Il trattamento del silenzio è una forma di abuso emotivo di tipo passivo-aggressivo. La persona che attua questo abuso conosce bene i sentimenti della sua “vittima”, sa quanto conta per lei e per questo la punisce con il silenzio e un provvisorio distacco emotivo.
Differenze tra trattamento del silenzio e no contact
Il trattamento del silenzio non va assolutamente confuso con il “no contact“. Se il trattamento del silenzio ha lo scopo di manipolare (con l’effetto di ferire, punire, umiliare e svilire), il no contact ha lo scopo di tutela.
Il trattamento del silenzio e il no contact potrebbero essere contestualizzati nelle dinamiche di coppia “narcisista-dipendente affettivo”. Dove, chi soffre di dipendenza affettiva, per mettersi in salvo, decide di “staccare la spina” e praticare un netto distacco al fine di interrompere la relazione e mettere distanza. Il trattamento del silenzio, invece, è usato con lo scopo di manipolare l’altro e istruirlo al fine di renderlo più malleabile.
No contact e trattamento del silenzio non sono peculiarità delle relazioni con il narcisista. In uno scenario analogo, un genitore può usare il trattamento del silenzio con un figlio, al fine di punirlo e manipolarlo (renderlo dipendente, grato o ubbidiente). Questo stesso figlio, una volta cresciuto, se si trova in dinamiche familiari disfunzionali, potrebbe decidere di praticare una sorta di “no contact” con i genitori al fine di spezzare il circolo vizioso di abusi emotivi che si perpetuano da anni.
Il trattamento del silenzio lo ritroviamo anche tra i banchi di scuola, e, quando praticato da un gruppo, può essere visto come una forma nascosta di bullismo. Purtroppo dinamiche simili non mancano nei luoghi di lavoro o nelle comitive di “amici” quando vi è un forte carico di “tossicità”.
Come il narcisista usa il trattamento del silenzio per manipolarti
Il trattamento del silenzio è ben diverso da un “time out”, usa pausa si chiede per riflettere e in un contesto di rispetto reciproco. Il narcisista, talvolta, tenta di far passare un’iniziativa passiva aggressiva come il silenzio punitivo per una semplice pausa.
Una pausa è qualcosa di sano e costruttivo, ha una durata limitata nel tempo e non viene riproposta ciclicamente. Una pausa viene chiesta, in una relazione, in modo rispettoso. Le motivazioni di un “pausa riflessiva” vengono ben chiarite e reciprocamente comprese.
La pausa di riflessione è usata per raggiungere una soluzione e non per punire il partner!
Chi è completamente invischiato in una relazione abusiva, potrebbe perdere la lucidità necessaria a comprendere la netta differenza tra “trattamento del silenzio” e “pausa di riflessione”.
I messaggi nascosti del trattamento del silenzio
Il trattamento del silenzio non è altro che un subdolo ricatto che invia un messaggio molto potente:
“se tu non sarai sufficientemente buono, io ti punirò deprivandoti di ogni attenzione!”.
“Se tu non sarai la mia estensione, non ti darò neanche le briciole”.
In più, in modo implicito, il trattamento del silenzio scarica tutta la responsabilità sulla vittima:
“è colpa tua se io non sono affettuoso, è per qualcosa che tu hai detto o hai fatto… io sono deluso da te”.
L’atteggiamento passivo aggressivo è alla base del trattamento del silenzio. Questo abuso emotivo porta la vittima a mettersi in dubbio, ad assumersi responsabilità che non ha, fomenta la confusione e rinforza la dissonanza cognitiva.
La dissonanza cognitiva, in un certo senso, alimenta l’amore che la vittima nutre per il suo partner narcisista. Questo meccanismo funziona più o meno così: “se io soffro molto per stare con questa persona, vuol dire che questa persona è davvero speciale ed io devo amarla davvero tantissimo… altrimenti non sopporterei tutto questo!“. L’amore diventa proporzionale alle sofferenze emotive patite. La vittima non mette in conto di essere inciampata in un incastro relazionale e costruisce cognizioni sulle proprie emozioni.
Come premesso, in momenti di scarsa lucidità si perde di vista la realtà. Tutto ciò che vorrà la vittima è “non commettere altri errori”: assecondare e gratificare il narcisista. Ecco perché il trattamento del silenzio si può definire una tattica di manipolazione psicologica.
Quando il narcisista spezza il silenzio
E’ quando il narcisista spezza il silenzio che si crea la vera magia!
Durante l’attesa, la vittima vive in uno stato mentale fatto di:
- vergogna,
- sensi di colpa,
- impotenza,
- stress,
- confusione,
- rabbia,
- angoscia,
- paura…
Il volume delle emozioni è talmente alto che la vittima non riesce a capire cosa sta realmente accadendo. Quando il narcisista spezza il silenzio crea un rinforzo, dà una ricompensa.
Le briciole diventano banchetti lussuosi ai quali la vittima non sa rinunciare. Il rinforzo intermittente crea un clima di dubbio, paura e ansia che costringe la vittima a cercare costantemente l’approvazione dal manipolatore che ha il potere di alleviare la sua angoscia.
Il trattamento del silenzio viene troppo spesso sottovalutato, come abbiamo visto è una forma manipolativa altamente dannosa ed efficace.
E’ un metodo di coercizione e controllo usato non solo dai narcisisti ma da molte “persone tossiche”.
L’incapacità di costruire legami sani non è una peculiarità del narcisista. Ricordiamo che sono molte le persone che non sanno nutrire stima e rispetto e che solo un professionista di settore può fare le dovute diagnosi.
Può essere utile: come rispondere al trattamento del silenzio
Note
I nostri articoli sono un riassunto semplificato di una “inestimabile complessità” che può essere trattata correttamente solo nelle sedi opportune (lo studio di uno psicologo-psicoterapeuta). Ogni meccanismo spiegato è frutto di numerose generalizzazioni e va compreso sempre con una mente aperta, flessibile e critica.
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