Ci sono momenti nella vita in cui sentiamo che qualcosa ci soffoca, ci toglie il respiro, la gioia, la leggerezza. Eppure, continuiamo a portare con noi quei pensieri, quelle abitudini, quelle relazioni che ci appesantiscono. Perché? Perché ci affezioniamo anche a ciò che ci ferisce. Perché il dolore conosciuto sembra più tollerabile del vuoto che si apre quando proviamo a lasciarlo andare.Ma stare bene non è un colpo di fortuna. Non è nemmeno una meta da raggiungere dopo mille fatiche.
Allontana queste cose dalla tua vita
Stare bene è un atto quotidiano di cura. È una scelta che inizia da dentro. È il risultato di ciò che coltiviamo… ma anche di ciò che impariamo a togliere. E allora, se davvero vuoi stare bene, chiediti non solo cosa ti manca, ma soprattutto cosa stai ancora tenendo accanto a te che ti impedisce di respirare davvero. Ecco da dove iniziare.
1. Allontana le relazioni che ti chiedono di essere diverso da ciò che sei
Ci sono legami che invece di nutrire, chiedono costantemente che tu ti modelli su ciò che l’altro si aspetta. Ti senti amato solo quando sei utile, accomodante, comprensivo, “leggero”. In quelle relazioni non sei libero di sbagliare, di esprimere emozioni complesse, di essere vulnerabile.
Restare in questi legami ti consuma dall’interno. Ti costringe a comprimere la tua autenticità per meritare un’affezione condizionata. Allontanare non significa necessariamente tagliare i ponti, ma ridefinire il perimetro del tuo stare. Vuol dire smettere di chiedere amore a chi ti ama solo a patto che tu non dia troppo fastidio.
2. Allontana la voce nella tua testa che ti svaluta
Non serve nessun nemico esterno quando l’autosvalutazione si è annidata dentro di te. È una voce subdola, che si maschera da obiettività, da umiltà, da “realismo”. Eppure, è la voce di antichi giudizi interiorizzati: di chi ti ha fatto credere che il tuo valore andasse guadagnato, che l’amore dovesse essere meritato.
Non puoi stare bene se ogni tua emozione deve prima passare il vaglio della censura interna. Non puoi sentirti leggero se dentro di te hai un sorvegliante che punisce ogni slancio di vita autentica. Allontanare quella voce non è facile. Ma puoi iniziare a riconoscerla: non sei tu, è ciò che hai imparato a ripeterti per sopravvivere.
3. Allontana l’ossessione di piacere a tutti
Quando il bisogno di piacere prende il sopravvento, finisci per disconoscerti. Dici sì quando vorresti dire no. Sorridi mentre qualcosa dentro di te si spezza. Ti trasformi in una versione socialmente accettabile, dimenticando che l’autenticità non si costruisce sul compiacimento, ma sul coraggio.
Chi cerca di piacere a tutti, finisce per non piacersi mai del tutto. E spesso chi più si preoccupa di essere apprezzato è proprio chi, da piccolo, si è sentito “di troppo”, “troppo sensibile”, “troppo emotivo”. Allontanare l’ossessione di piacere significa scegliere finalmente di bastarsi.
4. Allontana la paura di rimanere solo
Questa è forse una delle catene più potenti. La paura di restare soli ci spinge a restare in situazioni che ci logorano, a rincorrere attenzioni che ci feriscono, ad accettare condizioni che ci svuotano. Ma non è la solitudine a fare male. Fa male il vuoto affettivo che si porta dietro un passato mai guarito. Fa male l’assenza di un legame sicuro con sé stessi. Fa male l’eco delle mancanze antiche, non la stanza silenziosa.
Quando impari a stare con te, quando cominci a rispettare i tuoi confini, allora non hai più paura del silenzio. E in quel silenzio, puoi ricostruire tutto.
5. Allontana il bisogno di avere sempre tutto sotto controllo
Dietro il controllo si nasconde spesso un’antica insicurezza: il timore che, se non tieni tutto in mano, le cose possano crollare. Questo bisogno nasce spesso in chi ha vissuto l’imprevedibilità emotiva da bambino, in chi ha imparato a monitorare costantemente l’ambiente per non essere travolto.
Ma il controllo è un’illusione che affatica. Ti toglie il sonno, la pace, la spontaneità. Ti fa vivere sempre in stato di allerta, come se qualcosa di terribile fosse in agguato. Allontanarlo non significa diventare disorganizzati, ma fidarsi: del proprio valore, dei propri confini, del diritto di dire “non ce la faccio”.
6. Allontana le narrazioni tossiche che ti racconti da anni
“Non sono capace”.
“Se fossi davvero interessante, mi cercherebbero”.
