In ambito clinico si parla di disturbo da stress post-infedeltà (DSPI) per indicare un tipo di trauma scatenato, appunto, dalla scoperta dell’infedeltà del partner. Apprendere di essere stati vittime di un tradimento può essere devastante sia sul piano fisico che mentale.
A parlare per primo del trauma da infedeltà è stato lo psicologo statunitense Dennis C. Ortman che chiarisce: il termine disturbo da stress post-infedeltà «non nasce per suggerire una nuova categoria diagnostica ma per rimarcare il parallelismo con il disturbo da stress post-traumatico, che è stato ampiamente documentato». Il quadro sintomatico del trauma da infedeltà è sovrapponibile a quello osservato nel disturbo post traumatico da stress (DPTS).
E’ importante sottolineare che vi sono dei fattori di rischio che incorrono nello sviluppo del disturbo da stress post infedeltà: è chiaro che non tutte le persone che subiscono un tradimento amoroso sviluppano il quadro sindromico.
Disturbo da stress post-infedeltà
Tutto parte da una semplice riflessione: chi ha subito un tradimento tende a rivivere ripetutamente il trauma, rievocando costantemente immagini e ricordi dolorosi, esattamente come osservato nelle vittime di DPTS. L’infedeltà può causare un quadro sindromico che va ben oltre il disagio, l’ansia e lo stress estremo del momento.
Il Disturbo post traumatico da stress è una condizione mentale che insorge nel vivere un evento terrificante. Eppure non tutte le vittime di un trauma possono sviluppare il DPTS. Prendiamo l’esempio di un incidente stradale dalla medesima dinamica, in cui vi sono state vittime della strada. Alcune persone potrebbero impiegare mesi prima di rimettersi al volante, per altre, invece, l’incidente stradale non costituisce un trauma. Mentre i fattori di vulnerabilità del DPTS sono stati elencati nella pagina dedicata «disturbo post traumatico da stress», in questo articolo ci soffermeremo sui fattori di rischio del disturbo da stress post-infedeltà.
Le emozioni che si sperimentano dopo essere stati traditi somigliano alle emozioni associate ad altri eventi traumatici, con sintomi caratteristici quali:
- Pensieri intrusivi
- Ottundimento emotivo
- Evitamento
- Rabbia cronica
- Iper-vigilanza
- Ansia
- Insonnia
- Difficoltà di concentrazione
- Irritabilità
- Angoscia
Insomma, subire un tradimento ci espone a un potenziale trauma cognitivo-emotivo. Un susseguirsi di emozioni che induce comportamenti e sentimenti irrazionali.
La mente dopo l’infedeltà
Per chi subisce il tradimento, il tempo sembra fermarsi. Il partner appare come un estraneo, la mente vaga sui ricordi, rimugina sul passato cercando disperatamente di dare un senso al presente, continuando ancora e ancora a rimuginare chiedendosi perché, dove e come sono iniziati questi problemi e soprattutto, dove eravamo?
Chi subisce un tradimento anche senza sviluppare i sintomi del DSPI, si sente contemporaneamente in colpa, in collera, confuso, triste e pieno di paura. Questi sentimenti divengono più violenti e duraturi perché l’infedeltà subita nuoce gravemente all’immagine che si ha di se stessi. Un colpo feroce all’autostima, all’identità personale e al proprio senso dell’autoefficacia.
Siamo stati vittime di un inganno e non lo abbiamo capito. Al contempo ci si sente in collera con l’altro (che ci ha delusi) e tendiamo a sminuire noi stessi perché inevitabilmente ci incolpiamo (dove eravamo? Cosa abbiamo fatto per meritarlo? Perché ha sentito il bisogno di farlo?).
Più il torto subito appare inverosimile e inaccettabile, più sono elevate le possibilità di manifestare i sintomi del disturbo post traumatico.
Il nostro cervello è programmato per tenerci al sicuro, per rilevare i segnali di pericolo e farci agire di conseguenza. Nel suo libro «il corpo accusa il colpo», Bassel Van Der Kolk parla di come, dopo aver subito un trauma, l’ambiente circostante viene vissuto con un sistema nervoso diverso. Un cervello che rileva segnali di pericolo ovunque.
I segnali di pericolo, una volta arrivati all’amigdala, causano il rilascio di ormoni dello stress come l’adrenalina e il cortisolo. Questa scarica neurochimica aumenta la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa, la respirazione… e dà luogo a diversi malesseri sia fisici che mentali. Questo è un quadro caratteristico nelle persone che hanno vissuto un trauma.
Fattori di rischio del DSPI
Come premesso, non tutte le persone che subiscono un tradimento sviluppano i sintomi di DSPI. In media le donne vivono le bugie e i tradimenti peggio degli uomini perché sono portate di più a rimuginare. Il primo fattore di rischio è quindi legato al genere sessuale; per approfondire «disturbi mentali nell’uomo e nella donna».
Tra gli altri fattori di rischio troviamo un attaccamento disorganizzato, le dipendenze affettive e la codipendenza. Ma i fattori di rischio non sono solo relazionali, in generale, anche una bassa autostima, uno scarso senso di auto-efficacia e una cattiva gestione delle emozioni (disregolazione emotiva) possono predisporre all’insorgenza del disturbo post traumatico da infedeltà.
