In questo articolo tratterò il tema dell’ansia generalizzata, fenomeno tanto polimorfo e variegato per quanto estremamente diffuso: si calcola infatti che circa il 16-17% della popolazione mondiale abbia sperimentato una manifestazione severa di ansia almeno una volta nella vita, con una prevalenza nel sesso femminile.
Quali sono i sintomi che rientrano nelle manifestazioni di ansia generalizzata? Cos’è l’ansia generalizzata e in cosa si differenzia dalla normale e fisiologica preoccupazione della vita quotidiana?
Solitamente si parla di ansia generalizzata come patologia quando l’individuo trascorre buona parte della propria giornata a preoccuparsi di qualcosa che potrebbe accadere, quando si sente continuamente nervoso, in apprensione, quando non riesce “a staccare la spina” o a rilassarsi e ciò compromette il suo funzionamento in ambito sociale, affettivo e professionale, inficiando più o meno gravemente il suo benessere.
Inoltre nelle manifestazioni di ansia patologica si osserva anche la presenza di sintomi psicosomatici quali vertigini, tachicardia, disturbi gastrointestinali vari che possono anche far pensare a patologie di tipo fisico.
Disturbi d’ansia e ansia generalizzata
Il disturbo di ansia generalizzata va distinto da altri disturbi d’ansia quali gli attacchi di panico, l’agorafobia e la fobia sociale, sebbene ne condivida alcune caratteristiche e possa eventualmente sfociare in uno di questi disturbi specifici.
Il Manuale Diagnostico delle malattie mentali DSM 5 redatto dall’American Psychiatric Association nel 2013, descrive il disturbo da Ansia Generalizzata come: “uno stato di intensa ed eccessiva allerta e preoccupazione che genera tensione motoria e attivazione psichica”.
Sono inoltre presenti i seguenti sintomi:
A) Eccessiva ansia e preoccupazione che si presentano per la maggior parte dei giorni per almeno sei mesi e che riguardano una serie di attività ed eventi di vita quotidiani (come la scuola o il lavoro)
B) Difficoltà a controllare la propria preoccupazione.
C) L’ansia e la preoccupazione sono collegati ad almeno tre dei seguenti sintomi che devono essere presenti per diversi giorni negli ultimi sei mesi.
- sentirsi irrequieti, agitati o coi nervi a fior di pelle
- sentirsi stanchi facilmente
- difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria
- irritabilità
- tensione muscolare
- disturbi del sonno (difficoltà ad addormentarsi o stare addormentati, o un sonno disturbato)”.
Come fare a gestire questa complessa sintomatologia? Come è possibile comportarsi per far sì che la l’ansia non condizioni la propria vita impedendo di relazionarsi, di lavorare, di fare esperienze, di vivere insomma?
Conoscere l’ansia per superarla
Il primo passo è sicuramente conoscerla, riuscire a capire che l’ansia è un segnale di disagio, l’indicatore di qualcosa che non funziona come si vorrebbe, qualcosa che si dovrebbe cambiare nella propria vita ma che non si riesce, per paura, per timore del giudizio dell’altro, per paura di deludere l’altro o se stessi e per tante altre possibili ragioni.
L’ansia è spesso correlata alla paura, pertanto è questa paura che va riconosciuta e affrontata.
Tuttavia, molto spesso si cerca di contrastare, di razionalizzare l’ansia senza capire che essa sta inviando, in realtà, qualche tipo di messaggio sulla propria attuale condizione di vita, su ciò che si è e su ciò che si vorrebbe essere o non essere.
Anche se questo messaggio non è così chiaro e quindi l’ansia non è direttamente correlata in maniera cosciente e consapevole con le proprie esperienze di vita presenti, è in ogni caso un segnale di malessere.
E’ importante, per fronteggiarla, riuscire a individuare e circoscrivere quando si manifesta, quali sono le motivazioni profonde che la scatenano e che cosa sta suggerendo.
Tale comprensione può portare ad una maggiore consapevolezza di sé, e a conseguenti cambiamenti nella propria vita e nel modo di percepire la propria realtà esterna e interiore.
Esistono poi alcuni accorgimenti o strategie che è possibile utilizzare razionalmente per ridurre la propria ansia:
- imparare a vedere le situazioni in maniera più lucida e oggettiva, senza farsi condizionare da pensieri o timori negativi, più o meno realistici;
- imparare a credere maggiormente e fidarsi delle proprie risorse per affrontare e risolvere i problemi;
- utilizzare tecniche di rilassamento o semplicemente fare attività fisica o attività che possano calmare e rilassare sublimando le emozioni negative;
- imparare a riconoscere quelle situazioni che possono provocare disagio, ansia o malessere; non sempre è possibile evitarle ma resta tuttavia possibile modificare il modo in cui si percepisce e risponde consapevolmente a tali situazioni.
Imparare a non essere travolti dall’ansia e dai pensieri negativi, ma cogliere i sottili suggerimenti che possono dare, rafforzarsi e sostenere le proprie risorse interiori per affrontare le necessità e gli eventuali scogli della vita, sono importanti tappe nella crescita di ognuno e vanno colte e coltivate giorno dopo giorno, anche a partire dai timori, dalle paure e dalle ansie che essi creano.
A cura di: Morena Romano, Psicologa-Psicoterapeuta
Specializzata in Psicoterapia Analitica Junghiana
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