi modi di fare e… sì, i suoi malesseri? Nel rispondere a questo immenso quesito, ogni buon psicologo deve ricordare che «nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma».
Con questo voglio dirti che qualsiasi tua sensazione non nasce dal nulla. Qualsiasi tuo modo di fare non si è auto-generato come per magia. Tu sei il frutto di milioni di interazioni e ogni tuo malessere, compresa la tua rabbia, ha visto una particolare evoluzione prima di diventare ciò che è.
Trasformazioni
La rabbia non nasce dal nulla e analogamente non può essere distrutta, ridotta al nulla. Ciò che puoi fare con la tua rabbia è tentare di trasformarla in qualcosa di diverso. La rabbia può essere una forte spinta motivazionale e, se ben elaborata, può dare spazio a una grande trasformazione interiore che ti condurrà verso la tua crescita emotiva. Nessuna trasformazione è lineare ne’ scontata. Qualsiasi cambiamento prevede più step. Quello che ti propongo con questo articolo si compone di tre trasformazioni:
- Trasforma la tua rabbia in dolore
- Trasforma il tuo dolore in consapevolezza
- Trasforma la tua consapevolezza in crescita
La rabbia è legata alla percezione di aver subito un danno o di essere minacciati: la sua natura è soprattutto difensiva, tuttavia, quando la rabbia è talmente radicata da entrare nella nostra struttura di personalità, la usiamo per aggredire l’altro, finendo per ferire chiunque e vivere male.
Trasforma la tua rabbia in dolore
Arrabbiarsi è naturale. La rabbia, come emozione temporanea, è un qualcosa di funzionale: ha uno scopo difensivo e ci aiuta a proteggerci dai torti e mancanze di rispetto. Ci aiuta a reagire quando i nostri bisogni fondamentali sono minacciati. La disfunzione subentra quando la rabbia diventa così radicata e pervasiva tanto da essere spesso presente nelle risposte comportamentali dell’individuo. Il passaggio, nel gergo comune, è segnato dalla frase descrittiva che non è più “è una persona che, quando opportuno, prova rabbia” ma più probabilmente “è una persona rabbiosa”.
Le persone rabbiose possono “usare” le loro reazioni di rabbia per conoscersi meglio. La rabbia, infatti, viene scatenata dalle nostre interpretazioni delle azioni altrui, dai significati simbolici che vi attribuiamo. Quando ci arrabbiamo, la nostra rabbia può dirci molto di più sul nostro mondo interiore che sulle intenzioni dell’altro.
La rabbia, una lente d’ingrandimento sul tuo mondo interiore
Alcune persone sperimentano rabbia semplicemente quando l’altro non è d’accordo con il loro punto di vista. Se ti soffermi a pensare su questo meccanismo, superficialmente noterai una rabbia che sorge quando la persona è posta dinanzi ai presunti limiti altrui. “Mi arrabbio perché TU non capisci!“. Osservando la dinamica in modo più profondo, la rabbia emerge a causa di un modo assolutistico di pensare. Accettando il punto di vista altrui, la persona dovrebbe mettere in discussione se stessa. Il disaccordo è vissuto come una minaccia alla propria identità perché, in precedenza, la persona non ha ricevuto le giuste validazioni.
Quando si reagisce con forte rabbia a un’imposizione, anche se quell’imposizione è banale come spostare un bicchiere o parcheggiare l’auto in modo diverso dal solito, qui l’imposizione è vissuta come una minaccia alla propria autonomia, perché, in precedenza, la persona è stata fortemente limitata, manipolata o invalidata nel suo essere.
Anche una serie di ingiustizie subite e perpetrate per anni possono dar vita a un temperamento rabbioso. Basterà pensare alla frustrazione sperimentata da un bambino piccolo che è sempre stato escluso dal gruppo e posto in secondo piano nella famiglia di origine.
