Prima o poi succede a tutte le madri: stavate passeggiando con vostro figlio o vostra figlia per il parco, oppure al centro commerciale e incontrate una vecchia amica, una vicina, magari con pargoli o nipotini, ed ecco, che come di consueto, scatta la fatidica gara a quale dei bimbi presenti ha le caratteristiche migliori.
Non deve sorprenderci che negli ultimi decenni molti genitori hanno assunto un modello educativo basato nella iper-genitorialità. Si tratta di genitori che vogliono che i loro figli siano preparati per la vita, ma non nel senso più ampio del termine, nel più limitato: vogliono che i loro figli abbiano le conoscenze e le competenze necessarie per diventare un buon professionista, ottenere un buon lavoro e guadagnare abbastanza, nulla di più di questo.
Questi genitori hanno un solo obiettivo: vogliono che i loro figli siano perfetti
Per raggiungere questo obiettivo non esitano a iscriverli a diverse attività extrascolastiche, spianare loro la strada oltre ogni limite e, naturalmente, spingerli al successo ad ogni costo. E la cosa peggiore è credono di farlo “per il loro bene”. Il problema principale di questo modello educativo è che aggiunge inutile pressione sui bambini, finendo per togliere loro l’infanzia e creando degli adulti emotivamente disastrati.
I pericoli di spingere i bambini verso la perfezione
Sotto pressione, la maggior parte dei bambini obbedisce e raggiunge i risultati che si aspettano i genitori, ma in ultima analisi, in questo modo si ottiene solo di limitare il loro pensiero indipendente e le competenze che li possono portare al successo vero e proprio. Se non diamo loro spazio e libertà di trovare la propria strada e li carichiamo di aspettative, i bambini non potranno prendere le loro proprie decisioni, sperimentare e sviluppare la loro identità.
Pretendere che i bambini siano sempre perfetti, quali rischi?
Dietro il perfezionismo di molti genitori si nasconde spesso la volontà di riscatto sociale e professionale. Spesso però si cela anche un’intrinseca volontà di realizzarsi attraverso il figlio, per raggiungere sogni e desideri propri, che magari sono stati infranti. Il perfezionismo può essere inoltre un modo per controllare le pulsioni del bambino e la paura che il figlio possa crescere e diventare autonomo. A volte può anche nascondere una profonda crisi di coppia: condividere ossessivamente con il figlio attività o studio rimanda l’affrontare i conflitti con il proprio partner. Pretendere che i bambini siano sempre perfetti racchiude dei rischi, vediamo quali:
Genera una pressione inutile che li priva della loro infanzia
L’infanzia è un periodo di apprendimento, ma anche di gioia e divertimento. I bambini dovrebbero imparare divertendosi, facendo errori, perdendo tempo, lasciando volare l’immaginazione e trascorrendo del tempo con altri bambini. Aspettarsi che i bambini siano i migliori in un particolare campo carica sulle loro spalle una inutile responsabilità. Questo metodo educativo li priva della loro infanzia.
Provoca la perdita di motivazione intrinseca e piacere
Quando i genitori si concentrano più sui risultati che sullo sforzo, il bambino perde la motivazione intrinseca, perché capirà che conta di più il risultato che il cammino intrapreso. Pertanto, aumentano le probabilità che commetta frodi a scuola, per esempio, perché per lui non è così importante imparare quanto i voti. Allo stesso modo, concentrandosi sui risultati, perde interesse per il cammino della vita e smette di goderselo.
Pianta il seme della paura di fallire
La paura del fallimento è una delle sensazioni più limitanti che possiamo sperimentare. Questo sentimento è intimamente legato alla concezione che abbiamo del successo. Quindi, spingere i bambini verso il successo fin da tenera età serve solo a piantare in loro i semi della paura di fallire. Di conseguenza, è probabile che questi bambini non diventino adulti indipendenti e intraprendenti, come vorrebbero i loro genitori, ma persone che vanno sempre sul sicuro e accettano la mediocrità perché hanno paura di fallire.
Genera una perdita di autostima
Molte persone di successo, professionalmente parlando, non sono sicure di sé. Infatti, molte top model, per esempio, hanno confessato che pensano di essere brutte o grasse, quando in realtà sono delle icone di bellezza. Questo perché il livello di perfezionismo al quale sono sempre state sottoposte le porta a credere che tutto ciò che faranno non sarà mai abbastanza e che basta il minimo errore perchè gli altri le disprezzino. I bambini che crescono con questa idea diventano adulti insicuri con una bassa autostima e credono di non essere abbastanza meritevoli d’amore. Di conseguenza, vivono dipendendo dalle opinioni degli altri. Per approfondimento ti consiglio la lettura dell’articolo “Autostima infantile, come aiutare un bambino ad amarsi di più“
Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto:
1. A essere contento senza motivo.
2. A essere sempre occupato con qualche cosa.
3. A pretendere con ogni sua forza quello che desidera.
(Paulo Coelho)
Cosa dovrebbe sapere realmente un bambino?
I bambini non hanno bisogno di essere i migliori, ma solo di essere felici. A questo proposito ti devi solo assicurare che tuo figlio sappia:
– Che è amato incondizionatamente e in ogni momento, non importa quali errori fa o farà
– Che è al sicuro, che lo proteggerai e lo amerai come puoi
– Che può fare lo scemo, perdere il tempo a fantasticare e giocare con gli amici
– Che può scegliere ciò che più gli piace e perseguire quella passione, non importa di cosa si tratti. Che può trascorrere il tempo libero facendo ghirlande di fiori o disegnando gatti con sei gambe, se è quello che vuole, invece di praticare la fonetica o il calcolo
– Che è una persona speciale e meravigliosa, come molte altre persone nel mondo
– Che merita rispetto e deve rispettare i diritti degli altri
Cosa non devono dimenticare i genitori?
È anche essenziale che i genitori sappiano:
– Che ogni bambino impara secondo il proprio ritmo, e che non devono confondere la stimolazione che aiuta a sviluppare con la pressione che travolge
– Che il fattore più influente nel rendimento scolastico dei bambini è che i genitori leggano ai loro figli, che gli dedichino del tempo ogni notte per coltivare insieme la passione per la lettura, non scuole costose o giocattoli iper-tecnologici.
– Che il bambino che ottiene i voti migliori non è mai il più felice perché la felicità non si misura in questi termini
– Che i bambini non hanno bisogno di più giochi, ma di una vita più semplice e spensierata e di passare più tempo con i genitori
– Che i bambini meritano la libertà di esplorare tutto e decidere da soli cosa gli piace e li rende felici
Come diceva Arthur Schopenhauer “Ogni bambino che nasce è in qualche misura un genio, così come un genio resta in qualche modo un bambino.”
A cura di Ana Maria Sepe, psicoanalista
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