Il mondo è pieno di manipolatori; inevitabilmente, quando stringiamo nuovi legami, rischiamo di cadere nella manipolazione: spesso è una persona a cui siamo fortemente legati (un genitore, un partner, un figlio), qualcuno che a cui vogliamo bene (un amico), o che stimiamo e ammiriamo (un mentore, un capo, un collega).
Per esempio: un genitore che fa leva sui sensi di colpa dei figli per avere un tornaconto sta attuando una tecnica di manipolazione! Potrebbe cioè, lanciare dei messaggi passivo-aggressivi, del tipo: “se mi volessi davvero bene, non faresti così”
Come ben dimostra l’esempio citato, il ricatto emotivo di questo genere è capitato a tutti, almeno qualche volta. E tutti, a volte, siamo stati manipolati e altre volte manipolatori noi stessi. Tutt’altra questione è invece il controllo mentale vero e proprio che alcuni individui non equilibrati possono esercitare volontariamente su altri, traendone vantaggio e godendo della situazione creata.
Non necessariamente dobbiamo correlare la manipolazione emotiva con il disturbo narcisistico, antisociale, istrionico o borderline. Chiunque può vestire i panni del manipolatore. Ma soprattutto, non è semplice capire di essere manipolati: siamo intelligenti, preparati, maturi, indipendenti, come è possibile che qualcuno abbia questo potere su di noi?
Ebbene, chiunque può cadere nella trappola del manipolatore! La manipolazione non fa breccia nella nostra intelligenza o cultura, bensì nel nostro mondo emotivo profondo. Le persone resilienti e con una buona autostima imparano ben presto la lezione e difficilmente si lasciano ancora manipolare.
Vi sono però persone che per il loro vissuto intriso di carenze affettive diventano delle vittime inconsapevoli di manipolatori seriali e accumulano le stesse dinamiche relazionali come un fil rivisto più volte. Persone che hanno la sola colpa di portarsi dietro delle ferite non guarite, che hanno un animo sensibile e fragile….persone con l’unico desiderio di amare ed essere amate.
Questo ci sottolinea come sin dai primi mesi di vita si sviluppa la nostra personalità a livello caratteriale, in base al tipo di attaccamento che instauriamo con le figure di accudimento e ciò si ripercuoterà nella nostra vita adulta, nelle diverse sfere, tra le tante, quella sociale e di coppia.
Sintomi psicologici di chi sta subendo una manipolazione
A prescindere dal tipo di rapporto che si ha con il manipolatore (genitore-figlio, partner, fratello, amico, ecc.), la chi ne è vittima si sentirà sempre “costretta”, a dire o fare cose oltre la propria volontà. Si sentirà confusa, insicura, in difetto. Ma come fa il manipolatore ad ottenere un simile effetto? Perché fa leva sulle nostre paure più profonde: la paura dell’abbandono, di non essere amati, etc..
Le conseguenze di un abuso emotivo si caratterizzano per un forte senso di vergogna, insicurezza, impotenza, senso di inutilità. Nei casi più gravi, riconducibili anche al Disturbo post traumatico da stress, si riscontrano: ansia, disturbo del sonno, depressione, stanchezza cronica, senso di perdita del sé.
Comportamenti tipici del manipolatore
Il manipolatore perverso parte dal presupposto di ‘meritarsi’ che gli altri facciano tutti i sacrifici possibili per lui e senza nemmeno esprimere un ringraziamento in cambio. Non prova senso di empatia e, spesso, ha un senso morale contraddittorio e non comprende né condivide le più comuni regole sociali.
Non è in grado di comunicare in modo sano esigenze, sentimenti o opinioni, sa farlo solo in modo indiretto, mascherato, allusivo: non è mai lui a volere qualcosa per sé, ma è il senso del dovere che lo muove (o altri sentimenti nobili); non è lui a pensare male, è tizio che gli ha detto questo; non è lui ad essere aggressivo, ma gli altri che lo fanno arrabbiare, ecc.
Non è in grado di ascoltare, tanto meno comprendere e rispettare il punto di vista altrui. Nelle discussioni deve “vincere”, costi quello che costi, per questo non si fa scrupolo di mentire, deformare i fatti e negare la realtà. Spesso, al termine di una discussione, si ha l’impressione di aver parlato di tutto e niente e ci si sente stanchi, confusi, frustrati.
E’ inoltre un grande maestro nel colpevolizzare la sua preda: le addossa tutte le responsabilità, la accusa di presunte mancanze ed errori del tipo “Non fai mai nulla per me“, “Se mi comporto così con te è perché sei pesante” o magari “con tutto quello che faccio per te“, ecc. Ama tantissimo nascondersi dietro l’ironia, il sarcasmo: prende in giro, offende, e poi afferma che è permalosa, che non ha senso dell’umorismo. Nel mio articolo “Frasi tipiche di chi vuole manipolarti” ho evidenziato i vari modi verbali in cui il manipolatore cerca di svalutare la sua vittima.
Chi sono le persone a rischio di cadere nella manipolazione
Le persone che cadono nella trappola della manipolazione hanno caratteristiche psichiche e comportamentali ben precise. Non importa quanto le vittime del manipolatore possano sembrare diverse tra di loro, ad accomunarle è il loro difficile vissuto.
Come già accennato, chi è cresciuto in un clima affettivo basato sulla manipolazione, ha un’alta probabilità di incorrere in altre relazioni manipolative senza rendersene conto. Ma anche le persone sensibili, tolleranti, empatiche, quelle fragili o con una bassa autostima sono a rischio di cadere nella trappola della manipolazione. In linea generale, vi propongo alcune elementi che predispongono a diventare vittime della manipolazione emotiva:
- Desiderio di approvazione
- Desiderio di una relazione intensa e fusionale
- Spiccata capacità di empatia
- Ipersensibilità
- Paura di della solitudine
- Desiderio di dare un’immagine sempre positiva di sè
- Un vissuto di abbandono
- Bisogno di rassicurazioni e contenimento
- Bassa autostima e fiducia di sé
- Disturbo di Personalità Dipendente
- Forte predisposizione alle lusinghe
Non voglio generalizzare ma… è vero, in linea di massima, chi è vittima della manipolazione è una persona insicura e con una forte bassa autostima che aspetta che miracolosamente arrivi qualcuno a riempire quel vuoto.
Barbel Mechler, che da oltre 10 anni si occupa delle vittime di manipolazione psicologica, ci spiega nel suo libro “Circondati da Psicopatici,” che queste persone adottano in realtà degli schemi prevedibili di comportamento. E, una volta compresi tali meccanismi, essi stessi possono essere utilizzati contro di loro per liberarsene definitivamente.
Come difendersi dai manipolatori
Prendere consapevolezza di essere manipolati è la parte più difficile, ma anche necessaria, per uscire fuori dal tunnel. Capire di essere finiti tra le mani di un manipolatore, acquisire coscienza di essere delle pedine in un gioco perverso fatto di offese, mortificazioni, critiche distruttive, lunghi silenzi e continue minacce, è il primo passo da compiere per iniziare un percorso di crescita.
A tal proposito ti suggerisco di leggere un mio articolo sul tema della validazione dei propri bisogni, dal titolo un po’ languido ma che rende l’idea “Ora ti insegno il difficile mestiere di volersi bene“. E ricorda sempre: il tempo speso per sé stessi non è mai tempo perduto.
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