Tv, radio, giornali e blog non fanno altro che pubblicare notizie sulla diffusione del Covid-19. I programmi di intrattenimento propongono dibattiti sulle contromisure prese, i TG regionali e nazionali mettono in evidenza il clima di sconforto e le statistiche su morti e contagi, sui social network impazzano le fakenews…. ma quanto pesa tutto questo sulla nostra mente? A chiederselo sono stati in molti e i team di ricercatori hanno provato a fornire una risposta.
La forte esposizione mediatica costituisce un fattore di rischio per la salute mentale. Diversi studi* affermano che la sovraesposizione alle notizie sul coronavirus potrebbe essere associata all’insorgenza di un disturbo mentale.
L’esplosione della pandemia ha causato cambiamenti senza precedenti nella vita di tutti noi. Le misure disposte dalle Autorità hanno fortemente limitato le interazioni sociali fino a indurre all’isolamento. La pandemia ha avuto un grave impatto economico sulle famiglie con tassi di disoccupazione alle stelle. Le difficoltà finanziarie, l’isolamento sociale e la paura del contagio (sia per sé che per i propri cari), rappresentano già di per sé dei pesanti fattori di rischio. Come se questo scenario non bastasse, i media (televisione, web, giornali, radio…) aggiungono un ulteriore carico alla nostra psiche.
E’ naturale volersi documentare
Sia nella prima fase che oggi, è naturale che il pubblico senta il bisogno di informarsi sui rischi per la salute, sulla sicurezza pubblica e sulle nuove normative in vigore. In genere, un’informazione lineare e coerente riesce a offrire una migliore comprensione e consente una più rapida elaborazione della minaccia. L’informazione, in sé, è un fattore protettivo: chi si informa sa come agire per ridurre i rischi sulla propria salute, riesce a rispettare le norme e adeguarsi ai nuovi scenari.
Tuttavia, nell’attuale contesto, i ricercatori riferiscono che la copertura mediatica offerta è eccessiva e pervasiva a tal punto da aumentare la percezione di instabilità e incertezza e generare ansia e stress cronico.
Associazione con i disturbi mentali
Sono numerosi gli studi che hanno indagato l’associazione tra l’esposizione ai media e la salute mentale nel bel mezzo della pandemia. Alcuni studi hanno concluso che lo stile comunicativo sensazionalistico scelto dai media abbia contribuito a far aumentare i livelli di ansia e di panico.
I media possono esercitare un forte potere sulla nostra psiche, lo vediamo ogni giorno con la pubblicità. Siamo sovraesposti a immagini di donne e uomini dal fisico perfetto, così molte persone finiscono per sentirsi brutte per qualche kg in più, senza parlare dell’ossessione per le imperfezioni della pelle. Ciò che sta accadendo con la sovraesposizione mediatica alle informazioni sul COVID-19 non è molto diverso anche se il coinvolgimento psichico avviene se più livelli. Tale sovraesposizione potrebbe causare una forma di stress cronico e non solo.
Gli effetti della sovraesposizione a informazioni sul covid-19 potrebbero essere molto seri. Qualcosa di analogo fu osservato e pubblicato nel 2001 sul Journal of American Medical Association. La ricerca evidenziò un’associazione tra l’esposizione mediatica ai servizi sull’attacco dell’11 settembre e il disturbo post-traumatico da stress. In pratica i ricercatori notarono che chi aveva trascorso molto tempo a guardare la TV i giorni successivi all’attacco dell’11 settembre aveva maggiori possibilità di manifestare i sintomi del disturbo da stress post traumatico.
I sintomi associati all’esposizione mediatica
Cosa si rischia con la sovraesposizione mediatica alle notizie sul COVID-19? Gli studi parlano di un’ampia costellazione di sintomi psicopatologici come:
- Ansia
- Panico
- Senso pervasivo di solitudine
- Disperazione
- Depressione
I media catturano la nostra attenzione ed è giusto ritagliare qualche minuto al giorno per documentarsi sulle novità, tuttavia lo stile comunicativo sensazionalistico adottato da tv, giornali, radio e riviste può fare più male che bene. E’ doveroso precisare che i format televisivi, le testate giornalistiche e i programmi radiofonici, hanno lo scopo di aumentare gli ascolti. Quando parliamo di media facciamo riferimento ad aziende il cui scopo è aumentare il profitto. Nel corso degli anni si è notato che l’informazione sensazionalistica riesce a catturare meglio l’attenzione coinvolgendo maggiormente il pubblico. Questo può essere innocuo quando si tratta di fatti di cronaca sporadici o diatribe politiche, diventa destabilizzante quando il focus delle notizie riguarda la salute propria e delle persone amate.