“È colpa mia se vengo sempre deluso”.
“Gli altri sono meglio di me”.
Queste frasi sembrano pensieri, ma sono prigioni. Sono come programmi automatici che hai interiorizzato nel tempo. Non sono la verità: sono schemi appresi. E finché restano dentro, continuerai a cercare conferme che li giustifichino. Stare bene significa cambiare il linguaggio con cui ti racconti. Significa passare da “non valgo abbastanza” a “merito di essere amato, anche nei miei momenti più fragili”.
7. Allontana il bisogno di dimostrare qualcosa a qualcuno
Molti adulti vivono ancora con un pubblico immaginario: genitori interiorizzati, ex che li hanno lasciati, figure che li hanno sminuiti. E così ogni conquista diventa una forma di riscatto, ogni errore una condanna. Ma vivere per dimostrare significa restare incastrati nella reattività. Non agisci più per te stesso, ma per ottenere il riconoscimento di chi, forse, non te lo darà mai.
Allontana il bisogno di dimostrare. E comincia a fare le cose per te. Perché ti nutrono, perché ti ispirano, perché ti rendono vivo.
8. Allontana il senso di colpa che ti spinge a rimanere dove non vuoi
Il senso di colpa può travestirsi da lealtà, da empatia, da altruismo. Ma quando ti porta a sacrificarti sempre, a rinunciare a te stesso pur di non deludere qualcuno, allora non è più un sentimento nobile: è una gabbia. Molte persone restano in relazioni o situazioni logoranti perché si sentono in debito. Perché temono di far soffrire gli altri. Ma dimenticano che, ogni volta che si tradiscono, stanno facendo soffrire sé stessi.
Impara ad ascoltare quel disagio: è la tua bussola interna. E a volte, per non perderti, devi deludere le aspettative di chi ti voleva sempre disponibile.
9. Allontana il confronto continuo con gli altri
Viviamo in un mondo iperconnesso e iperconfrontato. Ma la tua felicità non può nascere dal paragone costante con quella altrui. Ogni confronto ti ruba qualcosa: la fiducia, l’autenticità, la gratitudine. Non sai cosa si nasconde dietro ciò che vedi negli altri. E non sei venuto al mondo per essere “più di”, “meglio di”, “alla pari di”. Sei venuto al mondo per essere te stesso.
Allontana il bisogno di compararti e comincia a confrontarti solo con ciò che eri ieri.
10. Allontana la convinzione che il cambiamento debba partire dall’esterno
“Quando troverò la persona giusta starò bene.”
“Se cambierò lavoro, finalmente sarò felice.”
“Quando mi capiranno, allora smetterò di soffrire.”
Ma la verità è che nessun cambiamento esterno può compensare un mondo interno spezzato. Il cambiamento vero inizia quando smetti di aspettare che qualcosa succeda fuori e cominci a guardare dentro.
Allontana l’illusione che la tua serenità sia in mano agli altri. Non sei in attesa di una vita migliore: sei in cammino verso te stesso.
Stare bene non è un premio, è un diritto (e una scelta quotidiana)
Ogni volta che ti chiedi “Perché non sto bene?”, forse dovresti chiederti “Cosa sto ancora trattenendo che mi ferisce?”. Non c’è vera guarigione finché continui a vivere secondo copioni che ti sminuiscono, che ti comprimono, che ti allontanano da chi sei davvero.
Stare bene è anche una rinuncia. Alla finzione. Al compiacimento. Alla paura di essere abbandonato se ti mostri per ciò che sei. È una rinuncia che fa male all’inizio, ma che poi guarisce. Perché smetti di rincorrere l’amore e inizi a sceglierlo. A partire da te.
Ed è proprio questo il viaggio che ti propongo nel mio libro “Il mondo con i tuoi occhi”. Un libro che non ti dà istruzioni, ma ti accompagna. Ti aiuta a disimparare ciò che ti ha allontanato da te stesso. Ti offre strumenti per smascherare i condizionamenti emotivi e costruire, finalmente, una felicità che abbia il tuo volto.
Ti aiuta a guardare te stesso con occhi nuovi: occhi liberi da colpe che non ti appartengono, da maschere che hai dovuto indossare per essere accettato, da schemi che ti hanno insegnato a confondere il dolore con l’amore. Perché se c’è una cosa che ho imparato, è che nessun cambiamento è possibile finché continui a vivere la vita che gli altri si aspettano da te.
Ma tu meriti di creare la tua. Con il tuo ritmo. Le tue verità. E le tue scelte finalmente autentiche. E se vuoi iniziare da qualche parte… comincia da questo libro. Comincia da te. Sempre. Il mio libro è disponibile in libreria e qui su Amazon
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Ti aspetto lì per continuare il viaggio.