I contesti in cui sperimenti una rabbia pervasiva possono raccontarti molto su te stesso e sui tuoi vissuti. Dietro una forte sensazione di rabbia c’è sempre un vissuto doloroso che non è stato elaborato. Il dolore invalidato, con il tempo, finisce per trasformarsi in rabbia. Qui dovrai operare la trasformazione inversa, partire dalla tua rabbia del presente per recuperare il dolore passato, comprenderlo, accettarlo e andare oltre. La rabbia cronica non si può dissipare nel nulla ma può essere compresa, “smascherata” e trasformata nel suo predecessore: il dolore.
Trasforma il tuo dolore in consapevolezza
Le radici della rabbia cronica sono da individuare nell’infanzia o in un grosso sopruso subito. Anche un lutto o una separazione (mal elaborata) possono dare luogo a una sensazione di rabbia pervasiva e persistente. Ricorda che nulla si crea per magia, l’emergere della tua rabbia ancestrale ha un dove, un come e un quando. Solo analizzando il dolore che c’è dietro potrai scoprirlo.
Le questioni irrisolte del passato trovano sempre il modo per emergere e la rabbia rappresenta una corsia preferenziale per evitare la strada del dolore e della depressione. Senza tutta quella rabbia avresti sperimentato una forte disperazione. Quanto più è lontano il “quando“, tanto più è pervasiva la rabbia che nutri. Un bambino piccolo non ha tutte le risorse cognitive di noi adulti, non sa darsi spiegazioni per gli eventi complessi. Non è capace di elaborare vissuti difficili o contenere emozioni forti: ecco perché i genitori sono essenziali, svolgono il primario ruolo di contenimento.
Per il bambino, il genitore è il mezzo con il quale regolare e capire le proprie emozioni, anche le più difficili e complesse. Quando un bambino sperimenta paura, angoscia e tristezza, non sempre è in grado di capirne l’origine: i bambini, infatti, non vivono le emozioni ma le subiscono in funzione all’opera genitoriale. Purtroppo non sempre il ruolo genitoriale è svolto in modo impeccabile e il bambino, da adulto, dovrà poi provvedere a se stesso sopperendo o qualsiasi mancanza subita.
Quando i bambini non imparano a comprendere le proprie emozioni, bensì sono stati “addestrati” a sopperirle, si genera una forte confusione. Si va a creare un muro tra l’io e la dimensione emotiva, questo muro consente il passaggio solo di emozioni dirompenti come la rabbia e blocca sensazioni (altrettanto pervasive ma più passive) come il dolore. Come premesso, una volta adulto, ognuno di noi è chiamato a porre rimedio a qualsiasi mancanza subita.
Conosci te stesso
Da adulti dovremmo effettuare un lavoro inverso, riconvertire la rabbia in dolore. La rabbia è difficile da trasformare in dolore soprattutto quando i destinatari di tale emozione sono le persone a noi più vicine: partner e/o genitori. In questo contesto possono subentrare pensieri di vendetta, può nascere odio e disgusto. Tutte queste emozioni dirompenti, sovrastano (e nascondono) un dolore soggiacente. Bisogna partire da quel dolore per comprendere che esiste una relazione tra tutti gli eventi e che, arrivati a un certo punto, sta a noi decidere se proseguire una storia senza fine fatta di rabbia e rancore oppure se andare avanti, curare le proprie ferite e guarire.
Perché non è attraverso la rabbia che si guariscono le nostre ferite, le ferite si guariscono attraversando il dolore. Possiamo guarire solo quando ci diamo la possibilità di guardare in faccia il nostro dolore. Siamo in grado di curarci solo quando riusciamo ad attraversare tutto il dolore che non abbiamo neanche il coraggio di guardare, ma che sappiamo che c’è perché si manifesta in altri modi (senso di solitudine, rabbia cronica, impotenza, sensazione di essere incompresi….).
Quando riuscirai a guardare oltre la tua rabbia, ti renderai conto che dentro te c’è tutto un mondo che devi ancora scoprire. Solo a quel punto potrai davvero iniziare a crescere.
Trasforma la tua consapevolezza in crescita
Wilhelm Reich, psicoanalista austriaco noto per la sua teoria sulla corazza emozionale e sulla genesi dei sadismo, sosteneva che la rabbia è un’emozione secondaria rispetto alla frustrazione; la frustrazione, come sperimentiamo nella vita quotidiana, nasce dal dolore, nasce dal mancato soddisfacimento di un nostro bisogno, nasce dall’impossibilità di essere riconosciuti e stimati. Riconoscimento e stima sono bisogni primari e quando vengono a mancare nell’infanzia, generano un dolore che il bambino non può elaborare.
