Quando si è particolarmente stressati, impauriti o si hanno gravose responsabilità è possibile che si accusino fastidi e problemi a carico di varie parti del corpo, come per esempio la schiena, il collo, le braccia…Altre volte, il malessere riguarda il sonno, la respirazione o la digestione che diventa lenta e dolorosa. Mente e corpo non sono unità divise bensì collegate tra loro e in grado di influenzarsi a vicenda. Se si soffre di un dolore, anche cronico o ricorrente, la cui causa non emerge da alcuna analisi o esame non è da escludere che possa trattarsi di disturbo psicosomatico.
I dolori non sono altro che una manifestazione esterna del nostro stato emotivo
Non molto tempo fa è divenuta popolare un’interessante conferenza TED (tecnologia, intrattenimento e disegno) in cui una psicologa ha sorpreso il pubblico portando un bicchiere d’acqua sul palco. Il pubblico pensò all’istante che avrebbe parlato del classico concetto del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. In realtà, la sua intenzione era tutt’altra. Si rivolse al pubblico e chiese quanto segue: secondo voi quanto pesa questo bicchiere d’acqua?
Le risposte furono diverse e quasi tutte giuste. Tuttavia, la spiegazione che diede l’esperta in psicologia emotiva fu molto più profonda: “Il peso del bicchiere d’acqua cambierà in base a quanto tempo dovrò sostenerlo. Non sarà un grande peso se lo sorreggo per 5 minuti, ma se dovrò mantenere la stessa posizione per 2 ore, il braccio si stancherà e, di certo, il bicchiere finirà per cadermi.” Lo stesso accade con lo stress. L’effetto di questa emozione non causa effetti secondari se la “sopportiamo” per un tempo relativamente breve, ma se lo facciamo per settimane e mesi, finiremo per ammalarci.
Ogni tipo di dolore può essere direttamente connesso a uno specifico stato emotivo
L’organismo può mostrarci il problema con esattezza, affinché sia possibile far sparire il dolore. I dolori, principalmente muscolari e alle articolazioni, elencati di seguito possono essere, come ogni altro sintomo fisico, connessi a una situazione dolorosa mentale ed emotiva. Questo non deve sorprendere più di tanto… il corpo e la mente sono davvero un’unica entità che esprime e modella se stessa in rapporto con l’ambiente che la circonda.
Sintomi fisici legati ai processi mentali
La mente inconscia può perpetuare i sintomi fisici che iniziano con una chiara causa fisica. Come George Engel ha sottolineato nel 1977, che tutti i pazienti con una malattia hanno componenti fisiche, psicologiche, e sociali che interagiscono in relazioni complesse influendo sulla comparsa, decorso ed esito della loro malattia; quest’autore è considerato il fondatore del modello biopsicosociale. Secondo questo modello la malattia è data da una serie di cause e concause (biologiche, psicologiche e sociali) che si influenzano tra loro.
Connessioni tra sofferenza fisica ed emotiva
Le spiegazioni fornite sono un invito ad indagare dentro di sé e scoprire che effettivamente quel dolore è sorto dopo un determinato fatto e che è il risultato di una cronicizzazione del pensiero/emozioni, che anziché fluire sono stati trattenuti più del dovuto creando delle contrazioni fisiche. Permettersi di sentire quella emozione e pensiero spiacevoli, mantenendo la presenza, portando la luce della consapevolezza dove l’ombra dell’ego aveva fatto la sua radice, è possibile sciogliere queste tensioni fisiche e mentali, rinnovando la propria vita.
1. Dolore muscolare: rappresenta la difficile capacità di muoverci nella vita. Ci indica quanto siamo flessibili con le nostre esperienze nel lavoro, a casa e con noi stessi.
2. I Reumatismi: il corpo sembra “congelato”, chiudersi in un vera e propria camicia di forza. Essi possono essere la spia inequivocabile di un drammatico disagio sperimentato dal soggetto, ovvero difficoltà di adeguarsi ad una situazione vissuta come problematica. La difficoltà di movimento diventa allora una limitazione auto-imposta. I dolori possono nascere anche dalla paura per il futuro: equilibrio e stabilità sono modificati le preoccupazioni, allora, prendono il sopravvento.
3. Mal di testa: limita il processo decisionale. Le emicranie compaiono quando viene presa una decisione, ma non si agisce. Cerca di radicarti e uscire dal pensiero ossessivo.
