Conosci un unico rimedio che: diminuisca l’ipertensione arteriosa, il rischio cardiovascolare, diminuisca ansia e depressione, controlli i livelli di glucosio nel sangue e riduca la circonferenza addominale, migliori il recupero dopo lo sforzo negli sportivi, migliori la memoria e la concentrazione, migliori la tolleranza al dolore e riduca lo stato infiammatorio? Sembra impossibile ma esiste ed è la Coerenza Cardiaca.
Le frasi molto comuni quali “chiudi gli occhi respira e ascolta il tuo cuore” o “va dove ti porta il cuore”. Ce le avranno dette milioni di volte e per molto tempo sono sembrate frasi romantiche, frasi sentimentali, edulcorate. Spesso, pensando a queste frasi, abbiamo preso tutt’altra direzione, considerandole troppo semplicistiche. Anzi, pare che la filosofia dell’“ascolta il tuo cuore” abbia fondamenta scientifiche.
Sintonizzarsi con il cuore
Quell’ascoltare e sintonizzarsi con il cuore che tanto ci era stato consigliato, fu studiato e introdotto come metodo terapeutico per la prima volta da Stephen Elliott e dal team di Rollin McCraty presso l’HeartMath Institute negli anni ’90, sulla base degli studi di Antonio Damasio, Joseph LeDoux e Daniel Goleman.
Come accennato in precedenza, sembra che oggi sia considerato un valido metodo scientifico utilizzato in ambito medico, come terapia psicologica. Il metodo si chiama Coerenza Cardiaca.
Ma cosa significa coerenza cardiaca ?
Per descrivere la coerenza cardiaca, occorre prima capire il concetto di caos cardiaco.
La frequenza cardiaca, comunemente intesa, è il numero di pulsazioni al minuto, ma la distanza tra un battito e l’altro è variabile e determinata dal sistema simpatico, che la accelera, e dal sistema parasimpatico, che attraverso il nervo vago, la rallenta.
Caos cardiaco
I due sistemi si comportano esattamente come un acceleratore e un freno che si alternano per rispondere ora al bisogno di reattività, ora al bisogno di recupero, in modalità caotica, che definiamo, appunto, il caos cardiaco. È evidente quanto reattività e recupero siano essenziali per la sopravvivenza, che viene garantita proprio da questa flessibilità, altrimenti detta variabilità cardiaca (o HRV Heart Rate Variability).
L’HRV è un parametro, si associa a una maggiore durata della vita, mentre una bassa HRV si associa a ipertensione, insufficienza cardiaca, complicanze da diabete, infarto, e anche cancro. Recentemente viene anche utilizzato come parametro prognostico in corso di terapia anticancro: tanto maggiore è l’HRV, tanto migliore sarà la risposta alla chemioterapia.
Ora, si parla di coerenza cardiaca quando accelerazioni e rallentamenti del battito cardiaco si alternano in maniera regolare (non caotica) e quindi l’HRV assume un andamento armonioso, sinusoidale, come tante onde uguali che si susseguono.
Il cervello emotivo
Gli esperti affermano che il nostro cuore è connesso al sistema nervoso autonomo, che a sua volta è connesso al nostro cervello limbico, altresì detto cervello emotivo. Il sistema nervoso autonomo, diviso in simpatico e parasimpatico, si occupa di stimolare le reazioni in situazioni d’allerta producendo adrenalina, oppure di indurci ad uno stato di rilassamento.
In parole povere è a questo sistema di campanelli d’allarme che dobbiamo la sopravvivenza della specie umana e nello specifico la nostra preservazione, giacché innesca la risposta di fuga quando le cose sembrano mettersi male. Ok, ma cosa c’entra il nostro cuore con le nostre situazioni di stress?
