Tu sai già come amare, solo che non lo fai con te! 4 modi per imparare ad amarsi

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Nessuno potrebbe sopravvivere senza almeno un po’ d’amore, attenzione, cura. Se ci pensi nulla potrebbe essere senza una seppur piccola dose d’amore. Eppure molti di noi crescono senza ricevere molta di quest’amorevole attenzione e questo a causa di diversi fattori. Il primo, il più semplice, è che i genitori stessi, a loro volta, sono stati figli. E figli che non vengono sufficientemente amati diventeranno genitori non in grado di amare.

Se non siamo stati amati da piccoli difficilmente saremo capaci di agire con amore versi di noi

Magari hai attenzioni per amici a parenti, per le persone a cui tieni, ma quando si tratta di usare lo stesso approccio con te stesso, o te stessa, non sai da dove cominciare. Riflettiamo un attimo su come agisci nei confronti delle persone a te care:

  • Sicuramente sei attento, o attenta, alle loro esigenze e ai loro problemi.
  • Perdoni i loro errori, cerchi sempre di comprendere i motivi per cui sbagliano.
  • Dedichi loro del tempo. Tu e loro. Senza distrazioni.
  • Rispetti le loro idee e le loro opinioni. Certo, magari non le condividi tutte, ma le rispetti ugualmente.

Questi sono solo alcuni punti di partenza. Quello che tu devi fare è osservare, innanzitutto, cosa fai per gli altri, come esprimi il tuo amore con le persone che dici di amare. Identifica gesti, azioni, comportamenti, perché sono le stesse cose che devi rivolgere a te stesso, o te stessa. Lo so, anche se le individui poi ti chiedi: come lo faccio su di me?

Prova ad osservarti con obiettività: in che modo ti rivolgi a te stesso/a?

Perché ogni volta che devi fare qualcosa senti nel tuo cervello una vocina che dice: ”No! Non ce la puoi fare! Fai attenzione! Eh, ma tu non sei quel tipo di persona! “ Eccetera, eccetera, eccetera……Ti accorgerai che hai a che fare con interlocutori interni, inconsci, di cui magari non ti accorgi ma che non sempre sono gentili e affettuosi anzi direi sgarbati e severi: eredità del passato, teatri mentali che ti rendono una persona insicura, svalutata e ipercritica.

Voci che ti parlano da dentro e che dicono sempre le stesse cose, noiose e pesanti; in molti casi prendono il sopravvento, acquistando sempre più potere. Attingono da esperienze lontane, da atteggiamenti svalutanti che sono stati assorbiti, integrati nei tuoi modelli di pensiero, interiorizzati come punto di vista per interpretare te stessa/o.

A volte queste voci sono forti e chiare, altre sussurrano e quasi non te ne accorgi. E intanto prendi decisioni sbagliate, permetti a qualcuno o a qualcuna di sminuirti o abusare di te e sai perché? Semplicemente perché ti concentri sui bisogni e desideri degli altri ignorando i tuoi. E’ la legge della negatività!

Ecco come ti vedi

“Sbaglio sempre”. “Non ce la faccio”. “Sono troppo stupido/a per riuscire”. “Non sono abbastanza interessante”. “È tutta colpa mia”. “Non mi ama come prima”. Sono solo alcuni dei pensieri che formuli attingendo dal tuo “critico” interno che ti giudica, emette sentenze, commenta, rimprovera, valuta. E non perde occasione per farti notare quanto sei inadatto/a, ridicolo/a, inappropriato/a. Non sei abbastanza, Non vai bene, questo ti dice realmente. Un personal coach che non motiva ma schiaccia. Un “genitore” ipercritico piazzato dentro di te, che torna sempre sugli stessi argomenti rendendoti instabile, sfiduciato/a e immeritevole!

Ed ecco come ti appare il mondo

Non hai scampo. Ti vedi brutto/a dentro…e anche il mondo lo vedi brutto! A volte, infatti, la tua voce interiore ama lamentarsi, piagnucolare e brontolare. Ti ripete che tutto intorno è scadente, terribile, assurdo, dice che sei la povera vittima di un mondo crudele ed egoista, impantanato/a in realtà avverse, accanto alle persone sbagliate.