La rabbia, quindi, nasce dalla frustrazione e maschera il dolore. Il dolore è una cosa da deboli e per qualcuno, apparire debole è qualcosa di inaccettabile. Anche per questo motivo, un sentimento di rabbia è più accettabile di uno stato doloroso. La rabbia, al contrario, ci fa apparire forti, minacciosi, invulnerabili. Al contrario, il dolore è una cosa da deboli. La rabbia soffoca il dolore ma impedisce elaborazione e crescita.
Per garantire la crescita, bisogna imparare a guardare dentro di sé: la consapevolezza di se stessi, degli altri, delle situazioni, dell’influenza degli eventi passati, del proprio corpo… è questa è la chiave della crescita emotiva. La consapevolezza rappresenta un importante conquista evolutiva. Purtroppo non tutti sono consapevoli del loro mondo interiore, ecco perché alcune persone si ritrovano a rincorrere desideri impossibili o a vivere la vita basandosi sui bisogni altrui.
La consapevolezza
La consapevolezza è il primo scalino che ci consente di identificare e mettere ordine nei nostri stati d’animo in modo da prendere il controllo della nostra vita. Alcune persone sembrano intristirsi senza un motivo, altre non conoscono la fonte della propria ansia, altre ancora si arrabbiano per motivi all’apparenza futili… dietro ogni emozione c’è una causa, c’è una storia evolutiva che viene manifestata. Lavorando su se stessi, comprendendo i propri vissuti, trasformare la rabbia in crescita sarà possibile.
Le riflessioni su ciò che provi e su ciò che si nasconde dietro la tua rabbia, avranno un impatto diretto sul tuo benessere, sulle tue relazioni e sul modo in cui approcci alla vita.
La rabbia può essere una forte spinta motivazionale ma, quando disfunzionale, diviene il freno a mano della tua vita perché ti impedisce di crescere. La rabbia pervasiva è testimone di un arresto evolutivo, di emozioni inespresse e vissuti mai elaborati.
Da dove iniziare?
Soffri di rabbia cronica, vuoi migliorare la tua auto-consapevolezza ma non sai da dove iniziare? Prova a guardare al tuo passato, quali sono stati gli episodi (fin dalla tua infanzia) che ti hanno fatto sentire più frustrato? Quando è stata la prima volta che hai sperimentato un forte senso di ingiustizia? Parti dai tuoi ricordi tenendo presente che nulla si crea e niente si distrugge ma tutto si trasforma…. Se oggi sei come sei, un motivo c’è.
Riscrivi le Pagine della Tua Vita
Ormai molti già lo conoscono, si tratta del mio libro bestseller: «Riscrivi le Pagine della Tua Vita». Se non lo hai ancora fatto, ti consiglio di leggerlo, lo trovi su Amazon e in tutte le librerie. In ogni pagina, ti spiego come ridefinire la tua identità a partire dai tuoi vissuti del passato e dalle emozioni che provi oggi. Potrai finalmente concederti il lusso della politica dei piccoli passi, cioè riuscirai a migliorare la tua vita giorno per giorno, senza pretendere tutto e subito, in ogni capitolo, infatti, ci sono esercizi pratici e nozioni che possono aiutarti fin da subito a migliorare la qualità della tua vita a partire dalla relazione che hai con te stesso e con gli altri. Puoi ripartire ricostruendo quella fiducia perduta. C’è una persona che non dovrebbe deluderti mai: quella persona sei tu! Ricorda: anche tu meriti la tua fetta di felicità in questa vita, abbi il coraggio di allungare la mano per prenderla! È tua, ti spetta di diritto.
Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
Se ti è piaciuto questo articolo puoi seguirmi su Instagram: @annadesimonepsi e seguire le pagine ufficiali di Psicoadvisor su Facebook: sulla fb.com/Psicoadvisor e su Instagram @Psicoadvisor