La connessione corpo-mente-emozioni, è il modo in cui il nostro corpo si dispone nell’ambiente circostante in base ai sentimenti, alle situazioni. Questa capacità espressiva si chiama postura. La nostra postura ci dice molto del nostro stato interiore, della nostra salute; è la prima cosa che ci fa capire come stiamo, come ci sentiamo, come reagiamo alle sfide della vita.
Correlazione tra postura ed emozioni
Quando siamo depressi, per esempio, assumiamo una postura più chiusa, ci ripieghiamo su noi stessi, tendiamo a respirare meno, probabilmente a mangiare di più, a fare meno movimento e a diventare più sedentari. Questo a lungo andare modificherà la postura, che diventerà gradualmente “molle” e “pigra”, caratterizzata da torace incassato e spalle chiuse verso l’interno. Questa postura, a sua volta, non farà altro che spegnerne gradualmente le energie e la vitalità, sedimentando in questo modo lo stato psico-fisico.
Se ci troviamo a parlare con un interlocutore sconosciuto possiamo facilmente farci un idea del suo modo di essere e di porsi nei confronti degli altri osservando i suoi movimenti. Allo stesso modo, se un amico o un conoscente ci sembra strano o preoccupato, possiamo intuire il suo stato d’animo o i suoi sentimenti nei nostri confronti analizzando con attenzione la sua postura.
Invece, se ci sentiamo efficienti, orgogliosi di noi stessi, tendiamo a sentirci più energici, più predisposti all’agire che al sentire. Di conseguenza la respirazione diventerà più regolare e garantirà il giusto apporto di ossigeno all’organismo, rendendolo ancora più vitale ed energico.
La postura, a lungo andare, diverrà solida, ben strutturata e radicata, caratterizzata da torace gonfio (grazie a un’ampia respirazione toracica), spalle aperte e schiena dritta.
Mantenere la postura quando si sta male fisicamente, evitando al contrario di mettersi in posizione fetale, rannicchiandosi su se stessi, come solitamente si è portati a fare, permetterebbe di mantenere un senso di controllo sulle proprie sensazioni e di ridurre il dolore esperito. Inoltre, modificare la postura del corpo, assumendo una posizione più eretta, permette di migliorare sia l’umore che il proprio livello di energia.
Come modificare gli atteggiamenti posturali
Di seguito 6 consigli per modificare gli atteggiamenti posturali in modo da alleviare le tensioni muscolari e ristabilire l’equilibrio psicofisico.
Primo step: auto-osservazione cosciente
Vale a dire, capire quali sono le tensioni nel corpo, individuando le cause organiche, se ce ne sono, (ad esempio aver preso un colpo di frusta), le emozioni associate, la frequenza con cui si manifestano, e i momenti in cui sono più intense.
Questo potrebbe essere un ragionamento tipo. “avere una tensione persistente a livello di spalle e cervicale. Si manifesta principalmente quando si sta per sostenere un esame, quando bisogna arrivare puntuale a un appuntamento, quando si è in ansia ecco.. insomma quando ci si trova in uno stato di allerta.
Poiché viviamo le situazioni di vita quotidiana con preoccupazione, per le troppe responsabilità, per i troppi pesi sulle spalle, cerchiamo almenodi avere sempre il controllo della situazione. Questo però ci impedisce di lasciarci andare e rilassarci.. così l’attivazione continua delle spalle e della cervicale diventa automatica.
Secondo step: cambiamento nell’atteggiamento posturale
Il secondo step consiste nel cambiare atteggiamento posturale proprio nei momenti di massima tensione emotiva, passando dal piano della mente al corpo, cioè provando a dissociarsi e a guardarsi dall’esterno, individuando le parti del corpo attivate.
Ad esempio, mentre stiamo per sostenere un appuntamento importante, che ci crea tensione, possiamo dissociarci un attimo, individuare la parte del corpo contratta o al contrario paralizzata, e trovare una strategia auto-regolatoria per spezzare il circolo vizioso e apportare un cambiamento, come inspirare e aprire le spalle verso l’esterno; se ci rendiamo conto di averle chiuse e curve, oppure provare a rilassare le spalle se le abbiamo contratte.
Questo compito può risultare molto difficile, soprattutto per chi nei momenti di massima tensione risulta ipervigile e focalizzato sugli stimoli esterni. A tal proposito ci si può “allenare” a piccoli passi con stimoli stressogeni intermedi e via via crescenti.