Ti mette alla prova e ti surclassa con i suoi giudizi drastici ed esasperati: nessuno è in grado di capire, di fare bene, sono tutti pazzi, corrotti, stupidi, maleducati. Si sfoga e tenta di suggestionarti con immagini forti e alla fine ci riesce, sembra tutto vero: il problema sta sempre nell’altro, comunque fuori da te. E così ti tiene nello stesso posto a fare le stesse cose senza cambiare niente, stressandoti e rendendoti instabile. La voce lagnosa non è ribelle, né rivoluzionaria, alla fine sa solo dire ‘Non posso farci niente’.

Il peso della voce interiore

Il nostro dialogo interiore ha un peso specifico importante, fondamentale nella nostra vita e, se ci pensiamo, può determinare la strada verso il successo oppure verso il fallimento. La voce interiore non è ovviamente una voce reale che ci parla, piuttosto è vissuta come quei pensieri e atteggiamenti autolimitanti che esistono in tutti noi e ci impediscono di perseguire agevolmente i nostri >obiettivi. Per rendere meglio il concetto ti propongo un esercizio di visualizzazione

Immagina che il tuo critico interiore sia un caro amico/a e immagina di pranzare insieme a lui/lei o fare una passeggiata. Quindi, immagina che per tutto il pomeriggio, questa persona stia lì a giudicarti con tono di rimprovero. Critica il tuo abbigliamento, ciò che hai ordinato a pranzo, i tuoi programmi per il fine settimana e ciò che hai detto al tuo capo. Riesci a immaginare come ti sentirai alla fine della giornata? Forse ti sentirai una persona indegna, inadeguata, delusa, magari arrabbiata. Certamente non ti sentirai motivato/a o appagato/a. Probabilmente, ben presto non avrai più voglia di passare del tempo con questo amico ipercritico.

Vuoi uscirne? Ecco come rimodellare il tuo pensiero

Ecco. È il momento di fermare questi chiacchiericci inutili e noiosi. Di imparare a ignorarli. Di non dare loro più credito, ascolto, spazio, potere annullando la loro licenza di giudicare o lamentarsi. Cosa fare? Non devi fare altro che allontanare questa tua parte giudicante o lamentosa. Prendi consapevolezza che dentro te c’è una parte giudicante che cerca di sabotare la tua vita.

Devi sapere che le chiacchiere del giudice interiore non sono altro che pensieri. E tu non sei obbligato/a a credere a tutto ciò che passa per la tua testa in un determinato momento. Il punto è proprio questo. Spesso ci facciamo fagocitare da alcuni nostri pensieri poiché automaticamente riteniamo che “se lo sto pensando significa che è vero” e invece no! I nostri pensieri sono solo pensieri.

Puoi quindi lasciar che i pensieri scorrano senza necessariamente sottometterti al loro volere o senza dargli particolare credito. Come un televisore accesso, che non vuoi ascoltare ma non puoi spegnare, ti metti a fare altro e lo ignori. Certo all’inizio la sua voce potrà esser assordante, si tratta di una voce presente sin dalla nostra infanzia e alla quale abbiamo sempre creduto, quindi all’inizio non è facile. Ma quel flusso di pensieri negativi non potrà mai esprimere chi siamo veramente.

Rinnova la tua disposizione mentale!

Come tutti gli atteggiamenti, anche l’approccio positivo alla vita può essere appreso. Cambiare atteggiamento mentale verso se stessi implica un allenamento quotidiano e costante che consiste nell’acquisizione di piccoli “esercizi cognitivi” che inizialmente richiedono uno sforzo razionale e consapevole per poi gradualmente essere interiorizzati. A tal proposito ti darò qualche suggerimento per allenarti mentalmente

1. Concentrati sulle cose positive, setaccia le esperienze, valorizza quelle che ti fanno bene, disperdi quelle negative. Di sicuro hai da raccontare a te stesso cose di cui ne vai orgoglioso/a. Puoi cominciare con una lista di tutte le tue qualità. In un primo momento, avrai difficoltà a trovarle. Se non riesci a sbloccarti, chiedi aiuto a un amico oppure a un membro della tua famiglia. Vedrai che dopo una conversazione sincera, avrai più chiare le qualità che ti rendono una persona unica e meritevole di attenzioni. Ogni mattina rileggila e modificala in base alle tue necessità. Non darti dei limiti: qualsiasi qualità è importante.

