Cosa significa somatizzare un dispiacere

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor
somatizzazione
“Quando la bocca tace, il corpo parla”

Quando gli organi assorbono l’emotività negativa, parliamo di somatizzazione; ma cosa significa somatizzare? Si tratta di un fenomeno, in seguito al quale un individuo “traduce” la sua sofferenza psichica attraverso i sintomi fisici. 

Significa trasformare un disagio psicologico in un’alterazione della salute fisica

L’esempio più semplice può essere quello in cui il mal di testa sia l’espressione di uno stato di nervosismo. Generalmente le parti più colpite dal processo di somatizzazione sono quelle costituite dal sistema gastrointestinale. Sintomi caratteristici sono la diarrea, la stipsi o i dolori addominali, in risposta ad un’emozione, di solito negativa.

“Improvvisamente, un giorno, ci sentiamo paralizzati. Ci domandiamo da dove provenga tanto dolore e perché il nostro corpo non ci dia motivi chiari per comprenderlo. I motivi risiedono nella mente; ma sono anestetizzati”

Ci possono essere emozioni fortissime, come la perdita di una persona cara, un licenziamento, un incidente, oltre a tante altre meno “intense”, meno “gravi”, ogni giorno, che però, se ripetute, fanno male all’organismo.

E’ il caso del lavoratore costretto a sopportare il suo capo che gli urla contro: prende l’emozione negativa, la trasmette allo stomaco e gli viene il bruciore di stomaco; con il tempo potrebbe venirgli anche un’ulcera, perché vorrebbe farlo a fette ma non può.

Cosa vuol dire somatizzare una malattia

Nella nostra esperienza quotidiana si può dire che tutti somatizziamo. Ci sono perfino certe espressioni, che indicano un legame stretto fra mente e corpo. Per esempio ci sentiamo soffocare dalla paura, sentiamo battere forte il cuore per un’emozione intensa, ci ritroviamo a digrignare i denti per la rabbia.

In una certa misura somatizzare fa parte dei processi quotidiani. In alcuni casi il tutto può diventare negativo, se si somatizzano troppo a lungo le emozioni e lo stress. Dopo un po’, infatti, il corpo si affatica e si corre il rischio di ammalarsi.

“I sintomi si possono manifestare come problemi gastrointestinali, disturbi cardiocircolatori o uro-genitali, come emicrania, stanchezza e dolori muscolari, insonnia o disturbi del sonno causati da ansia e stress, disturbi alimentari, problemi che interessano la pelle”

Soffrendo di questi disturbi, le persone che somatizzano si rivolgono al medico, ma difficilmente quest’ultimo riesce a trovare una causa fisica che sta alla base della malattia. Si tratta di una condizione di stress che incide sulla salute.

Proprio per questo il problema, che può derivare anche da fattori psicologici e relazionali, dovrebbe essere affrontato con l’aiuto di uno specialista psicoterapeuta, ricorrendo proprio ad un’opportuna psicoterapia.

Più tempo passa, più le somatizzazioni diventano difficili da trattare e si corre il rischio che il disturbo possa stabilizzarsi.

Il disturbo di somatizzazione

Esiste un vero e proprio disturbo di somatizzazione, che comprende molteplici lamentele fisiche, che vengono evidenziate da un individuo e che si manifestano per diversi anni, portando a delle difficoltà sul piano sociale, lavorativo e relazionale in generale.

Il paziente si ritrova in una costante ricerca di una possibile cura per queste manifestazioni sintomatologiche.

“A volte si pensa che soffrano di disturbi istrionici, simulati o fittizi, quando la realtà è che non c’entrano nulla. A differenza delle persone ipocondriache, i pazienti in questione non si convincono di avere una malattia, ma di non sapere cosa gli succede”

Perché si possa parlare di vero e proprio disturbo di somatizzazione, secondo la definizione del DSM V, i sintomi devono comprendere almeno quattro che riguardano il dolore, due gastrointestinali, uno sessuale e un sintomo pseudoneurologico, come, per esempio, un’alterazione dell’equilibrio.

Per tutti questi sintomi fisici non è possibile rintracciare una spiegazione medica, un’origine fisiologica del problema. Tutto è da inquadrare nell’ambito della sfera psichica del paziente.

Le malattie psicosomatiche sono reali e necessitano di un trattamento specifico e adatto alle particolari caratteristiche di chi ne soffre. Una volta scartate le patologie organiche, è necessario provare a capire cosa comunica il corpo, perché la bocca tace, senza concedere alla ragione nessuna causa specifica.


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