Terzo step: la respirazione
Il terzo passaggio consiste nel concedersi un po’ di tempo per la respirazione, dai 5 ai 20 minuti al giorno, a seconda del livello di tolleranza soggettivo!
Una respirazione fatta bene elimina il 70% delle scorie depositate nei tessuti, aumenta l’apporto di ossigeno nell’organismo, ripristinando il corretto metabolismo cellulare, e sciogliendo i blocchi emotivi impressi nel corpo e le tensioni muscolari.
Dunque, sdraiamoci su un lettino, rilassiamo gli arti e i muscoli e iniziamo l’inspirazione e l’espirazione. Durante l’inspirazione dobbiamo gonfiare contemporaneamente torace e addome. Tratteniamo il respiro per qualche secondo e procediamo con l’espirazione, sgonfiando gradualmente e del tutto la pancia.
Quarto step: L’esercizio fisico
Questo passaggio consiste nel fare un po’ di esercizio fisico per sciogliere le parti del corpo contratte o sottotono e ristabilire i flussi energetici del corpo.
Gli esercizi possono essere di vario tipo, di stiramento/allungamento delle parti contratte, di tonificazione, correttivi, etcc. Possono essere fatti in casa, consultando dei video tutorial, oppure (meglio) con la guida di un istruttore qualificato.
Nello specifico per la rieducazione posturale, sono indicati gli esercizi di Feldenkrais, un valido aiuto per cervicale, mal di schiena e dolori nella zona lombale. In questo caso, più di tutti, è preferibile il supporto di un operatore esperto. L’importante è andarci con gradualità, perchè ciascuno ha una soglia soggettiva diversa di predisposizione all’attività fisica, quindi magari ad alcuni bastano 10 minuti di stretching, ad altri 30 minuti.
Quinto step: identificazione delle emozioni
L’ultimo step consiste nel riconoscere e identificare le emozioni. (Le emozioni base sono gioia, paura, disgusto, sorpresa, rabbia, vergogna). Sembra una banalità, ma molte persone di fronte alla domanda “che emozione provi” rispondono con un episodio concreto o con una metafora.
Riconoscere le proprie emozioni è una forma di riconoscimento della propria persona, aiuta ad essere più in contatto con se stessi e con il proprio corpo, e previene la somatizzazione a livello corporeo.
Sesto step: l’introspezione
“CONOSCI TE STESSO E CONOSCERAI L’UNIVERSO E GLI DEI” Questa frase era scolpita sul frontone del tempio di Apollo a Delfi. Questo ci fa capire che già allora avevano capito l’importanza di conoscere quella parte di noi che non vediamo, ma che ci condiziona pesantemente: il subconscio.
Star bene con se stessi è il primo passo per avere una buona salute e per stare bene con gli altri. Conoscere se stessi è la cosa più difficile che ci sia: è più facile conoscere gli altri, perché li vediamo dall’esterno e facciamo dei confronti.
Conoscere se stessi è molto più difficile, perché la maggior parte delle nostre informazioni sul mondo e su “come fare se”, sono contenute nel nostro subconscio, che è la parte del nostro cervello che “lavora in automatico” per fornire alla mente cosciente i dati per decidere. Ma è il subconscio che decide quali dati fornire e quali escludere.
Un vecchio proverbio dice che il cane che si scotta con l’acqua calda avrà paura anche dell’acqua fredda. Ecco, il nostro subconscio agisce nello stesso modo: fa di tutto per evitarci dolore e sofferenza.
E’ talmente bravo che seleziona anche le informazioni che dobbiamo vedere e sentire: quante volte non vediamo qualcosa che abbiamo davanti agli occhi? Forse quella cosa, quella situazione, ci disturbano inconsciamente, richiamano alla memoria del nostro subconscio qualche episodio sgradevole del nostro passato, anche molto, molto lontano.
Per concludere..
Muovere correttamente e armonicamente il nostro corpo può diventare una tecnica motivazionale. Può diventare una metafora del percorso di Vita: sportivo, lavorativo, emozionale. Può risultare un sistema di sfogo delle tensioni, di ricarica delle energie.
Tutto questo basta per farci comprendere quanto sia importante assumere una postura diritta e mai scomposta non solo per il nostro equilibrio psicofisico ma anche in situazioni “delicate” come un incontro importante o magari un colloquio di lavoro.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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