Asse intestino-cervello: come la psiche condiziona il tuo corpo

| |

Author Details
Psicoadvisor è la «rivista di Scienze e Tecniche Psicologiche e Neurobiologia» che propone esclusivamente contenuti redatti da Autori specializzati, psicologi e psicoterapeuti, altamente competenti sulle tematiche proposte.

L’intestino è una parte dell’organismo spesso sottovalutata, svolge infatti funzioni importanti che contribuiscono al nostro benessere fisico, ma anche a quello psicologico. Non a caso, esso è indicato anche con il termine “secondo cervello”.

Laura Donato, biologa e ricercatrice dell’Istituto per la tecnologia delle membrane (Itm del cnr)afferma che l’intestino contiene milioni di cellule e fibre neuronali che costituiscono un vero e proprio Sistema Nervoso Autonomo. Indipendentemente dal Sistema Nervoso Centrale, per esempio, promuove la contrazione intestinale e secerne enzimi digestivi. È in grado d’integrare ed elaborare stimoli esterni e interni ricevuti dal corpo, interagendo con il Sistema Nervoso Centrale attraverso uno scambio di informazioni mediato dal sistema psiconeuroimmunoendocrino (composto da psiche, dal sistema nervoso autonomo, quello immunitario e il sistema che endocrino che produce e rilascia ormoni). Ciò significa che i due cervelli si influenzano reciprocamente, determinando il nostro stato di benessere psico-fisico.

Per esempio, stati di stress mentali e pensieri negativi attivano i circuiti dell’ansia e della paura provocando aumento della motilità intestinale, rilascio di citochine, aumento della sensibilità e infiammazione della mucosa intestinale. Ciò può determinare, per esempio, a sintomi come diarrea e nel tempo all’insorgenza della sindrome del colon irritabile o di malattie infiammatorie intestinali.

Quindi, l’intestino svolge un ruolo essenziale nella digestione e nell’assorbimento dei principi nutritivi contenuti negli alimenti, grazie alla sua interazione con i microrganismi viventi che compongono il microbiota umano.

Che cos’è il microbiota?

Il microbiota umano è l’insieme di tutti i microrganismi che vivono in simbiosi con il corpo umano; mentre il microbioma è l’insieme di tutti i geni che essi sono in grado di esprimere e delle loro interazioni con il nostro corpo. Il microbioma, quindi, è un vero e proprio patrimonio genetico (genoma) complessivo delle popolazioni microbiche e delle loro interazioni.

Purtroppo, negli anni si è diffusa l’idea che i batteri siano un nemico da sconfiggere e che siano solo portatori di malattie, portando sempre di più ad osservare pratiche igieniche ossessive e alla prescrizione “selvaggia” di antibiotici anche in casi in cui non sarebbe necessario somministrarli. Invece, i batteri del nostro intestino sono fondamentali per il nostro benessere e la loro alterazione può portare a serie complicanze.

Abitudini alimentari e stili di vita scorretti, hanno portato sempre di più alla distruzione nostro microbioma, producendo una serie di effetti collaterali, tra i quali troviamo l’aumento di alcune patologie come le malattie autoimmuni (es. tiroidite di Hashimoto, celiachia, ecc.), le malattie infiammatorie intestinali (es. Morbo di Chron, sindrome del colon irritabile), le malattie metaboliche, il diabete e l’obesità, le malattie cardiovascolari, tumori dell’apparato gastrointestinale ed anche disturbi d’ansia e dell’umore. Recenti studi mettono in relazione anche l’autismo al microbiota intestinale.

Quindi, il mantenimento di un microbioma equilibrato dipende dalla varietà delle specie batteriche all’interno del nostro corpo (microbiota), ed è proprio il genoma batterico a contribuire in maniera significativa a determinare la velocità con cui metabolizziamo i nutrienti che sono presenti negli alimenti e tutto ciò può avvenire anche indipendentemente dal tipo e dalla quantità di calorie assunte.

Asse intestino-cervello

L’interazione tra l’intestino e il cervello è stato definito asse intestino-cervello (gut-brain axis) ed è un tema sempre più di interesse della ricerca clinica. Questo asse si caratterizza da un sistema di comunicazione bidirezionale tra il Sistema Nervoso Enterico con il Sistema Nervoso Centrale attraverso la mediazione di vie umorali, neuroendocrine ed immunitarie (asse microbioma-intestino-cervello). La comunicazione tra i microbi e il cervello avviene attraverso una prima via che è quella del nervo vago; tale innervazione si struttura già durante lo sviluppo fetale per poi stabilizzarsi definitivamente dopo la nascita contribuendo alle funzioni sensoriali e motorie (es. sazietà, nausea, dolore, ecc.).

