Troverai l’amore nella misura in cui tu stesso ti sentirai degno di amore

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Già quando veniamo alla luce vogliamo sentirci amati. Eppure, nel buio della nostra camera, nella complessità di alcune nostre relazioni (a volte tossiche), nell’infelicità o insoddisfazione di molteplici momenti e scelte di vita, a fare da regista potrebbe essere quell’intima, profonda e radicata convinzione di non meritarlo, l’amore. Il fatto è che se pensiamo di non meritare l’amore degli altri probabilmente ci chiuderemo nella convinzione che, tanto, nessuno ci amerà. Visto che non ce lo meritiamo. E con questo non vediamo altro che l’amore che (pensiamo) ci manchi. Ma da dove viene questa convinzione? Perché dovremmo pensare di non essere degni di essere amati?

Facciamoci però un’altra domanda: non potrebbe essere che il problema risieda non nel fatto di non meritare amore, ma nella difficoltà di percepire questo amore, di “avvertirlo”, di sentire che effettivamente c’è? Alcuni, ad esempio, non si sentono amati perché loro per primi non si piacciono, e quando sentono il partner dirgli “ti amo” non si fidano. Altri sono radicalmente convinti che l’amore prima o poi finisce e che quindi verranno lasciati, oppure hanno in mente un concetto di amore idealizzato, assoluto, senza problemi né incertezze, impraticabile nella vita quotidiana. Infine c’è chi non aspetta altro che cogliere nel comportamento del partner i segni del disamore, a conferma della sua triste teoria. Chi vive con la sensazione di non sentirsi amato dovrebbe innanzitutto rimettere a punto il proprio apparato di “ricezione sentimentale”, così da poter interpretare nel modo giusto i comportamenti del partner.

L’amore non deve implorare e nemmeno pretendere, l’amore deve avere la forza di diventare certezza dentro di sé. Allora non è più trascinato, ma trascina.” Hermann Hesse. Questo piccolo pensiero dovrebbe racchiudere il vero significato dell’amore, un sentimento che ahimè spesso viene maltrattato, offeso……Colpa dei nostri conflitti irrisolti, colpa delle nostre insicurezze… E’ di fatto che non sempre gli amori sono semplici e genuini! Esistono anche gli amori difficili, quelli sbagliati!

Molte persone vivono relazioni sbagliate, disfunzionali, infelici con i loro partner e a nulla serve mettere fine alla relazione perché, immancabilmente, la stessa dinamica si ripresenta, ma con un altro volto. Spesso capita di sentire donne e uomini lamentarsi per essere invischiati ancora una volta con la persona sbagliata, in balìa di qualcosa che non comprendono e che dolorosamente ripetono. Il perché si sceglie il partner sbagliato va ricercata prima di tutto nella propria autostima e in particolare nella nostra infanzia.

L’inconscio tende a riproporre sempre lo stesso schema

La maggior parte di meccanismi della vita si regola con dinamiche che funzionano al di là della nostra presa d’atto. Molto dipende quindi dal nostro rapporto con i nostri genitori! Se ci hanno reso felici, cercheremo chi vi assomiglia; se invece abbiamo sofferto per i loro comportamenti, cercheremo qualcuno che li compenserà.

L’inconscio, per effetto di bisogni e relazioni insoddisfatte del nostro passato (rapporto padre/figlio-a, madre/figlia-o, ingranaggi di famiglia ecc.) domina le nostre scelte e ci porta a ripetere sistematicamente i medesimi errori! Di conseguenza diventiamo quasi il risultato di un programma che agisce sul nostro modo di fare, e che ha nelle esperienze passate le istruzioni che poi ci guidano nel nostro modo di avvicinarci all’amore.

Le figure di accudimento sono riferimenti imprescindibili del nostro inconscio, che racchiudono in sé i riflessi degli schemi educativi della crescita. L’attrazione dell’innamoramento, può essere cosi un modo di colmare ferite emotive non risolte e rimaste a sedimentare senza che ce ne rendiamo conto. Ecco dunque la tendenza inconsapevole a scegliere un partner simile al padre, o totalmente differente dal padre, o con caratteristiche che ricordino la madre.

