Come ho già scritto in altri miei articoli, la manipolazione è una forma di comunicazione che, in una certa misura, tutti utilizziamo. Il problema sorge quando, in una relazione (affettiva, familiare, professionale) tale forma di comunicazione diventa quella preponderante o addirittura esclusiva, e soprattutto quando mira a sopraffare l’altro attraverso la svalutazione, l’offesa e la destabilizzazione psicologica.
DEFINIZIONE DELLA MANIPOLAZIONE EMOTIVA
La manipolazione emotiva è una sorta di passo a due, ballato da due persone con caratteristiche complementari: una delle due (tipicamente il manipolatore) ha bisogno di mantenere il controllo, la percezione positiva di sé e di avere sempre ragione, mentre l’altra (la vittima manipolata) è caratterizzata da un bisogno fortissimo di fusione ed approvazione, che la porta a permettere al manipolatore di ri-definire la sua idea di realtà, idealizzandolo e cercando costantemente il suo consenso.
La pericolosità della manipolazione cresce in maniera esponenziale quando questa si verifica all’interno di una relazione in cui esiste una forte componente affettiva, e in cui sono presenti sentimenti ed emozioni profonde. Il malessere psicologico provocato da una relazione manipolatoria nella vittima è tristemente noto: perdita del senso di identità con conseguenti depressione, ansia e attacchi di panico, disturbi psicosomatici, insonnia, isolamento, senso di vergogna e indegnità, angoscia, perdita di fiducia in se stessi.
Sebbene sia difficile – se non si è preparati – identificare gli indicatori precoci di manipolazione, è importante comprendere che la manipolazione è come una danza: si esegue in due. E’ una dinamica che richiede sempre la partecipazione attiva di due persone.
COME SI MANIFESTA LA MANIPOLAZIONE EMOTIVA
Può succedere che il/la vostro/a partner vi accusi di farlo ingelosire o di boicottare le sue iniziative (e voi sapete benissimo che non è vero), con un capo mai contento di come svolgete il lavoro che vi incolpa di volerlo boicottare o di avercela con lui/lei, con un genitore che ostacola la vostra autostima. Molte persone non si accorgono di essere manipolate, tuttavia avvertono un’ansia ed un disagio crescenti quando sono con una persona particolare.
All’inizio cadono nella trappola della spiegazione e tendono a giustificare il comportamento del manipolatore per un bisogno di approvazione da parte sua ed il processo può progredire fino alla possibilità che, pur di non dover rinunciare al rapporto e di non deludere il manipolatore, si finisce con il vedere le cose solo dal suo punto di vista negando il proprio, e sottomettendo il proprio senso della realtà al suo. A comportarsi così sono soprattutto le donne, ma non solo. La ME si manifesta attraverso una comunicazione ambigua, incoerente, passivo-aggressiva, come negli esempi seguenti:
- Ti fanno sentire in colpa: rigirano le tue parole al fine di far sentire te sbagliato e in torto nei loro confronti.
- Sono degli aggressori “passivi”: non affrontano le questioni in modo diretto ma girandoci intorno e sparlando alle spalle delle persone. Utilizzano modalità subdole per farti capire che non accettano ciò che fai. Ad esempio possono boicottare di fatto le tue iniziative dopo aver detto invece di volerti sostenere, in un modo tale che sembrerà assolutamente involontario o casuale.
- Negano di aver detto o fatto cose che ricordi bene al fine di difendersi e mettere in discussione le tue affermazioni, fino al punto di farti dubitare di te stesso (effetto gaslight)
- Fingono di volerti sostenere o aiutare ma poi boicottano le tue azioni e le tue iniziative in maniera sottile e apparentemente ingenua
- Accentrano l’attenzione sui loro problemi sminuendo i tuoi: se tu hai mal di testa loro hanno un tumore! Se hai avuto una giornata impossibile la loro è stata catastrofica. Non ascoltano mai veramente, non dedicano attenzione e pretendono sempre di essere al centro del gioco. Se glielo fai notare ti accusano di essere egoista.
- Danno sempre ad altri la responsabilità dei loro comportamenti: se si comportano male la colpa è sempre di qualcosa che anno fatto gli altri.
- Influenzano lo stato d’animo degli altri attraverso una sorta di “ricatto emotivo” per cui tutti, intorno a loro, finiscono con il preoccuparsi di non farli sentire arrabbiati o tristi e di porre rimedio a ciò che li infastidisce.
