A chi non piace fare acquisti: un paio di scarpe nuove, il nuovo iPhone, una nuova borsa…..direi che non vi è nulla di sbagliato. Ma se ci ritroviamo ad accumulare abiti, scarpe o oggetti di vario genere spinti soprattutto dall’impulso irrefrenabile di fare acquisti, direi che qualcosa non va.
Provare un desiderio irrefrenabile di fare acquisti può celare una vera e propria patologia. Gli esperti l’hanno definita Sindrome da shopping compulsivo, accostandola ad altre forme di dipendenza.
E oggi, cadere nella trappola dell’acquisto patologico è molto più semplice per chi possiede internet: basta navigare in Rete e acquistare qualunque oggetto, con pochi click.
Come nasce questo bisogno di acquistare?
Razionalmente ci si rende conto di come tali acquisti possano essere inutili o eccessivi, eppure la mente non riesce a reagire per tenerli sotto controllo e per limitarli.
Gli acquisti compulsivi potrebbero essere riconducibili al desiderio di colmare un vuoto affettivo; si cerca così di intervenire con l’acquisto di oggetti materiali al solo fine di avere un appagamento anche se momentaneo.
ll possesso di una certa cosa si converte così in una vera e propria fonte di felicità, molto fugace (bisogna ricordarlo) dato che sempre esisterà un modello dello stesso prodotto che sia più moderno, funzionale e più appetibile di quello che possediamo noi.
Le cause dello shopping compulsivo possono essere legate alla presenza di alcune condizioni particolari che possono interessare la sfera psicologica della persone, come disturbi d’ansia, disturbi dell’umore e del controllo degli impulsi, ma anche disturbi alimentari e uso di sostanze stupefacenti….insomma, qualsiasi scusa è buona. Ma…esiste un punto nel quale l’impulso ad acquistare si converte in una vera e propria patologia.
Normalmente questo disturbo resta occulto e senza diagnosi fino a quando gli effetti a livello psicologico o economico sono davvero catastrofici. Una difficoltà essenziale per la sua diagnosi è data dalle difficoltà nel delineare cosa sia una forma di acquisto “normale” rispetto alla forma patologica, dato che il criterio quantitativo non risulta di grande aiuto.
Caratteristiche dello shopping compulsivo
Spesso è piuttosto complicato distinguere l’acquisto patologico da quello “fisiologico”. Per questo molto spesso la diagnosi arriva quando è troppo tardi e il disturbo ha già cominciato a manifestarsi. Eppure esistono alcune caratteristiche che contraddistinguono gli acquisti fatti durante le crisi di shopping compulsivo.
Tra le principali caratteristiche, troviamo la tendenza a comprare soprattutto oggetti inutili e non indispensabili che, in genere, non si collegano ai propri gusti, che sono spesso al di sopra delle proprie finanze e che spesso sono varianti di una stessa categoria di prodotto.
Ad ogni modo, alcune caratteristiche distintive della Sindrome da Acquisti sono:
- Tendenza all’acquisto di oggetti inutili.
- Acquisto di oggetti che non rispecchiano i gusti della persona.
- Acquisti che superano il potere economico acquisitivo.
Normalmente gli articoli acquisiti celano, a livello inconscio, un desiderio cosciente di costruirsi un’identità attraverso gli oggetti: motivo per cui si è portati ad acquistare vari articoli dello stesso tipo, come se intentassero a organizzare un mosaico interiore. Le donne sono più propense a comprare vestiti e oggetti per la bellezza esteriore, mentre gli uomini acquistano normalmente vestiti e articoli sportivi o oggetti ipertecnologici alla ricerca della forma per riaffermare un certo status sociale.
Una delle differenze essenziali tra lo shopping fsiologico e quello patologico è rappresentata dalle sensazioni che sperimentano i compratori. Nel momento dell’acquisto i compratori provano sentimenti contraddittori e molto forti: da un lato vi è il desiderio irrefrenabile di comprare ma allo stesso tempo il desiderio di reprimere questo desiderio
Le tre fasi dell’acquisto compulsivo: sentimenti e comportamenti contraddittori
Prima fase
Nella prima fase si sperimenta una sorta di fissazione verso il prodotto: si è fortemente attratti dall’oggetto e si inizia ad accarezzare l’idea di acquistarlo. Nello stesso tempo sorgono gli intenti di reprimere l’impulso all’acquisto: sorgono dubbi sulla fattibilità dell’acquisto dell’articolo fino a quando…
Seconda fase
Si innesca immediatamente la seconda fase: ci si proietta fortemente e con gioia all’acquisto del prodotto. Si innescano sentimenti di benessere e felicità, un’euforia provocata dall’imminente acquisto.
