20 sintomi fisici direttamente connessi alle tue emozioni (lo dice la scienza)

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

La psicosomatica non è qualcosa di astratto, la conversione di stati emotivi in sintomi fisici è qualcosa che viviamo nel quotidiano e già dimostrato da studi scientifici. Le emozioni, riusciamo a sentirle proprio perché esse emergono nel nostro corpo mediante variazioni biochimiche. Quella stessa biochimica può causare alterazioni somatiche, innescando l’emergere di sintomi che talvolta sono solo fastidiosi, altre volte molto dolorosi e altre ancora possono diventare addirittura pericolosi. Il vero problema è che tutti sottovalutano il potere che le nostre emozioni e, più in generale, il potere che la nostra mente, esercita sul corpo. Partiamo da uno scenario molto comune.

Sei dal medico, riferisci i tuoi sintomi e lui, dopo le prime analisi cliniche con valori nella norma, si gioca la carta della “psicosomatica” e dice: «signora/e, lei sta bene, non ha nulla, è solo una questione psicologica!». Il medico, pur fornendo una risposta solo in parte esatta, ridimensiona la sintomatologia riferita dal paziente un po’ come se volesse dire «non ci pensare più…».  Il vero problema è che le gran parte di persone (medici inclusi) che parlano di psicosomatica, lo fanno in modo improprio. Lo fanno quasi per sminuire la rilevanza o gli effetti della sintomatologia. In realtà questo è un gravissimo errore. I sintomi sono reali, eccome!

La psicosomatica è concreta

Il termine PNEI (psico-neuro-endocrino-immuno-logia) è nato perché nel panorama scientifico sono emerse evidenze che collegano la nostra sfera psichica a disfunzioni del nostro sistema endocrino, del sistema immunitario e del sistema nervoso centrale. Di seguito ti elencherò solo alcuni dei sintomi fisici che sono stati collegati al nostro funzionamento psicologico.

Le tensioni a carico gastro-intestinale

  • 1. Gonfiore addominale
  • 2. Irregolarità
  • 3. Problemi digestivi e digestione lenta
  • 4. Bruciore di stomaco
  • 5. Dolori addominali
  • 6. Diarrea
  • 7. Costipazione

Pancia gonfia, bruciore allo stomaco e tutti i numerosi sintomi (come irregolarità, dolori addominali, costipazione o diarrea) collegati alla cosiddetta «sindrome del colon irritabile» sono direttamente connessi alle tue emozioni.

Un elevato numero di pubblicazioni scientifiche (si veda Enck et al., 2016. Qin, 2014), infatti, per il trattamento di tali sintomatologie, suggeriscono di associare al trattamento farmacologico prescritto dal medico, anche la psicoterapia. Grazie alle evidenze accumulate negli ultimi anni, la comunità scientifica è sempre più coesa nel dire che le cause della sindrome del colon irritabile siano ascrivibili a un’alterata interazione tra sistema nervoso centrale (cervello) e sistema gastrointestinale. Altri autori (Yan Qin, Cheng, Bian, 2014) parlano infatti di «cervello irritabile» e mettono in evidenza il ruolo del processi mentali nella genesi della sintomatologia tipica del colon irritabile.

Quando il medico afferma «è un fatto psicologico», sappiate che c’è un meccanismo ben evidente che innesca quei sintomi fisici. Il meccanismo sottostante è fortemente correlato con l’attivazione immunitaria della mucosa intestinale; tali mucose s’infiammano e non riescono più a svolgere regolarmente il loro lavoro protettivo. Si innescano diverse disfunzioni per le quali non è più possibile la consueta motilità intestinale e viene alterato anche il naturale assorbimento. Da qui tutti i sintomi sopra descritti.

Secondo una ricerca (E. Blanchard della State University of New York) il 60% delle persone con sindrome del colon irritabile soffre, alla base, di un disturbo psicologico a matrice ansiosa. Il 20%, alla base, soffre di forme depressive e il restante 20% soffre di altri disturbi psicologici sempre correlati allo stress cronico.

