La psiconeuroimmunologia , talvolta anche chiamata psiconeuroendocrinoimmunologia, riguarda un’area di studio in forte espansione relativa all’interazione tra fattori psichici (soprattutto ansia e stress), sistema nervoso centrale e sistema immunitario, modulate dal sistema neuroendocrino.
La parola psiconeuroimmunologia è stata coniata nel 1975 da Robert Ader, direttore della divisione di medicina psicosociale e comportamentale della Rochester University di New York. Nel suo dipartimento, Robert Ader e il suo team hanno messo in evidenza l’esistenza di un’associazione tra lo stato emotivo di un individuo e l’efficacia del suo sistema immunitario nel contrastare l’insorgenza delle malattie (Baum et al., 2000; Ader, 2000; Afer et al. 2001).
La lunga parola che indica questa disciplina fa intendere chiaramente come psiche, sistema immunitario e sistema endocrino siano regolati dal sistema nervoso centrale interagendo tra loro. L’alterazione di una sola di queste funzioni comporta necessariamente alterazioni in tutte le altre. Tutto ciò che viviamo, a livello del sistema nervoso centrale, viene convertito in neurotrasmettitori con ricadute sul sistema endocrino e il benessere psicofisico.
Gli stimoli cognitivi e non, integrati dal sistema nervoso, vengono trasformati in informazioni, elaborati da neurotrasmettitori e ritrasformati in risposte (Heine, 2004). Le emozioni sono potenti stimoli che vengono costantemente elaborati da neurotrasmettitori e convertiti in risposte. Il sistema più studiato che riflette questa complessità è il processo di risposta allo stress.
Perché ansia e stress debilitano il sistema immunitario?
Una bassa tolleranza allo stress ci predispone alla malattia. L’esposizione allo stress innesca un aumento dei cosiddetti “ormoni dello stress”, in particolare di cortisolo e adrenalina, secreti dalle ghiandole surrenali. Questi ormoni innescano una serie di reazioni a catena che conducono, tra le altre cose, a un aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna.
Il cortisolo è un ormone prodotto dalla fascicolata del surrene in risposta al rilascio dell’ormone ipofisario ACTH. Con la sua azione, il cortisolo tende a inibire le funzioni corporee non indispensabili nel breve periodo, garantendo tutte le risorse agli organi vitali. Ecco perché il cortisolo innesca un aumento del ritmo cardiaco: la maggiore gittata cardiaca è necessaria per garantire buon afflusso agli organi vitali e ai muscoli che si contraggono.
Cosa succede nel corpo? La glicemia aumenta incrementando la gluconeogenesi epatica (la trasformazione dell’amminoacido alanina in glucosio), stimolando la secrezione di glucagone e riducendo l’attività dei recettori insulinici. In simultanea, il cortisolo riduce le difese immunitarie diminuendo anche le reazioni infiammatorie (fisiologicamente s’innesca l’inibizione della fosfolipasi A).
In contemporanea, anche l’adrenalina fa la sua parte e, tra le altre cose, garantisce un forte apporto ossigenico alla muscolatura e al sistema nervoso centrale. Questo dettaglio ti spiega anche perché durante una forte crisi d’ansia o un attacco di panico, si può avere la sensazione di “testa leggera” o “testa vuoto”, questo è l’effetto dell’eccessiva ossigenazione!
In caso di un reale pericolo, tutte queste reazioni sono funzionali: il corpo si prepara alla fuga o all’attacco sfruttando l’attivazione del sistema nervoso simpatico. Tuttavia, un’esposizione continua allo stress determina una deterioramento del sistema immunitario riducendo la nostra capacità di contrastare le infezioni (Shapiro, 1996; McCabe et al.2000). Non solo, anche il sistema cardiocircolatorio ne risente (con il deterioramento dei tessuti somatici quali vasi sanguigni e muscolo cardiaco).
