La sincerità non è solamente una questione di morale o etica: ci sono delle bugie bianche, dette a fin di bene, e delle bugie nere dette per nuocere a qualcuno o per il proprio interesse personale. E poi ci sono le bugie che diciamo ai bambini. Siamo soliti mentire ai nostri figli, magari non per cattiveria, ma perché non sappiamo come toglierci d’impaccio quando siamo stanchi! Quando richiedono “quel giocattolo” ogni santo giorno, mattina e sera. Mentiamo quando vogliamo un attimo di tregua e loro non hanno la minima intenzione di concedercene una oppure quando non “possiamo” assolutamente dire loro la verità!
Ai bambini non va nascosto che si può soffrire o si può essere arrabbiati, e non si deve impedire loro di sentire o manifestare queste emozioni. Le proveranno comunque, come capita normalmente a tutti gli esseri umani, pertanto è importante che imparino a riconoscere queste emozioni e a gestirle, piuttosto che negarle o reprimerle.
Ma è giusto mentire a un bambino?
Qualche volta una bugia a fin di bene con un bambino può essere opportuna. Ad esempio elogiare quello scarabocchio fatto da nostro figlio è un modo di incoraggiare il piccolo a disegnare; elogiare il piccolo nelle sue piccole conquiste anche se non ottimali. Parliamo di bugia pedagogica, quella da raccontare ai bambini per gratificarli: “Mamma, ti piace il mio disegno?”, “Certo, è meraviglioso”. Tuttavia, rispetto a tutto il resto, è sempre opportuno valutare se la bugia sia davvero necessaria prima di pronunciarla.
Genitori bugiardi, perché
Lo fanno per varie ragioni, che vanno dall’ottenerne dei vantaggi personali, (cioè per prevenire i capricci o per evitare che i bimbi parlino troppo), al proteggerli da eventi traumatici.
Le bugie comode
E’ inevitabile che i bambini qualche volta si comportino in maniera maleducata o diano fastidio ai genitori. E’ normale quindi che i genitori cerchino di mettere in atto una serie di strategie, compresa la bugia, per ottenere la loro obbedienza. Ad esempio, molti genitori, dicono ai bambini che succederà loro qualcosa di brutto se non vanno a letto, o se non mangiano le verdure. Che verranno rapiti da l’uomo nero se non fanno i buoni.
Le verità difficili da spiegare
Molto spesso i genitori si vedono costretti a mentire per proteggere il bambino da situazioni che possono spaventarlo o farlo soffrire; è il caso di una tragedia vista al telegiornale o peggio la morte di una persona cara.
Mai mentire ai bambini: per quale motivo?
La bugia genitoriale non ha giustificazioni; i genitori dovrebbero avere chiare le loro intenzioni prima di mentire ai figli. Spesso infatti, la bugia non è una scelta consapevole, ma è prodotta d’impulso per cavarsi d’impaccio, senza interrogarsi sull’effetto che avrà sui figli. La verità andrebbe sempre detta. Sia nelle piccole cose che in quelle grandi, perché non esistono bugie «a fin di bene».
I bambini devono conoscere la verità, di sapere che cosa sta succedendo, ad esempio di sapere perché i genitori sono cambiati e si stanno separando, perché sono preoccupati se hanno problemi di lavoro, perché sono tristi se hanno perduto un amico e poter dire e condividere in famiglia quello che sta accadendo anche a loro.
Proteggere i propri figli illusoriamente attraverso la menzogna o mezze verità, è come far imboccare loro la via maestra per l’incertezza, la diffidenza, la confusione, la paura e l’insicurezza.
Riflettendo sul fatto che la sincerità e la bugia spesso si imparano dai genitori (apprendimento per imitazione), sarebbe opportuno non mentire al bambino, neanche quando pone delle domande difficili ed imbarazzanti. Dare una risposta falsa, raccontare una falsa verità, o fare una promessa che poi non si avvera, fa sentire il bambino profondamente tradito e ferito, quindi in qualche modo autorizzato a mentire a sua volta.