Le emozioni negative possono essere molto intense e, spesso, chi subisce un torto feroce come un tradimento può essere portato a evitarle. Evitare le emozioni negative, evitare di pensarci, accantonare la faccenda, può essere un grave errore: di certo potrà risparmiare una sofferenza a breve termine ma restituirà il tutto con gli interessi anche in modo trasversale. Evitare le emozioni non consente la giusta elaborazione dell’evento vissuto. Anche questo è un fattore da considerare.
Allora cosa fare?
L’elaborazione del lutto è indispensabile sia se si intende troncare la relazione, sia se l’intento è di ricucirla e ricostruire la fiducia perduta. Dare un senso a ciò che è successo, aiuterà nel primo passo indispensabile: l’accettazione.
Accettare che siete stati traditi vi consentirà di prendere decisioni con maggiore lucidità e vi darà modo di ripartire con basi più sane. Analizzare a fondo il vostro rapporto è un passo fondamentale per superare il trauma e per comprendere se la vita di coppia può andare avanti o se è giunto l’epilogo.
Le tecniche di scrittura terapeutica sono di grande aiuto. Qui di seguito riporto un esercizio di scrittura terapeutica elaborato dalla psicologa francese Lisa Latessier, esperta in Schema Therapy e trattamento traumatico con EMDR. L’esercizio è utile per riconquistare la fiducia in se stessi e la sicurezza necessaria per intraprendere relazioni (o riproporre la relazione) con basi più sane.
1. I dettagli della vostra relazione sentimentale
Scrivete la storia della vostra relazione nel modo più esauriente possibile, come se la raccontaste a qualcuno. Descrivete il vostro primo incontro, il contesto in cui è avvenuto; riportate poi gli aneddoti gradevoli e sgradevoli della vostra vita insieme, il modo in cui si è comportato il vostro partner, le caratteristiche della sua personalità, il vostro modo di essere con lui/lei.
Raccontate poi la scoperta del tradimento e la conclusione della storia – o, semplicemente, a che punto vi trovate oggi. In ciascuna fase, precisate come vi sentivate all’epoca, che cosa pensavate; immaginate inoltre ciò che sentiva il vostro partner, e che pensava. Non rileggete mai e non correggete mai ciò che avete scritto.
Non siete obbligati a scrivere tutto in una volta, ma quando riprendete in mano il racconto rileggete soltanto l’ultima frase, per sapere a che punto vi eravate fermati. Quando avete finito, lasciate decantare il tutto per tre giorni.
2. Dopo tre giorni
L’ideale, a questo punto, è che chiediate a qualcuno di fiducia che vi legga a voce alta ciò che avete scritto. Non dovrà fare alcun commento e non dovrà darvi la sua opinione. Semplicemente, dovrà chiedervi che cosa avete provato durante l’ascolto del vostro racconto.
Se lo desiderate, questa persona potrà poi dirvi che cosa ha sentito e pensato durante la lettura. Se non riuscite a trovare una persona di fiducia che vi aiuti, sedetevi comodamente in una stanza e rileggete voi stessi il racconto a voce alta. Prendetevi un po’ di tempo per concentrarvi su ciò che provate e pensate, poi annotatelo.
3. Rispondete a queste 10 domande
Rispondete il più sinceramente possibile. Alcune di queste domande toccano i punti che rappresentano i principali fattori di stress identificati dagli specialisti della coppia.
- Sulla base di quali criteri avete scelto il vostro partner?
- A partire da quale momento avete incominciato a lamentarvi del vostro rapporto, e perché?
- A quali difficoltà è andata incontro la vostra coppia negli ultimi anni o mesi?
- Come avete reagito? E il vostro partner? Avete trovato delle soluzioni oppure i problemi sono rimasti?
- Come era suddiviso il vostro tempo tra partner, famiglia e attività personali?
- E tra lavoro, vita sociale e divertimenti? C’era un buon equilibrio?
- Riuscivate a comunicare in modo sano con il vostro partner? Avete compreso le sue sofferenze? E lui le vostre? Ci sono dei messaggi essenziali che siete stati incapaci di trasmettere all’altro?
- E la vita sessuale? Ne eravate soddisfatti? E il vostro partner?
- Le questioni economiche erano un problema? La suddivisione delle spese andava bene a entrambi?
Vi sentivate tutti e due fieri e valorizzati dal fatto di appartenere a questa coppia? - Uno di voi rimproverava all’altro la sua indifferenza? Le sue critiche erano incessanti? O persino i suoi commenti o comportamenti umilianti?
Resoconto
Analizzate ora tutto il «materiale» raccolto durante l’esercizio per fare un elenco dei punti che, secondo voi, hanno portato il vostro partner a tradire. Preso atto di ciò, sarete più lucide e avrete gli strumenti per accettare quanto accaduto e decidere se investire energie per chiudere la relazione o se investirle per ricostruire.
Se l’idea è quella di ricostruire la fiducia di coppia, chiedetevi poi: esistono cose che potreste/dovreste cambiare? Quali comportamenti potrebbero far diminuire le tensioni relative a questi aspetti, per voi e per il vostro partner? Porre risposte dettagliate è di fondamentale importanza per far ripartire la coppia con abitudini più sane.
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