Uomini capaci di innamoramento ma non d’amore: gli anaffettivi

| |

Author Details
Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Forse sono io sbagliata, poco empatica, non alla sua altezza e per questo non vuole legarsi a me.” Sono in tantissime le donne che ripetono a se stesse frasi simili e si condannano per l’incapacità a relazionarsi con il loro partner. Eppure talvolta la realtà è così semplice. E’ il partner a non essere capace di dare amore; è anaffettivo. Non si tratta di un blocco dovuto a un trauma, né a un problema specifico; è un modo di “vivere” la relazione lontano dal suo contenuto emotivo, perché esso è percepito come pericoloso.

Mi porta alle stelle e all’improvviso sparisce

Ti riconosci, magari anche per caso; lui inizia a corteggiarti, fa il carino, ti invita a casa sua, iniziate a frequentarvi e poi? Sparisce per giorni o settimane. Non si fa sentire, non risponde ai tuoi messaggi o magari risponde ma in modo freddo e improprio, tanto da chiederti: ma è la stessa persona che fino a poco tempo fa mi adorava? Non è infrequente, infatti, che all’inizio lui fosse completamente diverso e che si dimostrasse premuroso, innamorato, desideroso di costruire qualcosa… salvo poi raffreddarsi velocemente appena hai cominciato a ricambiare il suo affetto.

E poi il paradosso

Dopo essersi mantenuto vago sulla data del prossimo incontro o peggio dopo averti offesa, umiliata in modo ingiustificato, ecco che lui riappare, come se niente fosse. Eh si, proprio lui, la stessa persona che ti aveva chiaramente fatto capire che non eri all’altezza delle sue aspettative. A un tratto quel mix di emozioni fatto di rabbia, tristezza, disperazione, sparisce; così finisci per “ricaderci”, contro ogni logica razionale!

Se ti riconosci in questa descrizione, sappi che si tratta di una dinamica molto comune. Sei rimasta intrappolata in un rapporto ambivalente in cui il tuo partner alterna momenti di grande coinvolgimento a momenti di chiusura, fuga, freddezza. Ed è così che si comporta l’anaffettivo; non conosce parità di sentimenti, non lascia trasparire le proprie emozioni. Consapevolmente o inconsapevolmente, l’anaffettivo crea distanza, erge un muro (fatto di scuse, offese e paure) per difendersi da quel mondo emotivo che potrebbe metterlo in crisi.

Ti illudi che lui cambi

Uno degli errori più comuni è quello di sperare che, forse, con un po’ di impegno e di pazienza si è in grado di cambiarlo, di sciogliere la corazza nella quale si nasconde, di abbattere quel muro che non lascia passare il sentimento. In alternativa si cade nella trappola della “compassione”: “forse sta attraversando un periodo difficile…”forse ha bisogno solo di tempo..”.  La triste e dura verità è che l’uomo anaffettivo, quello di cui ti sei innamorata difficilmente potrebbe cambiare!

Gli errori che si commettono quando si ha una relazione con una persona anaffettiva

Per curare l’anaffettività non esistono medicine o pozioni magiche. Dal punto di vista psicoterapeutico l’anaffettività non è un blocco, come quelli che si hanno in seguito a eventi traumatici. Ad esempio, una persona che ha subito una rapina in banca, può avere un blocco emotivo semplicemente passando davanti  a una banca. Da un punto di vista terapeutico, il blocco qui è risolvibile: il problema si circoscrive alla presenza della banca, tutto il resto funziona. L’anaffettività non è un problema specifico, ma una dimensione esistenziale che riguarda la vita e in generale, la relazione tra l’anaffettivo e le emozioni. Ecco gli errori più comuni in una relazione con una persona anaffettiva

PS: per esperienza personale ho declinato l’articolo al maschile. Ovviamente l’anaffettività non ha distinzione di genere, riguarda sia l’uomo che la donna

1. Ti stai aggrappando ai ricordi

Non ha senso aggrapparsi alla prima immagine che hai avuto di lui, quella di uomo innamorato, desideroso di costruire qualcosa. Errore piuttosto comune, infatti, è quello di legarsi ai momenti belli. Pronte a ingoiare umiliazioni e mancanze di rispetto, si spera che con il tempo, i momenti di intimità diventino sempre più frequenti e duraturi. Intanto, avviene l’esatto contrario: il rapporto involve e lui si dimostra sempre più insofferente e distaccato.