Siate il più possibile sinceri
Se una bugia è indispensabile, ad esempio per rispetto di un’altra persona, dovete spiegare al bambino i relativi motivi. Il bambino deve imparare a riconoscere la netta differenza tra un “mascheramento” volto al rispetto dell’altro, una bugia necessaria ma piuttosto vigliacca e una bugia molto grave. Non mentite mai a vostro figlio! Neanche quando pone una domanda fastidiosa o se volete risparmiargli una verità dolorosa. La vostra sincerità illimitata è alla base della sua fiducia.
In particolare quando ci rapportiamo ai bambini non dobbiamo dimenticare che gli adulti sono le uniche fonti autorevoli in grado di spiegare loro le situazioni e aiutarli a comprendere il mondo che li circonda, non solo quello fisico ma anche quello emotivo.
Ai bambini non va nascosto che si può soffrire o si può essere arrabbiati, e non si deve impedire loro di sentire o manifestare queste emozioni. Le proveranno comunque, come capita normalmente a tutti gli esseri umani, pertanto è importante che imparino a riconoscere queste emozioni e a gestirle, piuttosto che negarle o reprimerle.
10 bugie apparentemente innocue che diciamo ai bambini
Scegliere con garbo le giuste parole per rivelare ai propri figli una verità dolorosa è il punto di partenza perché possano elaborarla e crescere confrontandosi coraggiosamente con le sfide che vita porterà loro incontro. Quali sono le bugie comuni che le mamme (e anche i papà) dicono ai figli in modo più frequente?
1. Domani sì, adesso no: classico modo di “risolvere” una richiesta insistente e anche impossibile da soddisfare. Allora in questo caso diciamo addirittura: ti prometto che domani appena esco dall’ufficio lo facciamo. Meglio limitarsi a dire: adesso non è possibile.
2. Ho dimenticato il portafogli a casa: anche questa è una bugia abituale, tirata in ballo di fronte alla grana di dover acquistare l’ennesimo pupazzetto durante una spesa veloce al supermercato. E’ meglio dire: “Non ti compro quel giocattolo perché preferisco aspettare che ci sia una ricorrenza o perché ne hai a sufficienza o perché non lo ritengo opportuno”.
3. Il pesce rosso è tornato in mare come Nemo. Questa è la classica bugia per non affrontare il tema della morte. Se parlare di una realtà dolorosa è difficile e può far male sul momento, esprimere questo dolore darà in breve tempo sollievo. Evitargli l’esperienza non servirà a proteggerlo perché solo ritualizzando l’evento se ne permetterà l’elaborazione. Questo dovrà succedere, per la morte delle persone care, a qualunque età avvenga il fatto.
Che si tratti del suo animaletto o del nonno tanto amato bambino ha bisogno di collocarlo. Potrà collocarlo sotto la pianta o nel cimitero e andare a parlare con l’animaletto o col nonno quando vuole, non potrà più toccarlo e abbracciarlo ma lo sentirà vicino quando ne avrà bisogno.
4. Arrivo tra dieci minuti. Anche se non ne abbiamo nessuna intenzione, perché sappiamo di non riuscire a smuoverci da ciò che stiamo facendo, diciamo che stiamo per essere pronti!
Evitate di dirlo se state fuori tutto il giorno, È vero che il bambino non ha il senso del tempo, ma si mette in ansia se il tempo diventa tanto. Molte mamme possono spiegare ai loro figli che escono per fare la spesa o per andare a lavorare e staranno via tante ore quante le dita di una mano, per esempio, o di una mano intera o anche di metà dell’altra e il tempo di un dito è lungo quanto il tempo della lancetta lunga dell’orologio.