Però, il microbiota dell’intestino esercita generalmente i suoi effetti sul cervello non solo attraverso il sistema nervoso (asse intestino-cervello), ma anche attraverso il sistema immunitario, il sistema endocrino e quello che viene definito come “sistema metabolico”.

Ad esempio, vi sono sempre maggiori prove che modifiche nella composizione del microbiota possono portare a diverse patologie, comprese le malattie metaboliche, come l’obesità, il diabete e le malattie cardiovascolari. Inoltre, lo squilibrio del microbiota intestinale conduce alla cosiddetta “disbiosi intestinale” che sembra essere coinvolta nello sviluppo delle maggiori patologie autoimmuni, come la tiroidite di Hashimoto.

Quindi, quando l’intestino non funziona bene si verifica una permeabilità che può innescare malattie autoimmuni. E se il paziente ha una storia di costipazione, diarrea, mal di stomaco ebbene la causa potrebbe risiedere proprio nella tiroide. Alcuni studi hanno messo in evidenza che le persone con problemi di tiroide hanno più facilmente un’inclinazione a soffrire di malattia celiaca (alcuni studi hanno evidenziato che il Morbo di Graves aumenta di cinque volte il rischio di soffrirne) o di sindrome da intestino irritabile (collegata con chi soffre di tiroide di Hashimoto).

Microbiota e sintomi psicologici

Sono sempre maggiori le ricerche che si concentrano sull’impatto del microbiota anche sulla qualità dell’umore e sullo sviluppo di ansia e stress. Quando sono presenti disturbi gastrointestinali è inevitabile subire un mutamento a livello del tono dell’umore, altresì stati di ansia e stress possono produrre o aggravare (e in alcuni casi cronicizzare) disturbi gastrointestinali come gonfiore, meteorismo, diarrea, stitichezza e molto altro.

Uno studio dello University College of Cork in Irlanda segna un importante avanzamento nel capire i meccanismi che rendono l’intestino il “secondo cervello”: il ruolo esercitato da questo organo e dal microbiota, l’insieme di batteri ‘buoni’ che vivono in maniera simbiotica con l’uomo al suo interno, nel regolare l’umore dell’individuo e aggravare disturbi come ansia e depressione è noto da tempo ma non era chiaro come questi microrganismi potessero svolgere questa azione.

I ricercatori irlandesi hanno evidenziato che il microbiota agisce sull’intestino favorendo o contrastando la produzione di alcune sostanze, i peptidi, che, secreti dalle sue pareti, entrano nel circolo sanguigno e arrivano al cervello, condizionando l’umore dell’individuo.

L’esistenza di questo meccanismo apre la strada a nuovi trattamenti con “psicobiotici”, particolari probiotici che, modificando il microbiota, possono essere un valido aiuto nel combattere disturbi dell’umore come ansia e depressione.

Questa analisi porta anche a prospettive terapeutiche nuove per molti disturbi a carattere psicologico che oggi hanno forse trovato un responsabile anatomicamente molto distante dal cervello. Gli stati di ansia potrebbero essere trattati o prevenuti prestando maggiore attenzione a ciò che si verifica nell’intestino del paziente più che nella sua testa.

Ma sono molteplici gli studi che hanno indagato sul ruolo del microbiota intestinale in relazione a dieta ed emozioni. Una dieta ad elevato contenuto di grassi può promuovere la “leaky gut sindrome”, aumentando la permeabilità intestinale (Cani et al., 2008, Hildebrandt et al., 2009, Kim et al., 2012) in maniera analoga allo stress (Gareau et al., 2008, Ait-Belgnaoui et al., 2014), e l’incremento di produzione di citochine da parte dei batteri le quali, a loro volta, sembrano in grado di sensibilizzare l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA axis) verso un comportamento ansioso e depressivo.

Al contrario, cambiamenti della composizione del microbiota attraverso la dieta e supplementazioni di specifici probiotici, possono portare ad una migliore risposta allo stress e all’umore. Tutti questi studi sono solo l’inizio di un processo di cambiamento rivoluzionario sia a livello medico sia a livello psicologico.

Autrice: Valentina Luciani, psicologa e psicoterapeuta.
Riceve online e nel suo studio di Trieste. Per fissare un appuntamento: info@valentinaluciani.it
Se ti piacciono i nostri contenuti, seguici sull’account ufficiale IG, @Psicoadvisor e FB, Psicoadvisor