10 campanelli di allarme di bassa autostima nei bambini

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Per aiutarvi a capire se il vostro bambino soffre di bassa autostima, vi indicherò alcuni segnali da cogliere. Dovete “semplicemente” imparare a osservare come vostro figlio si interfaccia al mondo che lo circonda.

La sfiducia in sé, in un bambino, potrebbe essere anche solo occasionale, cioè legata a un evento, una situazione specifica o a una particolare fase della vita (trasferimento, separazione dei genitori, allontanamento di una persona cara…).

Indicatori di bassa autostima nei bambini

Quando questi segnali si conclamano nel comportamento del bambino, bisogna ammettere l’esistenza di un disagio e agire per migliorare la sua autostima.

  1. Il bambino evita un compito, una competizione o una sfida senza nemmeno provarci. Questo comportamento può essere letto come paura del fallimento o senso di impotenza.
  2. Dopo l’inizio di un gioco, un corso di qualsiasi genere o di un compito, si ritira o interrompe l’attività. Indica un comportamento rinunciatario di chi non è consapevole e non crede nelle proprie risorse.
  3. Mostra un’elevata timidezza anche nei contesti meno formali.
  4. Vira il suo comportamento e diventa improvvisamente un bambino difficile. Prepotenza, capricci, inflessibilità, rabbia e disubbidienza sono atteggiamenti che mascherano impotenza, inadeguatezza e frustrazione.
  5. Sminuisce sempre l’importanza di un evento (non mi piace, non mi interessa…) o usa un tipo di razionalizzazione cercando di dare la colpa agli altri dei propri fallimenti (il maestro è stupido, i compagni di squadra non sanno proprio giocare…).
  6. Fa commenti generalizzati o autocritici come Non faccio mai niente di buono. Non so fare niente. E’ tutta colpa mia. Sono brutto. Gli amici di scuola sono più intelligenti di me.
  7. Non riesce ad accettare le critiche ma neanche i complimenti. Il bambino mostra rabbia in caso di critiche o forte imbarazzo in caso di complimenti.
  8. Mostra preoccupazione circa l’opinione che hanno gli altri su di lui.
  9. Il bambino con bassa autostima potrebbe essere eccessivamente disponibile in casa, con difficoltà a dire di no alle richieste della mamma.
  10. Il bambino mente e racconta tantissime bugie.

Questi appena visti sono solo alcuni dei segnali che indicano bassa autostima in un bambino. L’argomento è molto complesso e non può essere sintetizzato in un singolo evento. I bambini sperimentano senso di insicurezza in diversi modi fino a delineare alcuni profili molto diversi tra loro. Abbiamo così…

Il bambino invisibile

Il bambino invisibile è il classico bambino modello: non fa mai troppa confusione ma non è neanche completamente silenzioso. Si mostra collaborativo con gli adulti, non mostra passioni particolari e tende a essere inserito nel gruppo dei bambini più tranquilli. Tende ad accettare decisioni prese dagli altri, soprattutto da parte degli adulti. La passività si riflette anche nel modo in cui fa amicizia a scuola o durante il campeggio estivo.

Questo tipo di bambino risponde solo se chiamato in causa e non ricerca attivamente conferme di nessun tipo, questo atteggiamento è legato a un’ansia intrinseca che lo frena nell’esprimere e nel ricercare i suoi reali interessi.

Il bambino iperattivo

E’ il bambino che si fa subito notare: è vivace e schietto. Attenzione al titolo del paragrafo! Non va assolutamente equiparato alla sindrome di iperattività. La sua vivacità è legata al desiderio di farsi notare e anche di essere contenuto.

Se il bambino invisibile ha paura di farsi notare dagli altri, il bambino iperattivo ha bisogno di conferme e ricerca sicurezze e attenzioni, nel bene e nel male.

Alla base del bambino iperattivo si cela la medesima insicurezza vista per il bambino invisibile: la paura di non essere all’altezza delle diverse situazioni.

E’ difficile che gli adulti carpiscano le insicurezze del bambino iperattivo perché questo sua atteggiamento è fuorviante. In genere, questi bambini tendono a esprimere le emozioni con agitazione motoria, con movimenti di braccia o di gambe perché hanno difficoltà nell’esprimere ciò che sentono in altri modi.

Il bambino sfuggente

Questi bambini evitano, per quanto possibile di rapportarsi con il prossimo, sia fisicamente, sia verbalmente. Si distingue dal bambino invisibile perché quest’ultimo tende sempre ad apparire tranquillo e calmo… il bambino sfuggente vive un disagio palpabile, che si fa notare. Spesso viene escluso dal gruppo e ha difficoltà nell’interagire.

Difficilmente riesce a fare gruppo con gli altri bambini e nel vivere i suoi ambienti (scuola, corsi sportivi…) gli sembra sempre di subire torti e ingiustizie e per questo tende a isolarsi e chiudersi.

Questi bambini sono mal integrati perché vivono un forte disagio. Se anche provano a volersi integrare in un gruppo di coetanei, lo fanno in modo inadeguato: offendendo, facendo dispetti, stuzzicando o addirittura picchiando qualcuno.

Non capisce perché “gli altri lo trattano male” e descrive gli altri come stupidi o ingiusti…. il bambino non è consapevole delle proprie provocazioni e vive situazioni difficili, anche conflittuali.

Questi bambini sono i più difficili da gestire perché se l’adulto prova a parlargli, lo sente sfuggente come se la sua vicinanza costituisse un fastidio o addirittura un’offesa.

Il bambino adulto

La scarsa autostima del bambino adulto è difficile da leggere. E’ il classico bambino che talvolta appare un po’ timido ma che si dimostra maturo responsabile e di coscienza. Anche in questo caso viene additato come bambino modello.

Magari a scuola riporta all’ordine i compagni distratti, segna sulla lavagna i buoni e i cattivi della classe. Si impegna nello studio e a casa aiuta i genitori occupandosi anche dei fratelli più piccoli.

Il bambino appare affidabile e per questo gli adulti tendono a non notare le sue difficoltà… eppure basta osservarlo bene, non sa giocare, non riesca a scatenarsi con i suoi coetanei e per questo si compra da adulto: dentro di sé ha una forte paura di sbagliare e di deludere le aspettative del prossimo (a volte della mamma!).

Ricordiamo che le informazioni contenute in questo sito web non devono essere usate in sostituzione a consulenze e supporti psicologici dedicati al vostro caso specifico.

Fatti e circostanze individuali incidono fortemente sui bisogni specifici di ogni individuo, adulto o bambino che sia.

A cura di Anna De Simone, psicologo – esperto in neuropsicobiologia
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