Ogni bambino alla nascita eredita la sua combinazione unica di tratti temperamentali, che costituiranno la sua personalità. Uno di questi comuni tratti ereditari è l’ipersensibilità, si stima che circa il 20-30% degli individui (quindi 2/3 persone su 10) possieda questa caratteristica. Spesso la conoscenza di questo tratto viene confusa con altre diagnosi o sottovalutata e scambiata per fragilità, emotività, debolezza, disagio.
L’ipersensibilità nei bambini è molto diffusa ma è errato considerarla un disturbo
Dover trattare con questi bambini può essere davvero faticoso tuttavia è molto importante comprendere che i bambini troppo sensibili sono in realtà delle persone molto speciali e che vanno aiutati a riconoscere ed a gestire al meglio le proprie emozioni. Purtroppo molti genitori, sopraffatti da questo dono difficilmente gestibile, tendono ad adottare comportamenti repressivi o iperprotettivi. Ma entrambe le modalità includono aspetti negativi perché, se da un lato, la repressione aumenta la frustrazione nei bimbi, che si sentono sempre più incompresi, dall’altro, un atteggiamento iperprotettivo rischia di non favorire l’autostima.
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Ritengo che sia molto importante avere delle informazioni in questo ambito poiché la consapevolezza di tale particolarità può aiutare genitori e professionisti a comprendere meglio i bambini; ad avere chiavi di lettura differenti rispetto ad alcuni loro comportamenti e ad adottare strategie educative utili a favorirne lo sviluppo lungo il loro percorso di crescita.
Com’è un bambino altamente sensibile?
Quel senso di frustrazione dei loro maestri, quell’espressione preoccupata sul volto delle loro madri…. sono capaci di percepire cose che altri bambini non vedono.
L’alta sensibilità è un dono, uno strumento che vi permette di approfondire ed enfatizzare le cose. Poche persone sono capaci di capire in tal modo la vita.
Un bambino altamente sensibile ha una sensibilità esasperata nei confronti di stimoli interni ed esterni; viene influenzato facilmente dall’umore degli altri, in particolare da stati d’animo negativi, quali la tristezza e la rabbia. E’ molto percettivo e si accorge di cose di cui probabilmente non immagini nemmeno l’esistenza.
Tende quindi a reagire alle delusioni in modo peggiore rispetto agli altri, è molto perspicace e alcuni di essi anche un po’ timidi. Nonostante sia molto sveglio, percettivo e creativo, fatica a gestire le emozioni in modo equilibrato, lasciandosene travolgere.
Non ama inoltre i rumori forti, le luci o gli odori. Si lamenta di alcuni tessuti e rifiuta di indossare alcuni abiti giurando che “il tessuto fa male”. Un giro ad un centro commerciale, un supermercato o peggio ad una fiera con un bambino sensibile è un giro all’inferno.
Eppure l’ipersensibilità, come spiega lo psicoterapeuta ed esperto di ipersensibilità Rolf Sellin nel suo nuovo libro I bambini sensibili hanno una marcia in più (Urra-Feltrinelli), non è una malattia, né una carenza, né un difetto.
Ipersensibilità non significa nemmeno che un bambino debba per forza soffrire per la sua natura, o venire rifiutato dai compagni. Infine, abbinata ad altre doti e capacità, l’ipersensibilità può rivelarsi di grande vantaggio nella vita professionale e anche nella vita di tutti i giorni, purché sia accettata e gestita in modo corretto.
I bambini molto sensibili richiedono senza dubbio più attenzioni rispetto agli altri, necessitano di ascolto e di empatia
In questo modo, infatti, il loro carattere ha più probabilità di diventare costruttivo, ovvero un punto di forza anziché un punto di debolezza. Per riuscirci, da genitori, è fondamentale aiutarli a credere in se stessi incoraggiandoli ed elogiando i tratti positivi della loro personalità, per esempio l’estrema empatia e la tipica creatività.
Un bambino altamente sensibile verrà al mondo con lo sguardo già aperto al mondo delle emozioni
I genitori dovrebbero percepire la sensibilità del figlio come un dono in modo da non indurlo, inconsciamente, ad essere diverso da com’è. E per farlo è ovviamente indispensabile lavorare su se stessi, se necessario al fianco di un professionista.
Vanno invece evitati gli atteggiamenti ipercritici, autoritari, rigidi che li inducono alla chiusura mentre vengono spesso consigliati esercizi tesi a rilassarli attraverso la respirazione. I genitori di bambini iper-sensibili dovrebbero imparare a mettersi nei loro panni. Dovrebbero essere sensibili a loro volta, condividendo questa splendida caratteristica che, se incoraggiata nel modo giusto, si rivelerà una risorsa inesauribile.
Quando si prende consapevolezza di avere un bambino con questa caratteristica, bisogna chiedersi se lo stile educativo è quello giusto
Infatti, essendo l’ipersensibilità un fattore ereditario, è molto probabile che almeno uno dei due genitori sia anche lui un ipersensibile. E questo può far sì che il genitore stia troppo addosso al figlio e lo metta al centro di tutto. Leggi pure “Persone altamente sensibili: ti rispecchi in queste 10 caratteristiche?
Come capire se tuo figlio è ipersensibile? Fai questo test
1. Il vostro bambino si spaventa più facilmente rispetto ai coetanei?
2. Preferisce giochi tranquilli e armoniosi, da fare sia da solo che con i compagni?
3. Tende spontaneamente ad avere riguardo nei confronti degli altri?
4. Reagisce con malumore se una persona viene trattata in modo ingiusto?
5. Condivide volentieri e spontaneamente caramelle o dolcetti con gli altri?
6. Nutre aspettative elevate nei propri confronti?
7. Quando si rende conto di non poter soddisfare tali aspettative ne soffre, si arrabbia, perde la pazienza, lancia tutto a destra e a manca, o rompe qualcosa? Può anche mettersi a urlare e diventare aggressivo, pur non avendo un carattere simile?
