Ci sono persone che hanno un grosso talento, quello di trasformare ogni piccolo intoppo in un dramma epico. Queste persone sembrano perseguitate dai problemi e il dramma è una componente costante della loro vita, dramma che si presenta ogni volta in forma diversa. E’ luogo comune pensare che le donne siano più portate alla drammatizzazione, tuttavia parliamo di drama queen e drama king, perché questo comportamento si manifesta in modo ubiquitario tra gli uomini e le donne, vediamo le varie implicazioni psicologiche.
Non tutte le drammatizzazioni sono uguali e anche se lo scenario sembra identico cambia l’interpretazione emotiva. In altre parole, ognuno vive, interpreta e usa il dramma a suo modo. Vediamo due esempi.
La teatralizzazione del dramma nel disturbo istrionico di personalità
Il disturbo istrionico di personalità è scomparso dal DSM-V. Nessun “abracadabra“, la commissione dell’American Psychiatric Association ha voluto elidere tale disturbo per evitare la doppia diagnosi condivisa con altri disturbi del Cluster B, in particolare con il disturbo narcisistico di personalità e disturbo borderline di personalità.
La personalità istrionica necessita di un’insaziabile attenzione e approvazione. Lega facilmente e può descrivere colleghi o conoscenti come dei “migliori amici” anche quando è chiaro che il sentimento non è reciproco. L’istrionico usa le disavventure (reali o artefatte) per catalizzare su di sé l’attenzione degli altri. Il comportamento dell’istrionico è fortemente disorientante perché può passare da emozioni negative intense all’improvvisa ilarità. Spesso assume comportamenti seduttivi così, al contempo, non solo riesce a raccogliere le simpatie altrui ma anche ottenere comprensione, conforto e compassione.
La donna istrionica è una vera queen drama: seduce, ammalia, si fa confortare e fa leva sulla compassione altrui. La differenza tra una queen drama istrionica e un vittimista qualunque è che l’istrionico tende a teatralizzare qualsiasi emozione e non solo quelle legate al dramma. Gli intoppi della vita, anche i più piccoli, diventano un strumento per catalizzare attenzione su di sé ma nella realtà dei fatti, non rappresentano un problema. Addirittura anche la malattia di un familiare (genitore, sorella o figlio) potrebbe essere strumentalizzata a scapito dell’esperienza emotiva della sofferenza che una persona “sana” vivrebbe in quella stessa situazione.
Il vittimista ingenuo
Se è vero che ci sono persone che strumentalizzano le esperienze negative, è anche vero che c’è chi ingenuamente vive tutto con una tendenza al dramma. In questo caso, ogni evento negativo genera un reale sconforto.
Un bambino che non ha potuto sviluppare meccanismi di coping adeguati (vuoi perché cresciuto con genitori iperprotettivi, vuoi perché è cresciuto con un’educazione estremamente rigida…) può sentirsi incapace di affrontare le difficoltà della vita fino a vedere ogni piccolo intoppo come una vera calamità.
La drama queen ingenua può mostrarsi particolarmente spaventata soprattutto dalle malattie. Spesso è ipocondriaca. Può sperimentare ansia, andare in confusione e ha sempre bisogno del sostegno altrui sia per prendere decisioni, sia per farsi tranquillizzare in caso di problemi (cioè sempre!). In questo contesto, il dramma è legato a una reale incapacità di gestire diverse problematiche ed è vissuto in prima persona come tale. Non è artefatto e soprattutto non viene sperimentato per essere chiacchierato in giro.
Chi sperimenta il dramma in questa connotazione può andare incontro a diversi malanni: disturbi del sonno, disturbi dell’alimentazione, depressione, ipertensione arteriosa e disturbi di natura psicosomatica.
Rapporti e legami con il vittimista
Le persone che prosperano in un perenne dramma hanno difficoltà a mantenere relazioni a lungo termine. Nessuna abilità manipolatoria (nel caso della vittimista istronica) o nessun tipo di attitudine personale (nel caso della vittimista ingenua) può compensare la frustrazione e l’esaurimento causato dal comportamento stressante messo in atto da questi due protagonisti. Tutti noi abbiamo un amico o un collega che può “vivere nel dramma”. Vivere a stretto contatto con queste persone non è affatto semplice; potrebbero trascinarti da una crisi all’altra.
Come proteggersi? Un vittimista può risucchiarti di tutta la tua energia e può addirittura farti sperimentare stati d’ansia o di angoscia. Nel rapportarti con queste persone, mantieni la calma e, prima di rispondere, fai alcuni respiri profondi! Una riflessione più profonda ti aiuterà a evitare di rimanere coinvolto nella trappola dell’istrionico.
Stabilisci dei limiti gentili ma fermi
Se la persona “abusa” spesso della tua gentilezza e questo inizia a crearti dei problemi, stabilisci dei limiti gentili ma fermi. Sul lavoro, per esempio, puoi dirle/dirgli “Devi organizzarti meglio con il tuo lavoro. Mi dispiace per tutte le tue disavventure, ma il lavoro viene prima”.
Se il dramma e le disavventure del tuo amico/collega ti stanno logorando, assumi un comportamento che possa ispirarli. E’ nobile il tentativo di aiutare il prossimo, tuttavia non sempre si hanno a disposizione gli strumenti per farlo. Un vittimista ingenuo potrebbe realmente aver bisogno di aiuto, vuoi essere tu quella persona che presta supporto? Sì? Puoi iniziare spronandola a lavorare su se stessa, sulle sue risorse e la sua autostima, magari sfruttando un supporto psicologico professionale.
Come affermare il tuo valore
Dobbiamo stabilire dei limiti. Non bisogna tollerare critiche e disprezzo celato. Il disprezzo costante è un abuso psicologico che può danneggiare chi ha già delle fragilità di fondo. Non possiamo normalizzare il disprezzo. Permettere agli altri di sminuirci significa precipitare in un abisso in cui perdiamo di vista il nostro valore. Allora cosa fare? Per cambiare radicalmente la tua vita, inizia a formarti e a capire come funzionano davvero le cose.
Esiste una realtà ben concreta in cui tu sei al centro della tua vita. In cui tutti i tuoi bisogni hanno un senso, vanno ascoltati e appagati! Una realtà in cui puoi affermare te stesso, accoglierti e amarti. In tal modo, attrarrai a te solo persone che sono capaci di darti la considerazione che meriti. Che, come nel mio esempio, hanno cura del legame che instaureranno con te. Non si tratta di un’utopia. Tutto questo è possibile e puoi averlo in tutti i rapporti. Ho scritto un libro sull’argomento che, per il suo approccio pratico, è annoverato tra i libri più consigliati dagli psicoterapeuti: s’intitola «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce». Non farti ingannare dal titolo, ti assicuro che non parla di cuori infranti ma ti prende per mano e ti guida nel percorso di affermazione di sé! Lo puoi trovare in tutte le libreria o su Amazon, a questo indirizzo.
Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
Autore dei bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» e «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», Rizzoli – Mondadori.
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