Ma anche attraverso le CRITICHE: in particolare, critiche le che vi vengono mosse, anche se parzialmente o del tutto vere, sono intese a ferire e ad indebolirvi piuttosto che ad avere un fine costruttivo e includono:
- offese, insulti ed esagerazioni
- sono lanciate nel bel mezzo di una lite o una discussione
- sono usate per cercare di vincere una discussione
- sono provocate dalla vostre obiezioni o dal vostro tentativo di chiudere la discussione
- sembrano non avere alcuna relazione con la discussione
- spostano l’attenzione dal suo comportamento al vostro
- Vi vengono mosse quando non potete facilmente rispondere (in pubblico ad esempio, o al cinema ecc.)
Ciò non vuole essere in nessun modo un’accusa nei confronti della vittima, ma anzi un incoraggiamento perché se vi trovate intrappolati in una relazione manipolatoria, anche se non potrete modificare il comportamento della persona manipolatrice (PM), potrete comunque cambiare il vostro, e quindi porre fine alla manipolazione.
QUALI SONO LE PREMESSE PER CADERE NELLA TRAPPOLA ?
Esistono alcune caratteristiche psicologiche che rappresentano i presupposti per divenire potenziali “vittime” di manipolazione emotiva, ma gli elementi fondamentali che le accomunano sono a mio avviso quattro:
- Idealizzazione della PM
- Sottovalutazione del proprio valore personale
- Bisogno di ottenere l’approvazione dell’altro (o altra)
- Paura dell’abbandono
Credo di poter dire che le condizioni sopra indicate siano le prime responsabili a spingere la vittima ad addentrarsi sempre di più all’interno della relazione manipolatoria, fino a restarne intrappolata. Il punto infatti è che il meccanismo della manipolazione si verifica solamente quando una persona (la vittima o potenziale vittima), in maniera più o meno consapevole, cerca a tutti i costi di ottenere l’approvazione della PM.
Questo è il meccanismo che la spinge a sostenere lunghe, estenuanti ed infruttuose discussioni che arrivano a mettere in discussione la sua visione della realtà, e addirittura possono ledere il suo senso del valore personale ed infine il suo senso di identità.
Finché nel cuore della vittima albergheranno l’insicurezza ed il profondo bisogno di essere approvata ed accettata dalla PM per sentire di avere valore, avrà luogo una infinita, dolorosa e distruttiva danza della manipolazione. Una danza in cui la vittima cercherà con tutte le sue forze di dimostrare di non meritare le critiche e gli attacchi mossi dalla PM, senza riuscirvi (è questo lo scopo della PM).
Ecco perché, alle persone che mi chiedono aiuto, insegno innanzitutto a riconoscere il proprio ruolo attivo in questa danza (come la definisce Robin Stern “tango della manipolazione), per poi iniziare ad analizzare i fattori psicologici e comportamentali che le hanno portate ad iniziare a portare avanti la relazione con una PM.
Solamente dopo aver preso consapevolezza di questi meccanismi psicologici – e del modo specifico e peculiare in cui essi operano in ognuna di loro – potremo lavorare al cambiamento e alla ricostruzione.
A cura di Annalisa Barbier, psicoterapeuta
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Interessante articolo, finalmente un minimo in controtendenza, dove si iniziano a esaminare le reciproche responsabilità in rapporti in qualche modo asimmetrici in termini di stabilità emotiva, se non di pericolosità sociale
@Sara, per esempio, che “il padre sia un narcisista dal quale sia necessario proteggere i figli al punto di impedirgli un contatto con loro” è una decisione presa da un tribunale, una commissione medica o una tua convinzione?
Buonasera, volevo chiedere: in un rapporto di amicizia frasi come “se sei davvero mia amica come dici, fai così”, “se mi vuoi bene, fai così/torna la persona che mi piace tanto”, “mi stai deludendo,pensavo mi volessi più bene di così”, “io non ho mai detto di esser perfetta, però”, “pensa come vuoi, visto che non mi credi” e dopo che tu rispondi “posso anche crederti ma vedo i fatti, che non sono molto diversi da come ho scritto”, sentir dire “non meriti altre risposte”… e simili come possono essere considerati?
Precisando che questo avveniva sempre quando cercavo di dire cosa non mi andava, mentre l’altra persona diceva sempre cosa non le andava di me, e asseriva di voler io facessi altrettanto…
Buonasera
Leggo ovunque del no contact , che è Peoria quello di cui avrei bisogno ma come si fa se si hanno dei bambini ?.. li allontano pure loro. Per legge non si può ma come li posso proteggere da un padre narcisista
Sicuramente sì.
Buonasera! In un rapporto di amicizia frasi come: “se sei davvero mia amica come dici, fai così”, “se mi vuoi bene, fai così/torna la persona che mi piace tanto”, “mi stai deludendo,pensavo mi volessi più bene di così” e simili…possono essere considerate manipolazione/ricatti emotivi?