2. Lo stai giustificando

Uno dei più grandi errori che si possono commettere in una relazione con una persona anaffettiva è ignorare i segnali di avvertimento iniziali. Potresti notare che il tuo partner mostra una mancanza di empatia o di coinvolgimento emotivo, ma potresti giustificare o minimizzare tali segni.  Smettila di giustificarlo, di pensare che le sue fughe siano dovute soltanto alla paura di innamorarsi e che ti basterà essere paziente, comprensiva e dargli tutto affinché lui superi le sue paure e si leghi. Purtroppo questo non avviene, perché anche se lui ricevesse tutto l’amore del mondo, non si legherebbe comunque a te.

Ricorda: è incapace di stare in una relazione e di impegnarsi seriamente in un rapporto! Sappi, che non tutte le persone hanno la capacità di stabilire delle relazioni profonde e soddisfacenti! Purtroppo, al mondo c’è chi non ha sviluppato un affettività sana… e adesso lo stai scoprendo a  tue spese.

3. Stai pensando che non sia anaffettivo

Non posso assicurarti che il tuo uomo sia anaffettivo, non posso pronunciarmi senza conoscerlo.. dovrei avere maggiori riscontri per poterlo affermare. Il dilemma di sempre è questo: non ama perché è anaffettivo oppure non ama perché ha paura di innamorarsi? La linea sottile che divide i due interrogativi è così labile che potrebbe confonderli, fonderli e non dare alcuna risposta. Lasciarsi andare all’amore non è semplice, soprattutto se si è stati vittime di traumi affettivi, storie sofferenti, abbandoni… e la paura di amare potrebbe essere davvero l’unico blocco all’evoluzione della relazione.

4. Pensi che cambi nel tempo

Un altro errore comune è nutrire la speranza che il tuo partner anaffettivo cambi nel tempo. È naturale desiderare un legame emotivo profondo con il proprio partner, ma una persona anaffettiva può avere difficoltà a modificare il proprio modo di essere. È importante accettare che il cambiamento potrebbe non essere possibile e considerare se sei disposta a vivere una relazione con limitazioni emotive significative.

5. Ti stai prendendo le responsabilità della sua mancanza di affetto

In una relazione con una persona anaffettiva, è facile cadere nella trappola di pensare che sia colpa tua se il tuo partner non riesce a esprimere affetto o emozioni. Sappi che la mancanza di affetto non è causata da te, ma è una caratteristica intrinseca del tuo partner. Non è tuo compito risolvere o correggere questa mancanza, ma puoi invece concentrarti su te stessa e sul tuo benessere emotivo.

Rifletti in modo onesto sulla tua relazione e valuta se sia sostenibile a lungo termine. Considera se la mancanza di affetto e di connessione emotiva sia accettabile per te e se riesci a trovare un equilibrio tra le tue esigenze emotive e la realtà della tua relazione. Prenditi il tempo per comprendere le tue priorità e prendere decisioni basate sulla tua felicità e benessere.

Ma come distinguere le due cose?

Un uomo anaffettivo, realmente anaffettivo, non spera di cambiare, non lo dice, nemmeno lo promette. Si lega solitamente in maniera univoca a un oggetto d’amore, quasi in modo maniacale.. Hai capito bene, non è una metafora.. L’anaffettivo può legarsi a un oggetto come un paio d’occhiali, la sua auto oppure avere una collezione preziosa alla quale non rinuncerebbe mai. Come afferma Crepet “solo verso quell’oggetto riversa le sue emozioni tanto da essere, nella maggior parte dei casi, un collezionista”.