4. Dolore al collo: compare nelle persone che vivono uno stato di inflessibilità, rigidità, severità e autodisciplina. Cerca di lasciare andare questa severità: la vita è un gioco, passa del tempo con i bambini e gli animali che sono in grado di ricordarci la bellezza della vita.
5. Cervicale: chi soffre ripetutamente di questo particolare dolore tende ad essere dominato da un’attività riflessiva esagerata e da una grande ostinazione. Segnali, questi, che rivelano una scarsa cedevolezza nei confronti delle proprie emozioni, del desiderio di lasciarsi andare, di abbandonarsi. Questi tipi di sofferenza si legano frequentemente a un eccessivo dominio del “mondo” della testa (razionale) sugli istinti.
6. Dolore alle gengive: è collegato a decisioni che non vuoi prendere o che non tolleri.
7. Dolore alle spalle: indica che ti stai facendo carico di una emozione, che appunto la stai “portando sulle spalle”. Non hai il controllo sulle situazioni e prendi con più leggerezza questo compito.
8. Mal di stomaco: si verifica quando “non hai digerito una situazione” e appunto ti è rimasta sullo stomaco. Lo stomaco è uno degli organi più sensibili e dove si somatizza di più. Molto probabilmente è una situazione in cui sei stato giudicato negativamente o comunque ha a che fare col rapporto emotivo con le altre persone.
9. Dolore alla parte superiore della schiena: senti la mancanza di supporto emozionale. Forse ti senti solo, temi che nessuno ti appoggi e ti voglia bene.
10. Dolore alla parte centrale della schiena (toracica): indica senso di colpa, paure inespresse, emozioni represse, odio e rancore. E’ la chiusura del cuore. Il nostro corpo, sotto l’effetto di una umiliazione, tende a “piegarsi” o meglio a “ripiegarsi” su noi stessi.
11. Dolore alla parte bassa della schiena (lombare): preoccupazioni economiche e senso di inadeguatezza e incertezza.
12. Dolore all’osso sacro: stai trascurando una situazione che deve essere sbloccata e risolta. Ha a che vedere con le radici quindi qualcosa di molto basilare e portante nella tua vita materiale.
13. Dolore al gomito: stai effettuando resistenza ad un cambiamento nella tua vita. Forse è giunto il momento di accettare le variazioni e i cambiamenti.
14. Dolore al polso: più di altre articolazioni, è coinvolto nei rapporti interpersonali (dare la mano) e denota l’equilibrio tra rigidità e flessibilità.
15. Dolore alle braccia: stai portando un grosso carico emozionale.
16. Dolore alle mani: non riusciamo a connetterci con gli altri. Forse, in senso figurato, non stiamo tendendo la mano al prossimo. Cerca di fare nuovi amici, ristabilisci le connessioni.
17. Dolore ai fianchi: paura di intraprendere nuovi cammini o immobilità nella propria vita. Può indicare che sei restio ai cambiamenti e al movimento.
18. Dolore articolare: così come i muscoli, le articolazioni sono flessibili. Apriti a nuovi modi di pensare, nuove lezioni di vita ed esperienze.
19. Dolore alle ginocchia: possono indicare problemi nelle relazioni con gli altri. Può indicare anche l’impossibilità di adattarsi agli altri. Può esprimere il grande disagio a vivere delle situazioni umilianti: rifiuto di sottomettersi (“incapacità di inginocchiarsi”).
20. Mal di denti: non ti piace una determinata situazione in cui ti trovi, forse tuo malgrado.
21. Dolore alle caviglie: non ci concediamo il diritto al piacere. Forse è tempo di essere più tolleranti con se stessi.
22. Dolore che causa stanchezza: indica noia, resistenza ed apatia. Cerchiamo di aprirci a nuove esperienze.
23. Dolore ai piedi: indica depressione, paura ad avanzare, mancanza di radicamento e di concretezza. I piedi sono un organo che ha più di 7000 connessioni nervose con tutto il corpo.
24. Gastrite: (infiammazione della mucosa dello stomaco): collegata alla collera perché non ci sentiamo rispettati o apprezzati per quanto valiamo. Il nervosismo e i disagi emotivi sono spesso responsabili. Il famoso “bruciore allo stomaco” parla della presenza di un fuoco che brucia all’interno, ma che non si esprime mai sotto forma di rabbia e ribellione (rabbia inespressa).