Il cuore, essendo direttamente collegato al SNA (sistema nervoso autonomo), si allinea con queste reazioni che vengono innescate e a seconda che si tratti di fuga o di rilassamento abbiamo una variazione ritmica dei battiti. Questa variazione si chiama la variabilità della frequenza cardiaca ed è l’andamento del nostro cuore in risposta alle informazioni ricevute dal sistema nervoso autonomo. In altre parole: attenti che il vostro cuoricino non faccia le montagne russe.
Le continue sollecitazioni a cui siamo sottoposti!
Purtroppo, a differenza degli uomini della caverne che di adrenalina ne avevano bisogno per sopravvivere, ad oggi siamo in una società dove le reazioni che innescano stress e produzione di adrenalina sono collegate non più ad una vera e propria necessità di farla franca, ma alle normali attività della vita quotidiana.
Oggi siamo stressati a lavoro, alla posta, in palestra. Ci stressano gli amici, gli amanti, i figli, i mezzi, i politici, Facebook, i like che non riceviamo, i giornali. In pratica, se non stiamo attenti, il nostro cuore rischia di avere ogni dieci minuti uno sbalzo ritmico. All’apparenza cosa da poco, ma nel lungo periodo può costituire un “trigger” per effetti disastrosi.
Il metodo della coerenza cardiaca
Con il metodo della coerenza cardiaca, attraverso sei inspirazioni e sei espirazioni riportiamo il cuore ad una battito normalizzato, con grande beneficio di tutto il nostro corpo e delle mente. La tecnica richiede un tempo di applicazione di 5 minuti, da fare quando ci sentiamo inquieti o in una situazione di forte stress, consigliatissima per i cardiopatici.
Esempio pratico: siete a lavoro e state per fare un meeting importante, il vostro capo vi chiama in ufficio prima di questo e inizia una delle sue solite paternali su qualcosa che avete o non avete fatto. Uscite dall’ufficio e, anche se dall’esterno apparite normali e sereni, dentro sentite incalzare il caos.
Il cuore che ha ricevuto il messaggio dal vostro SNA di scappare e batte più velocemente. L’adrenalina la sentite ed anche il cortisolo, siete un misto tra paura di fare la cosa sbagliata e stress generato dalla discussione. Da fuori si nota solo un lieve rossore, ma dentro state letteralmente andando a fuoco. Cosa fare allora? Nella testa sentite il suono del tilt e dovete assolutamente calmarvi per quel meeting.Lo spiega molto bene il dottor David Servan-Schreiber in un suo libro intitolato Guarire.
Come praticare la coerenza cardiaca
Uno dei primi medici europei a portare il metodo nel continente e diffonderlo. David Servan-Schreiber divide il metodo della coerenza cardiaca in tre tappe.
1. Nella prima si effettuano due respirazioni lente e profonde ponendo attenzione al respiro e trattenendolo per qualche secondo dopo ogni fase d’inspirazione.
2. La seconda tappa sta nel portare l’attenzione dal respiro al cuore, immaginando quasi di respirare con esso: questo farà sentire una sensazione di espansione e di calore nella regione del cuore. Anche in questa tappa vi sono due respirazioni.
3. Nella terza tappa bisogna collegarsi alla sensazione che si è provata e visualizzare un momento in cui siamo stati particolarmente felici, o comunque pensare ad un posto o una persona che suscita in noi una sensazione di amore e di gioia. Pare che il cuore sia molto sensibile alla bellezza, alla gratitudine e all’amore. In generale, alla fine della sesta inspirazione ed espirazione dovremmo avere un sorriso sulle labbra che segnala che la coerenza è stata raggiunta.
Se raggiungiamo confidenza con tale pratica, quando ci sembra di stare per scoppiare, dobbiamo solo trovare un angolino e dedicate cinque minuti del nostro tempo al cuore. Quei cinque minuti probabilmente valgono anni di vita, e come dice la nonna: “ascoltiamo il nostro cuore”. Lui si che saprà come risolvere ogni piccola e grande catastrofe.