Secondo Adler, Miller e Cohen, lo stress altera la sintesi di linfociti e leucociti (globuli bianchi con funzione immunitaria) e anche la risposta immunitaria. Sembrerebbe, inoltre, che lo stress possa causare una sovrastimolazione inadeguata del sistema immunitario per cui le nostre difese iniziano ad attaccare il corpo, danneggiando i tessuti sani.
Molte malattie autoimmuni sembrerebbero avere una matrice psicosomatica. Patologie come artrite e reazioni allergiche possono essere strettamente connesse al distress, cioè a una forma di stress cronico e mal gestito. Lo stress può indurre il sistema immunitario a reagire in modo inadeguato esponendo il corpo alla malattia (virus, batteri, funghi…) o consentendo l’espansioni di cellule cancerose (metastasi).
Come rinforzare il sistema immunitario
Nutrire bene il corpo e fare esercizio fisico sono alla base del benessere ma quando si parla di rinforzare il sistema immunitario la sana alimentazione, da sola, non basta. Bisognerebbe curare il proprio stile di vita a 360°, partendo dalle proprie capacità di coping e dall’incremento della resilienza.
In psicologia il termine coping (termine inglese traducibile con “strategia di adattamento“) indica l’insieme dei meccanismi psicologici adattativi messi in atto da un individuo per fronteggiare problemi emotivi, interpersonali ed esistenziali, allo scopo di gestire, ridurre o tollerare lo stress. Per stress intendiamo anche i conflitti interiori, le angosce e i turbamenti emotivi.
I disturbi psicofisiologici (o disturbi psicosomatici) sono, in realtà, problemi clinici influenzati da un insieme di difficoltà psicologiche, emotive e fisiche. Se da un lato lo stress emotivo rende inefficace il sistema immunitario, dall’altro, diversi conflitti interiori possono causare disturbi come:
- Ipertensione arteriosa
- Cefalea
- Lombalgie
- Eruzioni cutanee
- Indigestione
- Affaticamento
- Stipsi
- Sindrome del colon irritabile
- Dermatite atopica
- (…)
Sensazioni di impazienza, rabbia, ira, frustrazione, intolleranza…. sono molto frequenti nella vita quotidiana, si tratta di stati d’animo sperimentati dalla maggior parte delle persone.
Quando queste emozioni diventano persistenti e pervasive tanto da rientrare tra i tratti caratteristici di una persona, si ha una maggiore esposizione alle coronaropatie. E’ chiaro che la personalità ha un forte impatto sulla salute individuale e sull’efficienza del sistema immunitario.
La personalità non è qualcosa di immutabile. Per fortuna ognuno di noi può lavorare molto su se stesso al fine di migliorare la qualità della propria vita e avere, al contempo, ricadute positive sul proprio sistema immunitario. Fattori protettivi alla malattia sono la resilienza e un’elevata tolleranza allo stress (che si ottiene curando le proprie strategie di coping). Alcuni studi (il paradigma della strange situation) hanno correlato una buona tolleranza allo stress (e di conseguenza un sistema immunitario più efficiente) con uno stile di attaccamento sicuro.
I modelli operativi interni giocano un ruolo importante nel guidarci nella vita, nelle relazioni e, in generale, nelle reazioni che assumiamo dinanzi agli eventi. A parità di condizioni, eventi stressanti di elevata entità come la pandemia da Coronavirus, possono avere ricadute differenti in base alla personalità e alle caratteristiche individuali.
Altri fattori che debilitano il sistema immunitario
In questo articolo ci siamo soffermati sui fattori psicologici correlati a difese immunitarie inefficienti. Altri fattori che influenzano negativamente il sistema immunitario sono:
- Smog
- Fumo di sigaretta
- Esposizione insufficiente alla luce naturale
- Composti chimici presenti nei detersivi e nei prodotti per l’igiene
- Carenze alimentari e malnutrizione
- Vita sedentaria
- Determinati additivi alimentari
La risposta immunitaria necessita di diversi fattori come zinco, ferro, rame, selenio, Vitamine A, B6, C, D, E e… tanta resilienza!
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