8. Rimane di malumore ancora a lungo quando non riesce a soddisfare le sue esagerate pretese?
9. Nota spontaneamente i piccoli cambiamenti apportati (ad esempio all’interno di casa)?
10. Risente molto delle tensioni familiari, magari con problemi a dormire o un calo di appetito?
11. Quando un altro bambino viene criticato o insultato, vostro figlio reagisce come se ne fosse interessato in prima persona?
12. Cerca di appianare le tensioni tra gli altri e a fare da mediatore?
13. Vostro figlio riesce senza problemi a immedesimarsi nella situazione del prossimo?
14. Avverte fin da subito i bisogni altrui?
15. È un attento osservatore? Può lasciarsi talmente affascinare da quanto osserva da rimanerne completamente assorbito?
16. Rispetta coscienziosamente le regole?
17. Cerca di consolare gli altri?
18. Tende a essere indulgente con altri, ma severo con se stesso?
19. Si lascia tormentare dai rimorsi? Se la prende quando fa qualcosa di sbagliato?
20. Appare a volte molto assennato per la sua età ed è in grado di intuire anche il non-detto, ma può anche essere così ingenuo da lasciarsi abbindolare facilmente?
21. Prende le regole imposte dai genitori più sul serio di quanto facciano i genitori stessi?
22. Reagisce molto intensamente alla musica, alle storie sul Natale, alle favole, alla natura e al contatto con gli animali? Sembra lasciarsene completamente assorbire?
23. Quando riceve troppi stimoli cambia totalmente atteggiamento? Da gentile si trasforma improvvisamente in un bambino irritato e comincia magari a comportarsi in modo aggressivo e poco riguardoso nei confronti degli altri?
24. Tra i genitori, i fratelli o i nonni del bambino c’è qualcuno che considerate ipersensibile?
Se hai risposto “sì” a più della metà delle domande, potresti avere un figlio ipersensibile.
Come crescere un bambino altamente sensibile
1) Fai il genitore, non l’amico
Un genitore che trasforma il figlio o la figlia in un’amico/a o confidente sta violando lo spazio personale del figlio/a, che si ritrova caricato/a dei problemi dei genitori e di un compito superiore alle sue forze. In questo modo i bambini perdono la leggerezza infantile e la familiarità dei coetanei. I genitori che vogliono essere amici dei figli li defraudano di una madre e di un padre.
I genitori devono avere il coraggio di occupare il posto che spetta loro. Solo così possono proteggere il figlio, fornirgli sostegno e farlo crescere sicuro di sé.
2) Dai limiti e regole usando un tono di voce neutro
Quello che ci vuole per crescere bambini sicuri di sé, soprattutto se sono ipersensibili, è un sistema di regole chiare che diano loro dei limiti giusti e proporzionati alla loro età.
Se un genitore continua a cedere alle richieste del figlio, per esempio sull’ora di andare a dormire, non fa del bene al piccolo; anche se all’inizio sembrerà contento di averla sempre vinta, alla lunga il bambino soffrirà: avere genitori deboli e sottomessi fa sentire fragili e insicuri.
Mamma e papà devono invece trasmettere ai figli i limiti in modo chiaro e deciso. Il trucco è adottare una posizione obiettiva. Non devi né sorridere né apparire irritato/a e il tuo messaggio dovrà essere neutro.
3 Aiutalo/a a fare da solo/a
Come l’assenza di limiti nuoce al piccolo, anche dargli troppe limitazioni lo indebolisce. Osserva tuo figlio/a con una certa distanza e chiediti: “Cosa è in grado di fare?”, “Dove ha ancora bisogno di aiuto?”.
In molte cose i bambini hanno bisogno dei genitori perché ancora non sanno regolarsi, ad esempio non sanno che mangiando troppe caramelle poi potrebbero stare male, ed è giusto che il genitore intervenga.
Gli adulti violano spesso i loro limiti in buona fede: ad esempio davanti a un piccolo che sta provando ad allacciarsi da solo le scarpe, alcuni intervengono subito, non lasciandogli il tempo per fare da solo: compiono un’ingerenza e generano in lui una sensazione di fallimento e impotenza. Ricorda, l’aiuto migliore che si può dare a un figlio è l’aiuto a fare da solo.
4) Attenzione a non trasmettere le tue ansie e paure
Quando si ha un figlio/a troppo sensibile si è portati ad avere paure e timori per lui/lei. Ma troppe preoccupazioni non faranno altro che indebolirlo/a. Se vuoi che cresca sano/a e forte e sicuro/a di sé, devi dargli/le la massima fiducia e credere totalmente nelle sue capacità. Ad esempio: se al parco vedi tuo figlio arrampicarsi su un gioco e sei in preda all’ansia che possa cadere, non urlare “fai attenzione a non cadere”, finirai per creare nel piccolo così tanta insicurezza che non ci sarà da stupirsi se poi cadrà davvero.
Quello che puoi fare quando ti senti in una situazione di ansia è cercare di distaccarti, e di immaginarti un genitore più tranquillo. Se pensi che possa essere davvero pericoloso che si arrampichi, puoi distogliere tuo figlio, spostando l’attenzione verso altro. Ad esempio puoi dire: “Ti va un gelato? Oppure “Facciamo una passeggiata?
A cura di Ana Maria Sepe, psicoanalista
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