25. Intestino: riguardano paure e credenze che ci inducono alla ritenzione (stipsi, gas, ecc.) o alla non-accettazione, alla rivolta che ci fa respingere ogni cosa (diarrea, m.Crohn, ecc.).
26. Cistite (la rabbia trattenuta si trasforma in fuoco): è un disagio a livello di coppia che si manifesta proprio nei momenti in cui si è sotto pressione (rapporto sessuale particolarmente problematico). Frustrazione, delusione e collera possono manifestarsi con cistiti.
27. Stipsi: collegata al fatto di trattenersi. Si trattiene per paura di disturbare, per paura di non piacere a qualcuno (mi criticherà, mi rimproverà, ecc.). I soggetti che soffrono di stitichezza sono chiusi, controllati, molto formali, avari e gelosi di ciò che posseggono. Offrono sempre un’immagine “pulita” caratterizzata da grandi ideali e particolare rettitudine.
28. Acne (sul corpo): se è distribuito sulla schiena può indicare di volersi imporre una quantità di responsabilità, per paura, naturalmente, di venire rifiutati. Se non siamo in grado di assumercele, ecco che ci rifiutiamo da soli. A volte assumono un ruolo di “salvatore” nei confronti di qualcuno che ha assunto un ruolo di vittima. Non riuscire quindi ad aiutare l’altro induce a rifiutare se stessi.
29. Vitiligine (zone della pelle completamente bianca): può essere collegata alla vergogna, a un proprio comportamento sessuale.
30. Eczema: molto spesso è collegata alla paura, all’insicurezza, all’ansia e all’incertezza. Il punto in cui si manifesta sarà importante per comprendere il suo significato. La lesione può subentrare in seguito a un improvviso aumento dell’afflusso di sangue in determinate zone del corpo: ad es. se il soggetto in questione è un tipo cui il sangue “va alla testa” si potrà verificare un eczema al volto o al cuoio capelluto; quando prudono le mani o si teme il contatto fisico ed emotivo con gli altri, saranno interessate le mani.
L’emotività ha di solito più spazio nella vita di chi è affetto di eczemi acuti rispetto a chi soffre di psoriasi, ma si tratta di emotività dalle tinte “trasgressive”, interpretate magari come violente e pericolose. Molte altre malattie della pelle, oltre a quelle sopra descritte, hanno correlazioni psicosomatiche come ad es.: acne, lichen cronico, rosacea, alopecia areata e alopecia diffusa.
31. Psoriasi: (una spessa corazza per isolarsi dal mondo) vengono colpite, in genere, persone ipersensibili che hanno un gran bisogno dell’amore degli altri. Sono terrorizzate di venire ferite da una o più persone del loro ambiente, oppure si sentono obbligate a soddisfare le aspettative, cosa che provoca inevitabilmente irritazione.
La localizzazione è importante: se si manifesta nel braccio possiamo supporre che sia in relazione con il lavoro (o attività); nelle mani, invece, indicherà una certa insicurezza nel compito che stiamo realizzando. La psoriasi pare abbia una base ereditaria ma il decorso della malattia appare influenzato da una componente emotiva.
In virtù di quanto scritto, la domanda che bisogna porsi è: “Che cosa sta accadendo nella mia vita nel momento in cui questi sintomi compaiono?“
Se non si hanno una condizione patologica chiara (se si escludono quindi fattori organici) può essere necessaria una certa quantità di indagini sui fattori stressogeni e sulle emozioni sottostanti per scoprire sensi di colpa, rabbia, paura, risentimento….
Nota bene: se la negatività mentale stimola il dolore fisico, viceversa il piacere fisico stimola l’espansione, il rilassamento ed il benessere
Quindi cerchiamo di attrarre situazioni piacevoli nella nostra vita, cosa che uno stato mentale negativo non può permettere. Abbandoniamo le vecchie abitudini e condizionamenti ricevuti, lasciamo andare i traumi e riscopriamo la meraviglia e la bellezza che sono proprio qui, oltre il sonno della coscienza.
Un libro prezioso per conoscere se stessi
Siamo tutti il frutto del nostro passato, siamo diventati quello che siamo a causa, (o grazie) alle esperienze che abbiamo avuto in famiglia, con gli amici, a scuola, al lavoro, nelle relazioni. Possiamo però non limitarci a “essere la conseguenza di quello che è stato”, ma regalarci la possibilità di essere semplicemente come meritiamo di essere.
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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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