2.  Punta l’attenzione su ciò che è più utile e positivo, evita di pensare continuamente a ciò che disturba. Impara a lasciare andare. Devi fare in modo che le ferite del passato non siano motivo di negazione del presente. Qualsiasi sia la causa legata al tuo dolore, adesso sei qui, in questo mondo. Puoi apprezzare tutte le meraviglie della vita.

3. Rallenta per assaporare ciò che c’è di buono, goditi le cose. Trova momenti per distaccarti e allontanarti da quelli che assillano. Ti piacciono le coccole del tuo cane? Hai piacere a chiacchierare con una persona a te cara? Anche le cose semplici possono riempirti il cuore.

4) Sii indulgente con te stesso/a. Smorza il critico interiore. Hai fatto un errore? Pensi di aver fatto una brutta figura? Che te ne importa, la vita va avanti! Può succedere di sbagliare e non necessariamente ne devi trarre insegnamento! Hai fatto solo uno sbaglio, tutti li facciamo!

Sii responsabile della tua felicità

È luogo comune pensare che possiamo trarre insegnamento dalle delusioni passate, certo, questo è possibile, tuttavia non sempre è fattibile. Personalmente non ho mai imparato dalle delusioni, anzi! Tante volte mi sono scontrata con i soliti sbagli. A volte le cose capitano e non hanno nessuna lezione da impartire, solo tanto dolore da vivere. Quando prendi atto di aver vissuto ingiustizie e difficoltà, puoi comprendere relazioni causa-effetto, responsabilità (magari negligenza genitoriale), puoi anche arrivare a colpevolizzare qualcuno per un breve frangente.

Quando prendi coscienza dei tuoi vissuti, non devi necessariamente imparare la lezione, puoi anche semplicemente capirti, accogliere il tuo dolore, supportarti, coccolarti e… andare oltre! Le cose brutte purtroppo capitano, non sempre possiamo trarne il meglio ma sempre possiamo decidere di perseguire la strada del nostro benessere. Spesso non siamo responsabili per ciò che ci accade, per il male ricevuto, ma sempre siamo responsabili del nostro dolore e della nostra guarigione.

Prenditi tutto il tempo che ti occorre per rispondere onestamente a questa domanda: quali sono delle ottime ragioni per continuare a sentirti una persona poco meritevole? Ecco, io direi di iniziare a cercare le giuste motivazioni per volerti bene e meritare la vita che desideri…Ricorda che si vive una volta sola!

Ti va di riscrivere le pagine della tua vita?

Siamo tutti il frutto del nostro passato, siamo diventati quello che siamo a causa, (o grazie) alle esperienze che abbiamo avuto in famiglia, con gli amici, a scuola, al lavoro, nelle relazioni. Possiamo però non limitarci a “essere la conseguenza di quello che è stato”, ma regalarci la possibilità di essere semplicemente come meritiamo di essere. Se vuoi migliorare la tua presenza e diventare più consapevole di cosa avviene dentro di te, ti consiglio la lettura del mio libro. «Riscrivi le Pagine della Tua Vita» Ogni pagina parla di te, delle Tue emozioni, dei Tuoi pensieri, dei Tuoi sogni, ma anche delle tue paure, dei problemi, delle difficoltà che vivi. Attraverso la lettura ti prendo per mano e ti spiego come trovare le risposte che cerchi, e acquisire maggiore libertà di scelta, svincolandoti dai bisogni insoddisfatti e costruendo la tua piena autonomia.

Perché come ho scritto nell’introduzione sì, si nasce due volte, la prima quando veniamo al mondo, quando siamo impotenti e inermi dinanzi a tutto, la seconda, invece, quando prendiamo consapevolezza del nostro potere e iniziamo a a darci il valore che meritiamo. Puoi trovarlo in libreria e a questa pagina Amazon.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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