Le tensioni a carico muscolare

  • 8. Cefalee
  • 9. Dolori articolari (ginocchia, caviglie…)
  • 10. Rigidità muscolare
  • 11. Affaticamento cronico
  • 12. Problemi posturali
  • 13. Mal di schiena

Le tensioni emotive innescano, in modo diretto e inequivocabile, anche tensioni muscolari. Tali tensioni, come visto, coinvolgono la muscolatura liscia del tratto intestiname ma anche la muscolatura striata del cuore e di tutti i nostri muscoli. Rigidità muscolare, tensioni, dolori alle ginocchia, alle caviglie, ai polsi, così come mal di testa ricorrente, possono essere sintomatiche di un accumulo di stress.

Questi stessi disturbi possono essere correlati anche a posture scorrette. Ma riflettici un attimo. Perché dovresti assumere una postura piuttosto che un altra? Una ricerca (McCaulley, 2003) ha dimostrato come i pensieri felici e propositivi portano a posizioni più aperte e rette, fisiologicamente ben supportate dal nostro organismo, promuovono distensione e rilassamento muscolare. Al contrario, pensieri tristi, preoccupazioni e ruminazione mentale portano a posizioni incurvate e raccolte.

L’aumento della tensione muscolare, dunque, è uno dei principali sintomi fisici di ansia e stress. Come succede? La tensione emotiva innesca un aumento del tono ortosimpatico e della concentrazione delle catecolamine in circolo (adrenalina e noradrenalina), tali fenomeni, combinati, innescano un aumento dello stato di contrazione della muscolatura. Gli effetti sulla muscolatura lisca dell’intestino li ho spiegati nel paragrafo precedente. Gli effetti sulla muscolatura striata, analogamente, si manifestano con infiammazione e dolore, soprattutto quando la contrazione è continua e sostenuta (stress emotivo cronico).

La rigidità muscolare, non fa altro che peggiorare la situazione causando problemi articolari e obbligandoci ad assumere posture viziate. Questo fenomeno interessa soprattutto le articolazioni, le più esposte sono quelle del rachide cervicale (innescando mal di testa ricorrenti), e della regione lombo-sacrale (causando mal di schiena). Il riposo notturno potrebbe migliorare la situazione ma, purtroppo, nei soggetti ansiosi, il sonno è alterato. Lo stress emotivo provoca tensioni muscolari anche di notte!

Per le medesime ragioni, potrebbe innescarsi anche uno stato di stanchezza cronica. La persona si sente sopraffatta da impegni, richieste psicoaffettive, oppure ha paura di rimanere sola, di essere abbandonata o rifiutata. Ogni genere di paura o di richiesta pressante (scadenze da rispettare, pressioni economiche…) mette in allerta il nostro sistema nervoso centrale. Il sistema nervoso, quando è in allerta, fatica a compensare ulteriori sforzi fisici e genera uno stato di sposstenzza, affaticamento, e la persona si sente sempre con poche energie fisiche. Non solo, quando il sistema nervoso è in allerta, anche la soglia del dolore diminuisce, così si amplificano e acuiscono anche altri problemi (es. dolori correlati alla presenza di cisti, tipici soprattutto nella donna).

Le tensioni sul cuore

  • 14. Tachicardia
  • 15. Sudorazione
  • 16. Difficoltà respiratorie
  • 17. Extrasistole
  • 18. Vertigini
  • 19. Peso al petto

Una causa comune della comparsa di extrasistole è l’ansia, così come ti ho spiegato nel paragrafo precedente (aumento dell’adrenalina, aumento del ritmo cardiaco, contrazioni muscolari…). Spesso, i problemi cardiaci non sono legati a un malfunzionamento del cuore, infatti esso all’esame ecografico appare in salute. Tuttavia, il soggetto può lamentare tachicardia, difficoltà respiratorie e vertigini… bollate poi dal medico come “psicologiche”. Anche qui le tensioni emotive si trasformano in qualcosa di fisico passando per il sistema gastro-intestinale. Quando ci sono problemi di natura gastrici, il primo organo a risentirne è il cuore. Il cuore “pompa sangue”. Durante la digestione, l’intestino richiede abbondante afflusso di sangue. Quando la digestione è compromessa, lenta e faticosa il primo ad affaticarsi è il cuore!