Come proteggersi
I media sono ovunque: televisioni, smartphone, giornali, social network, radio, smartwatch… dove c’è una tecnologia dotata, c’è informazione mediatica! Se è vero che i media sono nelle nostre tasche e nelle nostre case, è altrettanto vero che sta a noi modulare la frequenza di esposizione.
Una strategia semplice ed efficace consiste nell’abbassare la frequenza di esposizione alle informazioni sul covid. Può essere utile aggiornarsi una singola volta al giorno, seguire le vere notizie e non i dibattiti sull’argomento. Purtroppo, i dibattiti mandati in onda non sempre invitano alla riflessione, ne’ trasmettono reali contenuti informativi. E’ importante imparare a riconoscere l’informazione diretta e concreta dalle speculazioni sul caso. Annunci e informazioni hanno un valore diverso dai dibattiti, anche se questi prevedono confronti tra esponenti politici, esperti e/o opinionisti.
Ricorda!
Ascoltare continuamente dibattiti sul tema Covid-19 non cambierà la situazione, piuttosto appesantirà solo la tua psiche. Mantieni la mente impegnata con attività ricreative e soddisfacenti (nel rispetto delle normative vigenti) e dedica alle informazioni sulla pandemia pochi minuti al giorno per comprendere le ultime novità. Scegli orari e mezzi adeguati per acquisire nuove informazioni. Prediligi le fonti che non ti causano destabilizzazioni emotive.
Ricorda anche che:
- Le modalità con cui i media comunicano gli eventi stressanti, hanno un potenziale altrettanto stressanti sulle menti già messe a dura prova dagli effetti diretti della pandemia.
- L’esposizione solitaria alle informazioni sulla pandemia può innescare la possibilità di perdersi in pensieri negativi. Se sei una persona fragile, evita di guardare tg e dibattiti da sola.
- Le scene di protesta e le immagine di repertorio legate ai morti di covid-19, possono aumentare paure e ansie e innescare stati di tristezza o solitudine che non riguardano solo la pandemia in corso, ma rievocano vissuti di abbandono e di perdita del passato.
- La sovraesposizione alle notizie sul covid può causare problemi di irritabilità e sonno disturbato. Le persone che hanno un passato di disturbi del sonno, dovrebbero evitare l’esposizione mediatica nelle ore serali.
Se dall’inizio della pandemia hai notato cambiamenti di comportamento, rivolgiti a uno psicologo/psicoterapeuta.
E quando ci sono bambini in casa?
I bambini hanno capacità cognitive differenti da noi adulti. Qualsiasi esposizione mediatica ha un potenziale effetto confondente se non addirittura traumatizzante. I bambini hanno risorse psicologiche inaspettate e sorprendenti, tuttavia gli adulti devono rimodulare le informazioni e trasmetterle ai bambini in modo adeguato.
Cosa fare?
- Evita di lasciare tuo figlio da solo davanti alla tv.
- Quando spieghi qualcosa a un bambino, ricorda che ti stai rivolgendo a una persona con capacità di ragionamento molto diverse da quelle di un adulto.
- Nel rimodulare le informazioni che apprende da terzi, utilizza sempre un tono rassicurante.
- Non sempre l’esposizione mediatica è necessaria, soprattutto per i bambini più piccoli o più vulnerabili.
- Il bambino può essere informato dall’adulto in modo più diretto, non deve necessariamente avere accesso ai media.
- Ritaglia del tempo da condividere con tuo figlio, divertitevi insieme, create ricordi belli da rievocare nei momenti di sconforto.
- Spiega con chiarezza quali sono i vantaggi dell’isolamento fisico e del distanziamento che viene richiesto dalle istituzioni. Quando spieghi le normative ai tuoi figli, utilizza sempre il “noi”, la condivisione di uno scopo allenta la tensione emotiva.
- Sii sempre disponibile al dialogo e chiedigli apertamente se ha dei dubbi, sii pronto ad accogliere qualsiasi angoscia e mostrarti disponibile e rassicurante.
- Sii coerente. Se ti mostri rassicurante nei suoi riguardi, non farti prendere dal panico, evita isterismi ed episodi di sconforto dinanzi a tuo figlio. L’ambivalenza e i messaggi discordanti (incoerenza tra comportamenti/atteggiamenti e comunicazione verbale), possono essere molto dannosi.
Per un approfondimento: come parlare del Covid-19 ai bambini
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Gli studi:
Associations Between Media Exposure and Mental Distress Among U.S. Adults at the Beginning of the COVID-19 Pandemic – Public Health Emergency Covid-19 Initiative
Media Exposure and Anxiety during Covid-19: the mediation effect of Media Vicarious Traumatization – International Journal of Environmental Research and Public Health