La spiegazione di questo sta nel nostro patrimonio emotivo, che si è strutturato a partire da queste figure parentali. In particolare si sceglierà in maniera collusiva, con una sorta di radar inconscio, tre tipi di partner: il narcisista, il classico bello e dannato allergico alla stabilità amorosa, uno stalker, dominate e manipolativo, o si sceglierà in maniera inconsciamente intenzionale di fare l’amante. Ovviamente lo stesso concetto è valido sia per il genere femminile che maschile!

Il ruolo del non sentirsi meritevoli d’amore

Quando parliamo di relazioni ed emozioni, l’autostima riveste sempre una grande importanza. Nell’ambito delle relazioni intime, infatti, non è difficile cogliere la lieson esistente tra autostima e amore. Non c’è ostacolo più grande alla felicità sentimentale della paura di non essere degni dell’amore e di essere predestinati a soffrire.

Queste, sono le paure più profonde che danno luogo, nella persona, a profezie che finiscono per avverarsi grazie a se stesse. Questo accade perché abbiamo ereditato una credenza che ci ha inculcato l’idea, del tutto fuorviante, che l’amore vada guadagnato, conquistato.

Costruire la vita sul cemento del “nessuno mi può amare” è una condanna a vita!

È la prigione più penosa e solitaria nella quale si possa finire. Se io mi considero non amabile, non cercherò mai l’affetto fuori, perché non voglio deludere nessuno. Anzi, lo rifiuterò. Mi allontanerò indiscretamente affinché nessuno possa scoprire quella che credo essere la mia vera natura.

Il ruolo della sofferenza…sempre distanti dalla felicità

Sembra paradossale, ma la sofferenza ha un ruolo decisivo nell’economia della psiche. La sofferenza mette al riparo, al sicuro. Protegge dalla possibilità di essere felici davvero. Salva dalla possibilità di un coinvolgimento profondo e autentico, riparati dalla coperta dell’impegno profuso a tenere in piedi storie sbagliate. Un amore-non amore a senso unico, non ricambiato, vissuto con il contagocce o a intermittenza, un amore estinto ma tenuto in vita nel ricordo, quindi non sperimentato, è un legame eterno.

Caratteristiche dei rapporti sbagliati

Gli amori sbagliati hanno delle caratteristiche ben precise che li differenziano dagli amori più “sani”. Qui di seguito trovi un riepilogo dei segnali inconfutabili che indicano una relazione malsana. Una relazione da chiudere a dispetto di tutta la resistenza che vuoi opporre… a dispetto di tutto quello che ti inventi per negare l’evidenza o per giustificare quello che non è mai giustificabile.

1. La relazione ti fa soffrire!

La sofferenza che si prova nella relazione è il primo campanello che qualcosa non va come dovrebbe andare. Nessuna relazione è esente da momenti di crisi, incomprensioni e conflitti ma l’ amore quello vero ha una funzione riparativa e terapeutica: chi vive un rapporto di coppia appagante si sente più sereno e sicuro di sè, ha più energia, lavora meglio.

Al contrario un rapporto patologico influisce pesantemente sul benessere psicologico e sull’autostima: la persona che vive un amore malato sta male, diventa insicura e depressa. Spesso si concentra ossessivamente sul rapporto a scapito del lavoro e della vita quotidiana. Nonostante il rapporto provochi un elevato grado di sofferenza e di umiliazioni, chi ne è invischiato è incapace di porre fine alla relazione.

2. Più ti umilia, più ami

La caratteristica peculiare degli amori sbagliati è che il maltrattamento fisico e psicologico del partner (anche la freddezza può essere una forma molto sottile di maltrattamento) sembra catalizzare maggiore coinvolgimento emotivo. Ovvero, più il partner “umiliante” si dimostra distaccato e insensibile, più l’ altro sembra coinvolgersi sentimentalmente e aggrapparsi alla relazione.