Il mio parere sull’uomo anaffettivo

Vorrei precisare che in psicopatologia l’anaffettività non viene inquadrata come una sindrome, ma un sintomo. Può essere presente in alcuni tipi di psicosi, nevrosi ossessive e in alcuni disturbi di personalità. Quindi un narcisista può essere anaffettivo ma questo non significa che un narcisista debba per forza essere anaffettivo. Per certi aspetti, dipendere da un anaffettivo, anche se devastante, è preferibile al dipendere da un narcisista. Quella che s’instaura con un anaffettivo (e non con un anaffettivo narcisista!) è una dipendenza unidirezionale che dà meno speranze e perciò consente di arrivare prima alla fine della relazione. Una relazione con un narcisista può durare anche dieci anni se la vittima glielo consente. Viceversa, con un anaffettivo, la relazione può durare qualche mese.

Un vero anaffettivo ha un virtuale ‘buco nero’ nell’anima, per questo è difficile che scelga di andare in terapia. Lui non ne fa una questione di orgoglio, semplicemente non ne sente il bisogno dato che non entra in contatto con le sue emozioni  e con i suoi sentimenti. Semmai dovesse scegliere di fare terapia è perché quel buco nero è esploso dentro di lui, aprendogli la strada alle emozioni.

Una volta che hai acquisito la consapevolezza di chi hai di fronte, ti si prospettano 2 alternative:

1. Accettarlo così com’è.
Senza la speranza di poterlo cambiare o scegliere di ripartire da te e dai tuoi bisogni. Pensare, infatti,  che il suo comportamento nei tuoi confronti sia frutto delle sue sofferenze e delle paure inconsapevoli di cui si nutre la sua personalità, non ti aiuterà a risolvere il problema. Se scegli questa strada, la soluzione è accettarlo lasciando andare l’illusione che possa cambiare qualcosa nella vostra dinamica relazionale.

2. L’altra alternativa è ripartire da te e dai tuoi bisogni.
Se ti ascolterai davvero, probabilmente sentirai che la relazione che stai vivendo non mostra i presupposti per trarne soddisfazione e appagamento. Non può essere costruita o diventare un progetto di vita. Probabilmente non può funzionare.

E sappi che non è colpa tua!

Non è colpa tua se il tuo partner non ha a cuore la vostra relazione. Non ha senso colpevolizzarsi se hai a fianco un anaffettivo, o se hai provato ad amarlo e aiutarlo e non sei stata ripagata. È importante che tu ti convinca che non sei il problema e che purtroppo il tuo amore non basterà per cambiarlo. Questa è la parte più dolorosa di questo processo di consapevolezza e non sempre si è pronti per affrontarla, ma se senti di volerti dare spazio, restituire dignità e tornare a vivere un amore appagante, allora, è un passaggio necessario da compiere.

A tutte le donne che soffrono per amore voglio dedicare questo aforisma che ho trovato nel web: “Non abbiamo il diritto di chiederci, quando il dolore arriva, “Perché è successo a me?” a meno che non ci poniamo la stessa domanda ogni volta che proviamo un senso di felicità“.

Ricorda sempre…l’amore che guarisce è prima di tutto il tuo! E a tal proposito ci ho scritto un libro!

Lo so, ci insegnano che l’amore è cieco e così facendo ci dicono implicitamente che dobbiamo accontentarci di ciò che capita. Accontentarsi è sbagliatissimo e se ci rifletti, lo sai anche tu! La vita è unica e non è fatta per essere sopportata, non ci dobbiamo accontentare in amore, dobbiamo piuttosto imparare ad accogliere l’amore che meritiamo. Nel mio nuovo libro «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», ti parlo di relazioni ma, ancora di più, ti parto di te e di cosa puoi fare per te stesso per costruirti una storia d’amore appagante, lavorando sui carichi emotivi che ti porti dal passato. Come ti ho spiegato, le nostre esperienze ci rendono ciò che siamo ma noi non siamo impotenti. Sono molte le cose che puoi fare per te stesso e che puoi spiegare al tuo partner, nozioni che fino a oggi ignori. Perché come scrivo nell’introduzione del libro “Non è mai l’amore di un altro che ti guarisce ma l’amore che decidi di dare a te stesso”. Il libro lo trovi in tutte le librerie o su Amazon a questo indirizzo

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Se ti piace quello che scrivo, seguimi sul mio profilo Instagram: @anamaria.sepe.
Se ti piacciono i nostri contenuti, seguici sull’account ufficiale IG: @Psicoadvisor
Puoi leggere altri miei articoli cliccando su *questa pagina*