Terza fase
La terza fase è caratterizzata dal sentimento di colpa e dalla vergogna. Ci si pente di aver comprato il prodotto e ci si rende conto di aver ceduto una volta ancora ai propri impulsi. L’illusione provocava l’acquisto si è rotta e ora si ci trova di fronte al circolo vizioso: attrazione-impulso-acquisto.
Il circolo vizioso dello shopping compulsivo
Questo comportamento si ripete, diviene ciclico e normalmente tende ad aumentare la sua incidenza, soprattutto quando la persona affronta dei periodi di stress. Ma senza ombra di dubbio, la peculiarità più difficile da eliminare è la dipendenza dagli acquisti, la persona diviene dipendente dall’acquisto nello stesso modo in cui si diviene dipendenti di una sostanza stupefacente.
E come ho già accennato, non mancano la frustrazione e il senso di colpa. Ci si rende conto di aver agito inseguendo un impulso irrefrenabile e non si è realmente felici delle cose appena comprate. Ecco allora che inizialmente si prova una vera e propria urgenza nel voler acquistare qualcosa di nuovo.
Durante tali fasi si susseguono determinati atteggiamenti e comportamenti:
1. Difficoltà a controllare gli impulsi
2. Comportamenti ossessivi
3. Dipendenza da un’attività
Cosa dovremmo fare se siamo compratori compulsivi?
In primis bisognerebbe capire qual’è la causa che ci ha portati ad adottare quell’attitudine. Lo so, toccare le ferite brucia, e anche tanto ma il modo più immediato per guarire è quello di rivolgersi a uno specialista. Se non si è capaci o non si ha voglia di chiedere aiuto a un professionista, allora bisogna guardarsi dentro.
Esistono però anche dei metodi fai da te per affrontare la dipendenza in modo positivo. Vediamoli insieme:
Allenati alla gratitudine: impara a gratificarti anche per le cose più semplici, concedendoti piccole coccole in varie forme. Questo aiuta a ritrovare un equilibrio con una parte di te che esiste e va rispettata e, soprattutto, ascoltata.
Cerca le risposte. Poniti sempre la domanda: le cose che faccio e che mi pesano potrei farle diversamente?” o “È proprio quello che voglio o è qualcosa che sto subendo?”. Sappi che c’è sempre una alternativa per fare qualcosa che possa renderti felice. Rifletti, guardati bene dentro….
Impara a piacerti: non sentirti sbagliata o inferiore agli altri perché non hai ciò che hanno gli altri. Apprezza ciò che hai e apprezzati anche con i tuoi difetti.
Affronta le tue paure: mai evitare le paure ma guardale dritte negli occhi. Questo ti farà sentire molto più forte.
Elabora con obiettività il senso di quell’acquisto: “ho davvero bisogno di queste nuove scarpe? “Posso rinviare l’acquisto di questo pantalone”? “Ho altre altre spese che hanno la precedenza”? Affitto, bollette del telefono…. Queste sono alcune fra le domande da porsi prima di acquistare qualcosa.
Fai una nota spese: molto utile può essere anche tenere un diario degli acquisti da aggiornare scrupolosamente. E se ci si rende conto di aver comprato cose inutili, provare a capire perché.
Fai lo psicologo di te stessa: prova a fare un giro per negozi senza soldi né carta di credito per capire che effetto fa ammirare un capo senza farlo proprio. E se vedi qualcosa che ha catturato la tua attenzione, fai passare almeno una settimana, per capire se davvero serve o se il desiderio è passato.
Ammetti che hai bisogno di aiuto: se non riesci a frenare quel bisogno ossessivo di spendere, dovrai fare ricorso a uno specialista per capire le ragioni della dipendenza.
RICORDA, riconoscere di avere un problema di dipendenza è il primo passo per superarlo.
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