La Better Safe Than Sorry Strategy (Mancini e Gangemi, 2006) è una strategia cognitiva involontaria adoperata da ogni individuo in caso di minaccia; è un ragionamento di tipo prudenziale nel quale il soggetto crede che sia meglio allarmarsi una volta in più piuttosto che non preoccuparsi in una situazione di pericolo effettivo. L’obiettivo perseguito dunque è quello di non sottovalutare una possibile pericolo anche se questo significa sopravvalutarlo.
Usare questo tipo di strategia non è di per sé problematico, ma lo può diventare nel momento in cui la persona la usa in maniera sistematica, indipendentemente dalla situazione. L’individuo che sfrutta in modo eccessivo questo tipo di ragionamento lo fa poiché non riesce ad accettare il rischio, egli è convinto che ci sia un’alta probabilità che si verifichi un evento negativo, ma questo non è altro che una conseguenza della sua tendenza a porre un’attenzione maggiore ai segnali di pericolo rispetto a quelli positivi o neutri.
La percezione di catastrofe imminente e di conseguenza le emozioni di ansia e paura che ne vengono scaturite, spingono il soggetto a prendere decisioni in modo piuttosto rapido, senza considerare tutte le informazioni presenti e giungendo in tal modo alla conclusione che sia meglio preoccuparsi una volta in più che in meno.
Nell’articolo “Il ruolo del ragionamento della psicopatologia secondo la Hyper Emotion Theory” di Mancini, Gangemi e Johnson-Laird (2007) possiamo trovare un esempio rappresentativo di quanto detto fino ad ora:
“Ho paura che quel doloretto all’addome dalla parte del fegato possa essere il sintomo di un tumore, di un cancro al fegato. Mi ricordo di un mio zio che è morto di cancro al fegato tra mille sofferenze. All’inizio la situazione era come la mia, anche lui aveva un doloretto all’addome, non se ne curò, i medici poi gli dicevano che non era niente e intanto il cancro camminava, anche adesso, qui, dentro la mia pancia, il cancro si sta espandendo, in effetti mi sembra che i doloretti sono aumentati nelle ultime settimane. Nessun mi dà retta, tutti mi prendono sottogamba, quando cominceranno a curarmi sarà troppo tardi! Mi sembra di avere anche una brutta cera, la lingua è sporca, a volte ho un po’ di amaro in bocca, mi sembro pure pallido, sarà l’anemia! Pensa che trauma sarà per me e per i miei cari quando mi faranno la diagnosi e ormai sarà troppo tardi! Poi comincerà il calvario di esami, TAC medicine controlli interventi chirurgici! Ritorno dal medico e gli chiedo e insisto se mi fa rifare la TAC, magari quella precedente era stata fatta male, certo mi prenderà per pazzo nevrotico, ma d’altra parte meglio rischiare una brutta figura che un cancro in stadio troppo avanzato e poi il dolore c’è, mica è andato via!”.
Come possiamo notare la persona da un piccolo segnale, ossia il “doloretto all’addome” arriva alla conclusione esagerata di poter avere un cancro sebbene ci siano dei dati oggettivi, quale la TAC, che smentiscano le sue convinzioni.
Questo tipo di ragionamento si verifica poiché il soggetto si focalizza esclusivamente sul pericolo e a seguito di ciò dà importanza solo alle informazioni che vanno a confermare la sua credenza (es: i ricordi rispetto alla malattia dello zio), ignorando o sottovalutando quelle che invece la smentiscono. Il risultato è che il soggetto in questione, provando paura e ansia a seguito dell’anticipazione di una possibile minaccia, torna dal medico per richiedere una successiva TAC proprio per evitare di sottovalutare un possibile pericolo e allontanare la minaccia o prevenirla.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi del BSTS?
Il grande vantaggio nella mente del soggetto che ricorre alla BSTS è quello di sopravvivere, più è forte la percezione di minaccia e più la persona tenderà ad evitare l’errore di sottovalutazione della stessa. Questo tipo di ragionamento porta il soggetto a credere che sia meglio dar retta a tanti falsi allarmi piuttosto che sottovalutarne anche solo uno che potrebbe risultare fatale.
Il fatto è che nella maggior parte dei casi in cui viene utilizzata la BSTS non c’è un pericolo reale, ma sono solo le convinzioni del soggetto, che tendono ad essere esagerate e catastrofiche, a ritenerlo come tale.
Il BSTS, da strategia funzionale può tramutarsi in strumento controproducente qualora l’individuo lo usi in modo sistematico e a contestualizzato. Questo accade poiché il soggetto non accettando mai il “rischio”, non si dà la possibilità di smentire le sue convinzioni e di accettare ipotesi alternative, continua a perseguirle ricercando informazioni che non fanno altro che confermare le sue idee. Tutto ciò oltre ad essere “dannoso” dal punto di vista cognitivo, provoca anche una grande perdita di tempo.
a cura di Viviana Cornali, psicologa clinica e giuridica,
Operatrice di Training Autogeno.
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Buongiorno
Sarebbe stato utile qualche suggerimento su come porsi di fronte a persone con questo problema.
Annunziata Maria Marazia