Le palpitazioni associate a gonfiore, pesantezza, vertigini e difficoltà a respirare, spesso, hanno poco a che vedere con patologie cardiache, ma sono correlati a quella che viene chiamata sindrome gastro-cardiaca. Da un lato vi è una richiesta di afflusso sanguigno da parte dell’intestino, così il cuore deve impegnarsi molto nel suo lavoro, dall’altro ci sono sollecitazioni cardiache legate all’ansia e dall’altra, ancora, ci sono problemi respiratori.

Chi soffre d’ansia, infatti, tende a respirare male e a ingerire molta aria (aereofagia), così al gonfiore addominale (legato alla scarsa motilità del tratto intestinale) può associarsi anche pesantezza di stomaco (legata all’aereofagia). L’aumento del volume dello stomaco sottrae spazio al cuore che pertanto farà ancora più fatica a contrasti innescando tachicardia (molto frequente è la tachicardia notturna, soprattutto per chi dorme sul fianco sinistro!), sudorazione e ulteriore fame d’aria. Al resto ci pensa la stimolazione vagale, influenzata direttamente dall’ansia. Gli “effetti psicologici”, quindi, sono di natura puramente corporea!

20. Malattie autoimmuni

Una vasta indagine epidemiologica (JAMA, 2018) che ha seguito la salute di circa un milione di persone nell’arco di trent’anni, ha individuato un’associazione tra problemi legati allo stress, come il disturbo post-traumatico (PTSD), e l’insorgere di malattie autoimmuni. I soggetti che hanno vissuto un episodio traumatico o sono stati esposti a traumi ripetuti (come gli abusi emotivi perpetuati durante l’infanzia che innescano il quadro clinico del PTSD complesso) sono esposti a un elevato rischio di ammalarsi di una malattia autoimmune. Come succede? I pazienti esposti al trauma (in realtà, la stessa cosa è stata osservata in pazienti depressi) mostrano una maggiore produzione di molecole infiammatorie (aumento delle citochine infiammatorie quali NGF, BAFF, PAF, TNF-alfa, ecc…). Queste stesse citochine sono associate anche a un maggior rischio di sviluppare determinati tipi di tumore.

Un altro studio (Cullen et al., 2019) ha associato le malattie autoimmuni a sintomi psicotici. In questo caso, il meccanismo fisiologico individuato sembrerebbe essere correlato a un’azione di attacco da parte degli anticorpi autoimmuni (ANA).

Cosa fare?

In tutti i casi è sempre bene rivolgersi al proprio medico di fiducia e fare le opportune indagini cliniche. Qualsiasi cura dovrebbe soffermarsi sempre su più fronti: oltre all’eventuale trattamento medico, bisognerà curare la postura, la gestione dello stress e soprattutto apprendere nuovi modi di vivere per non lasciarsi sopraffare dalle tensioni emotive. Quando tutte le emozioni vengono vissute a livello consapevole, esse non allarmeranno più il sistema nervoso centrale, pertanto cesseranno di trasformarsi in sintomi fisici. Se vuoi sapere come raggiungere questo stato di equilibrio, sappi che ho scritto il libro bestseller più consigliato dagli psicoterapeuti, s’intitola «Riscrivi le Pagine della Tua Vita». Ti spiego in modo semplice e chiaro come funziona la tua sfera psichica e come creare l’armonia interiore che meriti. Puoi trovare il libro in tutte le librerie o su Amazon, a questo indirizzo. L’editore è Rizzoli.

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
Autore del libro bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” – Rizzoli
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