Il tempo può essere poco o tanto ma è bene dare un punto di riferimento. Se il bambino rimane a casa con la tata, per esempio, un riferimento può anche essere la scansione della giornata per come viene organizzata con la tata (si alza, fa colazione, va ai giardinetti, pranza, fa il risposino, gioca, fa merenda e poi arriva la mamma), la mamma arriverà dopo che avrà fatto la merenda.
5. Papà è allergico ai cani. Quale scusa migliore d’altra parte per cercare di convincerli a desistere dal progetto di portare a casa un fantastico cane?
6. Se non la smetti di frignare ti lascio qui e me ne vado. Questa frase condanna tuo figlio all’insicurezza. Purtroppo i bambini vivono le dinamiche in modo assolutistico. Inevitabilmente avrà paura di esprimere le sue emozioni per timore di essere abbandonato!
7. Se non fai silenzio quella signora si arrabbia. Ci lamentiamo perché ci facciamo condizionare dal giudizio altrui. Beh, la paura del giudizio è un’eredità del proprio vissuto infantile; è figlia di quelle frasi nocive che ci hanno inculcato quando eravamo piccoli.
8. “Se non mangi tutto ti porto dal dottore”: è una falsità pericolosa perché dipinge il medico come una figura minacciosa. È preferibile dire: “Devi mangiare perché te lo dice la mamma. Ho chiesto al pediatra che ti cura e mi ha detto che per farti stare bene devo cucinarti questa pappa”. Questa frase fa sapere al bambino che ci sono ben due adulti, la mamma e il pediatra, che tengono a lui e si preoccupano per la sua salute.
9. Ci sono poi quelle risposte che si danno perché colti alla sprovvista. «Come nascono i bambini?». E qui si va dal cavolo alla cicogna fino alla più audace «pancia». Con il risultato che poi i nostri figli pensano che i neonati vengano fuori dall’ombelico. Mentre non ci sarebbe niente di male a spiegare in modo semplice che escono dalla farfallina, dalla patatina o come abbiamo deciso di chiamarla. A loro basta». Per qualche anno.
Nel caso in cui il bambino senta i genitori litigare
I genitori tendono a tranquillizzare: “Va tutto bene. Non ti preoccupare”. Ma lui sa, perché lo sente, che non va tutto bene, quindi non potrà fare a meno di preoccuparsi. Inoltre, penserà di non potersi fidare del genitore. Può essere più opportuno spiegare: “Mamma e papà stanno litigando. Proprio come fai tu con il fratellino o con l’amichetto. È un litigio fra adulti, non è per te che litighiamo e sapremo trovare una soluzione”.
Anche i segreti sono deleteri
In caso di separazione, è indispensabile spiegare al bambino le difficoltà che impediscono al padre naturale di stare con lui: questo evita che il piccolo possa sentirsi responsabile del suo allontanamento. Se sarà rassicurato, il bimbo eviterà di formulare pensieri del tipo: “È colpa mia”, “Sono io che sono cattivo e per questo papà se n’è andato”.
PER CONCLUDERE….
Noi genitori, spesso, non ce ne rendiamo conto, consideriamo una bugia bianca, come una cosa di poca importanza, ma per il bambino non c’è differenza. Una bugia è una bugia, abbiamo mentito, non abbiamo mantenuto la promessa, non siamo stati di parola, e questo è tutto ciò che conta.
Se diciamo a nostro figlio che se si comporterà bene al ristorante, il giorno seguente lo porteremo a sciare, sarebbe opportuno che prima verificassimo le condizioni meteo, per essere sicuri che non pioverà; se gli promettiamo che dopo i compiti, gli daremo un cioccolatino per premio, forse dovremmo essere sicuri di avere dei cioccolatini nella credenza.
Dire ad un bambino: “la prossima settimana andiamo a Gardaland, ma devi andare bene a scuola!”, credendo che tanto se ne dimenticherà, è un errore enorme. I bambini si ricordano tutto, soprattutto se siamo noi genitori a dirlo, perché quello che diciamo noi, per loro è la verità assoluta.
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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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