3. Vivi sperando che lui/ lei cambi

Gli amori sbagliati sono caratterizzati da un rapporto vissuto più nella fantasia che nella realtà. In altre parole, la relazione non è valutata per quello che dà effettivamente ma per quello che potrebbe dare se si verificassero certe condizioni.

Si vive nell’attesa che qualcosa succeda e che il partner cambi: spesso, la persona coinvolta in una relazione patologica è più attratta dal potenziale del partner che della persona reale che ha davanti. Raramente il partner viene visto per quello che è, a volte viene messo su un piedestallo e idealizzato, più spesso si sta con lui/lei sperando di cambiarlo grazie all’amore incondizionato.

Troverai l’amore nella misura in cui tu stessa/o ti sentirai degna/o di amore

Se non credi di essere desiderabile, se non credi di meritare di essere amata/o, se non credi di avere tanto da offrire, difficilmente troverai la persona “giusta”. Forse pensi di aver già superato questo step, di essere già oltre e ti domandi come mai non riesci a incontrare un partner. Magari è il caso che tu faccia un passo indietro.

RICORDA SEMPRE… meglio una dignitosa solitudine, che la compagnia di qualcuno o qualcuna a cui di te non importa nulla. Voler bene a se stessi è proprio questo: non darsi in pasto a chiunque, e sentire di meritare qualcuno in grado di amare e capire. Qualcuno/a che sta scegliendo veramente te con i tuoi limiti e i tuoi pregi. Perché, udite udite, anche se si è incappati, finora, solo in amori sbagliati, il passato non pregiudica il presente e nemmeno il futuro. Gli schemi, i paradigmi, i copioni si possono modificare, cambiare, trasformare. Senza farsi male, per farsi bene. Si può crescere, si può imparare ad amare e a essere amati.

Un «non merito amore, sono destinato a rimanere solo» (dopo l’ennesima delusione), può trasformarsi in «merito chi mi rispetta». In fondo non è affatto facile mettersi in gioco e sforzarsi di capire cosa ci porta a cadere sempre in mani sbagliate richiede molto coraggio. Già che ti stai cimentando in questa impresa, è ammirevole.

Come premesso, le persone che si invischiano in relazioni disfunzionali non hanno affatto un passato leggero, quindi inizia a riconoscere che non sei stato tu l’artefice delle tue sventure ma puoi essere tu l’artefice di qualcosa di bello, che parla davvero di te, dei tuoi bisogni, delle tue priorità. Perché sentirsi immeritevoli d’amore comporta non conoscersi affatto e precludersi il bello della vita: stare bene con se stessi. E quando ti sentirai degno di amore, troverai l’amore che cerchi, quello vero, fatto di stima, rispetto, complicità e comprensione.

Non siamo fatti per accontentarci

I legami non sono come i mobili IKEA, non si possono semplicemente assemblare i pezzi e via, c’è bisogno di attenzione, cura e impegno. Il problema dei legami è che questo concetto di “cura” e “reciprocità” sono davvero in pochi a capirlo. Si tratta di perle rare dall’inestimabile valore. Ognuno meriterebbe una perla così nella propria vita ma sono difficili da riconoscere e attrarre… ecco perché poi finiamo per accontentarci. Eppure, gli affetti più sinceri e gli amore, non dovrebbero mai essere QUELLI CHE CI CAPITANO PER CASO, dovrebbero essere quelli che abbiamo scelto con consapevolezza e partendo da una sana autonomia emotiva (così da non rimanere invischiati in incastri).

Se vuoi finalmente iniziare a darti in autonomia la considerazione e l’ascolto che meriti, ti consiglio vivamente di leggere il mio libro «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», puoi trovarlo in tutte le librerie o su Amazon, a questo indirizzo

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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