A chi non è mai capitato di coinvolgersi in una discussione nella quale le emozioni scorrevano incontrollate? Non mi riferisco a piccoli lampi di rabbia, ma a una vera e propria esplosione emozionale accompagnata da sentimenti negativi che ci sommergono e ci fanno agire in modo irrazionale.
L’esplosione emozionale che manda il “cervello in tilt”
Lo scenario tipico è: siamo nel bel mezzo di un malinteso, l’altra persona dice qualcosa e improvvisamente è come se sprofondassimo in un buco nero. Le uniche cose che riusiamo a percepire ed emettere sono: rabbia, paura, panico e frustrazione. Quando sperimentiamo queste sensazioni i nostri muscoli si tendono, pronti all’azione, e la nostra mente funziona così velocemente che non possiamo seguirla in modo “consapevole”.
Volendo utilizzare una metafora: l’esplosione emozionale potrebbe essere paragonato ad un esercito pronto ad affrontare una minaccia esterna, che però non arriva mai, e questo lo costringe a rimanere mobilitato senza poter intraprendere la battaglia. Immaginate il malessere nel non sapere cosa accadrà e quando, e soprattutto lo spreco di energie che ne consegue. Questo è quello che accade nel nostro corpo!
La differenza tra l’esplosione emozionale e le emozioni che sperimentiamo ogni giorno è la dimensione. Durante un episodio di “esplosione emozionale” la nostra mente razionale si scollega. Il nostro sistema nervoso è saturo e la corteccia prefrontale smette di esercitare la sua funzione di controllore. A questo punto, le nostre reazioni istintive possono peggiorare ulteriormente la situazione, provocando un esplosione di rabbia.
Come si scatena l’esplosione emozionale?
In sostanza, accade che reagiamo facendo ciò che ci sembra di percepire nell’altro. Durante una discussione, soprattutto quando l’ambiente si surriscalda, è normale adottare un atteggiamento di lotta/fuga. Quando una persona si sente attaccata e percepisce che la situazione è più grande di lei o carica di rabbia, si produce un’attivazione fisiologica che genera la sensazione di pericolo.
In questo modo, il cervello percepisce che vi è un livello di stress che non possiamo gestire e risponde come ci trovassimo davanti a un rischio reale, aumentando la pressione sanguigna, rendendo la respirazione superficiale e dilatando le pupille, tutte reazioni che ci incoraggiano a prendere solo due direzioni: attaccare il nostro avversario o abbandonare la situazione.
Sintomi dell’esplosione emotiva: gli effetti
- Mal di testa
- Minore capacità di concentrazione
- Disturbi della memoria
- Commettere molti errori
- Incapacità di rilassarsi
- Ansia
- Irritabilità
- Tensione della mascella
- Ipertensione
- Abbassamento del tono dell’ umore
- Caduta dell’autostima
- Disturbi del sonno
- Calo del desiderio sessuale
- Dolori muscolari
- Minore energia
Cosa fare per evitare tale situazione?
1. Facciamo un compromesso di pace con noi stessi
Di solito reagiamo istintivamente alle situazioni, ma possiamo imparare a sviluppare autocontrollo per meglio controllare la nostra vita. Non possiamo evitare di sentirci frustrati o arrabbiati, ma possiamo arrestare questa valanga di emozioni prima che ci sommerga. Fai un compromesso con te stesso, impegnati a non perdere la pazienza, a pensare prima di parlare e ad andartene prima di ferire qualcuno se non riesci a controllare la rabbia.
2. Impariamo a riconoscere i segni della catastrofe imminente
Una volta verificatosi il sequestro emozionale e la nostra corteccia prefrontale è scollegata, rimane poco da fare. Tuttavia, se ci conosciamo abbastanza bene, sapremo qual è il punto di non ritorno. Così, quando ci accorgiamo che abbiamo cominciato a innervosirci, possiamo fare una pausa, per fare in modo che la situazione non ci sfugga di mano.
3. Premiamo il pulsante di pausa
Quando sei sul punto di esplodere è meglio premere il pulsante di pausa. Abbandona per un momento la conversazione e concentrarti su di te. Ci sono diversi modi per riprendere il controllo di noi stessi. Si tratta di trovare quello più efficace per te. Ad esempio, ci sono persone che riescono a risolvere il problema facendo dei respiri profondi, altri trovano più utile contare fino a 10 o 20. Un’altra alternativa è quella di utilizzare la visualizzazione, immagina per un momento di trovarti in un luogo tranquillo pieno di pace, dove ti senti a tuo agio.
4. Diventiamo osservatori
È un punto chiave per mettere una certa distanza tra noi e la tempesta di pensieri e sentimenti. Immagina di essere un osservatore esterno davanti alla scena. Quale sarebbe il tuo atteggiamento? Come risolveresti la situazione? Quando riuscirai a stabilire una distanza emotiva riprenderai il controllo e ti riuscirà più facile trovare una soluzione al conflitto.
5. Cambiamo prospettiva rispetto al nostro interlocutore
Quando siamo sull’orlo di un diluvio emozionale ciò che vediamo del nostro interlocutore sono solo la sua rigidità, la rabbia, la frustrazione … Siamo solo in grado di vedere un quadro negativo, al quale reagiamo arrabbiandoci. Ma la persona che abbiamo davanti, che probabilmente conosciamo molto bene, è anche un compagno amorevole, una madre devota o un figlio premuroso. Si tratta di fare un passo indietro per vedere il quadro nella giusta prospettiva, per avere un’immagine più equilibrata della persona.
Ricordate: Qualsiasi forma “controllata” di espressione è terapeutica, liberatoria. Questo implica accettare le emozioni, parlarne e non nasconderle. Si chiama intelligenza emotiva.
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